DATA: domenica 24 novembre 2024
Su TastoEffeUno.it sono disponibili i quiz ministeriali, in formato interattivo, per una preparazione seria e mirata al superamento della prova preselettiva Concorso Docenti. Poiché il tempo a disposizione per la preparazione è limitato, i quesiti sono stati organizzati per ognuno dei 70 MODULI e per AREE: a differenza dell'allenatore del MIUR, è possibile quindi esercitarsi solo su alcune AREE escludendo quelle in cui si ha una adeguata preparazione. VAI AL SITO
Il corso si propone di «formare e aggiornare»: gli insegnanti della Scuola dell’Infanzia, della Scuola Primaria, della Scuola Secondaria di Primo grado, della Scuola Secondaria di II grado sulle «Competenze pedagogiche, didattiche e sulla valutazione dei discenti». Inoltre, il corso è esteso a chiunque desidera seguire un percorso sull’argomento e trova nel «programma del corso» un certo interesse. I due post da inserire in questo spazio web sono obbligatori per tutti i corsisti che frequentano uno dei tre corsi proposti dall’ASSODOLAB: Basic, Intermediate e Advanced. Gli interventi del FORUM possono riguardare uno dei punti trattati nel corso così come appresso specificato. Il concetto di competenza. Insegnare le competenze. Uno sguardo all’acquisizione delle competenze degli alunni. Conoscere il soggetto educativo: la persona che apprende. La flessibilità delle tecniche didattiche per valorizzare le differenze individuali. La teoria delle intelligenze multiple. Tipi di intelligenza e compiti correlati. Ipotesi per una lezione efficace. Gli stili cognitivi. La classificazione degli stili cognitivi. Benjamin Samuel Bloom: la tassonomia degli obiettivi educativi. Howard Gardner: le intelligenze multiple. Marriner David Merrill: i primi principi dell’istruzione. Malcolm Shepherd Knowles: pedagogia e andragogia. Donald Kirkpatrick: il modello della valutazione. Richard E. Mayer: i principi del Multimedia Learning. Alessandro Antonietti: si parte dai tre livelli di apprendimento. Robert Sternberg: intelligenza e sviluppo cognitivo. Piero Crispiani: i cinque criteri e i dodici stili. Cesare Cornoldi: I cinque stili cognitivi. Gli stili di apprendimento: un aiuto per gli studenti ed insegnanti. Lavorare in classe con gli studenti. Gli stili rappresentazionali di John Grinder e Richard Bandler. La Programmazione Neuro Linguistica. I presupposti della comunicazione. Al di là delle parole. Linguaggio verbale, linguaggio paraverbale, linguaggio non verbale. Il presupposto della percezione. I tre canali sensoriali: visivo, auditivo, cinestetico. La pratica neurolinguistica. I presupposti dell’autorealizzazione. Comunicare efficacemente con la PNL. Utilizzo delle sottomodalità: un po’ di pratica. Il sistema rappresentazionale dominante passa attraverso l’apprendimento. Apprendimento conscio/inconscio, stati. Il bisogno e la piramide di Maslow. La motivazione. Alcune tecniche per aumentare la motivazione e la forza di volontà. I tratti della personalità. I tratti della personalità e la teoria dei Big Five. Conoscere il soggetto educativo: il suo sviluppo psicofisico. Il metodo Feuerstein. Metodologie didattiche e tecniche di insegnamento. Le condizioni a livello metodologico. La fase di Input: l’attenzione. L’attenzione e la memoria. Il filtro affettivo. L’elaborazione. Metodi di studio: la classifica di quelli più efficaci. Mappe mentali, immagini e mappe concettuali. La didattica meta cognitiva. Apprendimento cooperativo, peer education, cooperative learning, coaching. Il piano di lavoro dell'unità di apprendimento. Prof. Agostino Del Buono
DATA: 23/05/2016 - Autore Prof. Agostino Del Buono - Post 84
COMMENTI - PAGINA 2
DATA 12/02/2019 17:37:57 - AUTORE MariaC129P
Mai come in questo momento, la valutazione è un argomento estremamente importante per noi docenti. Ogni insegnante per valutare usa metodi e tecniche più o meno consolidati e rigorosi, ma usa anche il buon senso e l'intuito, che gli deriva dall'esperienza. E’ un procedimento complesso che chiede il confronto di dati rilevati durante le verifiche oggettive con i traguardi prefissati in rapporto ai processi di apprendimento dell'alunno e alla personalizzazione delle competenze. La valutazione non è un’azione del momento, ma un'operazione che accompagna tutto il processo di apprendimento -insegnamento, perché deve essere un atteggiamento di ricerca: si valuta per modificare una determinata situazione, per aiutare ed accompagnare l’alunno nel processo di apprendimento. Ovviamente non può essere generalizzato ma deve ricordarsi della singolarità di ogni alunno. Il giudizio dell’insegnante sarà, quindi, corrispondente all’insieme dato dalle prestazioni di ciascun discente in base alle proprie capacità e alla considerazione del livello di partenza, dell’impegno e dell’interesse per le lezioni proposte.
