DATA: giovedì 21 novembre 2024
Su TastoEffeUno.it sono disponibili i quiz ministeriali, in formato interattivo, per una preparazione seria e mirata al superamento della prova preselettiva Concorso Docenti. Poiché il tempo a disposizione per la preparazione è limitato, i quesiti sono stati organizzati per ognuno dei 70 MODULI e per AREE: a differenza dell'allenatore del MIUR, è possibile quindi esercitarsi solo su alcune AREE escludendo quelle in cui si ha una adeguata preparazione. VAI AL SITO
Il corso si propone di «formare e aggiornare»: gli insegnanti della Scuola dell’Infanzia, della Scuola Primaria, della Scuola Secondaria di Primo grado, della Scuola Secondaria di II grado sulle «Competenze pedagogiche, didattiche e sulla valutazione dei discenti». Inoltre, il corso è esteso a chiunque desidera seguire un percorso sull’argomento e trova nel «programma del corso» un certo interesse. I due post da inserire in questo spazio web sono obbligatori per tutti i corsisti che frequentano uno dei tre corsi proposti dall’ASSODOLAB: Basic, Intermediate e Advanced. Gli interventi del FORUM possono riguardare uno dei punti trattati nel corso così come appresso specificato. Il concetto di competenza. Insegnare le competenze. Uno sguardo all’acquisizione delle competenze degli alunni. Conoscere il soggetto educativo: la persona che apprende. La flessibilità delle tecniche didattiche per valorizzare le differenze individuali. La teoria delle intelligenze multiple. Tipi di intelligenza e compiti correlati. Ipotesi per una lezione efficace. Gli stili cognitivi. La classificazione degli stili cognitivi. Benjamin Samuel Bloom: la tassonomia degli obiettivi educativi. Howard Gardner: le intelligenze multiple. Marriner David Merrill: i primi principi dell’istruzione. Malcolm Shepherd Knowles: pedagogia e andragogia. Donald Kirkpatrick: il modello della valutazione. Richard E. Mayer: i principi del Multimedia Learning. Alessandro Antonietti: si parte dai tre livelli di apprendimento. Robert Sternberg: intelligenza e sviluppo cognitivo. Piero Crispiani: i cinque criteri e i dodici stili. Cesare Cornoldi: I cinque stili cognitivi. Gli stili di apprendimento: un aiuto per gli studenti ed insegnanti. Lavorare in classe con gli studenti. Gli stili rappresentazionali di John Grinder e Richard Bandler. La Programmazione Neuro Linguistica. I presupposti della comunicazione. Al di là delle parole. Linguaggio verbale, linguaggio paraverbale, linguaggio non verbale. Il presupposto della percezione. I tre canali sensoriali: visivo, auditivo, cinestetico. La pratica neurolinguistica. I presupposti dell’autorealizzazione. Comunicare efficacemente con la PNL. Utilizzo delle sottomodalità: un po’ di pratica. Il sistema rappresentazionale dominante passa attraverso l’apprendimento. Apprendimento conscio/inconscio, stati. Il bisogno e la piramide di Maslow. La motivazione. Alcune tecniche per aumentare la motivazione e la forza di volontà. I tratti della personalità. I tratti della personalità e la teoria dei Big Five. Conoscere il soggetto educativo: il suo sviluppo psicofisico. Il metodo Feuerstein. Metodologie didattiche e tecniche di insegnamento. Le condizioni a livello metodologico. La fase di Input: l’attenzione. L’attenzione e la memoria. Il filtro affettivo. L’elaborazione. Metodi di studio: la classifica di quelli più efficaci. Mappe mentali, immagini e mappe concettuali. La didattica meta cognitiva. Apprendimento cooperativo, peer education, cooperative learning, coaching. Il piano di lavoro dell'unità di apprendimento. Prof. Agostino Del Buono
DATA: 23/05/2016 - Autore Prof. Agostino Del Buono - Post 84
COMMENTI - PAGINA 1
DATA 23/05/2016 18:50:03 - AUTORE christian_h501o
E' stato davvero un ottimo corso, ho imparato tante nozioni sulle competenze didattico-pedagogiche e sulla valutazione che hanno conferito una maggior consapevolezza nel campo dell'insegnamento. Ogni docente, secondo il mio parere, dovrebbe considerare l'aspetto valutativo e didattico come espressione delle attitudini degli alunni, delle loro capacità, nonché del loro bagaglio culturale.
