DATA: giovedì 21 novembre 2024
Su TastoEffeUno.it sono disponibili i quiz ministeriali, in formato interattivo, per una preparazione seria e mirata al superamento della prova preselettiva Concorso Docenti. Poiché il tempo a disposizione per la preparazione è limitato, i quesiti sono stati organizzati per ognuno dei 70 MODULI e per AREE: a differenza dell'allenatore del MIUR, è possibile quindi esercitarsi solo su alcune AREE escludendo quelle in cui si ha una adeguata preparazione. VAI AL SITO
In questi venti anni ed oltre di insegnamento, penso di aver visto un po’ tutto quello che succede negli Istituti di Scuola Superiore italiana. Dal Nord al Sud, dall’Est all’Ovest, anche se gli edifici scolastici cambiano dal più moderno a quello più obsoleto, il materialo umano è sempre lo stesso. Gli alunni in difficoltà vanno motivati o rimotivati, gli insuccessi scolastici vanno portarli a dei buoni risultati, la perdita di autostima ed atteggiamenti rinunciatari nei confronti della Scuola devono essere un punto prioritario di ogni docente, sia esso specializzato sul sostegno, sia esso curriculare. Ognuno deve dare il meglio di se stesso, partendo dalla propria esperienza professionale. Gli alunni ed in special modo, gli studenti con Disturbi Specifici di Apprendimento, gli alunni che necessitano di BES – Bisogni Educativi Speciali o con altre patologie, andranno trattati “con guanti bianchi” perché il loro avvenire è alquanto incerto ed insicuro. Il buon educatore dovrà alleviare il disagio, le difficoltà, i disturbi ed ottimizzare i bisogni che portano ad un rallentamento del programma nel soggetto affetto da patologie. Occorre fare di tutto affinché gli alunni abbiano lo stesso trattamento e la stessa «change» nella vita piena di ostacoli che a volte sono insormontabili. Un ringraziamento va all’associazione Assodolab che ha affrontato questi discorsi attraverso corsi di formazione e aggiornamento on-line e in presenza sia sui DSA che sui BES attraverso momenti di formazione in videoconferenza e a voi che seguite con attenzione questi bambini. Prof. Agostino Del Buono Presidente Nazionale Assodolab
DATA: 10/02/2011 - Autore Prof. Agostino Del Buono - Post 1501
COMMENTI - PAGINA 45
DATA 18/07/2016 15:04:00 - AUTORE Prof. Ugo Avalle
Condivido in toto le affermazioni contenute nel post a firma Jacopo. La mia lunghissima esperienza di formatore mi fa anche dire che per molti docenti tra il " dire" delle affermazioni di principio ed il " fare" dell'ordinaria attività didattica sta -purtroppo- il " mare" rappresentato dagli adempimenti burocratici,dalla necessità di concludere il programma.Anche /soprattutto per questi motivi gli alunni con BES continuano a vivere la loro situazione di bisogno e di disagio
DATA 19/07/2016 07:44:51 - AUTORE JacopoI073I
Come affermato nelle Nuove Indicazioni nazionali, l’ambiente di apprendimento in generale e nello specifico quello caratterizzato dalla presenza di alunni BES deve essere scomponibile e riorganizzabile in base alle esigenze didattiche del docente e dello studente, il quale deve poter costruire un proprio percorso individuale, disporre di materiali adatti al suo livello di apprendimento, tarati sul suo bisogno di personalizzazione ed, eventualmente, di recupero. Gli insegnanti devono compiere scelte formative e valutative, variando le strategie didattiche per offrire a tutti la possibilità di partecipare e di imparare (agganciando gli stili cognitivi e di apprendimento personali preferiti) e per stimolare anche i canali e gli stili meno utilizzati. Tra le strategie e le metodologie utili alla personalizzazione, ricordiamo l’apprendimento cooperativo e la differenziazione didattica. L’apprendimento cooperativo (Cooperative Learning) costituisce una specifica metodologia di insegnamento fondata sul lavoro in piccoli gruppi in cui gli studenti, favoriti da un clima relazionale positivo, apprendono insieme, conseguendo obiettivi la cui realizzazione richiede il contributo personale di tutti. Gli insegnanti assumono il ruolo di facilitatori e organizzatori dell’ambiente di apprendimento cooperativo.
