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DATA: sabato 18 maggio 2024

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Un aiuto concreto agli alunni con DSA, BES ecc.. da parte degli insegnanti di sostegno e curriculari.

In questi venti anni ed oltre di insegnamento, penso di aver visto un po’ tutto quello che succede negli Istituti di Scuola Superiore italiana. Dal Nord al Sud, dall’Est all’Ovest, anche se gli edifici scolastici cambiano dal più moderno a quello più obsoleto, il materialo umano è sempre lo stesso. Gli alunni in difficoltà vanno motivati o rimotivati, gli insuccessi scolastici vanno portarli a dei buoni risultati, la perdita di autostima ed atteggiamenti rinunciatari nei confronti della Scuola devono essere un punto prioritario di ogni docente, sia esso specializzato sul sostegno, sia esso curriculare. Ognuno deve dare il meglio di se stesso, partendo dalla propria esperienza professionale. Gli alunni ed in special modo, gli studenti con Disturbi Specifici di Apprendimento, gli alunni che necessitano di BES – Bisogni Educativi Speciali o con altre patologie, andranno trattati “con guanti bianchi” perché il loro avvenire è alquanto incerto ed insicuro. Il buon educatore dovrà alleviare il disagio, le difficoltà, i disturbi ed ottimizzare i bisogni che portano ad un rallentamento del programma nel soggetto affetto da patologie. Occorre fare di tutto affinché gli alunni abbiano lo stesso trattamento e la stessa «change» nella vita piena di ostacoli che a volte sono insormontabili. Un ringraziamento va all’associazione Assodolab che ha affrontato questi discorsi attraverso corsi di formazione e aggiornamento on-line e in presenza sia sui DSA che sui BES attraverso momenti di formazione in videoconferenza e a voi che seguite con attenzione questi bambini. Prof. Agostino Del Buono Presidente Nazionale Assodolab

DATA: 10/02/2011 - Autore Prof. Agostino Del Buono - Post 1501

COMMENTI - PAGINA 12

DATA 15/08/2011 20.57.09 - AUTORE Elisa_I726Q

Sono un'insegnante di scuola primaria e insegno da quasi undici anni, anche se non posso vantare una grande esperienza riguardo alle problematiche che possono riguardare soprattutto gli insegnanti di sostegno, mi sento in dovere di esprimere la mia opinione come insegnante di lingua italiana e di matematica. Quello che da sempre mi preoccupa riguardo ai bambini che presentano Disturbi Specifici di Apprendimento, non sono soltanto le ricadute che si possono avere in ambito scolastico e didattico, ma soprattutto quelle che si riscontrano in ambito psicologico. Spesso mi sono accorta che il comportamento di noi insegnanti, dei genitori, dei fratelli o dei parenti dell'alunno con D.S.A. può potenziare l'effetto che già il disturbo si porta dietro: a volte l'eccessivo investimento delle nostre aspettative sul rendimento dell'alunno, la troppa enfatizzazione dell'apprendimento, il mettere in discussione le diagnosi e la certificazione del neuropsichiatra o del logopedista, o ancora il non attribuire le difficoltà che egli riscontra nell'apprendimento al D.S.A. ma alla persona stessa arriva a compromettere seriamente la serenità del ragazzo in questione. Ma purtroppo il passo verso la perdita di fiducia nelle proprie capacità e una diminuzione dell'autostima è veramente breve.

