Ente accreditato e qualificato che offre formazione - D.M. 177/2000 e Direttiva n. 90 del 01/12/2003.

DATA: giovedì 21 novembre 2024

Preparati alla prova preselettiva Concorso Docenti su TastoEffeUno.it

Su TastoEffeUno.it sono disponibili i quiz ministeriali, in formato interattivo, per una preparazione seria e mirata al superamento della prova preselettiva Concorso Docenti. Poiché il tempo a disposizione per la preparazione è limitato, i quesiti sono stati organizzati per ognuno dei 70 MODULI e per AREE: a differenza dell'allenatore del MIUR, è possibile quindi esercitarsi solo su alcune AREE escludendo quelle in cui si ha una adeguata preparazione. VAI AL SITO

Competenze pedagogiche-didattiche e valutazione.

Il corso si propone di «formare e aggiornare»: gli insegnanti della Scuola dell’Infanzia, della Scuola Primaria, della Scuola Secondaria di Primo grado, della Scuola Secondaria di II grado sulle «Competenze pedagogiche, didattiche e sulla valutazione dei discenti». Inoltre, il corso è esteso a chiunque desidera seguire un percorso sull’argomento e trova nel «programma del corso» un certo interesse. I due post da inserire in questo spazio web sono obbligatori per tutti i corsisti che frequentano uno dei tre corsi proposti dall’ASSODOLAB: Basic, Intermediate e Advanced. Gli interventi del FORUM possono riguardare uno dei punti trattati nel corso così come appresso specificato. Il concetto di competenza. Insegnare le competenze. Uno sguardo all’acquisizione delle competenze degli alunni. Conoscere il soggetto educativo: la persona che apprende. La flessibilità delle tecniche didattiche per valorizzare le differenze individuali. La teoria delle intelligenze multiple. Tipi di intelligenza e compiti correlati. Ipotesi per una lezione efficace. Gli stili cognitivi. La classificazione degli stili cognitivi. Benjamin Samuel Bloom: la tassonomia degli obiettivi educativi. Howard Gardner: le intelligenze multiple. Marriner David Merrill: i primi principi dell’istruzione. Malcolm Shepherd Knowles: pedagogia e andragogia. Donald Kirkpatrick: il modello della valutazione. Richard E. Mayer: i principi del Multimedia Learning. Alessandro Antonietti: si parte dai tre livelli di apprendimento. Robert Sternberg: intelligenza e sviluppo cognitivo. Piero Crispiani: i cinque criteri e i dodici stili. Cesare Cornoldi: I cinque stili cognitivi. Gli stili di apprendimento: un aiuto per gli studenti ed insegnanti. Lavorare in classe con gli studenti. Gli stili rappresentazionali di John Grinder e Richard Bandler. La Programmazione Neuro Linguistica. I presupposti della comunicazione. Al di là delle parole. Linguaggio verbale, linguaggio paraverbale, linguaggio non verbale. Il presupposto della percezione. I tre canali sensoriali: visivo, auditivo, cinestetico. La pratica neurolinguistica. I presupposti dell’autorealizzazione. Comunicare efficacemente con la PNL. Utilizzo delle sottomodalità: un po’ di pratica. Il sistema rappresentazionale dominante passa attraverso l’apprendimento. Apprendimento conscio/inconscio, stati. Il bisogno e la piramide di Maslow. La motivazione. Alcune tecniche per aumentare la motivazione e la forza di volontà. I tratti della personalità. I tratti della personalità e la teoria dei Big Five. Conoscere il soggetto educativo: il suo sviluppo psicofisico. Il metodo Feuerstein. Metodologie didattiche e tecniche di insegnamento. Le condizioni a livello metodologico. La fase di Input: l’attenzione. L’attenzione e la memoria. Il filtro affettivo. L’elaborazione. Metodi di studio: la classifica di quelli più efficaci. Mappe mentali, immagini e mappe concettuali. La didattica meta cognitiva. Apprendimento cooperativo, peer education, cooperative learning, coaching. Il piano di lavoro dell'unità di apprendimento. Prof. Agostino Del Buono

