DATA: giovedì 21 novembre 2024
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In questi venti anni ed oltre di insegnamento, penso di aver visto un po’ tutto quello che succede negli Istituti di Scuola Superiore italiana. Dal Nord al Sud, dall’Est all’Ovest, anche se gli edifici scolastici cambiano dal più moderno a quello più obsoleto, il materialo umano è sempre lo stesso. Gli alunni in difficoltà vanno motivati o rimotivati, gli insuccessi scolastici vanno portarli a dei buoni risultati, la perdita di autostima ed atteggiamenti rinunciatari nei confronti della Scuola devono essere un punto prioritario di ogni docente, sia esso specializzato sul sostegno, sia esso curriculare. Ognuno deve dare il meglio di se stesso, partendo dalla propria esperienza professionale. Gli alunni ed in special modo, gli studenti con Disturbi Specifici di Apprendimento, gli alunni che necessitano di BES – Bisogni Educativi Speciali o con altre patologie, andranno trattati “con guanti bianchi” perché il loro avvenire è alquanto incerto ed insicuro. Il buon educatore dovrà alleviare il disagio, le difficoltà, i disturbi ed ottimizzare i bisogni che portano ad un rallentamento del programma nel soggetto affetto da patologie. Occorre fare di tutto affinché gli alunni abbiano lo stesso trattamento e la stessa «change» nella vita piena di ostacoli che a volte sono insormontabili. Un ringraziamento va all’associazione Assodolab che ha affrontato questi discorsi attraverso corsi di formazione e aggiornamento on-line e in presenza sia sui DSA che sui BES attraverso momenti di formazione in videoconferenza e a voi che seguite con attenzione questi bambini. Prof. Agostino Del Buono Presidente Nazionale Assodolab
DATA: 10/02/2011 - Autore Prof. Agostino Del Buono - Post 1501
COMMENTI - PAGINA 16
DATA 12/04/2012 19.56.33 - AUTORE pieraf205a
Sono una docente di scuola superiore ed ormai insegno da più di dieci anni sentendomi spesso impotente di fronte ad alunni problematici. Nel mio percorso da insegnante ho conosciuto problematiche varie che vanno dalla scuola materna, alle medie ed infine alle superiori. Ho operato anche come docente di sostegno e lì, la mia impotenza era ancora più accentuata. Noi insegnati abbiamo poco tempo e poche risorse per aiutare gli alunni disagiati e spesso ci scontriamo con realtà dure che invece di aiutarci, ci ostacolano. La collaborazione con la famiglia è complicata ed il contesto classe, sempre più affollato, rende difficilmente applicabili le nostre programmazioni personalizzate. Le riforme che continuano a fare tagli,rendono ancora più complesso il nostro delicato lavoro.I programmi, gli obiettivi, i voti, e le pagelle non devono farci perdere di vista i protagonisti della scuola: gli alunni.I ragazzi più problematici poi, meriterebbero più rispetto.
DATA 12/04/2012 20.24.56 - AUTORE mariavincenza_g511v
Sono un’insegnante di Matematica in una scuola secondaria di secondo grado e nelle mie classi, spesso, sono presenti alunni con DSA. Grazie a strumenti compensativi, quali l’uso della tavola pitagorica, della calcolatrice, delle tabelle delle formule, e misure dispensative, come le interrogazioni programmate, verifiche scritte con meno esercizi in tempi più lunghi, compiti a casa ridotti, i miei alunni riescono bene nella disciplina. Mi accorgo che spesso si sentono insicuri e chiedono ripetutamente conferma di quello che fanno, ma con risposte semplici e mirate riesco a far superare loro le difficoltà. Di solito faccio utilizzare il libro adottato solo per la pratica e non per la teoria, in quanto gli alunni con DSA hanno difficoltà nell’interpretazione del testo scritto, per cui mi prodigo in spiegazioni chiare, ripetute e con molti esempi. E’ inutile dire che la didattica adottata per i ragazzi con DSA è funzionale a tutta la classe.
