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01 - L'OBIETTIVO – Anno XX – n. 3 – Lunedì, 12 febbraio 2001 -

 

«Il telefonino in classe: più abuso che uso»

 

Il 78% dei giovani studenti inviano messaggi sms, smile, telefonano e giocano con il cellulare durante le ore di lezione. E gli altri?


Un’indagine sull’uso del telefonino in classe da parte degli studenti che lo scorso anno scolastico hanno terminato gli studi obbligatori – terza media – non occorre commissionarla all’Abacus, Doxa o ad altra agenzia di prestigio.
Non occorre neanche esaminare le centinaia di pagine elaborate dall’Istat a tale proposito, poiché i dati si ritengono già “vecchi” di un anno e gli aumenti delle vendite sono in misura esponenziale.
Basta semplicemente addentrarsi per qualche ora in una fatidica “classe” degli istituti secondari di secondo grado esistenti nella nostra zona e rendersi conto che l’uso del telefonino è diventato uno “status quo”.
E’ indifferente scegliere la sezione A, B, C e la classe prima, la seconda, la terza ecc.
I risultati saranno più o meno uguali!
Per non parlare poi dei bagni, dei corridoi degli istituti, delle palestre, delle aule di informatica ecc.
Insomma, la mania dei cellulari oramai è esplosa e il luogo di maggior utilizzo è senz’altro la scuola.
Non si parla più di uso razionale del telefonino ma di un abuso vero e proprio.
In qualsiasi posto ci si trovi, si utilizza senza alcun criterio questo aggeggio così amato dagli studenti, così odiato dagli insegnanti.
E già, proprio questi ultimi sono stati in un certo senso «penalizzati» dalla C.M. del 25 agosto 1998, n. 362, a firma dell’ex Ministro alla Pubblica Istruzione – Luigi Berlinguer – in cui si invitano i dirigenti delle istituzioni ad informare il personale scolastico dipendente a non utilizzare il telefono cellulare in classe perché «… tali comportamenti non possono essere consentiti in quanto si traducono in una mancanza di rispetto nei confronti degli alunni e recano un obiettivo elemento di disturbo al corretto svolgimento delle ore di lezione…».
Insomma, una circolare del genere è alquanto atipica: invece di trovare un rimedio per la disattenzione sempre più crescente degli studenti, si pensa ad emanare circolari simili solo per il personale insegnante.
Bèh! Se è vero che l’uso del cellulare è sintomo di mancanza di rispetto verso gli alunni è altrettanto vero che il rispetto in una comunità scolastica deve essere “reciproco”.
Una mancanza di stima verso l’educatore e verso gli amici e compagni di classe, si potrebbe tradurre in conflittualità tra i diversi soggetti.
Immaginate inoltre il disturbo che il telefonino provoca durante una interrogazione orale oppure durante la “concentrazione forzata” di un compito in classe di matematica, di economia aziendale o di qualsiasi altra disciplina.
Poiché l’avviso di chiamata e/o risposta è diverso da ogni cellulare ed ogni alunno ha scelto la sua “magica musica” o il suo “bip”, l’aula scolastica sembra trasformarsi in un ambiente dove ci sono prove d’orchestra.
Senza considerare poi, che l’amica curiosa, vicina di banco chiederà: “Chi è?”, “Che cosa vuole?”, “Cosa ti ha inviato?” e cose di questo tipo, prolungando la conversazione per un paio di minuti.
E così intanto, passano i minuti e le ore davanti a questo gingillo nella speranza che l’ora del solito rompiscatole termini presto.
Ma quanti di loro non hanno con sé il cellulare in classe o lo spengono durante il regolare svolgimento delle lezioni? La percentuale è molto bassa. E’ a loro che dovrebbe andare il premio fedeltà e un valido “riconoscimento scolastico”. Perché allora non proporre per questi alunni un bel 10 in condotta?
Il fascino della tecnologia e della moda investe un po’ tutti: dal più piccolo studente a quello che si accinge alla maturità ma l’uso di questi strumenti deve essere limitato e regolamentato.
E’ vero che l’uso del cellulare permette di avere un contatto più da vicino con amici e/o familiari; di parlare con chi si ha voglia e in qualsiasi momento; di essere facilmente in contatto con gli amori giovanili; di poter far fronte a imprevisti, contrattempi, urgenze ecc., ma è altrettanto vero che l’uso nelle ore scolastiche porterà sicuramente a dei danni alla memoria per le esposizioni alle onde elettromagnetiche e ad un maggior rischio di patologie tumorali.
E’ bene che i giovani e i genitori che ne hanno finanziato l’acquisto conoscano gli effetti negativi.

Agostino Del Buono

 

 

 

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