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DATA: domenica 24 novembre 2024

Preparati alla prova preselettiva Concorso Docenti su TastoEffeUno.it

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Un aiuto concreto agli alunni con DSA, BES ecc.. da parte degli insegnanti di sostegno e curriculari.

In questi venti anni ed oltre di insegnamento, penso di aver visto un po’ tutto quello che succede negli Istituti di Scuola Superiore italiana. Dal Nord al Sud, dall’Est all’Ovest, anche se gli edifici scolastici cambiano dal più moderno a quello più obsoleto, il materialo umano è sempre lo stesso. Gli alunni in difficoltà vanno motivati o rimotivati, gli insuccessi scolastici vanno portarli a dei buoni risultati, la perdita di autostima ed atteggiamenti rinunciatari nei confronti della Scuola devono essere un punto prioritario di ogni docente, sia esso specializzato sul sostegno, sia esso curriculare. Ognuno deve dare il meglio di se stesso, partendo dalla propria esperienza professionale. Gli alunni ed in special modo, gli studenti con Disturbi Specifici di Apprendimento, gli alunni che necessitano di BES – Bisogni Educativi Speciali o con altre patologie, andranno trattati “con guanti bianchi” perché il loro avvenire è alquanto incerto ed insicuro. Il buon educatore dovrà alleviare il disagio, le difficoltà, i disturbi ed ottimizzare i bisogni che portano ad un rallentamento del programma nel soggetto affetto da patologie. Occorre fare di tutto affinché gli alunni abbiano lo stesso trattamento e la stessa «change» nella vita piena di ostacoli che a volte sono insormontabili. Un ringraziamento va all’associazione Assodolab che ha affrontato questi discorsi attraverso corsi di formazione e aggiornamento on-line e in presenza sia sui DSA che sui BES attraverso momenti di formazione in videoconferenza e a voi che seguite con attenzione questi bambini. Prof. Agostino Del Buono Presidente Nazionale Assodolab

DATA: 10/02/2011 - Autore Prof. Agostino Del Buono - Post 1501

COMMENTI - PAGINA 68

DATA 13/01/2019 15:21:10 - AUTORE ROSANNAMARIAD122W

Nel corso degli ultimi anni vi è stata, a livello normativo, forte attenzione nei confronti degli alunni con bisogni educativi speciali. Si tratta di una macrocategoria che non è limitata agli alunni che hanno una disabilità certificata ma che comprende tutte le situazioni di disagio, transitorio o permanente, in cui gli alunni possono- per cause di natura diversa- venire a trovarsi e che richiedono attenzione e risposte adeguate da parte dei docenti. In questo ambito si collocano sicuramente gli alunni con DSA, il cui numero appare in continuo aumento. La presenza, all’interno della classe di alunni con DSA o comunque con Bes, impone a tutti i docenti, sia curriculari che di sostegno, di progettare e mettere in atto interventi didattici individualizzati e personalizzati, per rispondere ai bisogni di questi allievi. Come docente di sostegno ho attivamente contribuito, nel corrente anno scolastico, alla predisposizione di un PDP per un alunno con bisogni educativi speciali. Tutti i docenti del consiglio di classe hanno cercato di individuare gli strumenti compensativi utili a compensare le difficoltà dell’alunno ( ad. Es. uso di schemi, mappe ecc.) e le misure dispensative, come ad es. concedere tempi più lunghi nelle prove. Molta attenzione è stata dedicata anche alla valutazione, per la quale si è concordato sulla opportunità di valorizzare il contenuto rispetto alla forma e di valorizzare i successi rispetto agli insuccessi

DATA 16/01/2019 15:04:40 - AUTORE Miriam_D122J

Miriam_D122J Sono un’insegnante di sostegno della scuola secondaria superiore e nel corso della mia esperienza ho lavorato in una classe in cui erano presenti due allievi con DSA. Ragazzi vivaci, empatici, che sapevano relazionarsi bene con coetanei e adulti adoperando un linguaggio adeguato quando si parlava di tematiche di carattere generale o a cui erano interessati , ma che entravano letteralmente in crisi se l’argomento riguardava la propria vita scolastica. In sostanza, sostenevano chiaramente di sentirsi inadeguati a tutto ciò che concerneva il lavoro didattico. Entrambi erano stati certificati "allievi con DSA" durante la prima classe della scuola secondaria di primo grado. Ciò che, insieme ad altri colleghi, mi sono chiesta è: se la diagnosi fosse arrivata prima, le cose sarebbero cambiate? Per evitare che si arrivi a tali domande, che non possono avere risposta certa, secondo me si dovrebbe fare molto di più per favorire le diagnosi precoci.

