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DATA: mercoledì 4 dicembre 2024

Preparati alla prova preselettiva Concorso Docenti su TastoEffeUno.it

Su TastoEffeUno.it sono disponibili i quiz ministeriali, in formato interattivo, per una preparazione seria e mirata al superamento della prova preselettiva Concorso Docenti. Poiché il tempo a disposizione per la preparazione è limitato, i quesiti sono stati organizzati per ognuno dei 70 MODULI e per AREE: a differenza dell'allenatore del MIUR, è possibile quindi esercitarsi solo su alcune AREE escludendo quelle in cui si ha una adeguata preparazione. VAI AL SITO

Bullismo e Cyberbullismo: due facce della stessa medaglia.

Mi ricordo all’età di quinta elementare, quando alcuni amici di classe aspettavano all’uscita di scuola altri compagni per dargliene di santa ragione perché durante le varie ore di lezione non gli avevano prestato il libro, la penna, la matita, l’album e così via dicendo. Quindi non c’è da meravigliarsi se oggi viene evidenziato da più parti un comportamento del genere. Con l’avvento della tecnologia informatica, a disposizione degli adolescenti, oltre alle mani, spesso viene utilizzato il cellulare, il personal computer, i social ecc… per denigrare l’amico di classe o altri coetanei della stessa età. Questa nuova forma di Bullismo è chiamata Cyberbullismo. Le vittime che si attestano intorno al dieci per cento, sono ragazze e ragazzi di una fascia di età compresa tra i dieci ed i quattordici anni; poi la percentuale scende. L’obiettivo dei bulli è quello di dare fastidio, a tutti i costi, fuori dall’ambiente scolastico i loro coetanei più deboli. Alcune volte, l’atto si concretizza dentro le scuole, molte volte, fuori dall’ambiente scolastico. Sta all’educatore, all’insegnante, in qualità di figura di riferimento, dare consigli utili a chi subisce queste violenze ed anche a chi provoca tale comportamento diseducativo per tutti gli altri della stessa classe. Occorre dare consigli appropriati, suggerimenti positivi in entrambi i casi affinché si possa vivere in una società migliore. Se da una parte sono gli insegnanti ad educare, dall’altra abbiamo i genitori, il mondo associativo che gli adolescenti frequentano. Anche loro devono fare la loro parte. Non si può e non si deve delegare tutto alla Scuola. Nel caso in cui gli autori di misfatti attraverso il web: post, video ecc… è bene sporgere denuncia alla Polizia Postale in modo che possano individuare gli autori della pubblicazione e procedere di conseguenza. Il corso è stato preparato non solo per gli insegnanti che stanno a contatto con gli alunni per cinque o sei ore al giorno ma potrebbe essere di aiuto ai genitori, ad operatori e a quanti hanno a che fare con gli adolescenti. L’iscritto che partecipa a questo percorso formativo e di aggiornamento “on-line” o “in presenza” è tenuto a formulare due considerazioni personali (POST) ed a inserirli in questo FORUM ASSODOLAB dopo essersi opportunamente registrato.

DATA: 11/06/2018 - Autore Prof. Agostino Del Buono - Post 296

COMMENTI - PAGINA 7

DATA 29/06/2018 16:25:06 - AUTORE Monica

La scuola deve favorire il dialogo evitare di assumere un atteggiamento colpevolizzante e punitivo, ma al contrario potenziare il dialogo e la comunicazione, promuovendo la cultura dell’ascolto. Inoltre accanto alle varie discipline dovrebbe dedicare alcune ore alla didattica delle emozioni, cioè dare spazi a giochi e attività che educhino gli alunni ad ascoltare le proprie emozioni e le emozioni degli altri, a mettersi nei panni dei compagni, a lavorare anche su quel che sentono dentro di se per essere capaci di comprendere quel che prova l’altro e poter così riflettere su ciò che certi comportamenti posso suscitare nell’altro. Sono diverse le attività da poter proporre io ho trovato molto interessante l’appello delle emozioni in cui il bambino anziché rispondere con “presente” risponde con il numero associato precedentemente ad un emozione; dopo un tempo stabilito si analizzano i risultati dell’ appello e si riflette sulle risposte dei bambini, sul perché ogni bambino ha risposto in un determinato modo. Dunque la scuola deve aiutare il bambino a non sentirsi solo, mettendo in atto strategie per offrire agli alunni la possibilità di esternare il proprio mondo interiore, liberarsi da sentimenti come rabbia, paura e aggressività e scoprire negli altri emozioni condivise.