DATA: 23/05/2016 - Autore Prof. Agostino Del Buono - Post 84

COMMENTI - PAGINA 4

DATA 26/03/2019 21:53:54 - AUTORE SalvatriceA028B

Alla fine di questo corso ho potuto notare una nuova consapevolezza per quel che concerne la valutazione, vista come un momento delicato del processo di apprendimento-insegnamento durante il quale si dovrebbe valutare non solo il raggiungimento, o meno, degli obiettivi e delle specifiche competenze prestabilite, i diversi lavori svolti nel corso delle attività, ma anche i processi messi in atto dai bambini per giungere a esso, la loro partecipazione, motivazione e collaborazione. Scopo principale, secondo me, di una valutazione è che diventi un’esperienza autentica di apprendimento in cui noi insegnanti non siamo chiamati solo a individuare gli errori ma anche offrire soluzioni concrete agli studenti.

DATA 27/03/2019 18:05:49 - AUTORE Soniaf979c

Il corso “COMPETENZE PEDAGOGICHE, DIDATTICHE E VALUTAZIONE” è stato abbastanza interessante. Gli aspetti teorici proposti hanno dato diversi spunti ad altrettanti approfondimenti che per noi insegnanti devono rappresentare un aspetto fondamentale nello sviluppo professionale. Ci sono grandi sviluppi nel campo dell’insegnamento che vengono orientati dai cambiamenti sociali e tecnologici e non prenderne atto significherebbe non garantire ai nostri alunni una preparazione adeguata e innovativa. L’immagine di un nuovo docente che sia “innovativo” si delinea con maggiore chiarezza e consapevolezza sposando la teoria già citata nel corso di Shepherd Knowles (Pedagodia e Andragogia) in cui il modello andragogico prende avvio dalla pedagogia per evolversi in un modello ricco di ipotesi alternative che osservano lo sviluppo dell’individuo nel contesto delle proprie esperienze. Il docente innovativo è colui che ha competenze per attivare strategie pedagogiche che promuovano la personalizzazione: partire dall’individuo, rispettarne e valorizzarne le singole caratteristiche è il primo passo. Oggi più che mai la società chiede un superamento della visione dell’insegnante “trasmettitore” di nozioni; è necessario che la didattica concili apprendimento di contenuti con trasmissione di competenze. Quelle stesse che permettono all’individuo di stare al passo con la società in continuo cambiamento e che sappia saper-essere e saper- fare.

DATA 27/03/2019 21:46:35 - AUTORE Codruta

A conclusione di questo interessantissimo corso che tratta di competenze e valutazione,mi sembra di poter affermare che i miei orizzonti si sono notevolmente ampliati e approfonditi.Effettivamente,mi sento di dover dire che vi è una profonda differenza tra valutare le conoscenze e valutare le competenze.L'impegno del docente deve essere rivolto alla ricerca di nuove strategie diversificate.Altro punto focale sono le intelligenze multiple che ci devono stimolare alla ricerca di nuovi metodi valutativi,differenziati per ciascun alunno.Le tecnologie intese come strumenti cognitivi di supporto dell'apprendimento sono i mezzi più consoni per aiutare lo studente per acquisire nuove competenze.

DATA 29/03/2019 16:25:30 - AUTORE Soniaf979c

Alla fine del corso non posso che esprimere un giudizio positivo per il contributo culturale dato. Diversi sono stati gli spunti dati ma più di tutti mi ha vista interessata l’intervento a proposito della pedagogia e dell’andragogia di Knowles. Di andragogia si parla all’interno di un complesso di questioni riguardanti l’educazione degli adulti. Si inizia a parlarne in un periodo di cambiamenti sul piano sociale, economico, storico e culturale; il concetto di formazione come fenomeno di massa non più circoscritto ad una ristretta élite che si evolve verso un concetto dell’apprendimento lifelong comprendendo necessariamente il mondo dell’adulto. Merito dell’andragogia è stato di riconoscere e considerare l’età adulta non come un punto d’arrivo, ma come un processo che si inscrive nel continuum della crescita del soggetto, dove è necessario tenere conto delle specificità che nell’apprendimento contraddistinguono il medesimo soggetto in rapporto ad analoghe esperienze che egli compie nelle diverse età della vita. Le età della vita di un soggetto sono diverse (bambino, adolescente, adulto ecc.), ma il processo che conduce alla “conquista” di se stessi è unitario e riguarda il soggetto nella sua interezza e inscindibilità. Su queste premesse, tutte le conquiste sul piano teorico dovrebbero lavorare al servizio di questo processo, dove l’apprendimento, termina con la fine della vita. Sposo questa teoria ed entro in classe come docente con una consapevolezza diversa.

