DATA: mercoledì 4 dicembre 2024
Su TastoEffeUno.it sono disponibili i quiz ministeriali, in formato interattivo, per una preparazione seria e mirata al superamento della prova preselettiva Concorso Docenti. Poiché il tempo a disposizione per la preparazione è limitato, i quesiti sono stati organizzati per ognuno dei 70 MODULI e per AREE: a differenza dell'allenatore del MIUR, è possibile quindi esercitarsi solo su alcune AREE escludendo quelle in cui si ha una adeguata preparazione. VAI AL SITO
Mi ricordo all’età di quinta elementare, quando alcuni amici di classe aspettavano all’uscita di scuola altri compagni per dargliene di santa ragione perché durante le varie ore di lezione non gli avevano prestato il libro, la penna, la matita, l’album e così via dicendo. Quindi non c’è da meravigliarsi se oggi viene evidenziato da più parti un comportamento del genere. Con l’avvento della tecnologia informatica, a disposizione degli adolescenti, oltre alle mani, spesso viene utilizzato il cellulare, il personal computer, i social ecc… per denigrare l’amico di classe o altri coetanei della stessa età. Questa nuova forma di Bullismo è chiamata Cyberbullismo. Le vittime che si attestano intorno al dieci per cento, sono ragazze e ragazzi di una fascia di età compresa tra i dieci ed i quattordici anni; poi la percentuale scende. L’obiettivo dei bulli è quello di dare fastidio, a tutti i costi, fuori dall’ambiente scolastico i loro coetanei più deboli. Alcune volte, l’atto si concretizza dentro le scuole, molte volte, fuori dall’ambiente scolastico. Sta all’educatore, all’insegnante, in qualità di figura di riferimento, dare consigli utili a chi subisce queste violenze ed anche a chi provoca tale comportamento diseducativo per tutti gli altri della stessa classe. Occorre dare consigli appropriati, suggerimenti positivi in entrambi i casi affinché si possa vivere in una società migliore. Se da una parte sono gli insegnanti ad educare, dall’altra abbiamo i genitori, il mondo associativo che gli adolescenti frequentano. Anche loro devono fare la loro parte. Non si può e non si deve delegare tutto alla Scuola. Nel caso in cui gli autori di misfatti attraverso il web: post, video ecc… è bene sporgere denuncia alla Polizia Postale in modo che possano individuare gli autori della pubblicazione e procedere di conseguenza. Il corso è stato preparato non solo per gli insegnanti che stanno a contatto con gli alunni per cinque o sei ore al giorno ma potrebbe essere di aiuto ai genitori, ad operatori e a quanti hanno a che fare con gli adolescenti. L’iscritto che partecipa a questo percorso formativo e di aggiornamento “on-line” o “in presenza” è tenuto a formulare due considerazioni personali (POST) ed a inserirli in questo FORUM ASSODOLAB dopo essersi opportunamente registrato.
DATA: 11/06/2018 - Autore Prof. Agostino Del Buono - Post 296
COMMENTI - PAGINA 14
DATA 23/03/2019 15:21:22 - AUTORE MariaGraziaS
La mia esperienza all'interno della sezione, negli anni di servizio da educatrice\insegnante con bambini dai 3 ai 5 anni, mi ha portato a verificare nel corso degli interventi formativi mirati alla crescita dei bambini che il disagio emotivo è una delle prime cause che compromette il normale ritmo di apprendimento portando il bambino verso atteggiamenti aggressivi le cui cause vanno ricercate nelle sue esperienze sociali e familiari. Questo richiede uno sforzo sul cambiamento di famiglia che basata su valori che rafforzino tale condizione, necessitano anche di interventi mirati e funzionali che mirino al contenimento di questi fattori con atti a ricostruire la sua identità personale. Scuola e famiglia in sinergia, in collaborazione possono contenere tali atteggiamenti e comportamenti fin da piccoli. Grazie per questa opportunità di crescita e di formazione con questo corso sul Bullismo e Cyberbullismo.