DATA 20/07/2016 09:03:34 - AUTORE JacopoI073I
Oltre a sottolineare l’importanza degli strumenti compensativi e dispensativi da mettere in atto in base alla legge 170/2010 con riferimento agli alunni DSA è bene precisare quanto sia importante l’intervento nella scuola, nello specifico, l’istituzione scolastica deve prendere coscienza di come il ragazzo vive il disturbo; considerare la sua volontà di comunicarlo o meno alla classe e prendere qualunque decisione insieme a lui e alla sua famiglia rendendolo consapevole delle implicazioni favorevoli e contrarie; condividere la situazione diagnostica all’interno del gruppo docente e informare il referente sui DSA e la Commissione preposta; costruire un clima relazionale disteso: dare comunicazioni chiare e precise, lasciare a ciascuno tempi adeguati di pensiero e reazione, gratificare ogni alunno, sottolineare il positivo invece del negativo, sostenere l’autostima, non usare ironia (né sarcasmo), accogliere ed accettare le diversità, rassicurare; mettere a punto strategie didattiche adeguate alle caratteristiche dell’alunno; inserire in classe da subito tutti gli strumenti compensativi utili (cartelloni, pc…) in modo da renderli strumenti di uso quotidiano per tutti; sensibilizzare e coinvolgere il gruppo classe (prima di parlarne con i compagni è necessario avere il consenso dei genitori e dell’alunno con DSA). Il ruolo della famiglia è fondamentale. Genitori, figli e scuola devono stipulare un’alleanza basata sulla consapevolezza, sulla considerazione delle abilità e caratteristiche del bambino/ragazzo e sul rispetto dei tempi e delle modalità di studio e apprendimento. È bene precisare che è importante che la famiglia sia informata sui DSA ma ciò non significa che per prendersi cura del proprio figlio occorra sapere tutto riguardo ai disturbi specifici dell’apprendimento. Al contrario, è fondamentale trasmettere al proprio figlio fiducia in sé e nelle proprie potenzialità, nonostante le difficoltà che può incontrare nel suo percorso scolastico. Genitori e insegnanti devono consentire al ragazzo di sperimentare come affrontare la studio, la scuola e l’apprendimento in generale fornendo gli strumenti necessari e il supporto quando occorre, ma allo stesso tempo incentivando l’autonomia.
DATA 21/07/2016 10:48:56 - AUTORE JacopoI073I
L’insegnante deve partire dal presupposto che per un DSA, l’apprendimento non è impossibile, è solo “disturbato”, alterato, e pertanto avviene in modo “speciale”. È fondamentale che egli collabori attivamente con i colleghi del consiglio di classe, che comunichi continuamente con i genitori. Per facilitare l’apprendimento non occorre il ricorso disperato agli strumenti compensativi o dispensativi, l’insegnante deve mettere in gioco la propria creatività per trovare quelle strategie che permettono l’automatizzazione dei processi di decodifica. Per trovare strategie didattiche per facilitare l’apprendimento non occorre il ricorso a figure specialistiche. Spesso questa ricerca affannosa è proprio un segnale della difficoltà dell’insegnante. Riconoscere i comportamenti “spia” di un DSA, alla scuola secondaria superiore, è molto difficile, in quanto si tratta di ragazzi che non essendo stati precocemente diagnosticati, non comprendono i numerosi insuccessi vissuti, e hanno un’immagine di sé negativa. Vengono fuori le implicazioni psicologiche sul piano emotivo del ragazzo, che sembra abbia gettato la spugna e non vuole che si creino aspettative nei suoi confronti: ansia, frustrazione, senso di inferiorità, rabbia, sentimenti depressivi, scarso senso di autoefficacia e autostima. Manca la capacità di “coping”, di fronteggiare le situazioni. I possibili esiti di rischio, nella maggior parte dei casi, sono 'ritiro sociale' e 'aggressività'. Aggressività che si manifesta con forme diverse, per esempio l'esacerbato umorismo, apparentemente non pericoloso ma da ritenere un segnale di pericolo. La bassa stima di sé provoca allontanamento sociale e sentimenti depressivi, cui bisogna prestare molta attenzione come insegnanti. Un chiaro segnale è la difficoltà di controllo del movimento; ma anche la continua ricerca di approvazione è un sentimento depressivo. Se non si interviene in modo adeguato, nel caso di disturbi specifici di apprendimento aumentano i disturbi associati: iperattività, deficit di attenzione, ansia. Ciò accade perché, spesso, non riuscendo a darsi delle spiegazioni, questi ragazzi attribuiscono a loro stessi gli insuccessi e al caso i successi (sindrome attributiva).