DATA 18/08/2011 16.48.23 - AUTORE Maria_l083e

Un aiuto concreto agli alunni con disturbi specifici dell'apprendimento è quanto si richiede agli insegnanti di ogni ordine e grado... Sono un'insegnante di scuola primaria desiderosa di apprendere strategie e metodologie al servizio di tali alunni. Nei miei dieci anni d'insegnamento nelle scuole primarie torinesi ho osservato diverse difficoltà tra gli alunni, difficoltà che avrei voluto risolvere con una bacchetta magica, certo per "il bene" di quei bambini. Mi sono resa conto, però, che per aiutare i bambini con DSA occorre non solo saper intevenire adeguatamente e attendere con molta pazienza, ma anche aggiornarsi continuamente. Certamente, a tal fine, l'esperienza personale acquisita negli anni e il confronto con gli altri colleghi costituiscono un notevole arricchimento per qualsiasi insegnante, ma risulta parimenti importante l'aggiornamento: i docenti hanno bisogno di una formazione e un impegno costanti, per mettere in campo le proprie risorse e altresì la propria disponibilità al lavoro anche al di là dell'orario di servizio, come in una missione. Tale impegno deve coinvolgere tutti i docenti interessati nel processo di insegnamento/apprendimento degli alunni, compresi quelli con DSA. Discutere, confrontarsi e concordare insieme strategie comuni diventa perciò necessario: approntare una linea comune rilascia benefici a tutta la classe. Questo corso on-line come altri percorsi formativi andrebbero seguiti, perchè l'aggiornamento in tale campo è uno strumento valido per aiutare concretamente alunni con DSA.

DATA 20/08/2011 17.25.17 - AUTORE daniela

Secondo me, un contributo concreto per i ragazzi con problematiche di disturbi specifici dell’apprendimento, potrebbe consistere in uno screening precoce. Individuare i segni prodromici di tali disturbi a partire della scuola dell’infanzia, potrebbe agevolare il ragazzo, la famiglia e le stesse insegnanti. Si potrebbe così pensare ad un percorso personalizzato che possa seguire l’alunno nella sua carriera scolastica, senza farlo sentire un “diverso”. Prendere per tempo la problematica, infatti, non la acuisce e non crea ulteriori problematiche che si possono ripercuotere negativamente a livello identitario (autostima, senso di autoefficacia, locus of control, ecc.) e nelle relazioni interpersonali. Inoltre, affinché l’aiuto possa essere veramente concreto e costante nel tempo, è necessario un lavoro di rete dove ogni figura di riferimento importante per il ragazzo possa apportare il proprio contributo: le istituzioni scolastiche, la famiglia, il territorio, ecc.

DATA 21/08/2011 23.50.26 - AUTORE mariarosaria_F839R

Sono una docente della Scuola dell’Infanzia, e circa 5-6 anni fa, una madre di un mio alunno, mi parlò di suo figlio maggiore, un bambino di nove anni che frequentava la IV elementare, dicendomi : “ con mio figlio P. di quattro anni non ho problemi, noto che è attento, sveglio, impara subito filastrocche,poesia, canzoni, mentre con G. che ha nove anni, ho auto sempre dei problemi, da piccolo era molto timido, introverso. Ora che frequenta la IV elementare mi sta dando non pochi problemi con la matematica, non riesce a memorizzare le tabelline, non sa mettere neanche in colonna semplici operazioni. Sa mi sembra strano non riesce a moltiplicare 8×4, ma aiutandosi con le dita riesce a sommare 8±8±8±8. È sempre stanco, non riesce a stare dietro alle spiegazioni, a scuola non va più volentieri. Odia l’insegnante , che non gli fa usare né la calcolatrice, né le dita per contare”. La discalculia, in quel periodo non era ancora molto conosciuta, si parlava molto di dislessia, ma non di disturbo di apprendimento del calcolo. Per il caso di quest’alunno, come per tanti altri con problemi di DSA, penso sia più che mai giusto, che la formazione e l’aggiornamento di noi insegnanti di qualsiasi disciplina sui disturbi di apprendimento sia indispensabile, perché se il metodo d’insegnamento non è l’origine dei disturbi di apprendimento, certamente le azioni didattiche scolastiche possono ridurre le conseguenze funzionali seguendo un metodo idoneo, mentre utilizzando un metodo sbagliato possono accentuarle. Da ricerche e studi effettuati in questi anni è risultato che oltre il 20% della popolazione scolastica presenta rallentamento nei processi di apprendimento, che richiedono interventi individualizzati, e le insegnanti di tutte le discipline hanno il “dovere” di “rieducare” con un lavoro lungo, continuo, paziente questi alunni che sviluppano una “disabilità”, adottando metodi didattici giusti, rispettando i loro tempi e utilizzando le giuste strategie e misure compensative e dispensative, giacché come proclamava una famosa pedagogista : “il bambino è l’uomo del domani” e noi insegnanti insieme ai genitori e al territorio siamo responsabili del loro sviluppo.