DATA 24/03/2019 10:05:22 - AUTORE PatriziaC621V
Il prof. Ugo Avalle nei sui interessanti e chiari interventi sottolinea in vari passaggi come la scuola sia chiamata a svolgere azioni vicarianti e correttive di carenze ed errori pedagogico – educativi (e affettivi) famigliari e di come la stessa costituisca un osservatorio privilegiato del comportamento quotidiano del bambino in situazioni non sempre facili dal punto di vista emotivo, cognitivo e sociale. Rileva inoltre come l’insegnante, grazie alla sua esperienza e al fatto che trascorre molto tempo con il bambino, possa riconoscere elementi di problematicità che potranno costituire il punto di partenza per un approfondimento diagnostico e l’implementazione di adeguate procedure di aiuto. Nel 2007 gli studiosi Smith, Howard & Thompson affermavano che gli interventi in ambito scolastico erano diventati lo strumento più utilizzato ed efficace per ridurre il bullismo a scuola. Sono convinta che il ruolo svolto dalla scuola per arginare e risolvere questo problema sia determinante. Sono persuasa che non possono bastare le strategie “punitive” per il bullo né l’applicazione del concetto di giustizia riparativa (volta a far riconoscere al prevaricatore i suoi comportamenti negativi e a fargli compiere un lavoro di riparazione) né i gruppi di supporto (metodo Pikas), con lo scopo di incoraggiare il bullo a cambiare atteggiamento senza attribuirgli colpe e responsabilità dirette. A mio avviso è possibile ottenere risultati più concreti utilizzando in modo sinergico metodologie diverse attraverso interventi sui programmi di studio (sensibilizzazione e sviluppo dell’empatia tramite la letteratura, la drammatizzazione, l’arte, i giochi di ruolo), migliorando le strutture nelle aree per la ricreazione e la supervisione di queste aree, attraverso la formazione all’assertività per aiutare le vittime potenziali e tramite programmi di sostegno tra coetanei per incoraggiare gli alunni a partecipare e a lavorare con i bulli .
DATA 24/03/2019 12:16:20 - AUTORE Maddalena_d862ym
Sono d’accordo con il prof. Del Buono nel ritenere il cyberbullismo una pericolosa escalation del fenomeno del bullismo che è comunque sempre esistito, in forme più o meno blande. Ma mentre le aggressioni fisiche sono plateali e possono essere facilmente individuate, l’uso dei social ha reso il fenomeno più subdolo e nello stesso tempo lo ha amplificato. Spesso la scuola, suo malgrado, è terreno fertile per questi comportamenti aberranti che, in molte occasioni, hanno portato a gesti estremi come il suicidio della vittima. E proprio la scuola è teatro di un costante e perseverante impegno educativo, mettendo in atto diverse azioni di sensibilizzazione nei confronti di alunni e genitori, eventi, riunioni a scuola con esperti del settore. Da docente ritengo tuttavia che tale impegno non sia sufficiente; il primo vero baluardo per contrastare questo fenomeno deve essere la famiglia, la quale per prima dovrebbe inibire, comportamenti che possano sfociare in atti di bullismo, attraverso esempi educativi efficaci. Nella mia esperienza ho invece riscontrato che le iniziative di sensibilizzazione della scuola risultano inefficaci proprio nei confronti del le famiglie con ragazzi problematici, quasi che i genitori non vogliano riconoscere il problema del loro figlio, adottando comportamenti di chiusura e di astio nei confronti dei docenti.