DATA 29/03/2019 18:37:16 - AUTORE LuciaI294J

A proposito di Formazione in servizio per l’innovazione didattica e organizzativa. L’azione #25 della L.107/2015 è una delle azioni che hanno come focus la formazione del personale, non semplice e generica “formazione”, non un semplice corso di aggiornamento, ma “formazione continua”. Innovazione. Mai prima si era vista tutta questa propensione ad “innovare” la didattica, non solo dal punto di vista digitale ma innovare il metodo, come porsi davanti a si tante diverse intelligenze. Storicamente la formazione dell’insegnante nel nostro Paese è stata quasi esclusivamente di tipo scientifico e disciplinare. Non mi riferisco solo alla formazione universitaria e/o scolastica ma anche a quella in servizio o ancora prima. Per esempio nei corsi abilitanti, o alle nozioni da studiare per i concorsi. Per me, che ho una formazione tecnica, è molto importante non smettere mai di studiare, soprattutto didattica, pedagogia e similari. Non è facile … ma indispensabile. I giovani cambiano, anche noi, il divario generazionale aumenta e dobbiamo “correre” con loro. Si, ho detto correre, vorremmo una scuola che rallenti …ma non possiamo fermarci. Quindi INNOVIAMOCI-corriamo!

DATA 30/03/2019 11:34:04 - AUTORE Francesca2F979L

Il corso, ricco di contenuti formativi, ha risposto in modo adeguato alle mie aspettative iniziali e ai miei interessi professionali. Mi è piaciuto molto lo stile di conduzione, la padronanza dei contenuti e la chiarezza espositiva del docente. Inoltre mi preme ribadire che è stato semplice accedere alle pagine della formazione e formarsi comodamente dalla propria abitazione. È stata molto interessante la parte relativa al concetto di competenza che mi è servita per chiarire e approfondire le mie conoscenze. In particolar modo: i diversi aspetti delle competenze: interno ed esterno, sapere e saper fare, cognizione e matacognizione, cognitivi ed affettivi) che non si possono acquisire in maniera indipendente, ma in maniera progressiva e con l'esperienza; il rapporto tra competenze, obiettivi e metodologie. Compito di un buon insegnante è quello di far si che le competenze acquisite dall'alunno al termine di ciascun ordine scolastico diventino competenze spendibili in altri contesti significativi.

DATA 30/03/2019 12:08:16 - AUTORE Francesca2F979L

Una delle teorie che mi ha sempre affascinato è quella dello psicologo statunitense Howard Gardner sulle intelligenze multiple. La sua idea muove dal superamento di intelligenza misurabile solo con test psicometrici per arrivare ad un concetto più ampio che vede l’intelligenza come la capacità di trovare e risolvere i problemi e creare prodotti apprezzati nella propria cultura. Gardner teorizza l’esistenza di diverse tipologie di capacità intellettive relativamente autonome, chiamate intelligenze umane. Individua alcune principali forme di intelligenza: linguistica, musicale, logico-matematica, spaziale, corporeo-cinestesica, interpersonale e intrapersonale, naturalistica ed esistenziale. La teoria di Gardner ci deve far riflettere su quanto concerne i processi di insegnamento-apprendimento, pertanto noi docenti dobbiamo porre particolare attenzione alla promozione di differenti forme di comunicazione e strategie, tali da mobilitare le diverse intelligenze degli alunni, stimolando anche le intelligenze meno sviluppate. Come sostiene Gardner è necessario educare al comprendere, cioè promuovere una profonda acquisizione delle conoscenze che il soggetto possa padroneggiare in contesti diversi generando nuovi apprendimenti. Questo significa allestire ambienti scolastici ricchi e diversificati, dove gli alunni possano sperimentare tutte le proprie capacità, confrontandosi con la molteplicità dei saperi di una cultura.