DATA 22/08/2011 10.47.43 - AUTORE Elisa_I726Q

Scorrendo le slide del video-corso mi sono sentita confortata. Lavoro in una scuola paritaria e tre anni fa avevo ricevuto l'incarico di supervisionare e aiutare una nuova insegnante, alla quale era stata assegnata la classe prima. In questa classe le era stata segnalata una bambina con lievi problemi di linguaggio, già seguita dal logopedista che ci aveva spiegato che avrebbe potuto manifestare anche alcuni DSA, i quali, ovviamente, non era ancora possibile certificare. L'insegnante progettò la programmazione annuale e le varie unità di apprendimento tenendo conto di questa bambina, prevedendo anche dei momenti di recupero per lei e che sarebbero stati di approfondimento per tutti gli altri. Dopo il primo mese di scuola le consigliai di spendere un po' più di tempo sul metodo fonologico per insegnare a leggere rispetto a quello globale, che sarebbe risultato molto ostico per la bambina in questione. D'altronde anche io avevo fatto la medesima cosa quando mi fu assegnata la prima, perché ne avevo quattro di lingua straniera (tutte diverse: spagnolo, finlandese, albanese e tedesco) e non sapevo se tra gli altri ce ne fosse qualcuno con un Disturbo Specifico dell'Apprendimento: avevo seguito alcuni corsi sulla dislessia e il trattamento sublessicale e decisi che non avrei puntato solo sul metodo globale, tra le altre cose i miei alunni si erano trovati molto bene, e consigliai la mia collega di fare altrettanto. Apriti cielo! Alcune maestre ci presero in disparte e ci sommersero di critiche, accusandoci di voler insegnare come si faceva cinquanta anni fa, loro avevano utilizzato esclusivamente il globale “riscuotendo grande successo”. Grazie ai continui corsi di formazione e aggiornamento che frequento non mi sento arretrata, ma quel giorno mille dubbi sorsero nella mia mente: ero stata una buona maestra? Avevo mal consigliato la mia nuova collega? Per aiutare alcuni bambini, quelli che ritenevo più “deboli”, e non farli rimanere subito indietro rispetto al resto della classe, non avevo fatto abbastanza per sviluppare al meglio le capacità degli altri? Il tempo mi ha dato ragione, so di non avere sbagliato: la bambina, che in questo anno scolastico ha concluso la terza e le è stata diagnosticata la dislessia e la discalculia in comorbilità, ha sempre il sorriso stampato sul volto, segno che a scuola si sente come a casa, e agli altri non abbiamo fatto mancare niente, ma quanta sofferenza!

DATA 22/08/2011 16.20.51 - AUTORE Maria_l083e

Compito della scuola è quello di assicurare, nel modo più ampio possibile, il successo formativo a ciascun alunno (DPR 275/99). Per garantire quanto recita il suddetto DPR è innanzitutto importante costruire un ambiente didattico favorevole, con un contesto concorde nell’offrire comprensione e aiuto mirato per aumentare i successi scolastici dell’alunno con DSA, le sue conoscenze, la qualità del rapporto con la lettura, con lo studio, con la scuola e con la vita. E’ per questo necessaria, altresì, la comunicazione/collaborazione da parte dei docenti coinvolti, della famiglia ed eventuali esperti esterni. La collaborazione da parte dei docenti alle iniziative per l’individuazione precoce dei casi a rischio attraverso lo screening è un elemento fondamentale, in grado di favorire interventi preventivi, prima di giungere a quelli diagnostici successivi. Gli insegnanti saranno, così, pazienti tessitori dei processi di apprendimento/insegnamento.

