DATA: domenica 24 novembre 2024
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In questi venti anni ed oltre di insegnamento, penso di aver visto un po’ tutto quello che succede negli Istituti di Scuola Superiore italiana. Dal Nord al Sud, dall’Est all’Ovest, anche se gli edifici scolastici cambiano dal più moderno a quello più obsoleto, il materialo umano è sempre lo stesso. Gli alunni in difficoltà vanno motivati o rimotivati, gli insuccessi scolastici vanno portarli a dei buoni risultati, la perdita di autostima ed atteggiamenti rinunciatari nei confronti della Scuola devono essere un punto prioritario di ogni docente, sia esso specializzato sul sostegno, sia esso curriculare. Ognuno deve dare il meglio di se stesso, partendo dalla propria esperienza professionale. Gli alunni ed in special modo, gli studenti con Disturbi Specifici di Apprendimento, gli alunni che necessitano di BES – Bisogni Educativi Speciali o con altre patologie, andranno trattati “con guanti bianchi” perché il loro avvenire è alquanto incerto ed insicuro. Il buon educatore dovrà alleviare il disagio, le difficoltà, i disturbi ed ottimizzare i bisogni che portano ad un rallentamento del programma nel soggetto affetto da patologie. Occorre fare di tutto affinché gli alunni abbiano lo stesso trattamento e la stessa «change» nella vita piena di ostacoli che a volte sono insormontabili. Un ringraziamento va all’associazione Assodolab che ha affrontato questi discorsi attraverso corsi di formazione e aggiornamento on-line e in presenza sia sui DSA che sui BES attraverso momenti di formazione in videoconferenza e a voi che seguite con attenzione questi bambini. Prof. Agostino Del Buono Presidente Nazionale Assodolab
DATA: 10/02/2011 - Autore Prof. Agostino Del Buono - Post 1501
COMMENTI - PAGINA 63
DATA 19/06/2018 20:09:28 - AUTORE grazia27
Buona sera, insegno in una scuola primaria, la mia esperienza scolastica, mi ha portato ad incontrare diversi casi di alunni con disturbo specifico di apprendimento. Da qui nasce la necessità di un formazione che mi permetta di approfondire la tematica. Nella classe dove insegno quest’anno è presente un alunno che rileva nell’area linguistica: gravi difficoltà nello letto-scrittura, nel memorizzare grafemi e fonemi, limitata capacità di associare quantità ai simboli numerici. Area motoria: presenta goffaggine nei movimenti, non ha acquisito la capacità di orientarsi nello spazio –grafico. Area sociale e comunicativa: mostra di non aver interiorizzato le norme di convivenza sociale anche nei giochi di gruppo non rispetta le regole. Questo corso è risultato molto interessante e ricco di suggerimenti, mi ha dato modo di ampliare la mia formazione. Complimenti per il corso-online ASSODOLAB.
DATA 20/06/2018 13:01:06 - AUTORE MariaRitaG511E
Per i bambini sospetti DSA bisogna attivarsi tempestivamente richiedendo una valutazione specialistica fornita da strutture accreditate, le quali rilasceranno la certificazione ai genitori che ne daranno copia alla scuola. Poi è compito delle Scuole, di ogni ordine e grado, fornire gli appositi strumenti compensativi (mezzi di apprendimento alternativi e le specifiche tecnologie informatiche) e strumenti dispensativi (come per esempio l’esonero dalla lettura ad alta voce o tempi più lunghi per le prove in classe..) affinché l’alunno venga messo nelle condizioni di imparare come tutti gli altri. I genitori possono partecipare con la scuola alla stesura del Piano Didattico Personalizzato (PDP), che consiste semplicemente nella messa a fuoco delle esigenze specifiche dello studente e nella conseguente scelta degli strumenti e delle modalità di apprendimento per lui più idonee. È fondamentale spiegare al bambino in cosa consistono le sue difficoltà e proporgli in maniera positiva e stimolante i suoi “nuovi strumenti di lavoro” per far sì che non siano vissuti come una diversità ma bensì come il percorso alternativo per raggiungere gli stessi obiettivi dei compagni. Ritengo che sia fondamentale intervenire subito per evitare al bambino l’esperienza di tutta una serie di insuccessi scolastici senza che ne comprenda il vero motivo ma sentendosi solo “inferiore” rispetto ai compagni. Il senso di insuccesso prolungato genera scarsa autostima nel bambino; dalla mancanza di fiducia nelle proprie possibilità può scaturire un disagio psicologico, emotivo e relazionale, che non facilita l’apprestarsi del bambino alla vita scolastica, e che nel tempo può strutturarsi in manifestazioni quali aggressività, forte chiusura e timidezza, scarsa socializzazione, depressione.