DATA 29/06/2018 18:09:59 - AUTORE MargheritaF205C

Un secondo aspetto che mi sembra sia importante considerare è quello dei risvolti legali degli atti di bullismo. L’esperienza di quest’ultimo anno presso un istituto professionale mi ha permesso di notare come spesso è difficile non solo la gestione relazionale dei ragazzi, ma anche quella delle sanzioni. In diverse occasioni ho assistito alla fredda applicazione del regolamento di istituto in maniera estremamente rigida, altrettanti sono stati i casi di gestione informale dei casi senza interventi disciplinari. Nel primo caso ci si è avvicinati alla criminalizzazione di atti non realmente gravi in sé che hanno portato alla sospensione che, a sua volta, ha contribuito a una criminalizzazione di un atto non grave e dello studente. Questa sanzione ha avuto una forte ripercussione emotiva sull’alunna che l’ha subita, la ragazza ha infatti avuto un momento di profonda sfiducia nell’istituzione scolastica. Viceversa con una gestione più informale sono mancati presupposti persino per una valutazione della condotta coerente con il comportamento dello studente in sede di scrutinio, mancando note disciplinari sul registro che ne documentassero l’atteggiamento. Ancora più difficile è la gestione di atti che sconfinano nel reato e il coinvolgimento delle famiglie, in quest’ottica, ringrazio il collega FRANCESCOA509N per il suo intervento in merito.

DATA 29/06/2018 18:56:51 - AUTORE ROSSELLA

Sono d'accordo con MONICA,l'attenzione alle emozioni dei bambini è fondamentale per attivare dei rapporti sociali corretti con loro e fra di loro.Le ore passate a scuola sono tante e si dovrebbe porre più considerazione alla loro sfera emozionale.Oltre a fare in modo che non si sentano soli bisognerebbe fare in modo che si sentano bene, ben voluti dai compagni e apprezzati dalle insegnanti.La mancata gratificazione ,soprattutto nei soggetti con problematiche di comportamento, porta alla frustrazione e la frustrazione alla rabbia.

DATA 29/06/2018 19:35:48 - AUTORE ROSSELLA

Sono d'accordo con MONICA, l'attenzione alle emozioni dei bambini è fondamentale per attivare dei rapporti sociali corretti con loro e fra di loro. Le ore passate a scuola sono tante e si dovrebbe porre più considerazione alla loro sfera emozionale. Tenere conto dei loro stati d’animo ma anche dare sfogo e ascoltare le loro emozioni. Creare situazioni in cui non abbiano timore di esprimere se sono: tesi, arrabbiati o gioiosi ;se provano tristezza o paura. Educarli a non trattenersi e ad esprimere ciò che sentono in un determinato contesto. Oltre a fare in modo che non si sentano soli bisognerebbe anche fare in modo che si sentano bene, ben voluti dai compagni e apprezzati dalle insegnanti .La mancata gratificazione ,soprattutto nei soggetti con problematiche di comportamento, porta alla frustrazione e la frustrazione alla rabbia. Ogni alunno ha un suo talento oppure qualche abilità in cui si dimostra competente E’ fondamentale fare capire loro che il contributo di ognuno è importante, che possono insegnare qualcosa ai compagni e a loro volta imparare qualcosa dal gruppo dei pari.

DATA 30/06/2018 11:31:03 - AUTORE Tasha85

Ho terminato con interesse il corso e rivolgo i miei complimenti all'ottimo lavoro svolto da Assodolab. Ribadisco la necessità urgente di educare i bambini fin dalla scuola elementare all'utilizzo corretto dei social, così come viene gia fatto sui temi che riguardano l'utilizzo degli stupefacenti e dell'alcool in età adolescenziale. È opportuno rendere partecipi le famiglie e portarli a conoscenza dell'uso improprio che i propri figli fanno dei social (vedi l'uso sconsiderato di app come snapchat, istagram, thiscrush ecc), informandoli della possibilità di installare sugli smartphone dei propri figli applicazioni che gli diano modo di tenere sotto controllo i propri figli.