DATA 24/07/2016 21:36:57 - AUTORE DoroteaB302X
Ho terminato da poco il corso BES Advanced full immersion. Esco molto arricchita da questo percorso formativo. Il contenuto delle videolezioni riguardanti le videoconferenze è ottimo. Importantissimi ed utili sono gli interventi affrontati, nelle domande\risposte sui BES, sui test e questionari, sulle schede di approfondimento riguardanti la certificazione e la diagnosi e sulle indicazioni di carattere metodologico-didattico. Utilissime a mio giudizio trovare nella stessa piattaforma il richiamo rigurdante,la Direttiva Ministeriale del 27 Dicembre 2012,la Circolare Ministeriale del 6 marzo 2013 e le successive note. La piattaforma è funzionale, sono molto soddisfatta dal fatto che ci siano tali corsi da poter seguire in modalità on line. Gli argomenti trattati hanno suscitato in me una profonda riflessione riguardante tutti gli aspetti, affinchè gli alunni con e senza Bisogni Educativi Speciali si sentano a proprio agio in ogni momento della lezione e in tutte le discipline per poter affrontare al meglio le problematiche che si presentano nel gruppo classe essendo composta da svariati alunni con differenti bisogni educativi e che solo con strategie didattiche mirate possiamo allinearli all’intero contesto. Devo ammettere che quest’esperienza è stata particolarmente utile e gratificante per la crescita della mia professionalità Volevo ringraziare il Prof. Avalle e il presidente Del Buono per aver arricchito le mie conoscenze, grazie ad Assodolab che mi ha dato l’opportunità di frequentare tale corso e tutto il team che gestisce la piattaforma in maniera completa e funzionale. Proseguirò con altri corsi per arricchire sempre di piu’le mie conoscenze. Grazie
DATA 25/07/2016 21:18:46 - AUTORE BeatriceA271O
Sono una docente di diritto ed economia della scuola superiore di secondo grado e mi sono iscritta a questo corso per conoscere e sviluppare delle competenze per affrontare le problematiche dell’apprendimento scolastico riguardanti i DSA e i BES che possono essere presenti in una classe. Posto che per quanto riguarda gli alunni disabili con sostegno la collaborazione con l’insegnante curriculare va da sé, sempre più delicato è il compito di ogni insegnante curriculare che deve essere preparato a fornire gli ausili necessari e opportuni agli studenti in difficoltà , sia per coloro che sono certificati come DSA e sia per coloro che non lo sono, pur manifestando difficoltà di apprendimento dovute a cause di diversa natura. La delicatezza che deve apprestare il docente della scuola superiore che insegna la singola disciplina è secondo me nella individuazione degli alunni veramente bisognosi che necessitano di un percorso personalizzato volto al raggiungimento degli obiettivi scolastici. Non è sempre facile individuare gli studenti BES e a volte capita che la famiglia di questi alunni/e non sia d’accordo nel ritenere il loro figlio “bisognoso” di ausili ritenendo addirittura l’acronimo di BES in senso negativo o comunque pensando a torto che il loro figlio possa sentirsi diverso dagli altri studenti “non bisognosi”. E’ importante dunque sapere individuare un alunno con bisogni educativi speciali e sapere come aiutarlo. Bisogna stare attenti all’individuazione degli alunni BES perché l’insegnante potrebbe cadere in errore basandosi su una valutazione superficiale o per sentito dire da altri e magari l’alunno non è affatto Bes , perché in altri contesti non presenta alcuna difficoltà di apprendimento. Ecco perché penso che siano di primaria importanza la collaborazione tra insegnanti che veramente si rendono conto di queste difficoltà di alcuni alunni e l’assenso dei genitori nel far seguire al ragazzo che si trova a disagio un percorso personalizzato che lui stesso è consapevole di voler seguire e che lo aiuti validamente a superare queste difficoltà che potrebbero essere anche temporanee.