DATA 23/08/2011 12.36.14 - AUTORE Prof. Ugo Avalle

"Resilienza" e capacità di "galleggiamento": è quanto consiglio ai futuri insegnanti ed educatori che annualmente incontro e formo (o meglio, contribuisco alla loro formazione). L'insegnante a firma Maria scrive <<insegnanti pazienti tessitori>>; l'insegnante a firma Elisa parla di un'alunna serena . Strutturare un " setting" favorevole al processo di insegnamento- apprendimento è la condizione fondamentale, imprescindibile affinché l'alunno -di ogni ordine e grado di scuola- "stia bene a scuola", frequenti volentieri le lezioni. Questo constato anch'io, anche se gli studenti che frequentano l'università dovrebbero (così affermano alcuni miei colleghi) essere in grado di autogestire il loro rapporto con lo studio e con l'impegno scolastico. Non è così: occorre sempre porre lo studente nella condizione di approcciarsi allo studio ed all'impegno scolastico nel modo e nelle forme più favorevoli a lui. Il che non significa favorirlo in tutto, "spianargli la strada" accodiscendere sempre e comunque alle sue richieste, ma sapere ascoltarlo, renderlo partecipe del suo processo di formazione, porlo nella condizione di rispettare le regole perchè ne condivide i principi.

DATA 26/08/2011 19.42.14 - AUTORE adelaid_b639q

Salve, mi chiamo Adelaide e sono una Pedagogista/Educatrice Professionale. Sto seguendo il corso basic sul DSA e l'ho trovato molto soddisfacente. Pur essendo nel 2011, la dispersione scolastica continua purtroppo ad essere un "problema" che affligge parte della scuola italiana. L'insuccesso scolastico costituisce un fenomeno grave sia sul piano individuale che collettivo. Spesso l'insuccesso scolastico potrebbe sfociare in un insuccesso nella vita. Per questo motivo occorre potenziare i mezzi per lottare contro l'insuccesso scolastico perseguendo lo sviluppo ottimale delle capacità di ciascuno. Il compito dell'insegnante e dell'educatore è quello di portare l'alunno da un grado inferiore ad uno superiore. La parola stessa educatore deriva infatti dal latino "educere", ossia trarre fuori le potenzialità di ciascuno. Sembrerebbe una cosa facile, ma in realtà non sempre lo è. I bambini con dsa hanno difficoltà maggiori rispetto agli altri. Si è soliti parlare di DSA come disturbi specifici dell'apprendimento, ma io sono del parere che sarebbe più corretto parlare di bisogni specifici dell'apprendimento. Non bisogna inoltre dimenticare che ogni bambino è un caso a sè e ha dei bisogni specifici. Per ogni bambino, l'educatore, il docente etc dovrà trovare delle metodologie alternative per conseguire determinati obiettivi.Grazie all'assodolab ho imparato diverse strategie.

DATA 26/08/2011 19.43.10 - AUTORE adelaid_b639q

Salve, mi chiamo Adelaide e sono una Pedagogista/Educatrice Professionale. Sto seguendo il corso basic sul DSA e l'ho trovato molto soddisfacente. Pur essendo nel 2011, la dispersione scolastica continua purtroppo ad essere un "problema" che affligge parte della scuola italiana. L'insuccesso scolastico costituisce un fenomeno grave sia sul piano individuale che collettivo. Spesso l'insuccesso scolastico potrebbe sfociare in un insuccesso nella vita. Per questo motivo occorre potenziare i mezzi per lottare contro l'insuccesso scolastico perseguendo lo sviluppo ottimale delle capacità di ciascuno. Il compito dell'insegnante e dell'educatore è quello di portare l'alunno da un grado inferiore ad uno superiore. La parola stessa educatore deriva infatti dal latino "educere", ossia trarre fuori le potenzialità di ciascuno. Sembrerebbe una cosa facile, ma in realtà non sempre lo è. I bambini con dsa hanno difficoltà maggiori rispetto agli altri. Si è soliti parlare di DSA come disturbi specifici dell'apprendimento, ma io sono del parere che sarebbe più corretto parlare di bisogni specifici dell'apprendimento. Non bisogna inoltre dimenticare che ogni bambino è un caso a sè e ha dei bisogni specifici. Per ogni bambino, l'educatore, il docente etc dovrà trovare delle metodologie alternative per conseguire determinati obiettivi.Grazie all'assodolab ho imparato diverse strategie.