DATA 20/06/2018 15:36:39 - AUTORE Antoninag522x
Sono un'insegnante su posto comune della Scuola Primaria, con oltre trent'anni di esperienza lavorativa, che con stupore, negli ultimi quinquenni, ha l'impressione che il Disturbo Specifico dell'Apprendimento sia un fenomeno che sta notevolmente dilagando. Se nei primi anni i casi di alunni con difficoltà erano limitati a 1/2 per ogni mia classe, negli ultimi cicli la media è salita a 6. Ovviamente, non perchè ignorassi tali problematiche ma per ragioni che non so spiegarmi e che spero di scoprire ogni volta che decido di frequentare un corso di formazione sull'argomento DSA. Ciò è diventato uno stimolo personale per potenziare la mia esperienza, nel tentativo di aiutare gli alunni che vivono questa condizione a migliorare la qualità del loro apprendimento e il livello della loro autostima.
DATA 20/06/2018 17:12:58 - AUTORE ValentinaG511Z
In presenza di alunni con disturbi specifici di apprendimento, la scuola non può non tenere conto della famiglia. Ad essa vanno riservate tutte le attenzioni del caso. E’ comune l’atteggiamento di contrapposizione delle famiglie che si confrontano con una pluralità di insuccessi scolastici dei propri figli, riconducibili a D.S.A.: tendono a negare o a sottovalutare il problema, non accettano le valutazioni, migrano da una scuola all’altra (con il risultato di “spostare” il problema pur di non affrontarlo) e se si rivolgono a specialisti cercano solamente conferme alle loro convinzioni (naturalmente contrapposte a quelle degli insegnanti). Ciò causa un’ulteriore compromissione dell’iter scolastico, già precario, degli alunni con D.S.A. Meno frequenti sono gli atteggiamenti di collaborazione e impegno delle famiglie per l’individuazione di percorsi condivisi con la scuola. E’ necessario, invece, che il rapporto scuola-famiglia sia sereno e collaborativo soprattutto con questi alunni, che la scuola sappia trovare le parole giuste per informare senza allarmare, sappia tranquillizzare laddove si ravvisi una situazione di sconforto o preoccupazione, sappia guidare le famiglie a districarsi nel complicato e difficile mondo dei D.S.A. affinché si possano progettare percorsi didattico-educativi efficaci e proficui.
DATA 20/06/2018 18:19:51 - AUTORE concettaz404w
Sono un'insegnante e un'educatrice da più di dieci anni e quest'anno per la prima volta ho lavorato con un'alunna "speciale". Questa esperienza mi ha dato tanto sia dal punto di vista umano che professionale. Mi sono iscritta a questo corso per approfondire le mie scarse conoscenze sui DSA . Complimenti ad Assodolab per la chiarezza delle video lezioni.
DATA 20/06/2018 19:39:27 - AUTORE concettaz404w
Ogni bambino ha bisogni diversi dagli altri e va curato, aiutato e supportato in modo diverso, ma non sempre si è in grado di farlo vuoi per mancanza di competenze specifiche (ben vengano quindi corsi come questo) vuoi per le classi pollaio in cui troppo spesso ci ritroviamo a lavorare. L'iter scolastico dei bambini con DSA quindi spesso è ancor più complicato e difficile, spetta a noi insegnanti curricolari e specializzati cercare in tutti i modi di rendere il clima in classe più sereno e inclusivo possibile. Importantissima sarà anche la collaborazione con la famiglia e con chi segue il bambino nello studio a casa, i bambini con DSA hanno ancor più degli altri bisogno di continue gratificazioni perché l'impegno loro richiesto è molto di più di quello richiesto ai loro compagni.