DATA 13/04/2012 15.56.07 - AUTORE Giovanna Chiara Sarnataro
Salve, sono una pedagogista; ritengo che lo studio sui DSA sia fondamentale all’interno della scuola ed in qualsiasi ambito extra-scolastico. La scuola infatti, assume in questo caso un ruolo essenziale nella segnalazione delle difficoltà di apprendimento. L’insegnante può rendersi conto fin dall’inizio che un alunno si discosta dal gruppo nell’acquisire le competenze previste nel percorso didattico. L’individuazione dei DSA da parte degli insegnanti deve essere effettuata con l’ausilio di strumenti che siano in grado di evidenziare la presenza di situazioni “a rischio” e individuare i momenti significativi del percorso scolastico in cui sarebbe meglio effettuare la segnalazione. Inoltre credo che la prevenzione debba essere strumento necessario e primario soprattutto nelle situazioni di rischio (ad esempio in alunno con pregresso disturbo di linguaggio, o manifestazioni di difficoltà varie nella Scuola dell’infanzia e soprattutto nelle prime fasi di apprendimento) al fine di evitare ulteriori problematiche connesse all’apprendimento scolastico. Gli alunni che presentano difficoltà specifiche di apprendimento, non devono essere lasciati soli nel loro iter scolastico, ma bensì supportati non solo da gli insegnati di sostegno o curriculari, ma anche dall’aiuto di strumenti specifici come ad esempio: supporti informatici, audiovisivi, schede personalizzate. Tutto ciò al fine di non escludere gli alunni affetti da DSA dal contesto classe, ma aiutandoli affinché aumenti la loro autostima e conoscenza delle proprie capacità. Gli insegnanti con l’aiuto della famiglia e di un ”equipe pedagogica” devono stilare un percorso didattico personalizzato (PEP) atto a migliorare le potenzialità di sviluppo e di crescita di ciascuno alunno. Tale documento deve contenere, la descrizione della situazione di partenza,gli obiettivi, gli interventi didattico educativi della scuola e i criteri e le modalità di verifica e valutazione.
DATA 13/04/2012 17.39.52 - AUTORE Romina
Quando sento parlare di strategie da utilizzare con alunni affetti da DSA, mi rendo conto di quanto questo concetto sia legato, a volte,alla sterile ed inopportuna improvvisazione.E' questa una riflessione rivolta, in primis, al mio operato quotidiano: il disagio, anche quello apparentemente più semplice, impone metodi e strumenti consapevoli e mirati.
DATA 13/04/2012 17.41.34 - AUTORE angi
anche se l'Italia è all'avanguardia sulle leggi relative all'handicap, c'è ancora molto da lavorare
DATA 13/04/2012 20.35.19 - AUTORE Daniela_i754o
1° intervento forum Assodolab Daniela_i7540 Salve, sono una docente precaria di scuola primaria; nella mia carriera scolastica non ho mai avuto modo di incontrare un alunno affetto da Dsa, o perlomeno, non sono stata in grado di individuarne uno. Pertanto ho deciso di seguire questo corso, poiché ritengo che sia fondamentale essere aggiornati in questo settore, per poter intervenire in modo appropriato qualora si riscontri un caso di DSA. Occorre che l’ambiente scolastico in primis sappia costruire un percorso educativo adeguato a tutti i bambini, soprattutto a quelli che hanno particolari necessità, in modo da poter anche aiutare le famiglie, dando loro indicazioni sul percorso da seguire per poter aiutare i loro bambini.
DATA 13/04/2012 21.14.26 - AUTORE Tina0501
Io sono convinta che lo studente con DSA se opportunamente supportato e valutato con criteri adeguati, è in grado di raggiungere gli stessi risultati dei compagni . A mio parere si tratta di variare alcuni aspetti dell'apprendimento e della valutazione. Ad esempio, privilegiare l'orale sullo scritto e l'approccio per immagini, concedere più tempo per l'esecuzione delle attività, evitare alcune tipologie di esercizi notoriamente ostici sono solo alcuni accorgimenti che si possono mettere in pratica facilmente.
