01 - LA PADANIA - Anno IV – n. 24 – Sabato, 29 gennaio 2000 – Pag. 2 –
L’INCENTIVO AGLI INSEGNANTI DI SEI MILIONI ANNUI E’ DISCRIMINANTE, MORTIFICA
E UMILIA
Continua a suscitare scalpore il ministro della Pubblica Istruzione Luigi
Berlinguer.
Dopo il fallimento completo dei nuovi esami di maturità (dato l’elevato
numero dei bocciati), dopo l’elargizione dei 3milioni annui per attività di
sperimentazione sulla flessibilità organizzativa e didattica nell’ambito di
un piano di offerta formativa (POF), il ministro cerca di conquistarsi
ancora una volta la simpatia di una “cerchia” di insegnanti e sindacati che
hanno firmato il nuovo contratto della Scuola.
Si tratta, in questo caso, di un incentivo ai docenti di ben 6 milioni annui
per ognuno.
Attenzione però! Solo il 20% degli insegnanti di tutta Italia che hanno
diritto di parteciparvi deve essere promosso!
E non solo! Occorre aver maturato 10 anni di servizio di ruolo. E già, gli
anni di preruolo, anche se sono tanti non valgono a nulla, secondo il
ministro Berlinguer. La «professionalità» si acquisisce solo con il «ruolo»
e non con la nomina annuale del Provveditore agli Studi.
E’ strano come questa percentuale è «costante» in tutte le province
d’Italia: da Roma a Siracusa, da Lecco a Bologna, da Imperia ad Oristano…
E’ ancora più strano se si considera che questa percentuale rimane invariata
sia negli asili, sia nelle elementari, sia nelle scuole medie inferiori e
superiori.
Come può essere «costante» un dato del genere a priori, prima di sostenere
gli esami e di conoscere i risultati? Certo che i dirigenti della Pubblica
Istruzione non hanno avuto alcuna difficoltà nell’eseguire un così semplice
calcolo matematico e consegnarlo al Signor ministro. Né tantomeno occorreva
essere in possesso di una laurea in “scienze statistiche” o aver frequentato
un Master alla Bocconi o alla Luiss o in qualche altra Università straniera.
Occorreva possedere solamente una piccola calcolatrice da tavolo ed
impostare le quattro semplici operazioni elementari ed individuare così il
numero dei «capaci e meritevoli» prima di sostenere l’esame.
Il numero che viene fuori da questo importantissimo e complicato “calcolo
statistico” è il “20%” o se preferite avere un rapporto più da vicino, si
può parlare di “1 a 5”.
Così, invece di impostare una carriera seria per gli insegnanti,
valorizzando sia la vera «dimensione professionale» sia le «competenze
diversificate» si preferisce dar vita ad una sorta di lotteria ministeriale
a 100 quiz.
Una lotteria che non si chiama “Superenalotto”, “Totip”, “Enalotto”, “Totogol”,
“Totosei” o “lotteria Italia” ma che prende il nome di “lotteria Docenti”.
Una lotteria che la si può considerare «molto pericolosa» rispetto alle
altre. Essa svalorizza, umilia, offende, mortifica, demoralizza, deprime e
ferisce profondamente la dignità e la funzione docente.
Con questo procedimento si introduce quei meccanismi di «ab irato», di
divisione, di odio, di rancore, di dissapore, di profonda avversione ed
ostilità tra docenti di serie A e di serie B.
In questo particolare momento di transizione (modifiche dei cicli
scolastici, sperimentazioni ed attuazioni di progetti per l’autonomia
scolastica, nuove richieste culturali a livello territoriale, sviluppare
ulteriormente altre attività scolastiche, curricolari ed extracurricolari,
centrate strategicamente sulla collaborazione attiva e progettuale tra
insegnanti della stessa scuola ecc.), la scuola italiana non aveva
certamente bisogno di una disgregazione, di una divisione tra professori che
appartengono alla medesima comunità scolastica.
Secondo alcuni colleghi, tutto questo meccanismo viola un principio
fondamentale dello statuto dei lavoratori che prevede, a parità di funzione
e di orario di lavoro, pari salario e trattamento della pensione.
Da alcuni anni si chiede di «valorizzare» la funzione docente con aumenti
salariali dignitosi per il lavoro che già è svolto nelle scuole e che è
andato via via aumentando negli ultimi anni.
Ma il ministro, i sindacati e l’Aran che hanno firmato il contratto, hanno
preferito aumentare il salario di 90mila lire lorde a tutti i docenti ed
innescare una sorta di “lotteria Docenti” solo per alcuni.
In fondo è meglio accontentarsi di un «caffè» e di una «brioche» giornaliera
che niente!
Agostino Del Buono
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