DATA 20/06/2018 23:04:57 - AUTORE Antoninag522x
Il Disturbo Specifico dell'Apprendimento, specialmente se si manifesta in tutti i suoi aspetti(dislessia, disgrafia, disortografia e discalculia), rappresenta un forte disagio per gli alunni che ne sono portatori, in particolar modo se non è identificato (purtroppo sono ancora troppi gli insegnanti che non sanno riconoscerlo) e viene generalizzato come disinteresse o scarsa attenzione e impegno verso lo studio. Ad aggravare la situazione contribuiscono, di conseguenza, la fatica nello svolgimento dei compiti e nell'apprendimento, con risultati spesso inadeguati e in contrapposizione agli sforzi compiuti. Allora subentra la frustrazione, sia negli alunni che nei loro genitori, i quali non sanno dare una spiegazione plausibile a voti o a valutazioni poco soddisfacenti, se non del tutto insufficienti. Purtroppo, conseguenza di tutto ciò, spesso, è l'interruzione degli studi subito dopo l'obbligo scolastico, in studenti con delle valide potenzialità. In realtà, se il DSA fosse seriamente riconosciuto e trattato con le dovute modalità, ovvero con le misure dispensative e gli strumenti compensativi che ogni singolo caso richiede, molte difficoltà sarebbero superate e gli alunni potrebbero, finalmente, approcciarsi allo studio in maniera più consona alle loro esigenze e, sicuramente, più produttiva. In particolar modo, a giovarne sarebbe la loro autostima e la serenità con cui affrontare lo studio e la scuola. Ritengo, pertanto, opportuno sottolineare l'importanza che corsi di formazione come questo, realizzato dall'ASSODOLAB, o da altri Enti accreditati, rivestono nella professione di ciascun insegnante e che dovrebbero essere obbligatori per tutti, nessuno escluso, perchè mi sembra un sacrilegio sentire qualche collega chiedere ancora :"Ma come si fa ad individuare un alunno con DSA?".
DATA 22/06/2018 09:52:35 - AUTORE MariaC067F
AUTORE MariaC067F Sono una insegnante di sostegno della scuola secondaria di primo grado. Durante la mia esperienza spesso ho avuto modo di confrontarmi con colleghi che hanno un po’ di confusione in merito agli alunni che presentano una richiesta di speciale attenzione, per ragioni molteplici ed eterogenee. L’attenzione verso questi alunni che vivono uno svantaggio scolastico è ben compresa nell'area dei Bisogni Educativi Speciali (BES), che a sua volta focalizza tre grandi sotto-categorie: la disabilità, i disturbi specifici di apprendimento (e/o disturbi evolutivi specifici) e lo svantaggio socioeconomico, linguistico o culturale. La seconda sotto-categoria riguarda i disturbi evolutivi specifici. In essa rientrano non solo i Disturbi Specifici dell'Apprendimento (DSA), diagnosticati ai sensi della L. 170/10, ma anche i deficit del linguaggio, delle abilità non verbali, della coordinazione motoria, dell'attenzione e dell'iperattività (ADHD). Per gli alunni con DSA certificati è obbligatorio il ricorso ad un Piano Didattico Personalizzato (PDP) e l’utilizzo di strumenti compensativi e di misure dispensative che possano garantire il successo scolastico degli allievi. Dunque, per garantire il successo formativo a tutti gli alunni, ricorre l’obbligo della formazione da parte di tutti i docenti, che possedendo le giuste conoscenze, possono svolgere in sinergia un lavoro di gruppo che deve portare a sperimentare modalità di insegnamento-apprendimento mediate dai pari per consentire a tutti di partecipare alle attività didattiche previste per la classe in base ai propri bisogni e alle effettive potenzialità per condividere in tal modo il proprio percorso insieme ai compagni in un’ottica inclusiva.
DATA 22/06/2018 10:46:10 - AUTORE gabriella
Sono una docente di sostegno e mi complimento con l’Ente ASSODOLAB per la chiarezza delle video-lezioni. Ho trovato spunti interessanti per sperimentare strategie didattiche in favore degli alunni DSA. Sarebbe opportuno, a mio avviso, portare avanti sempre più il concetto di DIDATTICA INCLUSIVA anche a favore dei soggetti “BORDER LINE” non ufficialmente riconosciuti perché sopravalutati dalle famiglie non sempre consapevoli dei reali limiti dei propri figli. La presenza di tali soggetti in classe è sempre più frequente, a volte celata da comportamenti abulici o al contrario iperattivi ed egocentrici. Sono soggetti per i quali non esiste praticamente una certificazione che attesti le difficoltà di apprendimento ma che in realtà non hanno i prerequisiti per potere seguire una didattica di tipo tradizionale. Ideale sarebbe evitare il “disagio sul disagio” che potrebbe sfociare in oltre su dinamiche comportamentali a rischio.