DATA 14/04/2012 18.37.49 - AUTORE sandrol049o
Salve, lavoro da molti anni nel settore della formazione, la maggior parte del quale trascorso in scuole militari, dove, probabilmente a causa di specifiche selezioni effettuate a monte per poter accedere alle carriere militari, non mi sono mai trovato ad avere a che fare con soggetti che presentassero problemi specifici dell’apprendimento. Da alcuni anni sono passato all’insegnamento nelle scuole della Pubblica Istruzione e mi sono dovuto confrontare con questa nuova realtà. La mia impreparazione sul modo di affrontare questa problematica, unita alla volontà di cercare di trovare le strategie migliori per ridurre il disagio che vivono i ragazzi con DSA, favorendone il successo formativo, mi ha convinto a seguire un corso specifico che mi permettesse di conoscere meglio gli aspetti peculiari di tali disturbi e quali sono gli interventi necessari per assicurare il giusto supporto alla formazione dell’alunno anche con l’aiuto degli strumenti compensativi e dispensativi più efficaci.
DATA 14/04/2012 20.39.08 - AUTORE gelsominal845a
I bambini affetti da DSA vivono la scuola come una sofferenza e pertanto tendono talvolta a manifestare il loro disagio attraverso un comportamento poco rispettoso delle regole o, al contrario, isolandosi dal contesto classe. Compito del docente è quello di aiutarli ad aumentare il livello di autostima utilizzando le giuste strategie didattiche e costruendo per loro un percorso educativo coerente con i bisogni specifici di questo tipo di alunni. Ritengo quindi indispensabile che ai docenti venga offerta una formazione specifica seria che consenta loro innanzitutto di individuare quanto più precocemente possibile un eventuale disturbo dell'apprendimento e, successivamente, di intervenire utilizzando gli strumenti più opportuni.
DATA 15/04/2012 10.37.45 - AUTORE Giuseppina-I754Y
PRIMO INTERVENTO FORUM ASSODOLAB Giuseppina. Salve, sono una insegnante di scuola materna e il disagio e le difficolta’ di apprendimento di un bambino affetto da DSA non l’ho mai riscontrato fino ad oggi anche se e’ conosciuto da tutti. Grazie a questo corso che mi permette di poter partecipare posso approfondire la mia conoscenza e cercare in futuro di metterla in atto nel momento in cui mi si presentasse un caso di DSA( Disturbo Specifico di Apprendimento). Ritengo sia importante riconoscere bambini affetti da DSA e poterli seguire con percorsi mirati e Interagire con loro in maniera corretta. Il compito di ogni insegnante sara’ quello di trovare delle strategie didattiche diverse da quelle utilizzate per gli altri studenti e cercare innanzitutto di far vivere all’alunno le ore scolastiche in maniera normale altrimenti potrebbe segnare la fine del suo percorso scolastico.
DATA 15/04/2012 18.54.06 - AUTORE LUISA_G568C
L'insegnante certamente ha un ruolo fondamentale nell'individuazione dei casi di alunni con DSA, è importante che tali problemi vengano individuati subito,in modo da realizzare attività di recupero mirato per i casi sospetti, attraverso una diversificazione dei percorsi di apprendimento e l'eventuale utilizzo di strumenti compensativi che possano facilitare l'esecuzione delle attività richieste. In questo modo l'alunno accresce la propria autostima e può affrontare con serenità il proprio percorso scolastico.