DATA 30/03/2019 16:34:58 - AUTORE AnnaMariaC351K

L'attività di valutazione nella scuola dell'infanzia risponde ad una funzione di carattere formativo, che riconosce, accompagna, descrive e documenta i processi di crescita, evita di classificare e giudicare le prestazioni dei bambini, perché è orientato a esplorare e incoraggiare lo sviluppo di tutte le loro potenzialità. La valutazione è parte integrante della programmazione, non solo come riscontro degli apprendimenti, ma anche come verifica dell'intervento didattico al fine di operare con flessibilità sul progetto educativo. La valutazione è finalizzata a cogliere la continuità logica tra le finalità del progetto e gli obiettivi raggiunti, confrontando gli strumenti utilizzati e le risorse impiegate.

DATA 30/03/2019 16:35:39 - AUTORE AnnaMariaC351K

Noi insegnanti ci proponiamo di rendere la scuola dell’infanzia un luogo di esperienza significativa per i piccoli utenti, per promuovere la formazione di futuri cittadini, liberi, responsabili e partecipi alla vita della collettività, per proseguire ed esplorare il mondo con la stessa genuina fiducia e ad agire su di esso con la stessa carica di oggi. Ogni individuo deve essere messo nelle condizioni di poter sfruttare al meglio le proprie intelligenze che come afferma Howard Gardner oltre a quella logica e linguistica ve ne sono altre sei tipologie ( musicale, spaziale, cinestetica, corporea, naturalistica e due tipi di intelligenza: interpersonale e intrapersonale). Non esistono due persone con le stesse intelligenze, quindi è necessario individualizzare l’educazione il più possibile per sfruttare al meglio le potenzialità intellettive di ogni individuo.

DATA 30/03/2019 17:00:32 - AUTORE STEFANIA_G751L

Una precisazione che ho trovato molto interessante riguardo ai contenuti del corso è quella relativa all'acquisizione ed all'insegnamento delle competenze. Molto utile è stato il riconoscimento del ruolo dell'insegnante quale "regista" delle attività didattiche progettate che deve preoccuparsi di predisporre ambienti di apprendimento adeguati allo scopo tenendo conto dei diversi stili di apprendimento dei suoi discenti e degli studenti intesi quali soggetti attivi del loro sapere che non si limitano ad imparare a scuola (contesto formale) ma continuano a farlo nei contesti informali quali la famiglia, il gruppo dei pari ecc. . Da questa affermazione la necessità per l'insegnante di progettare le attività tenendo conto del contesto reale e di progettare per obiettivi ed abilità che portano in un secondo momento ed in modo graduale, all'acquisizione della competenza.

DATA 30/03/2019 19:36:47 - AUTORE LuciaI294J

Riflessione di fine corso. Giunti alla fine del corso mi soffermo sulla valutazione dell’efficacia formativa, che dovrebbe seguire costantemente il processo formativo. Valutare l’apprendimento significa infatti individuare i cambiamenti avvenuti nelle conoscenze, competenze e performance degli individui a fronte di un determinato intervento formativo, al fine di garantire la coerenza fra i piani formativi e le strategie atte al raggiungimento di determinati obiettivi. Il più conosciuto, apprezzato e utilizzato modello di valutazione è il modello gerarchico a quattro differenti livelli: Gradimento, Apprendimento, Trasferimento sul lavoro, Risultati di business, introdotto da Donald Kirkpatrick. Tale modello, indica per ciascuno di tali livelli procedure e misurazioni specifiche, atte ad essere applicate in qualsiasi contesto organizzativo. Ma per la scuola risulta essere di difficilissima attuazione perché la scuola produce “persone” non “oggetti e/o servizi da vendere”.