DATA 22/06/2018 10:50:47 - AUTORE gabriella
Sono una docente di sostegno e mi complimento con l’Ente ASSODOLAB per la chiarezza delle video-lezioni. Ho trovato spunti interessanti per sperimentare strategie didattiche in favore degli alunni DSA. Sarebbe opportuno, a mio avviso, portare avanti sempre più il concetto di DIDATTICA INCLUSIVA anche a favore dei soggetti “BORDER LINE” non ufficialmente riconosciuti perché sopravalutati dalle famiglie non sempre consapevoli dei reali limiti dei propri figli. La presenza di tali soggetti in classe è sempre più frequente, a volte celata da comportamenti abulici o al contrario iperattivi ed egocentrici. Sono soggetti per i quali non esiste praticamente una certificazione che attesti le difficoltà di apprendimento ma che in realtà non hanno i prerequisiti per potere seguire una didattica di tipo tradizionale. Ideale sarebbe evitare il “disagio sul disagio” che potrebbe sfociare in oltre su dinamiche comportamentali a rischio.
DATA 22/06/2018 11:05:11 - AUTORE LAURAGIUSEPPA_E974Q
Premesso che non ero del tutto impreparata riguardo l’argomento, giacchè nell’istituto in cui insegno da anni esiste un’insegnante referente ed aggiornato , ho trovato il corso istruttivo e comodo, infatti, mi ha dato l’opportunità di frequentarlo da casa con i propri tempi e nei propri spazi. L’aggiornamento è senza dubbio un momento di crescita professionale, e sarebbe ideale che il tema in questione fosse accolto da un maggior numero di docenti possibile con il duplice fine di venire incontro alle esigenze di apprendimento dell’alunno con DSA e delle famiglie di appartenenza degli stessi che vivono solitamente con ansia e frustrazione il ruolo di genitore. Ritengo che l’intervento nelle classi dovrebbe essere quanto più generalizzato, al fine di non influire negativamente sull’aspetto psicologico dell’alunno con difficoltà il quale potrebbe sentirsi “diverso”. In effetti la didattica inclusiva , fatta di mappe concettuali, etc…,potrebbe essere un’ulteriore strumento di apprendimento anche per i cosiddetti alunni “normodotati”.
DATA 22/06/2018 11:38:34 - AUTORE gabriella
Sono una docente di sostegno e mi complimento con l’Ente ASSODOLAB per la chiarezza delle video-lezioni. Ho trovato spunti interessanti per sperimentare strategie didattiche in favore degli alunni DSA. Sarebbe opportuno, a mio avviso, portare avanti sempre più il concetto di DIDATTICA INCLUSIVA anche a favore dei soggetti “BORDER LINE” non ufficialmente riconosciuti perché sopravalutati dalle famiglie non sempre consapevoli dei reali limiti dei propri figli. La presenza di tali soggetti in classe è sempre più frequente, a volte celata da comportamenti abulici o al contrario iperattivi ed egocentrici. Sono soggetti per i quali non esiste praticamente una certificazione che attesti le difficoltà di apprendimento ma che in realtà non hanno i prerequisiti per potere seguire una didattica di tipo tradizionale. Ideale sarebbe evitare il “disagio sul disagio” che potrebbe sfociare in oltre su dinamiche comportamentali a rischio. Dichiaro che il POST inserito come Gabriella è stato postato da me GabriellaE974H frequentante il corso FORMAGRAIN DSA BASIC dell'Assodolab dal 10/06/2018 al 30/06/2018.
DATA 22/06/2018 11:42:36 - AUTORE Gaspare
La normativa n. 170 prevede l'uso di strumenti compensativi e dispensativi per andare incontro alle esigenze di apprendimento dell'alunno DSA. In qualità di docente di sostegno, aimè, noto che ancora sono troppi i docenti che ignorano i disagi degli alunni e che non sono in grado di garantire il diritto allo studio. Ritengo che noi , docenti di sostegno, stando materialmente in classe più ore rispetto alla maggior parte dei colleghi curriculari, potremmo sollecitare gli stessi a prendersi cura con le strategie didattiche adeguate dei casi di DSA. In tal modo possiamo rassicurare gli alunni in difficoltà ed anche i loro genitori che vivono con ansia e preoccupazione il il vissuto scolastico dei propri figli. Ringrazio l’Ente ASSODOLAB per l’opportunità di approfondire le mie conoscenze su argomenti che vivo quotidianamente. Dichiaro che il POST inserito come Gaspare è stato postato da me GASPARE_E974T frequentante il corso FORMAGRAIN DSA BASIC dell'Assodolab dal 10/06/2018 al 30/06/2018.