DATA 24/03/2019 14:05:02 - AUTORE GraziaD971S
Buongiorno a tutti. Innanzitutto, mi preme dire che partecipare al forum ha rappresentato per me un momento di confronto, di riflessione e di crescita professionale. Più volte, gli interventi dei colleghi, hanno restituito un’immagine del nostro ruolo che, non solo condivido, ma sperimento quotidianamente nella pratica didattica. Come sottolineato dal prof. Avalle, occorre avere come bussola del nostro agire la cifra fondamentale e distintiva della nostra professione, che è quella di riuscire a fondare ogni tipo di intervento sulla “pedagogia relazionale”, vero cardine intorno al quale ruota la riuscita di ogni azione formativa, sia cognitiva che educativa. La Scuola è chiamata ad assolvere, come più volte l’esperto del corso ha sottolineato, una funzione preventiva, sia “primaria”, che “secondaria”, ponendosi, dunque, come anello centrale tra la famiglia e l’alunno, al fine di rinforzare le azioni positive messe in atto dalla prima e/o di “riparare” ad eventuali errori nei quali, sempre più spesso, le famiglie di oggi incorrono, essendo sempre più frequentemente incapaci di assumere e perseguire comportamenti coerenti, di essere modello al quale il preadolescente e l’adolescente possano ispirarsi nel momento in cui, ampliandosi le reti relazionali, si ha maggiormente bisogno di un punto di riferimento sicuro e soddisfacente. L’obiettivo che la Scuola persegue è alto e meritorio, ma bisogna, tuttavia, dire che spesso gli insegnanti, ai quali si chiedono competenze diversificate e sempre più complesse, sono lasciati da soli nel difficile compito di costruire modelli valoriali e comportamentali alternativi a quelli oggi imperanti. Attraverso la Scuola passa il recupero della tutela dell’ambiente; la mediazione del rapporto tra l’uomo e gli altri esseri viventi, (che, nell’era dell’”antropocene”- termine coniato negli anni Ottanta dal biologo Eugene F. Stoermer - è diventato strumentale e distruttivo); il tema del rispetto delle tradizioni passate nel senso non solo di una ripresa in chiave folkloristica, ma della valorizzazione concreta del loro significato; la costruzione del rapporto affettivo che, transitando dalla dimensione familiare, deve rivolgersi ai componenti di una comunità più ampia, quale quella scolastica o quella venutasi a determinare nei vari momenti dell’extra-scuola o delle associazioni in genere… Compiti significativi, ma difficili se non si registra un mutamento concreto dei modelli socio-economici: la protesta di Greta Thunberg non è solo una presa di posizione nei confronti delle scelte fatte nell’ambito delle politiche sull’ambiente, ma è una critica serrata ai sistemi produttivi e ai valori/disvalori che ne discendono. Il prof. Avalle, infatti, pone l’accento proprio sulla stretta relazione che intercorre tra gli atteggiamenti devianti e il loro insorgere come risposta al senso di inadeguatezza che coglie i nostri figli, quando da bambini si trovano ad essere costretti, prematuramente e senza mezzi adeguati, a sentirsi e a comportarsi da adulti, venendo, per tale via, catapultati in una società competitiva, esibizionista, dove conta ciò che si è in grado di dimostrare e non quello che si sente intimamente.
DATA 24/03/2019 17:40:39 - AUTORE RosariaF206P
Salve ,sono una insegnante di scuola primaria, sono consapevole dell'importanza che la scuola ricopre nell'istruzione e nella educazione dei bambini. La scuola infatti, oltre che istruire deve anche educare. Oggi per raggiungere questo obiettivo, gli insegnanti, devono creare nella classe un clima favorevole e positivo abbattendo le diversita' culturali, sociali ed economiche facendoli diventare punti di forza. L' utilizzo della cosiddetta didattica inclusiva, cioe' una didattica che tenga conto delle reali esigenze dell'alunno che lo mette al centro del processo evolutivo nel suo complesso,puo' essere uno strumento molto utile. Io ho sperimentato, con i bambini con cui ho lavorato, che ognuno di loro porta a scuola un bagaglio di emozioni , esperienze diverse che dipendono dall'ambiente familiare di appartenenza e sopratutto dal rapporto con la madre. Spetta a noi insegnanti saper “leggere” i comportamenti vivaci o aggressivi per adottare una didattica adeguata.
DATA 25/03/2019 16:21:28 - AUTORE simonetta
Mi sono spesso soffermata a riflettere sui comportamenti dei miei alunni e sono arrivata alla conclusione che dietro ogni atteggiamento spavaldo o aggressivo c’è sempre un vuoto che proviene dall’ambiente familiare. Oggi è lo stesso concetto di famiglia che sta perdendo valore e i ragazzi si trovano inseriti in un contesto in cui devono imparare presto a cavarsela da soli. E’ questa solitudine educativa che li spinge ad assumere questi comportamenti negativi. Gli atti di bullismo non riguardano purtroppo solo i pari ma , spesso, sono rivolti anche verso noi docenti , “colpevoli” di voler frenare atteggiamenti volti ad imporsi sugli altri a qualsiasi costo. La scuola, sempre più, deve farsi carico di compiti un tempo esclusivi della famiglia, ma purtroppo spesso si ritrova in conflitto con questa, sempre pronta a schierarsi a favore del proprio figlio. Credo che il bullismo si possa combattere solo abbattendo il muro di gomma contro cui oggi ci troviamo a sbattere. Ogni azione, infatti, deve essere svolta in sinergia completa : da un lato noi docenti , ma dall’altro l’ambiente d’origine dei nostri ragazzi , in un clima di grande collaborazione volta alla piena e positiva maturazione della loro personalità.
