Trinitapoli..:: Gli Istituti scolastici si apprestano a pubblicare i prospetti finali dei voti degli studenti...
TRINITAPOLI..:: E’ tempo di quadri! Quadri non intesi quelli che vediamo
in una mostra d’arte collettiva o personale, ma quadri noti come «prospetti
scolastici di fine anno».
Genericamente vengono detti «quadri» ma vanno anche sotto il nome di
«tabelloni finali» o «prospetti finali».
Essi rappresentano un prospetto riepilogativo, uno per ogni classe, dove
vengono inseriti quattro elementi: le discipline impartite dai singoli
docenti della classe; i cognomi e nomi degli studenti iscritti in quella
classe; la valutazione di fine anno con un voto numerico dall’1 al 10; la
parte riferita al giudizio sintetico di “promozione” o di “non promozione”
alla classe successiva.
E così, per gli studenti che hanno lavorato seriamente per tutto l’anno
scolastico, la promozione è assicurata, ma per coloro che non hanno fatto
nulla, o quasi, potrebbe esserci qualche sorpresa. Bella, se si è stati
«promossi»; brutta, se si è stati «non promossi».
In tutti i casi, vi è sempre quell’ansia, quel tremolio mentre si salgono le
scale dell’Istituto di appartenenza. Un attimo in cui si è «incerti», in cui
si vaga con la mente e lo stato d’animo pieno di dubbi, un po’ contenti, un
po’ turbati.
Ma è un viaggio obbligatorio, a senso unico dopo 200 giorni di scuola a cui
vanno sottratti, ovviamente, tutti i giorni di assenza per malattia, quelli
relativi agli scioperi seri, e quelli, sempre più numerosi, dei “filoni”.
Un’ultima passeggiata che bisogna compiere prima delle meritate vacanze
estive.
E così, gli studenti che godono di una buona vista possono “vedere” da
lontano il risultato finale, ma per coloro che hanno bisogno di occhiali,
dovranno avvicinarsi sempre più al prospetto esposto all’ingresso della
Scuola.
Dopo aver visto la propria posizione, si scorre velocemente l’elenco degli
amici della classe e fare un raffronto tra i voti avuti con quelli degli
altri amici di classe.
Iniziano i commenti sulla «promozione concessa facilmente ad alcuni» e su
quella «meritata» per gli altri.
E’ proprio in questo momento che l’alunno valuta gli insegnanti e l’Istituto
scolastico.
Si, perché anche loro danno una valutazione sull’operato dei docenti e
dell’intera struttura organizzativa scolastica.
Se un loro amico, ad esempio, ha avuto in tutto l’anno scolastico voti
negativi decimali che vanno dall’1 al 4 e alla fine dell’anno appare un bel
6, 7 o addirittura un 8 sul tabellone, la serietà del docente va in fumo ed
è seriamente compromessa per gli anni successivi.
Allo stesso modo lo si fa per l’Istituto scolastico.
Pensate per un attimo che i voti negativi siano stati in sette o in otto
discipline su un totale di dodici complessivi di un curriculum scolastico,
la serietà del docente e della Scuola tutta va completamente «in fumo».
Chi si fiderà più nella Scuola? Chi crederà nella correttezza professionale
degli insegnanti e soprattutto nella «valutazione in itinere» che viene
effettuata durante tutto l’anno scolastico e di fine anno?
Sono queste le cose che devono far pensare al docente in sede di «scrutinio
finale». Non è il fatto di essere “buoni d’animo” fino alla fine che porterà
allo studente l’ammirazione del «buon docente». Non è il fatto di trovarsi
nell’anno di prova che deve portare l’insegnante ad alzare la mano per la
promozione all’anno successivo, né tanto meno quello di trovarsi alla prima
esperienza di insegnamento e quindi concedere un bel sei politico a tutti.
Se l’alunno che ha frequentato il primo anno di scuola superiore,
insufficiente in 7-8 discipline si è visto promosso con qualche debito
formativo cosa farà a partire dal secondo anno?
Avrà ancora la voglia di studiare o ha capito il meccanismo che bisogna
essere sufficiente solo in 4-5 discipline per passare all’anno successivo?
E coloro i quali sono stati promossi con le «proprie forze» cosa penseranno
della «correttezza professionale» dell’insegnante e della Scuola?
Comunque sia, quello che conta per alcuni alunni è “ottenere la promozione
alla classe successiva”.
Con o senza debito.
Il resto non gli interessa. L’impegno, la partecipazione, il comportamento,
le attività extrascolastiche svolte nell’ambito scolastico sono un di più
per i giovani che studiano costantemente.
Per gli altri, solo e semplicemente “voci di un processo formativo” che non
gli appartengono.
Come sarà la Scuola fra dieci anni? Quella seria che si scrive con la “S”
maiuscola?
Ci rivolgeremo al ragioniere commercialista per fare un’attenta situazione
di partenza del quinquennio in termini di «crediti» e «debiti»? O i debiti
si recupereranno nel corso degli studi universitari?
Chi vivrà, vedrà!
Agostino Del Buono
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