DATA 30/06/2018 16:41:04 - AUTORE emanuelab354e

Purtroppo, non sempre i ragazzi hanno chiari gli effetti delle azioni che compiono con superficialità e leggerezza anche attraverso i dispositivi elettronici in loro possesso e finiscono invischiati nelle trappole della rete. Dobbiamo cercare di dare loro dei suggerimenti su come difendersi, come trovare soluzioni per gestire situazioni complicate. Possiamo suggerire loro di non isolarsi, di cercare di mediare con diplomazia, cercando di stimolare la riflessione sul ruolo del gruppo che spesso non prende posizione mentre potrebbe avere un ruolo più decisivo, sia negli episodi di bullismo che in quelli del cyberbullismo. Li possiamo invitare a rispettare i loro coetanei e anche a distinguere ruoli e situazioni. In classe ovviamente teniamo alla sostanza, ma non dobbiamo trascurare la forma. a me capita di "ignorare" gli studenti che danno del tu. Son d'accordo con quanto dice il collega Francesco che commentava l'intervento del giornalista Magdi Allam sul fallimento generale del sistema educativo e volevo sottolineare l'atteggiamento poco rispettoso, per usare un eufemismo, che sta coinvolgendo le nuove generazioni italiane e non. Mi riferisco al recente episodio che ha visto per protagonisti il Presidente francese Macron ed un ragazzo che si è rivolto a lui con la frase: “Come va Manu?”; non si può accettare questa confidenza, che confidenza non può essere e giustamente, il ragazzo si è sentito rispondere: “Chiamami signor presidente!”.

DATA 30/06/2018 23:44:02 - AUTORE RitaC352s

Sono un'insegnante di sostegno della scuola primaria, non mi capita di assistere ad atti di bullismo veri e propri. In passato sempre nella scuola primaria mi è capitato di assistere, anche perchè insegnavo in una zona molto particolare e svantaggiata, in questo contesto i bambini sembrano quasi più grandi dell'età che hanno, ed infatti avvenivano episodi di bullismo dettati anche dalla situazione familiare da cui provenivano.

DATA 30/06/2018 23:44:11 - AUTORE RitaC352s

Sono un'insegnante di sostegno della scuola primaria, non mi capita di assistere ad atti di bullismo veri e propri. In passato sempre nella scuola primaria mi è capitato di assistere, anche perchè insegnavo in una zona molto particolare e svantaggiata, in questo contesto i bambini sembrano quasi più grandi dell'età che hanno, ed infatti avvenivano episodi di bullismo dettati anche dalla situazione familiare da cui provenivano.

DATA 30/06/2018 23:46:29 - AUTORE RitaC352s

Il bullismo diretto è più diffuso tra gli adolescenti maschi che tendono principalmente all’approccio di forza, il bullismo indiretto è più propriamente riferibile alle adolescenti femmine, che preferiscono la calunnia, la presa in giro sul carattere o sul modo di vestire per puro divertimento, per evitare l’intrusione di nuovi elementi in un gruppo ben definito di amicizie o per rinforzare l’immagine di sé davanti al resto della classe.

DATA 02/07/2018 14:55:47 - AUTORE antonella_f158r

Nelle scuole, ultimamente, si riscontrano sempre di più casi di Bullismo e Cyberbullismo con atti di cattiveria pura, violenza e soprusi di ogni genere. Tutto ciò lascia ,nei ragazzi più deboli ,ferite difficili da rimarginare. Per questo bisogna parlarne gia nelle prime classi, in modo che i bambini imparino da subito ad usare consapevolmente e in modo sicuro internet e i social, strumenti ormai di utilizzo quotidiano.

DATA 03/07/2018 13:00:01 - AUTORE MarcellaE974T

Ho terminato con interesse il corso e rivolgo i miei complimenti all'ottimo lavoro svolto da Assodolab. Ribadisco la necessità urgente di educare i bambini fin dai primi anni di vita all'utilizzo corretto dei social. La scuola così come viene già fatto da anni ,sui temi che riguardano l'utilizzo degli stupefacenti e dell'alcool in età adolescenziale deve farsi carico insieme alle famiglie di educare responsabilmente questa nuova generazione di “ nativi digitali” . L’uso improprio dei social può portare i giovani ad avere su di loro o le loro vittime a situazioni estreme di cui purtroppo non c’è possibilità di ritorno.