DATA 25/03/2019 17:23:28 - AUTORE fra2019
L’era di internet e degli smartphone, dei social network e dei forum digitali, ha dato ulteriori armi in mano ai bulli, pronti a intuire le risorse della rete, come un luogo dove compiere atti violenti. Per gli adolescenti delle società tecnologicamente avanzate, Internet rappresenta infatti un contesto di esperienze e socializzazione irrinunciabile. A mio parere, l’uso degli smartphone inizia troppo presto, già nella scuola primaria la maggior parte dei bambini ne possiede uno o utilizza quello dei genitori per accedere a contenuti multimediali. Spesso i genitori ignorano o sottovalutano i lati oscuri che le nuove tecnologie nascondono, come ad esempio l’uso distorto e improprio che ne viene fatto per colpire intenzionalmente persone indifese e arrecare danno alla loro reputazione, facilitato dall’anonimato e dalla potenziale diffusione planetaria delle offese. Il “bullismo elettronico” o “cyberbullismo” è un atto aggressivo, intenzionale, condotto da un individuo o un gruppo di individui usando varie forme di contatto elettronico, ripetuto nel tempo contro una vittima. Il bullo agisce pubblicando fotografie, video o informazioni private della vittima, divulgando maldicenze attraverso messaggi di testo con il cellulare o con la posta elettronica, oppure mettendo in atto minacce ripetute tramite il cellulare o gli strumenti elettronici.
DATA 25/03/2019 17:43:35 - AUTORE Erika6C415Y
Nel primo intervento ho riflettuto sull’importanza di arginare l’insorgere di certe situazioni in classe; adesso vorrei spostare l’attenzione sulla responsabilità della scuola sulla sicurezza del bambino, non soltanto in classe, ma anche negli altri luoghi della struttura scolastica ,interni ed esterni se collegati ad essa. A volte i comportamenti di bullismo iniziano proprio al di fuori della lezione, negli intervalli , nei bagni o nel tragitto da casa a scuola o viceversa, dove manca la supervisione degli adulti. Nella mia carriera scolastica ho vissuto una esperienza negativa per quanto riguarda un bambino straniero, deriso ed offeso proprio sullo scuolabus, dove la mancanza di un immediato intervento ha reso la vittima più debole agli occhi dei compagni emarginandolo di conseguenza anche in classe. Un modo indiretto per evitare alcuni episodi di bullismo potrebbe essere cercare di eliminare i punti più nascosti dell’ambiente scuola e rendere gli studenti più responsabili, educarli al supporto tra pari sia attraverso il tutoring sia con attività di role -play , strategie efficaci sostenute in collaborazione tra tutte le insegnanti.
DATA 25/03/2019 19:22:25 - AUTORE Maddalena_d862ym
Chiunque si sia trovato a insegnare, ha ben chiaro come prese in giro, prepotenze, esclusioni e offese facciano parte della convivenza scolastica. Gli insegnanti devono sempre tener presente il loro ruolo di educatori, vigilando sulla naturale ricomposizione delle relazioni tra ragazzi, intervenendo laddove si comprenda che il gioco dell’autoaffermazione reciproca presenta dei picchi di vera e propria prevaricazione. In assenza di una precisa conoscenza del fenomeno del bullismo, gli episodi di prevaricazione possono sembrare occasionali, anche se ripetuti, e non fanno intuire tutta la sofferenza della vittima. Ritengo quindi fondamentale che i docenti abbiano la giusta formazione per riconoscere le situazioni di bullismo, cioè di una relazione stabile di vittimizzazione di uno stesso individuo da parte di uno o più compagni, per poi lavorare educativamente verso i responsabili degli atti e per la stabile emancipazione della vittima.