DATA 28/07/2016 11:22:23 - AUTORE silvana1A580V
Ritorno sul forum, dopo aver goduto delle chiare e meticolose indicazioni del corso. Ho trovato molto interessanti i suggerimenti inerenti la questione prove INVALSI,causa,spesso, di spiacevoli diatribe tra noi docent,.e certamente potro'coadiuvarei miei colleghicon argomentazioni piu' fondate.In realta',questo corso mi ha posto in un atteggiamento di maggiore attenzione e di coinvolgimento responsabile nei confronti degli alunni BES, poiche'ha toccato problematiche piu' sensibili e reali di quanto potessi pensare. Grazie
DATA 28/07/2016 12:26:12 - AUTORE silvana1A580V
Salve.Anch'io,come qualcuno ha gia'fatto,vorrei spendere due parole sul rapporto docente curricolare edocente di sostegno.Ci lamentiamo della scarsa collaborazione dei genitori, ogni qualvolta vogliamo proporre un PDP, ma non diciamo mai che, ancheall'interno dell'istituzione scuola ,talvolta, troviamo chiusura e scarsa collaborazione.Come e' possibile che un docente curricolare oppure un docente supplente non possa prendere visione del PDP, redatto per un BES con certificazione? Ci si trova di fronte ad un clima, quasi omertoso,in nome di una presunta salvaguardia della privacy dell'alunno,solo perche'si e'docenti di..passaggio in quella istituzione! Ma siamo sicuri che cosi' tuteliamo l'alunno?Pare proprio di no.Anzi,lo si mette in condizione di subire un carico maggiore delle proprie difficolta,'causate dalla non conoscenza o inesperienza di chi dovrebbe aiutarlo. La mission del docente di sostegno e' quella di fare comprendere che l' alunno BES e',come gli altri,un alunno che vive nel contesto " Istituto" ed, in quanto tale,richiede un lavoro di attenzione e facilitazione svolto in sinergia con tutti i docenti e collaborazione del personale ATA.
DATA 30/07/2016 10:53:02 - AUTORE BeatriceA271O
Sul finire del corso intervengo per ringraziare il Prof. Avalle e il Presidente Prof. Del Buono per aver avuto l’opportunità di svolgere questo corso Base sulla problematica BES . Per me è stata la prima esperienza on-line e per questo ho scelto il corso Basic. Posso ritenermi soddisfatta delle utili lezioni svolte dal Prof. Avalle , molto chiare nei contenuti espressi e collegate ai documenti normativi a disposizione del corsista . Trovo che l’impostazione di questo corso fornisca input stimolanti anche per la stesura della tesina finale da progettare in autonomia e creatività. Di conseguenza penso di aver posto le basi di conoscenza sulla problematica Bes , sempre più riscontrabile nella realtà scolastica e che non può essere di certo ignorata. In futuro, considerata la doverosità dell’aggiornamento professionale del docente curricolare su queste tematiche che richiedono anche nozioni e competenze filo pedagogiche , continuerò nel percorso formativo intrapreso non escludendo l’opzione di corsi on line di mio interesse e che saranno fruibili da questa associazione.