DATA 22/06/2018 23:10:14 - AUTORE Giulia_D643V
Salve, sono un'insegnante di sostegno della scuola primaria e sono molto contenta di questo corso online sui DSA. Innanzitutto è stato molto comodo poter seguire liberamente le videolezioni da casa ed ho trovato molto interessanti i contenuti. Avevo studiato anni fa i DSA all'università, ma ritengo che sia stata fatta un' accuratissima analisi di tutte le manifestazioni di questi disturbi a scuola. Sicuramente consiglierò alle colleghe, soprattutto a quelle con poca esperieza in materia di DSA, di seguirlo perchè oltre ad informazioni teoriche, fornisce consigli pratici su strategie, materiali da utilizzare e soprattutto spunti di riflessione sull'importanza di questi disturbi e sulla responsabilità che abbiamo noi insegnanti nel trattarli da un punto di vista sia didattico che psicologico.
DATA 23/06/2018 12:22:27 - AUTORE SILVIA-F061E
Seguendo il corso sui BES, ho avuto modo di avvalorare ancor più le mie convinzioni sugli obiettivi verso cui deve tendere la comunità scolastica: costruire situazioni di integrazione per tutti i soggetti che interagiscono al suo interno. L’ insegnante essendo una persona che lavora con le persone, deve divenire competente nella gestione di una relazione e nelle tecniche di comunicazione per saper leggere ed interpretare i bisogni speciali dei bambini. È necessario curare l’aspetto relazionale, per far sì che il clima della classe, sia il più aperto e favorevole allo “star bene a scuola”, presupposto indispensabile per far acquisire nuove conoscenze e competenze. Il docente dovrà pertanto essere capace di guidare e realizzare le opportune strategie di insegnamento nelle diverse situazioni: individuali, di gruppo, strutturate e libere, esercitando l’ intervento specifico nei vari settori di apprendimento. Le possibilità didattiche, relazionali e organizzative, a livello scolastico, sono infatti indispensabili, per presentare un intervento educativo, a favore dell’ integrazione degli alunni con bisogni educativi speciali.
DATA 23/06/2018 16:54:51 - AUTORE Giancarla_Z112F
AUTORE Giancarla_Z112F Come insegnante di scuola primaria, ho notato come le difficoltà dell’apprendimento sono solitamente dovute a un limitato bagaglio di esperienze, a scarso investimento motivazionale e a progetti di recupero non adeguati, conseguenti all’accertamento delle difficoltà dell’alunno stesso. Invece, i disturbi specifici dell'apprendimento sono strettamente legati a disfunzioni del sistema nervoso centrale ed è necessario intervenire subito per prevenire le difficoltà emotive che ne derivano, cercando di promuovere strategie di compensazione. E’ importante attivare un lavoro d’equipe per realizzare dei Piani Didattici Personalizzati per l'apprendimento, in quanto le metodologie, i tempi e gli strumenti devono essere diversificati, ma non gli obiettivi. Infatti, la difficoltà per i ragazzi con DSA non è nella capacità cognitiva di apprendere, ma nell’abilità di saper accedere alla conoscenza attraverso i normali canali. Credo che questo corso, promosso dall’Assodolab, mi fornisca le informazioni e le strategie necessarie per ridurre il disagio emotivo e sociale degli alunni che seguo.
DATA 23/06/2018 21:27:54 - AUTORE IreneI535F
Sono arrivata al termine del corso sui DSA on-line Basic e non posso che ringraziare l’ASSODOLAB che mi ha dato questa grande opportunità. Ho riascoltato più volte alcune lezioni, soprattutto quelle riferite alla discalculia, perché insegno da tanti anni matematica nella Scuola Primaria e quindi ho potuto confrontare le strategie metodologiche e didattiche, utilizzate finora nelle mie classi, con quelle proposte nel corso. Le lezioni molto chiare e ben strutturate, con molti suggerimenti pratici sulle metodologie e sugli strumenti più adeguati, mi hanno permesso di approfondire l’argomento, arricchendo la mia professionalità. Resto convinta, tuttavia, che il primo mediatore didattico sia il docente, sempre attento alle esigenze di tutti, in particolare degli alunni con DSA, capace di utilizzare una didattica inclusiva in grado di trasformare la classe in una comunità di apprendimento in cui tutti gli studenti vengano coinvolti, rispettando le loro peculiarità e molteplici differenze individuali. E se risulta indispensabile operare in continuità orizzontale con i docenti della classe, con le famiglie e gli specialisti, è ugualmente fondamentale che la formazione e l’aggiornamento siano alla base della crescita professionale di ogni docente, per favorire il successo scolastico di tutti gli alunni. Perché Il loro benessere deve essere sempre posto al centro di ogni didattica, specialmente se si tratta di una didattica personalizzata.
