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La “buona scuola” di Renzi diventa la “cattiva scuola” per il nuovo Governo. Occhi puntati sulle RSU della Scuola: elezioni del 17, 18 e 19 Aprile.

 

TRINITAPOLI ..:: 05.03.2018 - Ore: 21:00 - Le elezioni politiche italiane del 2018 per i due rami del Parlamento (Senato della Repubblica e Camera dei deputati) si sono tenute nella giornata di ieri. Dai primi risultati elettorali, non definitivi, balza, con un oltre il 30 per cento il Movimento 5 Stelle. Netta la sconfitta del PD, dunque. Nonostante le promesse elettorali del PD e cioè quella di portare l’aliquota Ires ed Iri dal 24% al 22%; quella di far scendere nell’arco dei prossimi 4 anni il costo dei contributi; quella relativa alla “pensione di garanzia” dell’assegno minimo per i giovani con almeno 20 anni di contributi; quella relativa all’assegno universale, cioè la detrazione Irpef per i figli a carico fino a 18 anni per un importo di 240 Euro; quella relativa al “bonus asilo” pari a 400 Euro al mese per ogni figlio fino ai 3 anni; quella dell’abolizione del canone Rai e così via dicendo, sembra che gli elettori abbiano voltato pagina.
Ed ancora, nonostante le immissioni in ruolo attraverso il piano delle assunzioni previsto dalla Legge 107 del 13 luglio 2015 - cosiddetta Buona Scuola - nell’ultimo triennio di oltre 100.000 docenti precari, che, secondo alcuni esponenti politici dovevano portare il doppio dei voti al PD perché “immessi nei ruoli dopo una vita da precario”, molti elettori hanno votato contro. La politica della “buona scuola” confezionata dall’esponente ex premier del PD, Matteo Renzi non è stata gradita dalla maggior parte degli “addetti ai lavori”. Moltissimi sono stati gli insegnanti catapultati dal Sud al Nord per colpa di un “algoritmo” alquanto errato. Molti docenti stanno ancora combattendo la loro battaglia legale attraverso la carta bollata. Chissà se la “Legge” è veramente giusta e ci sarà un risultato a breve termine o si dovrà attendere la pensione per vedere la parola “fine” a questo caso alquanto strano. Anche se non è stata presa nella dovuta considerazione da parte dei politici italiani perché è stata trattata solo di riflesso, nelle ultime battute della campagna elettorale da Matteo Salvini, esponente della Lega, molti uomini e donne, elettori ed elettrici che «coltivano la cultura per 365 giorni l’anno», si sono schierati contro. A questi docenti si sono associati gli insoddisfatti del “mondo scolastico” che hanno visto stipulare, dopo dieci anni, un contratto collettivo nazionale di lavoro del settore Scuola del tutto insoddisfacente sia per la parte economica, sia per l'impostazione generale. E' bene ricordare a tutti che i firmatari di tale accordo sono stati solo ed esclusivamente la FLC-CGIL, CISL e UIL. Le altre sigle sindacali della Scuola, GILDA, SNALS, COBAS, UNICOBAS, USB Scuola, UGL ed altre non hanno trovato nel Contratto proposto dal Governo Renzi e dall’ARAN alcun punto che potesse soddisfare le esigenze degli insegnanti e di tutto il personale della Scuola che lavorano nella Scuola pubblica italiana. Il "Contratto della Scuola" è fermo da 10 anni e nessun Sindacato confederale ha preteso chiarimenti in merito. Per questi insegnanti, la firma di questo contratto da parte della FLC-CGIL, CISL, UIL porta la Scuola italiana ancora sotto il minimo. Altro che promuovere lo sviluppo delle condizioni professionali, giuridiche ed economiche del settore - afferma un insegnante presente all'incontro all'assemblea sindacale dello SNALS di qualche settimana fa a Foggia. Si tratta di una vera e propria elemosina che non la si dà nemmeno all’ultimo arrivato via mare, da oltre Oceano. Non è stato nemmeno preso in considerazione dai Sindacati far convergere ed indirizzare i 200 milioni annui destinati al "bonus premiale per pochi" in un "aumento di stipendio più onorevole e decoroso per tutti i lavoratori della Scuola". Allo stato attuale, non è quantificabile avere un “report” di quanti di questi insegnanti hanno votato a favore del PD e di quanti hanno votato per gli altri partiti politici inseriti in queste enormi schede elettorali. Una cosa però è certa: il Movimento Cinque Stelle ha ricevuto un bel po’ di consensi: dal Nord al Sud Italia. Adesso, gli «addetti ai lavori» attendono le prossime votazioni: quelle del 17, 18 e 19 Aprile 2018, riferite alle RSU – Rappresentanze Sindacali Unitarie. Sarà anche questo un punto di partenza della “nuova Buona Scuola” voluta dal personale insegnante, dal personale ATA e dalle altre sigle sindacali che non hanno sottoscritto il contratto? La GILDA, lo SNALS, i COBAS, gli UNICOBAS, l’USB Scuola, l’UGL e le altre sigle sindacali ci contano!

Agostino Del Buono
agostino.delbuono@assodolab.it

 

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