DATA 02/08/2016 21:37:39 - AUTORE Patrizia_H118L
"I BES non si certificano!" Espressione esemplificativa del prof. Avalle frequentemente ribadita nel corso dei quattro video relativi al corso BES Basic. La rilevanza di tale espressione è infatti proporzionale all'impegno e alla dedizione che la scuola e i suoi stakeholders devono dedicare all'efficace gestione delle problematiche degli alunni con BES. E' sempre importante ricordare il ruolo centrale dei Consigli di Classe o dei team dei docenti che hanno il compito di indicare in quali casi sia opportuna e necessaria l'adozione di una personalizzazione della didattica: come esplicitato nella Direttiva_del_27_12_2012, "Un approccio educativo, non meramente clinico dovrebbe dar modo di individuare strategie e metodologie di intervento correlate alle esigenze educative speciali, nella prospettiva di una scuola sempre più inclusiva e accogliente"
DATA 03/08/2016 19:07:07 - AUTORE Patrizia_H118L
Vorrei condividere la mia riflessione in merito a tante osservazioni (e/o paure) da parte di docenti, discenti e relative famiglie circa le difficoltà e la fatica che per lo studente con BES comporterebbe lo studio delle lingue straniere. I contributi in merito vanno dalla tendenza a considerare inutili le lezioni di lingua straniera in generale, ancor più per coloro che evidenziano notevoli difficoltà nella lingua materna. Tuttavia, è stato invece possibile ravvisare in alcuni contesti didattico-educativi ovvero in reali situazioni didattiche, che l'apprendimento di una lingua straniera (grazie all'adozione di strategie didattiche facilitanti o comunque altamente motivanti per tutti i discenti del gruppo classe) può avere un'influenza positiva sui processi educativi. Per sua caratterizzazione, inoltre, lo 'studio' della lingua straniera stimola la comunicazione (in particolare la comunicazione orale) e favorisce la socializzazione attraverso lo svolgimento di tasks in coppia o piccoli gruppi di lavoro.
DATA 03/08/2016 23:39:54 - AUTORE Patrizia_H118L
"I BES non si certificano!" Espressione esemplificativa del prof. Avalle frequentemente ribadita nel corso dei quattro video relativi al corso BES Basic. La rilevanza di tale espressione è infatti proporzionale all'impegno e alla dedizione che la scuola e i suoi stakeholders devono dedicare all'efficace gestione delle problematiche degli alunni con BES. E' sempre importante ricordare il ruolo centrale dei Consigli di Classe o dei team dei docenti che hanno il compito di indicare in quali casi sia opportuna e necessaria l'adozione di una personalizzazione della didattica: come esplicitato nella Direttiva_del_27_12_2012, "Un approccio educativo, non meramente clinico dovrebbe dar modo di individuare strategie e metodologie di intervento correlate alle esigenze educative speciali, nella prospettiva di una scuola sempre più inclusiva e accogliente"
DATA 03/08/2016 23:41:52 - AUTORE Patrizia_H118L
Vorrei condividere la mia riflessione in merito a tante osservazioni (e/o paure) da parte di docenti, discenti e relative famiglie circa le difficoltà e la fatica che per lo studente con BES comporterebbe lo studio delle lingue straniere. I contributi in merito vanno dalla tendenza a considerare inutili le lezioni di lingua straniera in generale, ancor più per coloro che evidenziano notevoli difficoltà nella lingua materna. Tuttavia, è stato invece possibile ravvisare in alcuni contesti didattico-educativi ovvero in reali situazioni didattiche, che l'apprendimento di una lingua straniera (grazie all'adozione di strategie didattiche facilitanti o comunque altamente motivanti per tutti i discenti del gruppo classe) può avere un'influenza positiva sui processi educativi. Per sua caratterizzazione, inoltre, lo 'studio' della lingua straniera stimola la comunicazione (in particolare la comunicazione orale) e favorisce la socializzazione attraverso lo svolgimento di tasks in coppia o piccoli gruppi di lavoro.