DATA 24/06/2018 08:19:45 - AUTORE MariaC067F
AUTORE MariaC067F La mia esperienza professionale come docente di sostegno mi spinge a riflettere sul processo di apprendimento dei miei alunni con Bisogni Educativi Speciali (soprattutto gli alunni con DSA), ad interrogarmi su come facilitare la comprensione, come semplificare e chiarire il lessico, i concetti, come favorire la memorizzazione e stimolare la loro motivazione e la loro attenzione. Sono cosciente del fatto che al fine di privilegiare un percorso inclusivo, è necessario allargare il campo di analisi coinvolgendo, oltre gli alunni con BES, tutti gli alunni. In questo caso, sicuramente un lavoro di squadra sulla classe e sulla didattica assume un’importanza fondamentale perché costituisce per gli alunni con bisogni speciali un’ulteriore occasione per lavorare con e come gli altri compagni. Ciò, rappresenta una sfida che coinvolge tutti, docenti e alunni. Gli alunni, con bisogni speciali, in particolar modo sono la parte più coinvolta, devono prenderne parte ognuno in base alle proprie capacità e ai propri bisogni e in questa sfida, i percorsi didattici personalizzati, redatti per gli alunni che presenta una richiesta di speciale attenzione non sono fine a se stessi, bensì propedeutici all'inclusione. Ho seguito con attenzione le lezioni di questo corso e quello che ho appreso sicuramente sarà molto utile nel corso della mie esperienze professionali future.
DATA 24/06/2018 18:00:09 - AUTORE CarolaG535K
Buongiorno a tutti, colgo l'occasione per puntualizzare alcuni concetti del mio precedente intervento.In qualità di insegnante della materia di Laboratorio dei servizi enogastronomici, materia con una connotazione prevalentemente pratica, mi è spesso capitato di osservare come lezioni sulla carta complesse da affrontare per ragazzi con BES e DSA, si rivelino, invece, più assimilabili e gestibili presentandole tramite l'esempio diretto del docente. Dal momento che svolgo la mia attività quasi esclusivamente nelle classi del biennio, uno dei primi argomenti che richiedono una discreta organizzazione mentale e capacità di memorizzare, ossia "Il taglio delle verdure", risulta più facile da affrontare e riprodurre dopo che il docente ha personalmente eseguito e commentato davanti alla classe tutti i passaggi necessari per ottenere il risultato auspicato. Ciò dimostra, nel caso ce ne fosse ancora bisogno, la validità delle teorie di eminenti pedagogisti, quali Dewey, che sostenevano e sostengono tuttora la particolare efficacia del "learning by doing".
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DATA 19/06/2018 18:38:28 - AUTORE elisabettaE463S
Nessuno è insensibile ad un “bravo” Nessuno è insensibile ad un “bravo”, ce lo disse un professore di geometria al corso SSISS che ho frequentato per conseguire l’abilitazione in matematica. Negli anni di insegnamento questa “formula magica” non ha mai fallito. Funziona con tutti ed è molto utile per gli studenti con bisogni educativi speciali o disturbi specifici dell’apprendimento. Spesso, l’insuccesso scolastico nei bambini e nei ragazzi determina un abbassamento dell’autostima che porta ad atteggiamenti rinunciatari e comportamenti non corretti in classe. La mancanza di impegno che viene indicata come causa dell’insuccesso per molti studenti in realtà è l’effetto dell’insuccesso. In questi casi è importante l’intervento dell’insegnante che dovrebbe infondere nell’alunno l’idea di “potercela fare” e, quindi, stimolare la volontà di intraprendere un percorso di recupero. Come? Per esempio: abbassare momentaneamente le richieste e stabilire obiettivi realistici, fornire gli strumenti compensativi necessari, proporre attività stimolanti, evidenziare e premiare i progressi, studiare ed esercitarsi in classe con la guida dell’insegnante e con il lavoro a coppia. Questo approccio che ogni anno utilizzo nelle mie classi ha dato sempre buoni risultati.