DATA 26/08/2011 19.50.08 - AUTORE adelaid_b639q

Salve, mi chiamo Adelaide e sono una Pedagogista/Educatrice Professionale. Sto seguendo il corso basic sul DSA e l'ho trovato molto soddisfacente. Pur essendo nel 2011, la dispersione scolastica continua purtroppo ad essere un "problema" che affligge parte della scuola italiana. L'insuccesso scolastico costituisce un fenomeno grave sia sul piano individuale che collettivo. Spesso l'insuccesso scolastico potrebbe sfociare in un insuccesso nella vita. Per questo motivo occorre potenziare i mezzi per lottare contro l'insuccesso scolastico perseguendo lo sviluppo ottimale delle capacità di ciascuno. Il compito dell'insegnante e dell'educatore è quello di portare l'alunno da un grado inferiore ad uno superiore. La parola stessa educatore deriva infatti dal latino "educere", ossia trarre fuori le potenzialità di ciascuno. Sembrerebbe una cosa facile, ma in realtà non sempre lo è. I bambini con dsa hanno difficoltà maggiori rispetto agli altri. Si è soliti parlare di DSA come disturbi specifici dell'apprendimento, ma io sono del parere che sarebbe più corretto parlare di bisogni specifici dell'apprendimento. Non bisogna inoltre dimenticare che ogni bambino è un caso a sè e ha dei bisogni specifici. Per ogni bambino, l'educatore, il docente etc dovrà trovare delle metodologie alternative per conseguire determinati obiettivi.Grazie all'assodolab ho imparato diverse strategie.

DATA 28/08/2011 17.41.01 - AUTORE mariella

Quando si ha a che fare con i disturbi dell’apprendimento esistono delle barriere invisibili. In tali condizioni è ovvio che l’alunno conosciuto quest’anno in prima media, alle elementari abbia imparato ben poco, non perché non volesse apprendere, ma perché non era in grado di capire l’insegnante. Per il dislessico le cose, le parole, come pure le azioni hanno un significato, ma questo significato si scosta dal significato che le cose, le parole, le azioni hanno per gli altri. Occorre che si attuino strategie didattiche che tengano conto della performance dello studente e che si adotti l’ adattamento della didattica con l’utilizzo di strumenti compensativi.

DATA 28/08/2011 18.28.31 - AUTORE Luca

Nel confronto con i docenti dell’equipe pedagogica, in merito al momento della verifica per gli alunni con DSA, si sono assunti dei parametri comuni e condivisi quali: • Preferire le verifiche strutturate a quelle di produzione come le verifiche: a collegamento, a riconoscimento, a completamento, ad associazione con parole chiave;• dividere le richieste per argomento con un titolo, ed evidenziare la parola-chiave;• organizzazione di interrogazioni programmate e frequenti e sostituibili alla maggior parte delle verifiche scritte;• tempi più lunghi per prove scritte e per lo studio;• predisporre verifiche “scalari”: la parte iniziale della verifica deve essere più semplice e anche leggermente ingrandita (dal punto di vista grafico), poi più difficile;• il testo deve essere chiaro graficamente, possibilmente su un unico argomento, massima attenzione alla qualità delle fotocopie;• formulare le consegne anche a voce.