DATA 30/03/2019 19:51:18 - AUTORE SERENAE388Q

Il corso “COMPETENZE PEDAGOGICHE, DIDATTICHE E VALUTAZIONE” è stato piuttosto interessante, sia per le necessarie basi teoriche pedagogiche, per le diverse metodologie didattiche proposte (come l’apprendimento cooperativo, il peer education,il cooperative learning, il coaching, il brainstorming e la costruzione e condivisione di mappe concettuali, tramite software come Mindomo, XMind ecc.), per gli strumenti valutativi esplicati, sia per la crescita personale dell’insegnante stesso in quanto sono argomenti importanti da sperimentare in primis su se stessi, per poi così riuscire, tramite l’esempio stesso, a riproporli ai propri studenti. Le lezioni riguardanti la programmazione neurolinguistica, e quindi utilizzare le espressioni potenzianti piuttosto che le comunemente utilizzate, altamente depotenzianti, come anche la lezione sul linguaggio paraverbale e linguaggio non verbale, oltre a quello verbale, conoscere l’importanza della scala dei bisogni secondo la piramide di Maslow, le tecniche per aumentarla la motivazione e la forza di volontà sono sicuramente molto importanti per ben gestire una classe, con diversi bisogni, problematiche e identità.

DATA 30/03/2019 19:51:40 - AUTORE SERENAE388Q

Sicuramente l’apprendimento, affinché sia significativo, richiede l’utilizzo di nuove tecnologie dell’informazione e della comunicazione (TIC), un ambiente di apprendimento efficace ed inclusivo, il clima all’interno del contesto classe sia disteso, il momento di valutazione sia tanto importante quanto l’autovalutazione (come riportato dal modello gerarchico proposto da Donald Kilkpatrick secondo il quale la valutazione dell’efficacia del percorso formativo deve tener conto di quattro livelli valutativi: il gradimento (valutato proponendo un questionario con domande aperte e chiuse (feedback), l’apprendimento (al fine di misurare e rilevare l’efficacia didattica del percorso formativo si somministrano dei pre test e dei post test), il trasferimento sul lavoro (l’apprendimento dovrà quindi poter essere applicato nel lavoro quotidiano, attraverso un compito di realtà che permetterà ai docenti e agli stessi studenti di valutare le competenze acquisite al termine del percorso di apprendimento) e i risultati del business (apportati da una formazione efficace, come ad esempio la riduzione dei costi, il miglioramento dell’efficienza dei processi e del clima aziendale). Un apprendimento significativo, grazie all’utilizzo di diversi strumenti e metodologie didattiche adottate in classe, tenendo presente della teoria delle intelligenze multiple di Howard Garner e dei diversi stili cognitivi (Cesare Cornoldi), oltre che ai diversi canali di accesso (modalità di apprendimento) dei propri allievi, può condurre all’acquisizione delle competenze, piuttosto che soltanto delle conoscenze o abilità. In questo modo il docente non è più soltanto un trasmettitore di conoscenze e sapere, ma un mediatore per il raggiungimento delle competenze chiave per l’apprendimento permanente (come riportato nella Raccomandazione 2006/962/CE del Parlamento Europeo e del Consiglio, 18/12/2006, recentemente modificata, il 22/5/2018, dal Consiglio dell’Unione Europea 2018/C 189/01), che sono quelle di cui tutti hanno bisogno per la realizzazione e lo sviluppo personali, la cittadinanza attiva, l’inclusione sociale e l’occupazione. Tali competenze sono state introdotte nella nostra normativa tramite il dm 139/2007, in cui è centrale, per l’appunto, il concetto di competenza, in particolare le competenze chiave di cittadinanza che possono essere acquisite dai giovani tramite lo sviluppo delle 16 competenze di base riconducibili ai 4 diversi assi culturali.

DATA 31/03/2019 00:03:27 - AUTORE STEFANIA_G751L

Apprendimento ed insegnamento come due metà della stessa mela. Ciò che ho approfondito in questo corso è stato il legame imprenscindibile tra questi due processi, processi che nel loro esercizio devono tenere conto l'uno dell'altro: per quanto concerne l'insegnamento non si può infatti progettare un intervento didattico senza tener conto delle individualità degli studenti e della loro disponibilità e motivazione al compito, non si può utilizzare una data metodologia didattica o selezionare una particolare tecnica di insegnamento senza considerare il gruppo classe, così come non si può non tenere conto dello stile di apprendimento dei discenti che da docenti siamo chiamati a "scoprire" per poter progettare azioni didattiche sempre più efficaci. Un importante contributo su questo punto arriva dalla didattica metacognitiva, didattica che ha come focus non cosa ma in che modo l'alunno apprende, portando lo stesso all'individuazione appunto del proprio stile di apprendimento. L'insegnante a sua volta, oltre a diversificare le proposte educative, a proporre diverse modalità operative tra cui l'utilizzo delle nuove tecnologie, è chiamato a padroneggiare, prima di porsi da guida per i suoi studenti, il proprio personale stile di apprendimento.