DATA 26/03/2019 14:31:47 - AUTORE DEBORA7C415M
Nel mio secondo intervento vorrei focalizzare l’attenzione sul bambino ritenuto “il bullo” della situazione; il bambino che agisce prepotentemente verso i compagni, che esclude dal gioco i più deboli, che in modo velato, minaccia gli altri… Durante gli anni del mio lavoro, nella scuola Primaria, spesso ho incontrato questa categoria di alunni o alunne e ho sempre cercato di capire e arginare il problema, proprio per evitare che sfociasse in situazioni molto più gravi. Alla luce di ciò che ho avuto modo di leggere e grazie alle lezioni on-line alle quali ho assistito, ho avuto conferma che è fondamentale aiutare la vittima che subisce la prepotenza ma è altrettanto importante aiutare la vittima che agisce ai danni dell’altro. L’alunno prepotente, minaccioso, è un alunno che prova un forte disagio e che non riesce a provare nessuna forma di empatia verso il compagno debole. Ritengo che l’insegnante debba intervenire con una didattica laboratoriale, gruppi di lavoro in cui ciascun alunno possa operare secondo i propri ritmi, momenti di confronto tra gli alunni nel cercare e trovare soluzioni condivise. In tal modo anche l’alunno meno sicuro delle proprie capacità potrà vedere apprezzato il proprio operato e l’alunno prepotente potrà sentirsi parte di momenti positivi e ricevere rispetto e considerazione senza minacce e soprusi.
DATA 26/03/2019 20:48:15 - AUTORE Anna
Bullo, vittima, spettatori, famiglia, scuola, società...chi sono i responsabili delle importanti sofferenze provocate da atti di bullismo e cyberbullismo? Sicuramente il bambino o ragazzino che compie atti di bullismo lo fa a causa di un serio malessere. A lui va insegnato il senso di responsabilità, deve essere consapevole che, dell'azione compiuta ai danni del coetaneo, è lui il responsabile, perché è lui che ha attuato quel comportamento. E' necessario però andare più in profondità, ricercando la causa scatenante di quel comportamento. Anche il bullo è vittima di modelli educativi sbagliati, di non essere stato ascoltato, aiutato e compreso. Insegnanti, operatori sociali, psicologi e famiglie devono cooperare per offrire ai ragazzi modelli educativi tesi al rispetto dell'altro diverso da sé, al dialogo, alla sana convivenza e all'ascolto.
DATA 28/03/2019 11:43:45 - AUTORE EMANUELA DI MAMBRO
Salve a tutti! Sto seguendo il corso Basic su "Bullismo e Cyberbullismo": trovo molto interessanti sia i video proposti che gli interventi postati nel forum e, documentandomi anche da altre fonti, trovo che il dato più allarmante sia la diffusione delle molestie online, che sono cresciute esponenzialmente negli ultimi anni. Credo che le vittime del cyberbullismo siano sottoposte ad uno stress psicologico enorme, generando ansie che possono sfociare in difficoltà più gravi. Spero che si riesca presto ad intervenire in maniera più incisiva su un problema che sta assumendo proporzioni sempre maggiori.
DATA 28/03/2019 17:55:37 - AUTORE TeresaL431T
In questo mio secondo intervento, vorrei parlare del cyberbullismo, che seppure finora non presente nella piccola realtà scolastica in cui opero, i rischi ci sono: tutti i bambini hanno un telefonino e quindi tutti sono esposti. Occorre che noi insegnanti vigiliamo e cogliamo i minimi segni di disagio da parte dei nostri alunni: ansia, nervosismo, collera, disattenzione e scarso impegno potrebbero essere indicativi al riguardo. Dobbiamo stare molto attenti, in quanto le conseguenze del cyberbullismo sulle vittime sono peggiori rispetto a quelle del bullismo; gli atti di violenza ripetitivi nel tempo,, tramite messaggi, foto, filmati, logorano i destinatari, portandoli spesso ad atti estremi. Deve essere un nostro obiettivo, lavorare, informarci e aggiornarci per limitate il più possibile i rischi di questa piaga sociale.