DATA 12/02/2019 17:46:55 - AUTORE giulianaF158G
valutare non è certamente facile.Il concetto di valutazione nella scuola è cambiato nel corso della storia.Oggi all'insegnante viene richiesto un metodo di valutazione oggettiva, trasparente e tempestiva, tale da individuare punti di forza e di debolezza, per migliorare il rendimento scolastico di ciascun discente. Nella programmazione annuale iniziale, quindi, è importante inserire le modalità di valutazione indicando i metodi e i criteri scelti, al fine di verificare, in corso d'opera, una concreta corrispondenza tra quanto programmato e l'attività valutativa stessa. Quindi, valutare con criterio, senza improvvisazione ma, mediante un piano coerente che incida con l'intero lavoro dell'insegnante.
DATA 15/02/2019 18:10:57 - AUTORE Walterb354q
Ho ritenuto molto interessanti e spunto di ulteriori riflessioni i passaggi del corso relativi alla valutazione e alle tecniche per aumentare la motivazione. Fra tutte le competenze e attività che il docente deve essere in grado di mettere in campo durante la sua attività professionale, due in particolare ritengo siano la chiave di volta per una buona riuscita del proprio insegnamento: il saper scegliere degli obiettivi didattici realmente raggiungibili dai propri alunni e l’elaborazione di metodi valutativi che mirino non tanto all’accertamento di cosa i ragazzi sanno, ma piuttosto di cosa non sanno. Far comprendere ai propri alunni l’importanza della valutazione è fondamentale; essa deve essere intesa non come una sterile liturgia (fissare la prova, svolgere la prova, correzione e voto finale nella speranza sia una risicata sufficienza…) ma come momento di riflessione comune (docente e classe) sul perché alcuni argomenti non sono stati compresi e sul come agire per migliorare tale situazione. Come è stato detto durante le video-lezioni, una persona è spinta a bere in quanto ha sete, ovvero sono motivato a fare qualcosa quando sento il bisogno di soddisfare una esigenza o colmare un “vuoto”. Credo che il discutere assieme sulle motivazioni che hanno portato all’insuccesso e trovare le strategie per colmare questo “vuoto” sia il vero carburante che alimenta quelle motivazioni che spingono i ragazzi nel raggiungere gli obiettivi che, al termine del corso di studi, valutati nella loro globalità, li porteranno ad avere un quadro chiaro su quelle che saranno le proprie conoscenze e sul come utilizzarle in maniera funzionale per migliorare le proprie competenze.
DATA 17/02/2019 17:16:36 - AUTORE cettinac351a
Di fronte alla sfida delle competenze la nostra scuola parte svantaggiata poiche’ è ancora legata a un modello tradizionale concentrato sempre più sulla trasmissione di contenuti che sulla maturazione di competenze. Lavorare sulle competenze vuol dire infatti cambiare il paradigma teorico della scuola; passare da una concezione autoritaria del sapere cioè che discende in forma rigida da una generazione all’altra, ad una concezione più autonoma e costruttiva in cui emerge in modo significativo l’operare dell’alunno e il suo protagonismo. Sul piano pedagogico, oggi si gioca quindi una partita importante proprio sulle “ competenze “ come base per riformulare una teoria della scuola. Sul piano didattico come occasione per costruire “ strumenti nuovi di lavoro” La competenza intesa dunque come possesso sicuro di abilità non semplicemente ripetitive ma capaci di elaborare in modo personale e di saper avviare una autonoma ricostruzione del problema in qualsiasi contesto.