DATA 11/07/2018 09:23:17 - AUTORE MARILENAL872C

In relazione al post pubblicato dal prof. Dal Buono in data 11 giugno, vorrei condividere con i partecipanti la mia esperienza personale di vittima di bulli durante gli anni di scuola. Sono fatti che risalgono a molti anni fa ma sono rimasti vividamente impressi nella mia coscienza. Sia durante gli anni della scuola elementare che delle scuole medie (mi si conceda questa licenza ché allora così si chiamavano) sono stata vittima di alcuni atti di bullismo da parte di compagni di classe. Di tutti riporto la giustificazione di un compagno che mi picchiava e rovinava il mio materiale scolastico, data alla maestra che gli chiedeva le motivazioni di tali gesti: semplicemente perché non reagivo ed ero brava… La mia timidezza estrema e l’educazione ricevuta dalla famiglia mi rendevano il bersaglio ideale di compagni “intraprendenti”. Solo grazie all’attenzione e alla lungimiranza della maestra questi atteggiamenti vennero stroncati. Oggi, come educatore ed insegnante, queste esperienze personali mi hanno permesso di sviluppare un’attenzione e sensibilità particolari per individuare comportamenti che possono provocare, se non bullismo, per lo meno disagio negli studenti più deboli. Ritengo che sia sempre più necessaria una preparazione sia per i docenti che per il personale scolastico in questo ambito, diventando il bullismo più subdolo e capillare, anche attraverso la Rete.

DATA 13/07/2018 11:27:30 - AUTORE SilviaG942R

Come si è arrivati a questi livelli di bullismo da parte degli studenti?Dove vanno ricercate le responsabilità? La scuola sta andando a scatafascio? Di chi è la colpa? Penso che in questo fenomeno sempre più dilagante non si possa parlare di colpa, ma di concorso di colpa! Si parla di internet, ma questo è solo uno strumento, come la TV, la radio, la penna. Il punto è come lo si utilizza e chi lo utilizza! La colpa va ricercata nelle famiglie e nei genitori, sempre più incapaci di instaurare un dialogo basato sull'ascolto dei figli, dei loro bisogni e dei loro disagi; nella scuola, che spesso non attua strategie sanzionatorie educative e non punitive; nella politica, sempre più sorda a temi di natura non prettamente economica e finanziaria: insomma la colpa è dell'intera società! La scuola è sottoposta ad una progressiva inesorabile svalutazione non solo materiale, ma anche e soprattutto morale: questo rompe o incrina profondamente negli studenti quei freni inibitori basati sulla stima, sul rispetto del ruolo, del valore e della figura dell'insegnante che nei tempi passati erano radicati nella società. E' indispensabile che gli insegnanti si riapproprino della propria funzione di educatori e formatori mentre i genitori, dal canto loro,devono abbandonare quell'atteggiamento di lassismo e permissivismo indotto dai ritmi frenetici della vita quotidiana. Tali processi, infatti, riducono o annullano il dialogo all'interno delle famiglie facendo sì che si diventi 'deleganti', affidando ad altri i propri compiti. La famiglia deve tornare ad inculcare nei propri figli una visione valorizzatrice dell'insegnante quale artefice di un progetto pedagogico di primaria importanza fondato sull'autorevolezza e non sull'autoritarismo. Solo così potremo parlare di una vera corresponsabilità educativa.