DATA 16/08/2016 18:46:18 - AUTORE Angela_D612R
La tematica delle competenze pedagogiche didattiche è molto delicata. Lo dico da insegnate che ha terminato un percorso che è stato inverso rispetto all’andamento canonico: supplente con zero esperienza, alcuni anni di precariato, abilitazione, vincitrice di concorso. Dopo aver insegnato alcuni anni ho capito qual è il ruolo di un educatore e formatore solo dopo il percorso abilitante. Ho iniziato l’insegnamento pensando che il compito del docente fosse solo quello di trasmettere delle nozioni a chi ne sapeva meno. Sicuramente il mio approccio derivava da un’esperienza vissuta in cui i miei professori si limitavano a esporre argomenti e noi allievi eravamo gli elementi passivi da addestrare. Ho capito che insegnare non significa riempire un contenitore con delle informazioni e il percorso abilitante è stato, in questo senso, una rivelazione. Didattica significa lavorare con materiale umano pertanto la funzione del docente è soprattutto di motivare lo studente con percorsi alternativi alla mera esposizione orale. La psicopedagogia mi ha aiutato a comprendere come deve essere l’approccio umano con i discenti, soprattutto con quelli che presentano disagi. La mia didattica ha avuto una svolta e devo ringraziare i bravi docenti dell’Università di Pisa che hanno strutturato un percorso completo sulla didattica, la psicopedagogia e la disciplina.
DATA 20/08/2016 17:53:21 - AUTORE Angela_D612R
La valutazione è un argomento ostico a mio giudizio. Mi rendo conto che spesso non riesco a valutare in modo oggettivo cercando di rifarmi a un modello obiettivo uguale per tutti. Ma d’altra parte nella valutazione entrano in gioco situazioni soggettive. Aldilà di una semplice misurazione dell’apprendimento, importante è anche valutare il processo attraverso il quale si raggiungono determinati risultati. Mi è capitato di valutare una stessa prova in modo differente per allievi differenti, perché ho valutato e riconosciuto un percorso formativo differente. In questa situazione, la griglia di valutazione a volte è troppo rigida e troppo uniformante che non considera la varietà delle caratteristiche dei ragazzi. La sfida sarebbe stilare una griglia per ogni allievo, così come una didattica personalizzata, riuscire a personalizzare anche la valutazione. Per contro, si creerebbero situazioni in cui un allievo si potrebbe sentire discriminato rispetto a un altro. Gli allievi accettano una situazione simile di un proprio compagno, solo nel caso di una certificazione o simile. Inoltre il nostro dovere è preparare ad affrontare l’esame di maturità, la commissione non conosce gli allievi e ha bisogno di griglie con criteri uniformi per tutti gli allievi. A tale proposito, in questi ultimi due anni sono stata membro interno all’esame di maturità e ho costatato che le prove e la valutazione per BES e DSA sono le medesime degli altri. Sicuramente si tiene conto delle loro problematiche, ma la tendenza della commissione, salvo diverse indicazioni approvate dal consiglio di classe e dal documento di quinta, è un giudizio obiettivo senza particolari riguardi. Da qui un’analisi critica: ho dovuto ripensare al modo di valutare un BES e un DSA. Quest’anno senz’altro adotterò un criterio più uniforme che tenga conto delle difficoltà ma che preservi i ragazzi da brutte sorprese all’esame. Sarà una sfida!
DATA 23/01/2017 22:02:42 - AUTORE JacopoI073I
Nelle interazioni umane, la valutazione rappresenta un processo sempre presente, che coinvolge conoscenze, valori e credenze di coloro che elaborano giudizi e ne sono destinatari e che ha un carattere interattivo e dinamico. Si può dire che la valutazione sia un processo simmetrico, per cui ogni persona tende ad elaborare giudizi su un’altra persona mentre è al contempo da questa giudicata, e riflessivo, in quanto ognuno, anche in relazione ai giudizi ricevuti dagli altri, costruisce un giudizio su di sé. A supporto della valutazione che ha luogo nel contesto scolastico esiste oggi un documento fondamentale sempre a disposizione del docente, stiamo parlando del Decreto del Presidente della Repubblica 122 del 2009, anche noto come “Regolamento della Valutazione”. Si tratta di un regolamento in cui vengono definite i principali tipi di valutazione, ma allo stesso tempo costituisce una guida per il docente, di fatti, definisce la valutazione come “trasparente e tempestiva”, due aggettivi fondamentali e che aprono il sipario a due ulteriori sotto-concetti, da un lato la tempestività, dall’altro la trasparenza.