DATA 20/02/2019 15:44:05 - AUTORE Manu_B354T
La complessità del mondo e i variegati bisogni educativi degli alunni richiedono ai docenti l'elaborazione di nuove e diverse strategie d'intervento per poter personalizzare le proposte didattiche. Ogni alunno ha un differente stile di apprendimento e la sua diversità non deve essere considerato un punto di debolezza ma una risorsa.In ogni alunno devono valorizzare le potenzialità, diversificandone l'offerta formativa per garantire il pieno successo scolastico.
DATA 20/02/2019 15:45:37 - AUTORE Manu_B354T
La complessità del mondo e i variegati bisogni educativi degli alunni richiedono ai docenti l'elaborazione di nuove e diverse strategie d'intervento per poter personalizzare le proposte didattiche. Ogni alunno ha un differente stile di apprendimento e la sua diversità non deve essere considerato un punto di debolezza ma una risorsa.In ogni alunno devono valorizzare le potenzialità, diversificandone l'offerta formativa per garantire il pieno successo scolastico.
DATA 20/02/2019 15:47:24 - AUTORE Manu_B354T
La complessità del mondo e i variegati bisogni educativi degli alunni richiedono ai docenti l'elaborazione di nuove e diverse strategie d'intervento per poter personalizzare le proposte didattiche. Ogni alunno ha un differente stile di apprendimento e la sua diversità non deve essere considerato un punto di debolezza ma una risorsa.In ogni alunno devono valorizzare le potenzialità, diversificandone l'offerta formativa per garantire il pieno successo scolastico.
DATA 21/02/2019 19:30:07 - AUTORE Miriam_z131b
Con tutta la difficoltà di fare un programma del genere in 18 giorni, una cosa ha attirato la mia attenzione in maniera speciale: l’importanza della riflessività, della motivazione e della formazione continua nella pratica professionale dell’insegnante. L’evidenza ci dice che gli insegnanti che valutano il proprio impatto, l’efficacia del proprio insegnamento e riflettono sul come ottenere l’influsso migliore sugli alunni, sono quelli che ottengono i risultati più notevoli. La riflessività è l’importanza di mettersi in discussione, di cambiare e di avere atteggiamenti diversi rispetto alle diverse situazioni.
DATA 21/02/2019 20:45:55 - AUTORE Ilaria18
Progettare per competenze e lavorare per competenze non è semplice. Il docente è chiamato a ripensare modi, tempi e spazi della didattica e della valutazione, ma anche gli studenti devono mettersi in discussione come (purtroppo) non sono soliti fare. I limiti della didattica per competenze sono fondamentalmente tre: - spesso la si ricorda solo quando è necessario rendicontare sulle prove svolte o redigere la scheda per la certificazione al termine della Scuola Primaria e Secondaria; - la formazione dei docenti non è ancora adeguata, si ha paura di sperimentare nuove forme di insegnamento e di dover costruire un curricolo verticale con descrittori e obiettivi che possono apparire vincolanti; - le famiglie non sanno cosa si intenda per competenze, non conoscono le modalità di valutazione delle stesse e non accettano l'assenza di voti, sostituiti da lettere che sembrano classificare il proprio figlio. Una scuola che insegna a riutilizzare ciò che è stato insegnato, che si concentra sulla capacità di riflettere, collaborare e comunicare è però una scuola che, necessariamente, piace e interessa di più i ragazzi, è una scuola che può soddisfare le richieste e rispondere alle esigenze degli studenti del XXI secolo. La strada da percorrere è quella dell'informazione e dell'inserimento di prove di competenza nella routine scolastica, collaborando tra docenti e rendendo davvero gli studenti parte attiva del proprio percorso formativo.