DATA 16/04/2012 12.27.27 - AUTORE annaluciaD708K
Sono una docente precaria di sostegno di scuola secondaria superiore. Questo è il mio dodicesimo anno di insegnamento sempre sul sostegno. Nel corso della mia carriera scolastica ho incontrato numerosi alunni in difficoltà certificati e non. Non va dimenticato che all'interno della stessa classe sono presenti ragazzi affetti da patologie eterogenee e bisognosi, quindi, di interventi diversificati. Per quanto riguarda i ragazzi con DSA, ho seguito in particolare due ragazze dislessiche, fino al conseguimento del diploma. Il lavoro è stato complesso ma proficuo. Insieme ai colleghi curriculari, abbiamo utilizzato tutte le misure compensative e dispensative disponibili, coinvolgendo quanto più è stato possibile tutto il gruppo classe. Fondamentale è risultata, dunque, la collaborazione tra gli insegnanti curriculari, l'insegnante di sostegno e gli alunni. Ce la faranno da soli gli insegnanti curriculari ad occuparsi anche dei DSA senza la collaborazione degli insegnanti di sostegno?
DATA 16/04/2012 16.33.27 - AUTORE inesD662K
Considero utile e attuale la formazione proposta da questo corso, dal momento che i casi di alunni certificati DSA nel'istituto dove insegno (Istituto Professionale di Stato) risultano notevolmente aumentati soprattutto da quando sono cambiate le indicazioni ministeriali che hanno regolato per anni queste situazioni. La mia esperienza lavorativa si attesta su 26 anni di esperienza, attraverso l'insegnamento di Trattamento Testi, che consente di individuaare facilmente le problematiche spazio/tempolali, di memorizzazione e di ortografia che molti alunni presentano.
DATA 16/04/2012 16.38.38 - AUTORE annaritaL120K
Opero in un Istituto Professionale di Stato della Provincia di Latina, insegnando Trattamento Testi nei corsi aziendali da 24 anni. Da alcuni anni ho potuto notare un certo incremento delle difficoltà ortografiche e, ei memorizzazione e di spazio di alcuni alunni che precedentemente venivano assistiti da insegnanti di sostegno. La materia da me insegnata pone specificamente l'attenzione sull'acquisizione dell'autonomia spazio/temporale dell'allievo e sui tempi legati alla scelta di parole con le doppie o all'uso consequenziale di diagrammi e/o trigrammi . Per questo motivo ritengo utile una formazione che affronti il problema del D.S.A.
DATA 16/04/2012 17.12.50 - AUTORE mariaA512B
Sono un insegnante di sostegno che da 11 anni opera all'interno di un Istituto Professionale di Stato per l'area AD02 (materie umanistiche). Considero importante questo corso di formazione perché sono cambiate le linee guida legate ai DSA, per la qualcosa ritengo utile acquisire una maggiore formazione oltre che una migliore formazione pratico-applicativa delle nuove norme. All'interno del nostro istituto si testano numerosi casi di alunni affetti da DSA e molti altri non specificamente certificati.
DATA 16/04/2012 20.11.31 - AUTORE ANNA_I862Y
Sicuramente è fondamentale avere una diagnosi precoce in un bambino affetto da D.S.A. ed è compito del docente rilevare le difficoltà che il bambino incontra a scuola. Infatti, secondo me, prima si interviene e meglio è, solo così si può cercare di ridurre le sue difficoltà e di stimolare le strategie cognitive che possano prevenire conseguenze anche a livello psicologico.
DATA 16/04/2012 20.55.25 - AUTORE SARA_H792G
Dopo anni di silenzio finalmente si sono susseguiti disegni di legge, norme e circolari sui DSA, che hanno spinto a dedicare le giuste attenzioni e ad acquisire una rinnovata consapevolezza riguardo a tali 'disturbi invisibili'. Chi ne soffriva finiva per mimetizzarli e, nonostante gli sforzi, veniva etichettato come lento, svogliato, se non addirittura 'ritardato. Io sono un'insegnante di sostegno, anche se nella mia classe non ci sono situazioni di DSA. Dai commenti dei colleghi delle altre classi ho percepito, però, che c'è ancora molta confusione a riguardo (peraltro giustificata dal pluriennale silenzio cui accennavo prima) e che non sempre è facile mettere in atto le 'misure compensative e dispensative' che le le recenti norme suggeriscono per ottimizzare le potenzialità di apprendimento dei soggetti affetti da questo disturbo. I problemi principali si notano sopratutto sul piano della valutazione. Spero che questo corso possa contribuire a migliorare la concreta pratica scolastica in cui noi insegnanti ci trovamo ad operare.