DATA 24/01/2017 10:51:26 - AUTORE JacopoI073I
La valutazione rappresenta una dimensione importante dell’insegnamento perché è una operazione che può agevolare o danneggiare la crescita della persona, determina la costruzione dell’identità nei bambini, negli adolescenti, nei giovani, può far riuscire o far fallire nella scuola e nella vita. Gestire bene la valutazione è senza dubbio fattore di qualità dell’insegnante e della sua stessa azione educativa e didattica. Valutare comprende una molteplicità di aspetti che a volte si pongono persino in alternativa: le funzioni della valutazione; l’oggetto della valutazione; le fasi della valutazione; gli strumenti della valutazione. Tutti questi aspetti, quando trovano una interrelazione tra loro e una coerenza, vengono a costituire “la cultura” della valutazione e determinano in altre parole il concetto di valutazione. La prima cosa da fare, dunque, a livello didattico è la ricerca del concetto di valutazione cui riferirsi nella propria azione di insegnamento: spesso gli insegnanti esprimono valutazioni diverse, se non opposte, su un alunno perché si riferiscono a un concetto diverso di valutazione e altrettanto spesso non gestiscono in modo adeguato i processi valutativi perché non posseggono una adeguata cultura della valutazione.
DATA 01/02/2017 15:11:02 - AUTORE Giuseppe
L’insegnante, dunque, non è un bricoleur, perché non si limita ad utilizzare repertori e tecniche senza capitalizzarle, ma riflette sulle pratiche con strumenti concettuali sempre più affinati. Quello del docente è un lavoro ad ampio spettro. Le sue dimensioni sono definite da saperi (le competenze culturali e didattiche), valori (le responsabilità educative), riflessività (la consapevolezza professionale).
DATA 01/02/2017 15:12:34 - AUTORE Giuseppe
Le competenze didattiche comportano la focalizzazione sulla organizzazione della classe, sull’uso del tempo, sulle forme di raggruppamento dei ragazzi, sulle dinamiche relazionali, sugli stili comunicativi. L’insegnante dovrà padroneggiare le tecniche della trasmissione culturale, della comunicazione, della relazione educativa (da come si gestiscono i materiali didattici a come si lavora sul testo del manuale, a come si migliora il clima nella classe).
DATA 13/06/2018 16:19:23 - AUTORE Enza-c421y
Valutare,secondo me,significa liberarsi da ogni condizionamento o pregiudizio per essere obiettivi nel verificare se il discente ha raggiunto le competenze.Gli obiettivi devono essere comuni per tutti i docenti che,in tal modo,valuteranno secondo parametri oggettivi e non soggettivi.Solo così,la valutazione,sarà uno strumento utile per far raggiungere a ciascun alunno il massimo della sue potenzialità.
DATA 11/01/2019 19:33:50 - AUTORE Nadiah703t
La valutazione, che è un momento di crescita e di maturazione per tutti gli attori coinvolti, alunni e docenti, deve tenere conto della situazione di partenza di ogni singolo alunno, del ritmo di apprendimento e dei progressi compiuti. Per promuovere una valutazione autentica di solito utilizzo , oltre alle griglie fornite dal Dipartimento e inserite nel P.T O.F del mio liceo , anche rubriche valutative, per la valutazione del prodotto digitale e del cooperative learning. Esse, come ogni strumento di valutazione, hanno il carattere della flessibilità dell’adattamento al contesto di apprendimento e sono da me condivise con gli alunni prima dell’inizio della verifica in modo che essi possano conoscere gli elementi sui quali saranno valutati.