DATA 05/08/2016 15:40:17 - AUTORE Patrizia_H118L
E' estremamente importante "richiamare l’attenzione su quell’area dei BES che interessa lo svantaggio socioeconomico, linguistico, culturale. [...] Per questi alunni, e in particolare per coloro che sperimentano difficoltà derivanti dalla non conoscenza della lingua italiana - per esempio alunni di origine straniera di recente immigrazione e, in specie, coloro che sono entrati nel nostro sistema scolastico nell’ultimo anno - è parimenti possibile attivare percorsi individualizzati e personalizzati, oltre che adottare strumenti compensativi e misure dispensative (ad esempio la dispensa dalla lettura ad alta voce e le attività ove la lettura è valutata, la scrittura veloce sotto dettatura, ecc.), con le stesse modalità sopraindicate" [Direttiva Ministeriale 27 dicembre 2012 “Strumenti d’intervento per alunni con bisogni educativi speciali e organizzazione territoriale per l’inclusione scolastica”. Indicazioni operative] Nella scuola italiana troppo spesso gli insegnanti danno per scontate le competenze linguistico-comunicative e cognitive degli allievi stranieri, ritenuti in grado di poter svolgere i medesimi compiti e lavorare sugli stessi materiali didattici degli studenti italiani. Questa errata convinzione si fonda spesso sull'idea che chi ha acquisito, almeno in parte, la lingua per la comunicazione di base (BICS) sia in grado di svolgere con successo dei compiti scolastici che richiedono invece lo sviluppo del CALP. Per consentire agli studenti di imparare sia i contenuti disciplinari sia la lingua per lo studio, sono invece necessarie delle metodologie e delle pratiche didattiche che permettano loro di svolgere compiti non eccessivamente complessi (e dunque non demotivanti), ma adeguati al loro livello di conoscenza linguistica e culturale. La facilitazione comporta così un'azione che si articola su quattro versanti: la lingua, con la semplificazione di testi scritti e orali; le metodologie di lavoro adottate, che privilegiano l'approccio cooperativo, l'interazione tra pari, il lavoro in piccoli gruppi, la didattica ludica, la didattica personalizzata, le simulazioni, la multimedialità; il clima di collaborazione che si instaura in classe sia tra gli allievi, sia tra gli studenti e i docenti; i contenuti, che dovrebbero essere quelli essenziali e interdisciplinari, ma con la possibilità di essere trattati da più docenti e secondo diversi punti di vista.
DATA 11/08/2016 13:01:38 - AUTORE Daniela_A509L
Sono una sociologa impegnata da tempo in progetti di assistenza domiciliare a minori con problematiche di disagio psico-fisico, comportamentale e ambientale. Da volontaria e socia di un’associazione di promozione sociale ho intenzione di potenziare l’area dedicata alla formazione e in particolare al settore del sostegno scolastico di base nelle ore pomeridiane, riservando un’attenzione particolare agli alunni con DSA. Mi avvicino per la prima volta a questa tematica, fermamente convinta che grazie alla sinergia tra scuola, famiglia e sostegno didattico pomeridiano si possa migliorare la qualità dell’apprendimento dei bambini.
DATA 15/08/2016 12:38:09 - AUTORE CeciliaA657L
Dal momento che ho già avuto alcune piccole esperienze nel campo dell’insegnamento e sono un’aspirante insegnante ho deciso di seguire il corso sui DSA promosso da Assodolab. Questo sia per aggiornarmi e informarmi sugli obblighi che la Scuola ha nei confronti degli alunni con DSA, sia soprattutto per documentarmi sulla natura dei vari disturbi, sulle principali problematiche che non soltanto gli studenti con DSA, ma anche gli insegnanti che li seguono possono riscontrare durante il percorso scolastico e sul modo migliore di intervenire per arginare tali difficoltà. Come infatti scrive il professor Del Buono, è necessario adoperarsi affinché tutti gli alunni possano ricevere il medesimo trattamento ed essere posti in uguale possibilità di imparare. Ogni studente rappresenta infatti un soggetto diverso, con diverse potenzialità e abilità ed è giusto pertanto che venga messo nella condizione di poterle esprimere al meglio e valorizzarle.
DATA 16/08/2016 15:05:52 - AUTORE Andrea_g491g
Buonasera. Sono un aspirante insegnante di Storia dell'Arte e Disegno e ho deciso di frequentare il corso sui DSA di Assodolab perché, soprattutto nell'ambito della mia disciplina, credo sia importante il lavoro con i bambini ed i ragazzi che presentano questi tipi di disturbi. Credo fermamente che il lavoro per immagini, mappe iconografiche e la pratica manuale del disegno e della riproduzione libera delle opere d'arte siano gli strumenti giusti per poter dare a tutti gli alunni la possibilità di imparare e di esprimere al meglio le proprie potenzialità. L'obiettivo ultimo deve essere il successo del singolo ragazzo e ciò deve essere garantito tramite la costruzione del suo percorso personalizzato. Un percorso favorito, a mio avviso, dalla disciplina artistica soprattutto per quanto riguarda la parte pratica della materia che può dare libertà di pianificazione di un programma adattato alle capacità del singolo studente.