DATA 28/03/2019 18:39:13 - AUTORE MariaGraziaS
prova
DATA 28/03/2019 21:13:12 - AUTORE MariaG377H
Sono un'insegnante di scuola dell'Infanzia in servizio da più di trent'anni. Durante questa mia lunga carriera ho potuto constatare tutti i cambiamenti che ha subito la società, la famiglia e di conseguenza il comportamento dei bambini. Anche all'infanzia si possono già rilevare i primi segni di bullismo infantile. Bambini più vivaci, iperattivi ed aggressivi che si scagliano contro i più timidi, deboli e indifesi. Molte volte dietro questi atteggiamenti si celano problemi di famiglia (conflittualità familiare, rapporto genitore-figlio troppo autoritario, incoerenza educativa, bambini abbandonati dai genitori) o addirittura genitori che da piccoli hanno vissuto queste esperienze e rimandano tutto sui propri figli con atteggiamenti educativi negativi. A tale proposito, voglio raccontare un'esperienza degli ultimi anni. E' il caso di una bambina che dal primo giorno di frequenza scolastica ha dimostrato un comportamento aggressivo ed irrequieto, mettendo spesso a repentaglio l'incolumità dei compagni. Fortunatamente, con l'aiuto di figure professionali e con la collaborazione della famiglia, si è riusciti a risolvere il problema e la bambina ha ritrovato la sua serenità.
DATA 29/03/2019 09:49:47 - AUTORE MariaGraziaS
Per ciò che concerne le mie riflessioni conclusive sul corso formazione"BULLISMO E CYBERBULLISMO" posso affermare che, grazie alle video lezioni del tutor, ho potuto raccogliere le informazioni documentarie, informative /formative e comprendere le tecniche di studio, di osservazione, di analisi e di intervento su un fenomeno "complesso" perchè diverse sono le manifestazioni sulle nuove generazioni, nelle diverse fasce d'età. Ho potuto , appurare, sulla base della mia esperienza, quale formatrice educativa, che quanto riportato trova riscontro, sia sui singoli alunni, che sul gruppo, dove spesso prevalgono le motivazioni personali a scapito di quelle valoriali ed educative. La prevaricazione e l'imposizione di un modello "FUORI" così come è stato detto nelle video lezioni è trainante, e un singolo caso può trascinare nel baratro e nel vuoto, tutti gli altri, vittime di azioni e atteggiamenti che compromettono, crescita e sviluppo emotivo/formativo ed esistenziale, dentro la scuola, ma anche fuori. GRAZIE per questa opportunità formativa/informativa e di crescita professionale che mi ha dato modo di muovermi in modo meno nebuloso nel "macrocosmo" del fenomeno, spesso incomprensibile ai tanti, che giustificano con "normali azioni sociali" e con "stanno solo scherzando". Maria Grazia S
DATA 29/03/2019 12:01:11 - AUTORE EMANUELA DI MAMBRO
Salve a tutti! Concordo con il post del prof. Del Buono e generalmente con gli interventi pubblicati; ritengo che, per prevenire bullismo e cyber bullismo, occorra esaminare con estrema sensibilità anche il comportamento e le relazioni interpersonali dei bulli. È necessario che il processo di osservazione inizi in famiglia, perché quello che a casa può sembrare una molestia innocente può degenerare fuori in un atteggiamento intimidatorio. Fin da piccoli infatti i bambini possono percepire che, intimorendo gli altri, esercitano un controllo su soggetti ritenuti più “deboli”. Un altro aspetto da considerare è che i bambini con scarsa autostima si sentono emotivamente insicuri; ciò può sfociare in un atteggiamento accusatorio verso gli altri, ritenuti la causa dei propri difetti. Per questo lo stile educativo che i genitori potrebbero adottare dovrebbe tendere a focalizzare l’attenzione sui comportamenti inaccettabili dei bambini e non sulle persone: la famiglia in primis dovrebbe essere il “porto sicuro” in cui i bambini si sentono accettati e in cui sono liberi di esprimere il proprio modo di essere liberamente, imparando ciò che è bene e ciò che è male senza sentirsi colpevolizzati o inadeguati. In casa dunque bisognerebbe mantenere un’atmosfera positiva e incoraggiare i bambini “bulli” ad assumere comportamenti diversi. Si potrebbe ad esempio enfatizzare che l’intimidazione è un problema serio, insegnare ai propri figli a trattare le persone diverse con rispetto e gentilezza, dare dei limiti ed essere coerenti, osservare i piccoli interagire con gli altri e lodare i comportamenti appropriati, fissare obiettivi a breve termine, senza aspettarsi un cambiamento immediato. Sono convinta che, attraverso l’intervento delle famiglie dei “bulli” si possano ottenere importanti risultati, generando un reale effetto positivo sul problema bullismo.