DATA 28/08/2011 18.39.44 - AUTORE Emanuela

Gli studi da poco conclusi in Programmazione e gestione dei servizi educativi e formativi, i colloqui con i docenti conosciuti durante il tirocinio universitario, mi hanno portato a conoscenza dei metodi, strategie, modalità di lavoro in classe per alunni con DSA. learning by doing: attività motivanti per realizzare esperienze di riferimento ed modellizzare comportamenti problem solving: scoperta avente come punto di partenza un problema da risolvere lezione-spiegazione: spiegazione seguita da esercizi applicativi routines: instaurazione di comportamenti abitudinari finalizzati all’orientamento temporale ed all’organizzazione del proprio lavoro scolastico scoperta guidata: elicitazione di osservazioni e descrizioni riguardo fenomeni ed eventi, mediante l’alternanza di domande e brevi risposte.

DATA 28/08/2011 21.00.56 - AUTORE adelaid_b639q

Con il decreto legislativo 170/2010, il governo sembra essere più vicino agli studenti, specialmente verso coloro i quali hanno dei disturbi specifici dell'apprendimento. Il decreto prevede strumenti compensativi che facilitano lo studio degli alunni con DSA, quali sintesi vocale, che trasforma un compito di lettura in un compito di ascolto; il registratore, che consente all’alunno o allo studente di non scrivere gli appunti della lezione; i programmi di video scrittura con correttore ortografico, che  permettono la produzione di testi sufficientemente corretti senza l’affaticamento della rilettura e della contestuale correzione degli errori; la calcolatrice, che facilita le operazioni di calcolo. Le misure dispensative sono invece interventi che consentono all’alunno di non svolgere alcune prestazioni particolarmente difficoltose a causa del disturbo. Per esempio, si può essere dispensati dalla prova scritta di una lingua straniera, in corso d’anno e in sede di esame, e svolgere prove sostitutive equipollenti con un computer dotato di sintesi vocale o in forma orale. Anche gli studenti universitari con DSA hanno diritto a veder riconosciuti le misure dispensative e gli strumenti compensativi adottati nelle scuole, sin dai test di ammissione, nei quali si potrà prevedere un tempo aggiuntivo, fino a un massimo del 30% in più, per lo svolgimento delle prove. Per quanto riguarda gli atenei universitari, si stanno muovendo in questa direzione, consentendo agli studenti con DSA di poter utilizzare gli strumenti compensativi quali la registrazione delle lezioni, l'utilizzo di testi in formato digitale e i programmi di sintesi vocale. Gli strumenti compensativi e le misure dispensative non possono essere considerati come la panacea di tutti i mali ma agevolano sicuramente un soggetto con "disturbi" specifici dell'apprendimento. Si sta facendo sicuramente molto, ma tanto ancora dovrà essere fatto. I corsi assodolab ci permettono di non essere impreparati e di svolgere il nostro lavoro con una maggiore formazione.

DATA 10/09/2011 14.05.31 - AUTORE Viviana_C638V

Sono una psicologa e da vari anni seguo studenti (dagli 8 ai 16 anni) con vari tipi di difficoltà e di disturbi d’apprendimento, a vari livelli. A volte mi è capitato di fungere da consulente per gli insegnanti che avevano in classe alunni con questo tipo di difficoltà (a volte studenti certificati, ma molto più frequentemente non certificati). Ritengo la formazione e l’approfondimento di questi argomenti una priorità per il corpo docente, per gli psicologi e per gli educatori in generale. In questo periodo, con l’approvazione della normativa sui DSA è importante più che mai sapere di cosa si sta parlando e capire come aiutare studenti che, per apprendere, hanno bisogno di modalità alternative di insegnamento/apprendimento. Per me è importante poi sapere di poter affidare la mia formazione a personale docente qualificato con esperienza e soprattutto appassionato del proprio lavoro, la formazione on line inoltre mi permette di essere continuamente aggiornata gestendo in piena autonomia la tempistica dello studio e delle lezioni.

DATA 17/09/2011 11.48.43 - AUTORE Viviana_C638V

Sto seguendo il corso con molto interesse: ci sono molti spunti sui quali riflettere. Mi piace il concetto che sia la scuola a doversi “adattare” all’alunno con DSA e non viceversa: a volte è più facile, anche per gli insegnanti, quasi arrendersi di fronte a qualche studente con disturbo dell’apprendimento, invece di tirare fuori pazienza e creatività per trovare un modo nuovo di comunicare e di utilizzare le risorse dello studente stesso.