DATA 16/01/2019 17:31:30 - AUTORE cinziac978n

Sono una docente di sostegno e un pò di anni fa, quando ancora non ero di ruolo, ebbi una supplenza in un istituto professionale, per insegnare la disciplina per la quale ho l’abilitazione. In una delle classi a me assegnate, era presente una ragazza molto carina, vivace e simpatica ma con problemi di dislessia e non voleva che questo suo problema fosse conosciuto dai compagni di classe per non sentirsi diversa. Allora non ero un’esperta di dislessia, ma solo un’insegnante che, trovatasi in prima linea nell'avventura quotidiana di misurarsi con le difficoltà di apprendimento, decise di raccogliere la sfida. Per questo ho cercato di individuare e trasferire nella vita quotidiana in classe alcune strategie e metodologie che si sono rivelate efficaci, a parer mio, per trasformare l’ aula scolastica, durante lo svolgimento della lezione, in un ambiente inclusivo, cooperativo e metacognitivo: quella esperienza mi ha dimostrato che, poiché le strategie non sono un dono innato ma sono trasferibili e riproducibili, cioè si possono insegnare e imparare, se applicate con professionalità, creano i prerequisiti essenziali per far sì che la scuola diventi, prima ancora che un luogo di apprendimento, un ambiente di vita in cui ognuno si sente accolto, valorizzato e motivato a dare il meglio di sé . Ho capito che era necessario prima di qualsiasi cosa, perchè l’alunna potesse dare il meglio di sé e non sentirsi diversa, creare un clima di serenità, di fiducia nelle sue capacità e potenzialità e, credo, anzi ne sono certa, che lei abbia voluto ripagare quella fiducia riposta in lei, dando il meglio di se stessa.

DATA 17/01/2019 14:39:59 - AUTORE Marco_C987A

Sono un insegnante di sostegno di una Scuola Secondaria di Secondo Grado. Secondo la mia modesta opinione, è abbastanza difficile individuare gli studenti affetti da discalculia, in mancanza di un'adeguata formazione in merito. Spesso, infatti, in assenza di una specifica certificazione, la Discalculia viene "ridimensionata" a scarsa predisposizione per la Matematica. Per tale ragione, gli alunni affetti da tale Disturbo Specifico di Apprendimento risultano “mortificati” da esercizi di calcolo, per loro, impossibili da risolvere. Più in dettaglio, pur di insegnar loro una Matematica “concreta”, da utilizzare nella vita di tutti i giorni, si corre il rischio di insistere su operazioni di somma e/o sottrazione con le monete o, ancor peggio, su una aritmetica modulare, per l’interpretazione di un orologio analogico.

DATA 18/01/2019 22:06:30 - AUTORE Libera_F059F

Sono una docente di Sostegno della scuola Secondaria di Secondo Grado; ritengo che i problemi degli alunni con DSA vadano affrontati in un’ottica inclusiva, che promuova la personalizzazione degli apprendimenti, la valorizzazione delle diversità e lo sviluppo delle potenzialità di ciascuno, individuando le strategie più adeguate per favorire l’educazione, come garantiscono, prima di tutto la nostra Costituzione, e le numerose disposizioni di legge degli ultimi anni. Questa idea è sicuramente molto ambiziosa, ma rappresenta l’unica possibilità per garantire un’istruzione di qualità ed equa, in grado di ridurre la dispersione e la demotivazione e di aumentare il successo formativo di tutti gli alunni. I tempi e gli spazi della didattica andrebbero riorganizzati; la relazione educativa e il clima di classe dovrebbero assumere un’importanza maggiore e i docenti dovrebbero essere formati su queste tematiche. Le competenze disciplinari dovrebbero essere collegate alle competenze di cittadinanza per aumentare il successo scolastico e per far crescere nuove generazioni di cittadini consapevoli, ciascuno con i propri talenti, capacità e competenze, che prendano in carico il cambiamento sostenibile del Paese per un futuro migliore.