DATA 30/03/2019 10:22:11 - AUTORE RosariaF206P
A conclusione di questo corso vorrei ringraziare l 'Associazione Assodolab e il professore Ugo Avalle per l' opportunità datami di avere informazioni chiare, precise ed esaustive sul Bullismo e Cyberbullismo. Oggi è necessario che l' insegnante abbia svariate competenze nei vari settori che riguardano l' educazione dei bambini. Quindi è quanto mai indispensabile l' aggiornamento e la formazione in itinere delle persone che si occupano dei bambini/ ragazzi. Con questo corso ritengo di aver acquisito ulteriori informazioni per meglio individuare e cercare di risolvere le difficoltà comportamentali che i bambini presentano a scuola, utilizzando le strategie metodologiche valide con l' aiuto fondamentale della famiglia e se necessario delle agenzie presenti sul territorio.
DATA 30/03/2019 10:51:14 - AUTORE MariaG377H
A conclusione del corso, dopo aver visionato attentamente le varie lezioni presentate dal professore Ugo Avalle, ho potuto constatare che, oggi, il fenomeno del bullismo e del cyberbullismo è un problema molto frequente. Il corso mi ha portato a conoscenza di strumenti per affrontare questa tematica; mi ha fornito anche, quegli spunti da adottare per aiutare una vittima o un bullo stesso, cercando sopratutto, di svolgere attività di prevenzione. Tutto questo si può realizzare attraverso una stretta collaborazione tra scuola e famiglia, nonché con tutti gli altri enti educativi presenti sul territorio, mettendo in atto insieme, positive strategie di aiuto a tutti i soggetti coinvolti in questa nuova piaga della società. Anche se, io che insegno nella scuola dell'infanzia, non vivo questo problema come i colleghi degli altri ordini di scuola; tuttavia, posso già cogliere i primi segnali che, se non corretti, possono trasformare un bambino problematico in un futuro bullo. Poiché la scuola dell'infanzia forma i pilastri del cittadino di domani, è compito di noi insegnanti la prevenzione di tante “malattie” della società futura.
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DATA 23/03/2019 05:01:38 - AUTORE DanieleI172O
Gli atteggiamenti arroganti e aggressivi da parte di bambini e ragazzi sono frutto di situazioni simili che si riscontrano nelle famiglie e nella società. I moderni mezzi si comunicazione visivi ed audiovisivi hanno avuto sicuramente un ruolo fondamentale nell’amplificazione del fenomeno. E’ convinzione comune che le Istituzioni scolastiche, civili e religiose hanno invece un ruolo rilevante per far si che il fenomeno del bullismo e/o del cyberbullismo venga quantomeno controllato in modo da ridurlo ai minimi termini. Ma cosa può fare realmente il docente affinchè gli atteggiamenti aggressivi di alcuni allievi non sfocino in atti persecutori nei confronti degli alunni più vulnerabili? I mezzi che abbiamo oggi a disposizione sono diversi e vanno tutti messi in atto, anche se è mia convinzione che l’aspetto fondamentale da tenere sempre sotto controllo e curare in modo particolare è il proprio atteggiamento: bisogna tener presente che la maestra, il professore, sono i modelli che il bambino ha come riferimenti assoluti, dopo la famiglia naturalmente. L’atteggiamento del docente non deve mai dimostrare aggressività, qualunque sia la situazione che si verifica: le buone maniere sono il primo step di un percorso finalizzato al controllo del fenomeno. E’ compito quindi dei genitori in primis e degli educatori in generale poi, far comprendere ai discenti che, a differenza dei metodi autoritari e prepotenti, le buone maniere sono le fondamenta del vivere civile.