DATA 11/01/2019 19:44:07 - AUTORE Nadiah703t
Fondamentale è nell’ambito della valutazione anche l’osservazione sistematica, che generalmente tiene conto dell'impegno, della partecipazione ad eventuali lavori di gruppo e a momenti di discussione in classe e della pertinenza degli interventi, sollecitati e non , dal docente. Generalmente poi alla fine di un lavoro un ulteriore passo importante è l’autovalutazione in quanto, così facendo, gli alunni possono maturare uno sguardo autocritico nei confronti dell’efficacia del proprio lavoro e valutarne di conseguenza la congruenza maggiore o minore, rispetto ai criteri di valutazione stabiliti dal docente come regolativi dell’intero lavoro . L’autovalutazione promuove lo sviluppo di consapevolezza, responsabilità, autonomia e dell’autoregolazione. Con l’autovalutazione i docenti educano gli alunni alla coscienza di sé come individui che apprendono, favorendo l’abilità di auto-valutarsi e quindi di individuare le proprie potenzialità ed i propri limiti, sollecitandoli alla motivazione intrinseca, all’impegno cognitivo e all’apprendimento.
DATA 14/01/2019 20:26:34 - AUTORE titti
La valutazione degli alunni e studenti in particolare con problematiche BES e DSA è da sempre un tema molto dibattuto: noi docenti e i dirigenti scolastici hanno bisogno di eliminare ogni dubbio interpretativo, per poter agire nel rispetto delle disposizioni di legge, soprattutto dopo l'entrata in vigore del D.Lgs. 62/17. Ci sono domande che è indispensabile porci: Come devono essere valutati gli studenti con BES alla luce della nuova normativa?Quali sono i nuovi obblighi previsti per gli organi collegiali? I nuovi PDP e i PTO in quale relazione sono in merito alla didattica e alle modalità di verifica degli apprendimenti?Che cosa cambia per la valutazione iniziale, sommativa e formativa?Come individuare strumenti compensativi? Quali misure dispensative adottare? Ma soprattutto Come monitorare efficacemente i percorsi di apprendimento per quanto attiene la strutturazione delle prove, delle INVALSI e per l’Esame di Stato? Credo sia indispensabile, indipendentemente dalla problematica della certificazione dell’alunno, attivare e elaborare strategie più adeguate per la valutazione dell’apprendimento e analizzare l’efficacia della didattica, al fine di conferire alla valutazione il ruolo costruttivo che deve avere per promuovere il successo scolastico di tutti. Mi trovo di fronte a sistemi e strategie valutative didattiche estremamente differenti dipendenti sì dalla disciplina curricolare ma anche e soprattutto da un modus operandi legato alla capacità/abilità di giudizio solo individuale ed avulso da confronto. E’ altresì indispensabile tener presente la necessità di coprodurre e condividere l’argomento valutativo fra docenti, fare di esso un momento di costruzione e ricostruzione in itinere e nel tempo, proporre, attraverso un cammino guidato dall’insegnante, agli alunni un percorso di autoconsapevolezza metacognitiva per apprendere abilità e potenzialità/risorse individuali nonché assumere, a livello cognitivo e conoscitivo, processi da rafforzare, strategie di azione situazioni da sviluppare. Infine ritengo fondamentale mettere in pratica le migliori strategie metodologiche e didattiche, per costruire di apprendimento individualizzati e personalizzati.