DATA 16/08/2016 21:09:03 - AUTORE LUCIANA
Buonasera a tutti! Sono un insegnante abilitata in Educazione Fisica, negli ultimi 5 anni ho avuto la possibilità di svolgere il ruolo di insegnante di sostegno per alunni con diverse patologie. Ritengo che ogni docente non debba mai smettere di formarsi, ancora di più in questo settore. Per me è essenziale il cercare di creare un vero team tra tutto il corpo docente, la famiglia e il team medico poiché senza una squadra unita e compatta non si raggiungono i risultati. La preparazione è essenziale, per intervenire in modo corretto su alunni DSA, evitando così l'improvvisazione a mio avviso deleteria per la formazione del discente. Bisognerebbe unire alle modalità di intervento la fantasia del docente e cioè applicare metodi sempre nuovi e coinvolgenti poiché spesso gli alunni DSA, vivono il disagio con grande apatia. Colgo l'occasione per ringraziare l'assodolab per aver creato questo percorso di crescita professionale.
DATA 23/08/2016 21:09:27 - AUTORE CeciliaA657L
Come ho già scritto in un intervento fatto in precedenza, sto seguendo il corso sui DSA promosso da Assodolab per documentarmi sui Disturbi dell’Apprendimento e sulle strategie da adottare con gli alunni che presentano tali difficoltà. Sebbene sia arduo dare una definizione univoca dei DSA, l’esistenza di questo tipo di disturbi è un dato di fatto, come lo sono la loro origine neurobiologica e i vantaggi derivati dal riconoscerli il prima possibile sin dai primi anni della scuola. Questo affinché, grazie ad un intervento tempestivo, vengano attuate strategie didattiche flessibili in base alle caratteristiche non solo dei vari disturbi, ma anche dei singoli alunni. L’importanza del riconoscimento dei DSA e dell’intervento mirato si spiega con la facoltà che la Scuola ha di ridurre – ma, purtroppo, anche di accentuare – queste difficoltà. L’apporto della Scuola è infatti fondamentale sia per riuscire a scoprire e potenziare le abilità degli studenti con DSA sia per evitare che si verifichino casi di abbandono scolastico (quasi inevitabile qualora gli alunni, pur impegnandosi molto, non ricevano gratificazioni, quali possono essere valutazioni positive durante il percorso di studio).
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DATA 18/07/2016 09:08:35 - AUTORE JacopoI073I
L’iter legislativo che ha permesso alla scuola italiana di abbandonare l’istruzione speciale o differenziale e orientarsi verso un processo educativo d’integrazione, in una prospettiva inclusiva, è stato contraddistinto da importanti tappe legislative. Le più significative sono circoscritte nel ventennio compreso dal 1971 al 1992. Il termine inclusione allarga questo riconoscimento agli alunni con qualsivoglia differenza non limitandosi solo ad alcune categorie come quelle dei disabili o di coloro che incontrano difficoltà, ma coinvolge tutti gli alunni. Nel corso degli ultimi anni, infatti, è aumentato considerevolmente il numero di alunni che presentano varie tipologie di difficoltà, le quali non sono riconducibili alle principali classificazioni dell’ICF, ma che avanzano agli insegnanti richieste di interventi “curvati” sulle loro caratteristiche peculiari, che derivano dalla loro situazione peculiare. L’espressione Bisogni Educativi Speciali (BES) fa riferimento all'emanazione della Direttiva Ministeriale del 27 dicembre 2012 “Strumenti di intervento per alunni con Bisogni Educativi Speciali e organizzazione territoriale per l’inclusione scolastica“ e fa leva proprio sul concetto di “inclusione”, la prospettiva di una scuola inclusiva e di valore è la seguente: fare in modo che tutte queste diversità si sentano incluse, non ”in-claudo” (chiuse dentro), in un contesto. Perché questo accada sono necessarie occasioni di incontro con l’altro. E’ ovvio che la scuola, in un sistema formativo integrato, svolge un compito importante, fondamentale. I docenti sono chiamati, in primis, ad acquisire nuove consapevolezze in ordine allo sviluppo del pensiero ed alla sua educabilità. E’ necessario valorizzare il modo, o meglio, i modi in cui si apprende, modulando l’insegnamento per rapportarsi in modo efficace con tale complessità. Questo vuol dire conoscere meglio l’apprendimento, condividere la lettura dei bisogni, i metodi e le strategie più idonei a rispondervi.