DATA 22/02/2019 17:40:09 - AUTORE Walterb354q
Oramai ritengo sia diffusa la consapevolezza che la figura del docente si qualifichi non solo in relazione alle competenze disciplinari, ma anche e soprattutto in relazione alle competenze metodologiche, didattiche e psicopedagogiche. Insegnare non significa soltanto trasferire al discente, in maniera arida e asettica, del-le conoscenze, ma piuttosto saper attivare negli alunni processi di costruzione personale e di consapevo-lezza critica degli apprendimenti. Sino alla fine degli anni ’90 i docenti andavano ad occupare una cattedra provenendo direttamente dall’Università, retaggio questo della arcaica visione del professore inteso co-me uomo di cultura e grande intellettuale. Non si considerava però come fattore menomante la presso-ché totale mancanza di preparazione in merito al vero insegnamento; e nemmeno le varie sessioni di corsi abilitanti e di concorsi a cattedra erano in grado di colmare tale carenza formativa. Da quegli anni, con l’istituzione delle scuole di specializzazione prima e con gli svariati corsi professionalizzanti poi, si è final-mente iniziato a prendere coscienza del fatto che le sole conoscenze accademiche non bastavano più, e che erano necessarie tutta una serie di capacità e di competenze che la sola pratica sul campo non avreb-be certamente assicurato. Oggi, ad esempio, un buon insegnamento non può prescindere dal fondarsi sul riconoscimento e sulla va-lorizzazione delle diverse intelligenze e attitudini che ogni alunno possiede. Inoltre la scuola tutta, accanto ad una alfabetizzazione culturale, dovrebbe realizzare in maniera plastica e flessibile un’alfabetizzazione emotiva: in campo scolastico, infatti, il non saper controllare le proprie emozioni si potrebbe tradurre in scarsa motivazione allo studio e conseguentemente portare il ragazzo ad allontanarsi dalla scuola. E’ dun-que sempre più necessario, da parte del docente, un continuo approfondimento sulle conoscenze relati-ve ai processi di apprendimento, alle condizioni che lo favoriscono e a quelle che lo ostacolano, al contesto ambientale in cui si opera e al vissuto culturale e sociale degli studenti. Ritengo quindi che la costruzione di una dimensione affettiva ed emotiva tra insegnante e studenti contribuisca in maniera decisiva nel creare un terreno fertile su cui possa svilupparsi un apprendimento efficace ed efficiente.
DATA 22/02/2019 19:04:52 - AUTORE Miriam_z131b
Questo corso è a mio parere un tentativo riuscito, di rispondere alle domande:”Qual è il modo migliore per insegnare?”. Quali sono le migliori strategie didattiche da adottare?” Ho imparato che non si tratta di una scelta facile ma dipende da diverse variabili. La buona riuscita di un intervento didattico, misurata dal livello di apprendimento raggiunto dallo studente, dipende anche dalla capacità dell’insegnante di infondere nello studente il giusto grado di motivazione.
DATA 24/02/2019 11:42:11 - AUTORE Silviab354c
Il corso sulle competenze pedagogiche-didattiche e valutazione è stato utile in quanto l’insegnamento, nell’epoca attuale e prendendo in considerazione il contesto socio-lavorativo, non può manifestarsi come mera trasmissione del sapere. La didattica deve conciliare apprendimento di contenuti con trasmissione di competenze che permettano l’inserimento nella società con il proprio saper-essere e saper- fare. La società richiede ampia conoscenza e competenze che offra motivazione al sapere e ai contenuti disciplinari che l’ insegnante deve trasmettere agli alunni. Valorizzare gli alunni con strategie didattiche che permettano la riuscita dell’intervento didattico e prospettino l’azione dell’insegnamento verso l’ acquisizione di competenze utili al mondo del lavoro e alla gestione delle problematiche quotidiane.
DATA 24/02/2019 11:43:14 - AUTORE Silviab354c
Le lezioni svolte sulla competenze sono importanti a livello scolastico. Per la mia esperienza nella scuola superiore di secondo grado, le conoscenze acquisite a scuola devono diventare competenze. Alla competenza si deve riconoscere un ruolo fondamentale, in quanto l’ alunno impara a risolvere problematiche e trovare procedure. Unisce la conoscenza dimostrativa alla conoscenza delle procedure. La competenza serve per stimolare la gestione di questioni-problema e permettere agli alunni a impegnarsi in certe attività. Anche le indicazioni per il curricolo parlano di acquisizione di competenze, come traguardo di un dato livello di competenza al termine di ciascun ciclo di studi. La valutazione deve quindi, a mio parere, considerare e premiare le conoscenze che mirano alla contestualizzazione dei contenuti appresi.