DATA 15/01/2019 08:23:07 - AUTORE FrancescaI470T
Conoscere il soggetto educativo: la persona che apprende. Per percorrere la via di una scuola davvero equa per tutti occorre, ormai è chiaro, abbandonare l’ideologia egualitaria preconcetta e preferire la creazione di un ambiente educativo che non sia più generalmente “di tutti”, ma “di ciascuno”. Le strategie pedagogiche della personalizzazione e dell’individualizzazione, le quali mirano a rispettare e a valorizzare le caratteristiche di ognuno, riconoscendo e dando visibilità a capacità e propensioni individuali, sono il primo passo che allontana dall’illusione del passato secondo cui la qualità dell’apprendimento derivava dall’omologazione a un certo standard. La personalizzazione dell’ambiente didattico, delle strategie didattiche e degli stili di apprendimento è per sua natura un’esperienza che non deve soddisfare le esigenze di un test prestabilito, ma che mira a stimolare un apprendimento motivato e raggiunto tramite conquista personale, dove il termine “conquista” è inteso come automobilitazione delle proprie risorse da parte del discente, al fine di favorire la formazione di un individuo autonomo e competente. La personalizzazione non deve cioè guardare solo all’efficacia teorica o tecnica dell’apprendimento, ma all’originalità e alla motivazione del soggetto in formazione. A mio parare, il rischio più grande in cui può incorrere un docente è trasformare i discenti in “problemi di apprendimento”, per usare una felice espressione di Benadusi (“La scuola in pratica”, 2017, p. 184), oppure trattare gli stessi come “casi” su cui intervenire per dare una forma prestabilita alla persona educata. Facilmente, l’ambiente e i compiti didattici tendono ad adottare nei confronti degli allievi delle categorie d’identificazione e delle teorie sull’apprendimento, che inevitabilmente ne definiscono, se non nella realtà globale almeno nella “teoria”, ruoli e identità. Anziché categorizzare i “problemi” che i vari alunni presentano (penso ad esempio al discente “di origine immigrata”, al “caso di DSA”, allo studente che rappresenta un “fallimento scolare”, ecc), occorre trasformare tali problematiche in occasioni per rivedere, approfondire e anche modificare liberamente le teorie sull’apprendimento che la riflessione di molti studiosi ci ha offerto e ci offre, favorendo così approcci pedagogici “in divenire”, perennemente suscettibili di modifiche, ripensamenti, approfondimenti in base alle reali esigenze che l’allievo, di giorno in giorno e con continue evoluzioni, mostra a noi discenti.
DATA 20/01/2019 09:37:07 - AUTORE Marisab745n
Fare in modo che gli allievi acquisiscano “competenza” è la sfida della scuola di oggi. Far sì che gli studenti imparino in modo significativo, autonomo e responsabile necessita di focalizzare l’attenzione sull'individuo/persona al fine di individuare e valorizzare al meglio le attitudini personali utilizzando un ambiente di apprendimento più idoneo al percorso in modo da motivare e valorizzare al meglio gli allievi. L’uso delle tecnologie (pc, internet) in ragazzi “nativi digitali” è di notevole aiuto, ma non è il solo strumento. Infatti instaurando un ambiente di lavoro sereno è possibile operare in modo che i ragazzi interagiscano in piccoli gruppi, siano di reciproco aiuto, in modo che ognuno di loro possa esprimersi nel modo più consono alla propria capacità e intelligenza. Sapienza del docente è comprendere ed utilizzare al meglio le attitudini individuali, proporre percorsi idonei all'apprendimento e indirizzare gli allievi nella comprensione e soluzione dei problemi, in maniera dinamica e costruttiva. La valutazione deve tener conto delle caratteristiche individuali dei discenti, del consolidamento e dell’equilibrio raggiunto nel percorso di apprendimento, della capacità di saper condividere e comunicare con gli altri i saperi.
DATA 20/01/2019 23:18:34 - AUTORE FrancescaI470T
Cooperative Learning Promuovere esperienze di Cooperative Learning rappresenta un ausilio importante per la finalità di promuovere apprendimento e prosocialità al tempo stesso, rendendo i discenti maggiormente disponibili all’aiuto, all’interazione e alla costruzione di conoscenza. Nell’applicazione di tale metodologia, infatti, tutti gli allievi sono facilitati da un contesto non artificiale ad avanzare per il raggiungimento di obiettivi comuni e ben elicitati; nel momento in cui essi collaborano, si crea un effetto sinergico che fa sì che vengano prodotti risultati superiori alle capacità dei singoli. Non è tuttavia sufficiente dividere “casualmente” la classe in piccoli gruppi per applicare efficacemente la