DATA 17/04/2012 10.20.27 - AUTORE FortunaF839V
Alla fine di questo corso, sottolineo l'importanza del comportamento che insegnanti e genitori devono assumere verso tutti i bambini che presentano disturbi specifici dell'apprendimento. Rimproverare demotiva maggiormente, quindi prima di avere un atteggiamento di punizione, bisogna documentarsi bene. Questo, purtroppo, non sempre avviene e i giudizi negativi peggiorano ancor di più bambini che potrebbero migliorare molto se aiutati.
DATA 17/04/2012 15.29.27 - AUTORE mariaG568O
Sono del parere che la diagnosi di D.S.A. deve essere fatta da esperti ma esistono diversi indizi (come per esempio errori frequenti) che ci inducono ad andare più a fondo nel problema. E' fondamentale che noi insegnanti ce ne accorgiamo e che indirizziamo le famiglie. Infatti l' autostima di questi bambini è messa a dura prova dagli insuccessi e dalla frustrazione in quanto non riescono a raggiungere i risultati tanto attesi. Pertanto, per aiutare al meglio il bambino affetto da DSA è necessario coinvolgere tutte le risorse presenti: le persone ( famiglia, alunni, docenti, tecnici), le conoscenze (culturali, legislative,didattiche, psicologiche) e gli strumenti(tradizionali,compensativi, convenzionali e dispensativi).
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DATA 12/04/2012 9.24.31 - AUTORE DanielaG273Y
Sono una psicologa dello sviluppo e dell’educazione. Conseguita la laurea e l’abilitazione professionale ho subito lavorato nel mondo della scuola, percorrendo tutti i suoi segmenti, formandomi anche attraverso l’esperienza sul campo soprattutto con alunni con DSA. Ho avuto anche l’opportunità di insegnare, in qualità di docente sul sostegno, in una secondaria superiore, venendo a contatto con alunni adolescenti in condizioni di gravi difficoltà e patologie quali: Sindrome di Down e Borderline. Naturalmente, oltre le prevedibili difficoltà didattiche incontrate durante l’anno, i problemi più seri e più complicati da affrontare sono stati l’integrazione all’interno dei gruppi classe ed il supporto alle famiglie. Il senso di impotenza e di smarrimento, che ho potuto cogliere, in questi anni di lavoro, negli occhi di docenti e di genitori in difficoltà e con una continua richiesta di aiuto e di orientamento nella ricerca di strutture territoriali adeguate, mi portano a tali riflessioni. L’assenza di un lavoro multidisciplinare, di un intervento integrato tra figure professionali diverse all’interno delle scuole è, a mio parere, l’aspetto più carente nel lavoro con soggetti con DSA, con cui quotidianamente i docenti devono fare i conti, con molta amarezza e senso di impotenza. L’azione didattica e metodologica che docenti curriculari e di sostegno programmano giorno dopo giorno andrebbe indubbiamente anche supportata dallo scambio esperenziale e professionale, all’interno di ogni scuola, costante ed attivo con un’equipe di figure di ruolo quali: lo psicologo scolastico, il logopedista, il neurospichiatra infantile ma non soltanto allo scopo di definire una diagnosi ben precisa e dare dei suggerimenti caso per caso ma quanto per avviare un intervento globale e duraturo. Spesso l’arrivo sporadico di uno psicologo per attività progettuali nella scuola alimenta le aspettative dei docenti ma è proprio la mancanza della continuità che rende inefficace il lavoro con gli alunni..