DATA 19/01/2019 18:15:04 - AUTORE romano_c352w

Sono un docente curriculare di scuola secondaria di secondo grado e, pur con esperienza quasi trentennale, non avevo mai approfondito la tematica degli alunni Bes, ma ora, colgo l'opportunità fornitami da ASSODOLAB per conoscere più da vicino questa realtà. Ritengo che sia importantissimo per tutti i docenti tenersi sempre aggiornati anche per queste problematiche, in modo da affrontare i casi che sono sempre più diffusi nelle nostre scuole.Molto spesso ci si adagia sugli insegnanti specializzati, quando previsti e si improvvisa nel caso non siano contemplati. Ritengo, invece, che tutti dovrebbero conseguire una maggiore consapevolezza su come approcciarsi con tali alunni e su come elaborare un' efficace programmazione annuale o PDP, perchè sovente capita di incontrare colleghi che non hanno cognizione di quale sia l'approccio giusto verso gli studenti in situazioni di difficoltà.Per un docente non specialista le difficoltà sono evidenti, ma, non per questo, bisogna ignorare o desistere dall'alleviare il disagio.

DATA 20/01/2019 18:15:53 - AUTORE RosangelaL419G

Buonasera, sono una docente di lingue di scuola secondaria di secondo grado e non avevo ancora avuto modo di approfondire la tematica degli alunni con D.S.A. A tal proposito, desidero congratularmi con ASSODOLAB per il corso Basic online sui D.S.A., che mi sta dando la possibilità di poter seguire da casa un corso che avrei voluto fare da sempre ma che, per motivi di tempo, non ho mai potuto effettuare. Le video lezioni sono esaustive e semplici da seguire. Molto interessanti sono le parti legate agli strumenti compensativi e le misure dispensative da adottare nei vari casi di dislessia, discalculia, disgrafia e disortografia. Questo corso sarà per me una risorsa da cui attingere nella mia attività da docente e un buon punto di inizio per essere più competente nella gestione presente e futura di tali situazioni.

DATA 20/01/2019 20:05:24 - AUTORE Lore

Sono un’insegnante di Scuola Secondaria di secondo grado e sono docente curriculare; durante il mio precariato ho avuto il piacere di sostituire per un intero anno scolastico un collega di sostegno e quindi seguire un ragazzino che presentava problemi cognitivi di medio livello, frequentava la terza classe di una scuola professionale, i suoi compagni avevano circa 16 anni mentre lui ne avena 20, ma il pensiero e comportamento ne dimostrava 10. E’ stata un’esperienza alquanto formativa per il mio percorso scolastico e nello stesso tempo un’esperienza forte e coinvolgente dal punto di vista delle emozioni. Ogni volta che l’alunno riusciva a fare qualcosa di molto semplice in modo autonomo, si era raggiunto un obiettivo grandioso. Ho cercato di offrire all’alunno tutti gli strumenti che avevo a disposizione come le misure compensative e dispensative cercando comunque di non sminuire mai le sue capacità cognitive, e di fornire le migliori opportunità di apprendere agevolmente attraverso gli ausili che lo supportavano nella lettura, nella scrittura, nel calcolo e nello studio. Ho cercato sempre di stare in contatto con la famiglia, di relazionare con loro e di tenerli informati sui piccoli successi di loro figlio. Questa esperienza vissuta mi ha arricchito notevolmente e mi ha fornito quella maturità che mi è servita nel futuro per affrontare altre situazioni con presenza di DSA all’interno del gruppo classe.

DATA 21/01/2019 07:59:51 - AUTORE SabinaE815M

Sono una docente di sostegno da diversi anni in servizio nella scuola secondaria di secondo grado e vorrei condividere alcune considerazioni sul ruolo dell’insegnante che accoglie nella propria classe alunni con difficoltà di apprendimento. La certificazione sanitaria, quando c’è, non deve creare discriminazioni, in positivo o in negativo che siano, ma aprire la strada ad interventi pedagogici mirati a limitare il gap tra le performance dell’alunno in difficoltà e quelle dei compagni. L’insegnante, di sostegno e curricolare, assume il privilegiato compito di guida e supporto nel rendere l’alunno sicuro e propositivo, incoraggiando, sollecitando e controllando al fine di metterlo nelle condizioni di portare proficuamente a termine un percorso didattico. Le difficoltà di apprendimento possono soffocare il piacere dell’apprendimento stesso che, invece, è una fonte di arricchimento formativo-culturale che nutre lo sviluppo della persona. Allora, il ruolo del docente diventa anche consolatorio, perché allontana angosce e pericolo di isolamento ed esclusione. Un buon rapporto con l’educatore è l’occasione di essere quello che si è, con le proprie emozioni e la propria intelligenza, nella fiducia di poter superare, anche di poco, il proprio limite. Occorre tenere vivo l’entusiasmo del bambino/adolescente nel formarsi e nel crescere, portandolo ad appropriarsi degli strumenti che lo faranno muovere nel mondo degli adulti o almeno di quelli più congeniali alle proprie caratteristiche personologiche. Le difficoltà non devono scoraggiare il nostro lavoro, anche quando l’ambiente in cui si opera appare poco illuminato sulle tematiche di cui discutiamo o, peggio ancora, chiuso nella supponenza e nella superficialità.