DATA 24/02/2019 16:06:30 - AUTORE cettinac351a
La categoria delle competenze è il nucleo di un nuovo paradigma scolastico, questo costringe noi docenti da un lato a lavorare su prodotti e contesti sempre nuovi; dall’altro impone di collocare al centro del processo la persona , l’alunno , mettendo contestualmente il docente al servizio del suo apprendimento , quindi offrendo spunti e percorsi nuovi e interessanti per un concreto rinnovamento della scuola. E’ questa la vera sfida che ci pone la didattica delle competenze passando così a una valutazione delle competenze che pone sempre al centro lo studente proponendogli compiti e situazioni problematiche che abbiano un legame diretto con la vita reale e siano significative per lui, sollecitandolo a partecipare allo stesso processo di valutazione tenendo conto del suo punto di vista, del significato che attribuisce alle sue azioni e ai suoi prodotti e ottenendo così due risultati paralleli : allenare l’alunno all’autovalutazione e al processo della meta cognizione
DATA 26/02/2019 08:41:08 - AUTORE Ilaria18
Il compito dei docenti è quello di educare e di formare, spesso però, per poter affrontare tutti gli argomenti che ci siamo prefissati all'inizio dell'anno, ci dimentichiamo di qualche ragazzo, di quello che magari è più timido, annuisce quando gli chiediamo se tutto ciò che abbiamo spiegato gli sia chiaro e che nei test non brilla, ma comunque ottiene la sufficienza. Ogni tanto capita poi che ci dimentichiamo (quasi volutamente) di quel ragazzo che disturba continuamente la lezione, sembra non aver voglia di imparare e danneggia l'intero gruppo classe... perché sforzarci per lui che tanto ha espressamente dichiarato di non aver alcun interesse per la materia? Perché interrompere o rallentare la spiegazione solo per lui? Ogni nostro studente è speciale e unico e dobbiamo conoscere a fondo chi abbiamo di fronte, così da poterci modulare per lui, da toccare per ognuno quel tasto magico che risveglia l'interesse, stimola la ricerca e il pensiero. Quel tasto porta a dei risultati veri, che non sono il bel voto, ma la consapevolezza e la conoscenza. Ho trovato molto interessante la sezione dedicata alla motivazione, mix tra competenze e valori che si attivano quando ci si trova di fronte a un gap da affrontare e superare, uno squilibrio tra la situazione in cui ci si trova e una situazione meta. Mi ha ricordato come un gap eccessivo (troppo o troppo poco) rischi di annientare la motivazione. Tutto sta nelle mani del docente, il cui compito è quello di muoversi sulla sottile linea (diversa per ogni studente) che può portare a migliorare l'alunno o a demotivarlo profondamente.
DATA 26/02/2019 16:16:16 - AUTORE DanielaB354C
Il Corso competenze pedagogiche-didattiche e valutazione è stato interessante. Grazie DanielaB354C
DATA 26/02/2019 16:45:41 - AUTORE giulianaF158G
Il corso competenze pedagogiche-didattiche è stato molto interessante. La parte che più ha colpito il mio interesse è stata quella relativa alle intelligenze multiple di Gardner. Questa modalità di concepire l'intelligenza dell'individuo dà, a mio avviso, la possibilità a noi insegnanti di valutare gli alunni con più serenità, consapevoli che ogni soggetto è unico nella sua capacità di apprendimento e quindi nel suo modo di evolvere e imparare.
DATA 26/02/2019 21:04:56 - AUTORE Manu_B354T
La scuola che fa crescere sembra essere una scuola di beni immateriali, fatta di relazioni più che di contenuti. Sono i docenti e non le materie che fanno crescere e maturare gli alunni. Gli alunni sono pienamente consapevoli del valore della relazione, che considerano essenziale alla loro formazione, al percorso di apprendimento e al compimento del successo formativo.
DATA 01/03/2019 09:00:56 - AUTORE MariaC129P
Questo corso è stato molto interessante perché mi ha fatto riscoprire vecchie teorie pedagogiche in chiave moderna. Mai come in questi anni la teoria delle intelligenze multiple di Gardner risulta attuale ed interessante. Le ipotesi di lezioni proposte rappresentano uno spunto utile che lascia a noi docenti il compito di riflettere sulla complessità che ogni giorno dobbiamo affrontare in maniera diversificata.
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DATA 30/01/2019 15:20:05 - AUTORE Sabrina
Ho trovato particolarmente interessante la differenza tra pedagogia e andragogia, generalmente si affrontano i problemi legati all'apprendimento solo prendendo in considerazione il punto di vista della pedagogia. Quando si ha a che fare con ragazzi deve cambiare anche l'approccio dell'insegnante. La teoria di Knowles mi ha dato molti suggerimenti che meritano la mia attenzione e il mio approfondimento.