metodologia; è necessario, in via preventiva, costruire un clima di classe non competitivo, oppure estremamente bilanciato in termini di equilibrio tra competizione e collaborazione. Ciò dimostra quanto sia fondamentale l’esistenza di prerequisiti tra i membri del gruppo in termini di competenze sociali. Si tratta di competenze non scontate, soprattutto in virtù del fatto che i discenti sono abituati a lavorare perlopiù in contesti assai competitivi e a guardare al risultato e al processo del proprio apprendimento in termini individualistici. Perciò la fase di lavoro precedente all’attuazione di strategie di Cooperative Learning deve essere dedicata a compiti che invitino allo sviluppo di abilità sociali quali l’acquisizione di fiducia nelle proprie possibilità, la capacità di comunicare efficacemente, l’abilità di leggere in modo chiaro e pertinente i propri bisogni e quelli altrui. Nel Cooperative Learning, laddove esso venga applicato in ambienti che soddisfano tali prerequisiti, si viene a determinare un’interdipendenza positiva tra i membri del gruppo: quando si ottiene un risultato, esso non è attribuito a un singolo allievo, ma al gruppo; allo stesso modo, ciascun membro è egualmente responsabile di un eventuale “fallimento”. Ciò favorisce l’assunzione di responsabilità da parte del singolo in modo consapevole e partecipato. Altro aspetto rilevante cui prestare grande attenzione è la valutazione critica, da parte del gruppo, del proprio operato e dei risultati ottenuti: i componenti del gruppo discutono sui progressi compiuti in riferimento agli obiettivi inizialmente prefissati e al tempo stesso si trovano ad analizzare anche la qualità dei rapporti relazionali instauratisi e/o modificatisi all’interno del gruppo stesso. La valutazione diventa così formativa e sollecita un’attività metacognitiva. Inoltre, il singolo discente ha l’occasione di riflettere sui propri processi di apprendimento valutandoli sia in quanto azione interna al gruppo, sia in quanto azione individuale. A tale tipo di autovalutazione si affianca il feedback dell’insegnante, che deve assicurare monitoraggio e supporto in itinere, supportando il funzionamento del gruppo e preservandone al tempo stesso l’autonomia.
DATA 23/01/2019 19:04:21 - AUTORE titti
L’intelligenza è definita la capacità di adattamento all’ambiente che ci circonda e alle circostanze che si presentano; comprendere il mondo in cui viviamo e risolvere i problemi ambientali, sociali e culturali che ci vengono posti in ogni momento della nostra esistenza, significa utilizzare l’intelligenza. Lo studioso Howard Gardner, introdusse al mondo scientifico ed accademico la teoria delle intelligenze multiple, secondo la quale non esiste una facoltà comune di intelligenza, bensì diverse forme di essa, ognuna indipendente dalle altre. Ho pensato, nell’attivazione del suo ragionamento, che sarebbe stato utile fare una rassegna delle tecniche e dei materiali che possono essere impiegati nell’insegnamento attraverso le intelligenze multiple per attivare delle strategie di aula. In questa situazione T. Armstrong, Multiple Intelligences In The Classroom docet e ci lascia pensare ad alcune tra le tante strategie: Intelligenza Linguistica: conferenze, dibattiti, discussioni in piccoli e grandi gruppi, libri, , brainstorming, attività di scrittura, giochi di parole, creazione di storie, racconti, discorsi pianificati, audiolibri, redazione di diario di bordo, lettura corale, lettura individualizzata, memorizzazione di fatti linguistici, registrazione delle proprie parole, uso dei programmi informatici di scrittura, pubblicazioni Intelligenza Logico-Matematica: problemi matematici, impostazione maieutica dei problemi, dimostrazioni scientifiche, esercizi di problem-solving logico, creazione di codici, puzzles logici e giochi, classificazioni e categorizzazioni, quantificazioni e calcoli, seriazioni ,linguaggio di programmazione di computer, pensiero scientifico, presentazione logico-sequenziali di argomenti, euristica. Intelligenza Musicale: concerti musicali, cantare, suonare, musica registrata, musica associata a stati d’animo, ritmi, canzoni, musiche rap, utilizzo musiche di sottofondo, collegare armonie a concetti, discografie, sentire l’immaginazione musicale interiore, programmi informatici di musica, memorizzazione dei brani musicali. Intelligenza Spaziale: diagrammi, grafici, tabelle e mappe, visualizzazione, fotografia, video, diapositive e film, puzzles visivi e labirintici, ricostruzioni in 3-D, attività artistiche, creazione di storie immaginarie, disegni di metafore, dipingere, fare collages, arti visive, abbozzare disegni