DATA 14/07/2018 13:13:51 - AUTORE TizianaB776B

Sicuramente, ora come in passato, la scuola e la famiglia sono i cardini dell’educazione dei bambini e dei ragazzi ma bisogna rendersi ben conto che oggi i minori, pur trascorrendo la gran parte della loro giornata in questi ambiti, spesso sfuggono al controllo di genitori e insegnanti in quanto fisicamente sono seduti in un banco o alla scrivania ma mentalmente sono altrove. E’sempre più difficile, in età adolescenziale soprattutto, imporre un uso moderato dei telefonini che permettono, stando anche soli e in spazi chiusi e protetti, di essere in contatto con il mondo. Internet, social, mezzi di comunicazione di massa in genere offrono dei modelli di comportamento molto diversi da quelli proposti a scuola o in casa e si fa fatica a trasmettere ideali di giustizia, rispetto per l’altro, solidarietà, altruismo. In tale contesto risulta più facile per i giovani approvare e condividere i comportamenti del bullo piuttosto che prendere le difese del più debole. Il giudizio altrui in età giovanile è determinante. Nella consapevolezza comunque che non bisogna mai “fare di tutta l’erba un fascio”, l’adulto non deve mai tralasciare il proprio ruolo di guida, rivolgendosi sia all’aggressore che all’aggredito, entrambi bisognosi di attenzione e di aiuto. Tutti, nel nostro piccolo, possiamo dare un contributo. Un appello andrebbe fatto a mio parere anche a chi gestisce l’informazione che entra prepotentemente ogni giorno nelle nostre case. Far conoscere quel che accade intorno a noi è importante ma mostrare immagini violente di bullismo certamente ha lo scopo primario di far aumentare gli ascolti, senza tener conto che chi guarda potrebbe essere spinto ad una spiacevole emulazione.

DATA 15/07/2018 12:08:44 - AUTORE SilviaG942R

Il bullismo è sempre esistito. In passato era accettato come una sorta di passaggio tra l'adolescenza e l'età adulta e poche persone davano peso ad episodi oggi identificati come fenomeni di bullismo. Nella scuola come nella vita il 'bullo' era visto come la figura dominante nella 'normale' e 'naturale' lotta tra 'forti' e 'deboli'. Oggi, invece, fortunatamente, si sono compresi la gravità di questi fenomeni e gli effetti devastanti che il loro perdurare e proliferare possono produrre a livello individuale, familiare e, quindi, sociale. E' maturata la consapevolezza che monitoraggio e intervento devono avere continuità nel tempo;ci deve essere collaborazione tra tutti gli adulti responsabili del benessere e della crescita dei ragazzi(insegnanti, genitori, personale scolastico), al fine di creare omogeneità negli interventi e nelle risposte al bullismo. Gli adulti, a tutti i livelli e in ogni contesto, devono costituire dei modelli di abilità relazionale fornendo costantemente esempi concreti e validi di come entrare correttamente in rapporto con se stessi e con gli altri. Domande essenziali dovrebbero essere: perché questo ragazzo o bambino è così aggressivo? Perchè non ha imparato a stare con gli altri senza usare la violenza? E' inoltre importante capire che genere di bullo abbiamo dinanzi per scegliere quale strategia utilizzare. Non ci sono ricette precostituite anche perchè si tratta di 'persone' con una storia, un vissuto, una psicologia, una emotività unici ed irripetibili. Ritengo, però che, in qualunque contesto si operi, l'ascolto e l'apertura al dialogo, l'informazione e il buon senso, il coinvilgimento attivo e consapevole nelle strategie messe in atto, costituiscano pilastri imprescindibili di qualunque azione di recupero,sia dei bulli che delle loro vittime.

DATA 16/07/2018 11:42:21 - AUTORE TizianaB776B

Che cosa possiamo fare concretamente per contrastare il fenomeno del bullismo? Ovviamente non esistono ricette facili e scontate, perché si ha a che fare con esseri umani e, nello specifico, con soggetti in età evolutiva, il cui comportamento è soggetto a sbalzi d’umore, a scatti d’ira, a impulsività più che in qualsiasi altro momento dell’esistenza. Si è di fronte ad un periodo della vita in cui il bambino-ragazzo cerca di affermare se stesso, di trovare un posto nella società, nel micro mondo in cui vive, e spesso non ha consapevolezza di ciò che fa, delle reazioni emotive che potrebbe suscitare nell’altro, del male che potrebbe arrecare. Al cospetto di tanta fragilità e insicurezza, la scuola e la famiglia, che sono i primi luoghi di relazioni, hanno la responsabilità di farsi portavoce di alcuni valori, di promuovere la conoscenza reciproca, di favorire l’autostima nei ragazzi, di insegnare l’apertura verso la diversità e il rispetto degli altri. Bisogna insegnare ad affrontare i conflitti invece che negarli, spiegare l’importanza del rispetto di regole di convivenza condivise. Per provare a fare ciò è necessario che genitori e insegnanti comunichino tra loro, rompendo quella barriera che talvolta si frappone fra una famiglia che si ostina a non voler prendere atto delle criticità del proprio figlio e una scuola che talvolta preferisce non vedere e non approfondire le relazioni sociali e i comportamenti disturbati e disturbanti che si manifestano davanti a sé.