DATA 21/01/2019 13:45:14 - AUTORE Mariagrazia_L419Y

In qualità di docente di lingue ho sentito la necessità di informarmi maggiormente sui DSA e sull’uso proprio degli strumenti compensativi e dispensativi utili agli studenti per una maggiore facilitazione dell’apprendimento. Per i bambini affetti da dislessia, in modo particolare, risulta più difficile apprendere una lingua straniera ed è opportuno sapere quali risorse possono essere attivate. Nonostante gli studenti affetti da disturbi specifici dell’apprendimento non abbiano attualmente diritto all’insegnante di sostegno, grazie alla legge 170/10 hanno diritto a tali strumenti specifici. Pertanto è importantissimo che ogni docente li conosca con esattezza per poter intervenire in modo efficace durante tutto l’anno scolastico. Le video-lezioni proposte da Assodolab sono semplici ed esplicative e propongono spunti interessanti da poter utilizzare in classe. Per questo ringrazio Assodolab per la possibilità che mi ha dato.

DATA 21/01/2019 15:45:01 - AUTORE MARIKA

Sono una docente della scuola superiore di secondo grado abilitata sia sulla materia che sul sostegno. Sino ad ora ho sempre insegnato sulla materia per cui non ho avuto esperienze dirette con alunni certificati ai sensi della L. 104/92 da seguire durante l’anno, ma di ragazzi certificati ai sensi della legge n° 170 del 2012 ne ho seguiti diversi. Di certo con la Direttiva del 27/12/2012 il Ministero dell’Istruzione ha voluto fornito diverse indicazioni organizzative sull'inclusione di tutti quegli alunni che in varie forme ed in vario grado presentano delle situazioni di difficoltà e/o di disagio. Ed è proprio sull’inclusione che ho lavorato tanto durante i miei pochi anni di insegnamento. Far sentire ai ragazzi che loro non sono diversi, sono uguali ai loro compagni, semplicemente il loro metodo di apprendimento necessità di qualche attenzione in più. Ed ecco quindi che metodologie di apprendimento come il cooperative learning, il problem solving o il braim storming, mi hanno fornito un grosso aiuto nell’apprendimento con questi ragazzi.

DATA 21/01/2019 22:12:37 - AUTORE AntoniettaD345O

Buongiorno, ringrazio Assodolab dell'opportunità offerta. Insegno scienze motorie in un liceo scientifico ad indirizzo sportivo, solo da alcuni anni ho avuto l'opportunità di lavorare con studenti certificati DSA. Quest'anno distribuiti in cinque classi diverse, lavoro anche con dieci studenti certificati, in genere scienze motorie è una disciplina pratica, gradita a buona parte degli studenti, dovendo però far fare delle prove scritte mi sono resa conto della necessità di conoscere in modo più approfondito le strategie da usare con questi ragazzi. Ogni studente è un caso a sé, presentano problematiche diverse ma è anche molto diverso il modo con cui ognuno di loro vive la sua situazione. Sono colpita favorevolmente dalla caparbietà con la quale uno studente della prima sportivo affronta le prove scritte, rifiuta il compito a lui destinato e seppur con qualche minuto in più riesce a concludere positivamente la prova. Allo stesso tempo osservo con rammarico come un altro studente si lasci scoraggiare dalle prime difficoltà, non chieda spiegazioni, non porti i libri, non rispetti le consegne. Spero di riuscire con questo primo corso a capire meglio le difficoltà, rendermi utile e facilitare così il loro apprendimento.