DATA 31/03/2019 17:00:28 - AUTORE LEONARDO_LL86

Lavorando da tempo nella scuola, ho ritrovato utile il ripasso delle Intelligenze multiple di Gardner per capire, quando ho davanti gli studenti, come programmare il loro apprendimento. Lavorando in un professionale ho alunni molto eterogenei e ritrovo un’intelligenza diversa più marcata in ognuno di loro. La miglior strategia didattica che ho adottato sono gli Episodi di Apprendimento Simulato e, ovviamente, la didattica laboratoriale per lo studio dei vari prodotti usati nel laboratorio. Trovo che sia l'Ambiente migliore per le lezioni. Ormai abbiamo passato l'era in cui fare il professore voleva dire trasmettere il "sapere sapiente" ai propri studenti ma è piuttosto creare situazioni di apprendimento a seconda dei mezzi che la scuola ci offre.

DATA 31/03/2019 17:00:48 - AUTORE LEONARDO_LL86

Il peer tutoring è un tipo di didattica attiva che coinvolge gli allievi come tutor per favorire l’apprendimento. Le diverse tipologie di tutoring sono: tra allievi di pari età, tra allievi di età diverse, tutoring con allievi disabili (Cottini 2004). Ci sono benefici per gli studenti che prendono parte al peer tutoring perché c’è un approccio più individualizzato, si può dedicare maggior tempo alle difficoltà, si crea un miglioramento delle attività sociali in quanto si ha una relazione diretta con un compagno. Inoltre si ha un aumento dell’autostima e delle abilità cognitive. Nella mia esperienza didattica ho sperimentato più volte il peer tutoring tra pari in classe con risultati sempre soddisfacenti.

DATA 31/03/2019 19:51:25 - AUTORE Patrizia

Una delle strategie didattiche che più mi ha dato soddisfazioni applicare nell’insegnamento è la didattica laboratoriale. La didattica laboratoriale è una delle strategie didattiche che molto si addice agli alunni delle prime classi, ma anche delle altre, di Scuola primaria perché incoraggia atteggiamenti attivi negli alunni che accedono al sapere tramite compiti pratici e problemi da risolvere così facendo vengono attivate diverse abilità mentali , e stimolate e promosse la curiosità, l’interazione e le capacità critiche. È essenziale che lo spazio laboratoriale sia organizzato e attrezzato con cura e attenzione: il laboratorio deve contenere spazi e attrezzature che permettano lo svolgimento di specifiche attività e compiti che a partire dall’alternarsi di lavoro individuale e lavoro di gruppo favoriscano l’apprendimento per scoperta nell’ambito di compiti che abbiano come scopo finale la creazione di prodotti concreti altrimenti ne verrebbe inficiato il significato stesso di didattica laboratoriale. Il docente avrà cura di elaborare compiti che non siano uguali ai livelli di partenza degli studenti ma un po’ più complessi in modo che non venga a mancare la motivazione e la spinta che porta all’esplorazione e alla scoperta dei saperi. Inserire la didattica laboratoriale in un percorso didattico è secondo me un fattore essenziale in tutte nelle fasce di età se si vuole portare gli alunni al successo formativo in particolar modo gli alunni con qualche svantaggio qualunque ne sia l’origine.