DATA 16/07/2018 19:13:25 - AUTORE Achille

Nella mia esperienza lavorativa ho avuto modi di riscontrare i comportamenti negativistici ed oppositivi da parte del bullo. L'aspetto più forte ed evidente che caratterizza il bullo mi è sembrato essere proprio la scarsa negoziazione con i coetanei e con gli adulti (o negoziazione solo apparente). Le cause scatenanti che ho spesso riscontrato sono legate ai rapporti all'interno della famiglia del bullo che sfociano poi in una sua scarsa attitudine a gestire i rapporti con i coetanei. Essi diventano la valvola di sfogo di situazioni a monte. Credo sia importante per noi insegnanti ricordarci che siamo prima di tutto educatori e che oltre la disciplina c'è tutto un mondo legato al vissuto dell'alunno. Occorre avere certamente le giuste competenze per affrontare e gestire il problema (del bullo e anche delle sue vittime) ma anche affinare la nostra sensibilità in modo da intervenire tempestivamente con una giusta comunicazione.

DATA 17/07/2018 19:14:01 - AUTORE Francesca_B936P

L'anno scolastico che si è appena concluso è stato il mio primo anno da docente. Sono giovane e non ho maturato anni di esperienza come molti miei colleghi, ma ho avuto la conferma che per fare questo lavoro bisogna essere sempre pronti ad "accogliere" l'altro, ad ascoltarlo e a supportarlo, non solo didatticamente. La componente umana è fondamentale, in particolare, quando ci si trova in situazioni delicate come episodi di bullismo e cyberbullismo. Credo che la collaborazione attiva tra scuola e famiglia sia alla base delle strategie messe in atto per monitorare le dinamiche relazionali che intercorrono tra i ragazzi di oggi. Il web rappresenta una grande opportunità, è una proiezione verso il futuro così come i ragazzi che popolano la scuola, per questo bisogna educare alla consapevolezza di sè e al rispetto del prossimo. Il nostro lavoro richiede molta responsabilità e spirito di sacrificio, credo che la formazione sia uno strumento indispensabile per intervenire positivamente nel percorso educativo dei ragazzi.

DATA 17/07/2018 22:54:58 - AUTORE Ivana

Buonasera Vorrei sottolineare un aspetto spesso nascosto del fenomeno,ovvero l' incapacità da parte degli adulti nel gestire il problema, l'inefficacia degli interventi e la mancanza di un valido supporto psicologico alle famiglie coinvolte. D'altro canto Anche gli insegnanti che segnalano la presenza nelle loro classi di violenze fisiche o psicologiche non sempre ricevono un valido aiuto e collaborazione dalle famoglie degli alunni coinvolti. Inviterei infine a riflettere sul fatto che il bullo e' lui stesso vittima di un disagio familiare e sociale e bisognerebbe capire prima di intervenire piuttosto che punire.

DATA 18/07/2018 14:48:09 - AUTORE Anna1967

É facile attirare l'attenzione del cyberbullo se ci si veste in modo insolito o se si ha un colore della pelle diverso. Nei criteri di scelta della vittima infatti la "diversità " gioca un ruolo importante: l'aspetto esteriore, la timidezza, il supposto orientamento sessuale, l'essere straniero, l'abbigliamento non convenzionale e persino la disabilita' possono essere valide motivazioni per prendere di mira qualcuno.Di minore importanza sono considerati invece l'orientamento politico e religioso, forse per la giovane età sia del bullo che della vittima. Il bullismo indiretto è quello che mi infastidisce maggiormente, fatto di sorrisi, sguardi e battute verbali a danno della vittima presente che spesso è costretta ad ignorare, perché sempre accerchiata dal gruppo più numeroso dei complici del bullo. Anna1967 R50E281M

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