DATA 22/01/2019 09:33:51 - AUTORE Miriam_D122J

Miriam_D122J Purtroppo, ad oggi, non esistono dati scientifici che supportino l’esistenza di interventi preventivi, utilizzati per soggetti in condizione di DSA, che riescano a modificare la storia naturale del disturbo “diminuendone” le difficoltà . Tuttavia, noi insegnanti abbiamo il dovere di essere molto vigili e di effettuare interventi precoci che migliorino le competenze di lettura e scrittura, riducendo al minimo possibile la differenza in velocità e correttezza tra i bambini senza problemi e quelli con DSA. Stabilire quali siano gli interventi realmente efficaci nella riabilitazione dei DSA è fondamentale, ma non è cosa semplice e immediata. Per tale motivo è necessario, oltre che una personale continua formazione, stabilire e mantenere contatti con l’equipe socio sanitaria che può, ad esempio, farci comprendere se il miglioramento è dovuto all’ intervento o se è dovuto semplicemente alla maturazione, cioè al normale percorso di sviluppo del soggetto.

DATA 23/01/2019 19:04:32 - AUTORE LoredanaH501A

Sono una insegnante curricolare di scienza e cultura dell’alimentazione ed ho spesso a che fare con le difficoltà degli alunni con D.S.A. Il corso, attraverso l'ascolto delle lezioni, mi ha rassicurata circa la correttezza di alcuni aspetti metodologici adottati, dettati soprattutto dall'esperienza e l'intuito che guidano il lavoro dell'insegnante. Ritengo che ogni lezione stimoli alla riflessione e induca a considerazioni sulle situazioni vissute in classe, sulla conoscenza di fatti appartenenti all'esperienza degli alunni. Il confronto che ho avuto con le video lezioni, ha costituito un momento di verifica del mio modo di agire per entrare in relazione con gli alunni. Le strategie da me utilizzate: presentare la lezione attraverso mappe tematiche, far usare il cellulare per prendere appunti , hanno fatto si che, non solo gli alunni con difficoltà di apprendimento , ma tutti gli alunni , riescono a lavorare e assecondano i ritmi individuali di apprendimento e di maturazione. La presenza del PDP e la sua accettazione da parte della famiglia, diventa una risorsa per rafforzare le capacità presenti senza disperdere energie ed incrementare l'autostima dello studente.

DATA 23/01/2019 21:13:54 - AUTORE MaristellaNTNMST

Sono un insegnante di sostegno e spesso gli alunni mi raccontanto di essere stati vittime di cyberbullismo,perché molestati, tormentati, calunniati o ridicolizzati da altre persone attraverso i media digitali. Una volta caricati i contenuti possono essere cancellati ma raramente possono essere rimossi da Internet perchè si diffondono a grande velocità Per proteggersi consiglio di usare delle password sicure e non rivelarle a nessuno;proteggere la propria sfera privata;non divulgare dati e informazioni sensibili;sui social accettare come amici soltanto le persone che si conoscono.

DATA 23/01/2019 21:15:59 - AUTORE MaristellaNTNMST

Sono un insegnante di sostegno e spesso gli alunni mi raccontanto di essere stati vittime di cyberbullismo,perché molestati, tormentati, calunniati o ridicolizzati da altre persone attraverso i media digitali. Una volta caricati i contenuti possono essere cancellati ma raramente possono essere rimossi da Internet perchè si diffondono a grande velocità Per proteggersi consiglio di usare delle password sicure e non rivelarle a nessuno;proteggere la propria sfera privata;non divulgare dati e informazioni sensibili;sui social accettare come amici soltanto le persone che si conoscono.

DATA 23/01/2019 22:19:37 - AUTORE ROSANNAMARIAD122W

Per favorire l’apprendimento degli studenti con disturbi specifici di apprendimento o, in generale con bisogni educativi speciali, reputo molto utili le mappe concettuali. Si tratta di uno strumento didattico molto valido che consente di rappresentare graficamente i contenuti didattici in forma semplice ed essenziale. Le mappe possono essere realizzate anche manualmente ma risultano certamente più suggestive se vengono elaborate attraverso i diversi programmi gratuiti disponibili in rete. In questo modo si possono facilmente realizzare mappe a colori che possono essere arricchite con immagini. I vari argomenti possono essere presentati in una forma sintetica ed essenziale, che non affatica lo studente e che, nello stesso tempo, gli fornisce un valido supporto nell’apprendimento. Nella mia esperienza sia come docente curriculare che di sostegno ho potuto constatare che le mappe risultano efficaci soprattutto quando l’argomento di studio si presenta astratto e complesso, per cui necessita di semplificazione.