DATA 18/09/2011 10.33.03 - AUTORE Prof. Ugo Avalle

Cari colleghi che partecipate con entusiasmo al forum sui DSA, vi anticipo che Assodolab sta mettendo "a punto" il corso avanzato, molto ampio, approfondito e ricco di numerosi suggerimenti metodologico-didattici. E' importante, come scrive la psicologa Viviana, mantenere contatti costanti, formare una vera "comunità di pratica" che consenta a tutti i partecipanti uno scambio "a rete" di suggerimenti, consigli e, perché no, di incoraggiamenti utili ad affrontare con successo la soluzione dei vari problemi legati ai DSA.

DATA 21/09/2011 15.34.46 - AUTORE Viviana_C638V

Sono quasi alla fine del corso (mi manca l’ultima lezione!) e sto cominciando a progettare anche l’elaborato finale. Penso sarà una tesina e cercherò di coniugare le nozioni alla pratica: nella mia tesi di laurea mi sono occupata di Cooperative Learning e matematica (binomio non molto studiato e alquanto stimolante!), mi piacerebbe prendere spunto da questo per approfondire come l’apprendimento cooperativo possa essere utile agli alunni con DSA.

DATA 29/09/2011 16.18.16 - AUTORE Viviana_C638V

Ritengo il corso molto utile, ben preparato nella parte teorica e, contemporaneamente, con un buon occhio anche alla prassi da attuare. L’unico punto un po’ a sfavore è la mancanza di semplici e brevi verifiche durante il percorso e il confronto con altre persone frequentanti il corso, per uno scambio di idee e di riflessioni.

DATA 11/10/2011 11.02.03 - AUTORE Maria,L219K

Ho sentito parlare di dislessia la scorsa estate, quando una mia amica, quasi in lacrime e risollevata, mi spiegava che il cattivo rendimento scolastico della sua bimba non era dovuto a “mancanza di intelligenza” o “eccessiva svogliatezza” ma a dislessia evolutiva. La bimba ha frequentato i cinque anni di scuola elementare con grande difficoltà: non riusciva ad imparare le tabelline a memoria, l’alfabeto, faceva confusione nei riguardi dei rapporti temporali, aveva poca memoria. Gli insuccessi della scuola gli hanno fatto perdere fiducia in se stessa, cosi’ è diventata sempre piu’ svogliata e demotivata nello studio. Per fortuna ha iniziato le scuole medie inferiori: nuovi amici ma soprattutto nuovi insegnanti! E si, perché è qui che si sono accorti del problema e nel sospetto la mamma ha richiesto una valutazione specialistica con conseguente diagnosi di Disturbo Specifico dell’Apprendimento. Oggi è una ragazza che frequenta la seconda media: grazie agli insegnanti competenti, attenti, consapevoli dei problemi di apprendimento e quindi insegnanti professionali, è tornata ad essere vivace, creativa e tenace. Tenace perché lei con i suoi disturbi deve convivere ma grazie alle misure compensative e dispensative (strategie didattiche personalizzate, strumenti informatici,…)adottate a scuola ed a casa, ora riesce a raggiungere l’obiettivo “studio” con meno fatica e piu’ serenità (in realtà i suoi obiettivi sono i voti alti!!). Questa esperienza mi ha fatto sentire il dovere, in quanto insegnante, di conoscere e prepararmi sui problemi di DSA, consapevole del fatto che la nostra è una professione caratterizzata dallo studio e dall’aggiornamento continuo, non limitato alla materia d’insegnamento, e dall’affetto immenso che ci lega agli alunni. Inizio questo corso Basic ringraziando l’Assodolab che mi offre l’opportunità di migliorare professionalmente, nonchè voi colleghi che arricchirete il mio bagaglio culturale con i vostri interventi. Maria,L219K.

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