05 - L'OBIETTIVO – Anno XX – n. 18 – Giovedì, 25 ottobre 2001 – Pag. 11 –
Si pedala. Si pedala per passeggiare con gli amici, per trascorrere il
tempo libero, si pedala per arrivare da una parte all’altra della grande
metropoli, si pedala per raggiungere la sede di lavoro, si pedala per
prevenire infarti di mezza età, si pedala per vincere, si pedala… per la
vita.
E con quale bici?
Esistono bici «da cross», usate per le gare ciclocampestri, simili a quelle
da strada, quelle «da corsa», per le gare su strada e per le corse a tappa,
che vanno dal modello normale a quello da competizione. Fanno parte delle
bici «da corsa» anche quelle che non possiedono né freni, né marce, senza
corona dentata utilizzate per le gare su pista.
Poi vi sono le «mountain bike» che vengono utilizzate per attraversare
boschi e strade dissestate e con varie pendenze.
Quest’ultima è indicata altresì, per pedalare in città dato che è molto
resistente e leggera e ci permette di scendere e salire dai marciapiedi
molto più agevolmente di una normale bici da città.
E intanto, sono sempre pochi i sindaci italiani che con le loro delibere
incrementano le piste ciclabili e quindi l’uso della bicicletta nelle loro
città. Alcune volte si preferisce allargare le carreggiate, costruire la
“terza corsia” piuttosto che pensare ad un mezzo di trasporto alternativo.
Eppure è risaputo che l’esigenza di miglioramento dell’ambiente coniugata
con la salvaguardia del territorio permette di realizzare con questo “mezzo
a due ruote” un decongestionamento del traffico cittadino.
E non solo!
L’uso della bici arreca benefici rispetto agli attuali livelli di
inquinamento acustico, consente la salvaguardia del benessere fisico e
favorisce in maniera significativa sia la conoscenza, sia lo sviluppo delle
zone turistiche. Occorrono in tutte le Regioni d’Italia Leggi che permettono
di “realizzare” piste e itinerari ciclabili per rispondere alle esigenze e
al diritto della persona di recuperare una dimensione più umana e più
naturale.
Tutto ciò ci potrebbe portare ad un miglioramento della “qualità della
vita”.
Ma per fare questo occorrono risorse finanziarie adeguate ad ogni singola
circostanza.
E’ pur vero che è stata emanata la Legge n. 366 del 19.10.1998 che,
ampliando anche l’ottica dell’intervento, intende promuovere processi
integrati di mobilità ciclistica, ma essa richiede il supporto programmatico
e finanziario sia delle regioni che degli enti locali attuatori.
In attesa, non rimane che vivere la città e l’ambiente e pedalare ancora
sulle strade destinate alle automobili, moto e camion, con tutto il gas di
scarico nocivo che lasciano per strada, obbligando i ciclisti del nuovo
millennio a respirare ancora smog.
All’educatore iscritto alle associazioni culturali, non rimane che
promuovere il «progetto bici» insieme agli altri progetti culturali promossi
dagli insegnanti in modo da sollecitare gli enti locali ad adottare un piano
che sia veramente «verde».
Agostino Del Buono
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03. Il rebus degli insegnanti nella Scuola del nuovo millennio: meglio la libera docenza o la codocenza?
04. E' il momento della valutazione interperiodale!
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