di idee, simboli grafici, uso di mappe mentali, grafica computerizzata, attività di consapevolezza visiva, illusioni ottiche, esercitazioni di cromatismo, telescopi, microscopi e binocoli, programmi informatici di disegno e di progettazione assistita, esperienze di arte visiva. Intelligenza Corporeo-Cinestetica: movimento creativo, mimica, pensiero manuale e motorio, visite all’aria aperta, giochi competitivi e cooperativi, esercitazioni di consapevolezza fisica e di rilassamento, mappe corporee, uso di immaginazione cinestetica, laboratori artigianali cucinare, fare giardinaggio e attività apparentemente caotiche, attività manipolative, programmi informatici di realtà virtuale, concetti cinestetici, attività di educazione fisica, comunicazione non verbale, linguaggio del corpo, esperienze e materiali tattili, risposte corporee. Intelligenza Intrapersonale: studio autonomo, istruzione autodiretta, progetti e giochi individualizzati, spazi privati per lo studio, periodi di autoriflessione, centri di interesse, connessioni personali, istruzione programmata autodidatta, attività di autostima, diario di bordo, laboratori di individuazione degli obiettivi. Intelligenza Interpersonale: gruppi di cooperazione, interazione interpersonale, mediazione dei conflitti, insegnamento alla pari, giochi da tavolo, tutoraggio, peer education e cooperative learning, brainstorming di gruppo, condivisione alla pari, impegno di comunità, alternanza scuola-lavoro, simulazioni, circoli culturali, programmi informatici interattivi, feste, incontri sociali come contesto dell’apprendimento, attività di volontariato esterne all’ambito didattico.
DATA 27/01/2019 20:46:00 - AUTORE Marisab745n
La programmazione didattica che mira a sviluppare le competenze deve necessariamente presupporre un ambiente di apprendimento che consenta una metodologia innovativa che permetta il raggiungimento degli obiettivi prefissati nella unità didattica o unità multidisciplinare in modo da: permettere di fare ricerca, di individuare e risolvere problemi, di discutere, di lavorare per piccoli gruppi in modo responsabile (e autonomo). È necessario quindi: - valorizzare l’esperienza, assegnando un compito che sia significativo per l’allievo (perché faccio ciò?) - introducendo un apprendimento induttivo che passando dall’esperienza, alla generalizzazione sino al conseguimento di un modello teorico - valorizzare apprendimento tra pari – valutare con continuità l’avanzamento nel percorso con verifiche sia orali che scritte in un’ottica di apprendimento graduale – responsabilizzare gli alunni nel gestire i compiti in autonomia. Il ruolo del docente deve essere quello di tutor nel facilitare l’apprendimento, esso si avvale dell’esperienza personale, delle conoscenze nel campo dell’educazione e della didattica, dell’empatia, al fine di rendere l’ambiente scolastico sereno, condizione essenziale per un apprendimento significativo.
DATA 29/01/2019 14:05:51 - AUTORE Mario81
L’apprendimento permanente (Lifelong learning) rappresenta il punto da cui iniziare a ripensare il modello di studio partendo da quei cambiamenti che influenzano sia i sistemi sociali che quelli educativi e formativi. La formazione va oltre quello che il sistema scolastico impartisce, in quanto deve essere finalizzata al potenziamento delle capacità della persona in relazione al contesto e alle interazioni sociali. Questo processo di apprendimento, collegato ad una nuova visione di sviluppo umano, qualifica il significato pedagogico dell’educazione degli adulti.
DATA 29/01/2019 15:19:17 - AUTORE Mario81
I fattori trainanti principali dell’apprendimento permanente sono: la globalizzazione, la curva demografica, il nuovo mercato del lavoro. Queste fattori rappresentano delle serie criticità che rendono urgenti opportune strategie attraverso le quali l'educazione permanente, diventi un sistema concreto dal punto di vista istituzionale.
DATA 30/01/2019 15:14:29 - AUTORE Sabrina
Il corso competenze pedagogiche-didattiche e valutazione è stato davvero interessante, sia per una conoscenza individuale e in particolare come preparazione all’insegnamento. Dare una valutazione non è cosa semplice e il corso dà informazioni dettagliate.
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DATA 23/05/2016 18:43:38 - AUTORE christian_h501o
Credo che il corso sulle competenze pedagogiche-didattiche e valutazione sia stato davvero utile, per una maggior preparazione all’insegnamento e per una salda conoscenza nel campo didattico. Saper valutare, non è cosa semplice, in quanto occorre un’opportuna preparazione in merito e ciò porta a migliorare le mie conoscenze.