DATA 31/03/2019 20:15:44 - AUTORE Patrizia

Una delle strategie didattiche che più mi ha dato soddisfazioni applicare nell’insegnamento è la didattica laboratoriale. La didattica laboratoriale è una delle strategie didattiche che molto si addice agli alunni delle prime classi, ma anche delle altre, di Scuola primaria perché incoraggia atteggiamenti attivi negli alunni che accedono al sapere tramite compiti pratici e problemi da risolvere così facendo vengono attivate diverse abilità mentali , e stimolate e promosse la curiosità, l’interazione e le capacità critiche. È essenziale che lo spazio laboratoriale sia organizzato e attrezzato con cura e attenzione: il laboratorio deve contenere spazi e attrezzature che permettano lo svolgimento di specifiche attività e compiti che a partire dall’alternarsi di lavoro individuale e lavoro di gruppo favoriscano l’apprendimento per scoperta nell’ambito di compiti che abbiano come scopo finale la creazione di prodotti concreti altrimenti ne verrebbe inficiato il significato stesso di didattica laboratoriale. Il docente avrà cura di elaborare compiti che non siano uguali ai livelli di partenza degli studenti ma un po’ più complessi in modo che non venga a mancare la motivazione e la spinta che porta all’esplorazione e alla scoperta dei saperi. Inserire la didattica laboratoriale in un percorso didattico è secondo me un fattore essenziale in tutte nelle fasce di età se si vuole portare gli alunni al successo formativo in particolar modo gli alunni con qualche svantaggio qualunque ne sia l’origine.

DATA 31/03/2019 20:17:22 - AUTORE Patrizia

DATA 31/03/2019 19:51:25 - AUTORE Patrizia E017G Una delle strategie didattiche che più mi ha dato soddisfazioni applicare nell’insegnamento è la didattica laboratoriale. La didattica laboratoriale è una delle strategie didattiche che molto si addice agli alunni delle prime classi, ma anche delle altre, di Scuola primaria perché incoraggia atteggiamenti attivi negli alunni che accedono al sapere tramite compiti pratici e problemi da risolvere così facendo vengono attivate diverse abilità mentali , e stimolate e promosse la curiosità, l’interazione e le capacità critiche. È essenziale che lo spazio laboratoriale sia organizzato e attrezzato con cura e attenzione: il laboratorio deve contenere spazi e attrezzature che permettano lo svolgimento di specifiche attività e compiti che a partire dall’alternarsi di lavoro individuale e lavoro di gruppo favoriscano l’apprendimento per scoperta nell’ambito di compiti che abbiano come scopo finale la creazione di prodotti concreti altrimenti ne verrebbe inficiato il significato stesso di didattica laboratoriale. Il docente avrà cura di elaborare compiti che non siano uguali ai livelli di partenza degli studenti ma un po’ più complessi in modo che non venga a mancare la motivazione e la spinta che porta all’esplorazione e alla scoperta dei saperi. Inserire la didattica laboratoriale in un percorso didattico è secondo me un fattore essenziale in tutte nelle fasce di età se si vuole portare gli alunni al successo formativo in particolar modo gli alunni con qualche svantaggio qualunque ne sia l’origine.

DATA 31/03/2019 20:18:34 - AUTORE Patrizia

DATA 31/03/2019 19:51:25 - AUTORE Patrizia E017G Una delle strategie didattiche che più mi ha dato soddisfazioni applicare nell’insegnamento è la didattica laboratoriale. La didattica laboratoriale è una delle strategie didattiche che molto si addice agli alunni delle prime classi, ma anche delle altre, di Scuola primaria perché incoraggia atteggiamenti attivi negli alunni che accedono al sapere tramite compiti pratici e problemi da risolvere così facendo vengono attivate diverse abilità mentali , e stimolate e promosse la curiosità, l’interazione e le capacità critiche. È essenziale che lo spazio laboratoriale sia organizzato e attrezzato con cura e attenzione: il laboratorio deve contenere spazi e attrezzature che permettano lo svolgimento di specifiche attività e compiti che a partire dall’alternarsi di lavoro individuale e lavoro di gruppo favoriscano l’apprendimento per scoperta nell’ambito di compiti che abbiano come scopo finale la creazione di prodotti concreti altrimenti ne verrebbe inficiato il significato stesso di didattica laboratoriale. Il docente avrà cura di elaborare compiti che non siano uguali ai livelli di partenza degli studenti ma un po’ più complessi in modo che non venga a mancare la motivazione e la spinta che porta all’esplorazione e alla scoperta dei saperi. Inserire la didattica laboratoriale in un percorso didattico è secondo me un fattore essenziale in tutte nelle fasce di età se si vuole portare gli alunni al successo formativo in particolar modo gli alunni con qualche svantaggio qualunque ne sia l’origine.

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