DATA 25/01/2019 17:30:25 - AUTORE AntoniettaB690X

Buonasera, sono una docente di Scuola Secondaria Superiore e mi unisco anche io ai ringraziamenti che ho appena letto sul forum. Credo che ASSODOLAB ci abbia dato una grande opportunità: poter fruire della propria formazione nei tempi e nei luoghi più consoni alle nostre esigenze è davvero molto utile e produttivo. In qualità di docente di discipline tecnico - scientifiche, ho trovato numerosi spunti interessanti per adottare strategie didattiche in favore dei ragazzi con discalculia, che hanno problemi nella comprensione dei numeri e di conseguenza dei procedimenti risolutivi dei problemi, ovvero degli algoritmi. Questo deficit ha implicazioni molto serie sull’apprendimento della mia disciplina, anche dal punto di vista del benessere emotivo degli alunni. Infatti, i grandi sforzi che richiede loro l’apprendimento della materia, senza riuscire ad ottenere risultati soddisfacenti, genera “un’ansia da prestazione”, che ne compromette ulteriormente la capacità di comprensione. Le video lezioni mi hanno fatto comprendere che è importante che io strutturi la didattica in piccoli passi progressivi, offrendo loro la possibilità di fare moltissima pratica, tramite spiegazioni ed esercizi ripetuti più volte. È di notevole importanza, inoltre, che io faccia esercitare il più possibile gli allievi nelle abilità algoritmiche, somministrando loro esercitazioni basate su giochi semplici e veloci, che sono divertenti e rendono più piacevoli le lezioni (e non soltanto per loro). Per concludere, condivido pienamente l’opinione di alcuni colleghi, che sottolineano la necessità di affrontare i problemi degli alunni con DSA in un’ottica inclusiva, che promuova la personalizzazione degli apprendimenti, la valorizzazione delle diversità e lo sviluppo delle potenzialità di ciascuno. Grazie a tutti.

DATA 25/01/2019 17:32:18 - AUTORE AntoniettaB690X

A conclusione dell’ascolto delle video lezioni, desidero rivolgere i miei complimenti ad ASSODOLAB per la completezza e la chiarezza. Pur avendo frequentato altri corsi di formazione ho trovato spunti interessanti per sperimentare strategie didattiche in favore degli alunni con diagnosi di DSA. La parte che ho trovato di grande interesse è stata quella relativa ai consigli e ai suggerimenti su come procedere nell’attività didattica , poiché noi docenti dobbiamo aiutare gli alunni a sentirsi veramente in grado di apprendere le materie di studio, rassicurandoli in merito al fatto che ognuno imparerà con i propri ritmi e lodando ogni passo in avanti, per quanto piccolo. Inoltre, poiché gli allievi con DSA sono lenti a produrre risposte, è necessario che noi insegnanti aspettiamo rispettosamente che pervengano ai risultati attesi , prestando tuttavia attenzione ai segnali che potrebbero indicare che non sanno come procedere e incoraggiandoli a esporre le loro difficoltà. Tutto ciò con tutti gli strumenti a nostra disposizione, anche con il supporto di software specifici, che potrebbero essere di grande aiuto sia a noi docenti che ai ragazzi stessi.

DATA 25/01/2019 18:10:30 - AUTORE Elena

il docente nella scuola dell'autonomia, ha in capo la responsabilità di incidere sullo sviluppo delle capacità metacognitive degli studenti e delle studentesse.in qualità di progettista della scuola, il docente fa uso di tecniche e di modalità di intervento rese più incisive dalla valorizzazione della relazione educativa che si focalizza soprattutto sugli aspetti umani. Nell'affrontare le problematiche inclusive, il docente è supportato dalla dimensione collegiale e progettuale, nonchè dal quadro normativo di riferimento, non esaustivo perchè in continua evoluzione:normativa vigente, Linee Guida sui BES , la legge 170 2010 sui DSA, Direttiva del 2012, la C.M. n.8 /2013.Si possono mettere in campo percorsi progettuali da inserire nei piani personalizzati per l'inclusione.

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