DATA: giovedì 21 novembre 2024
Su TastoEffeUno.it sono disponibili i quiz ministeriali, in formato interattivo, per una preparazione seria e mirata al superamento della prova preselettiva Concorso Docenti. Poiché il tempo a disposizione per la preparazione è limitato, i quesiti sono stati organizzati per ognuno dei 70 MODULI e per AREE: a differenza dell'allenatore del MIUR, è possibile quindi esercitarsi solo su alcune AREE escludendo quelle in cui si ha una adeguata preparazione. VAI AL SITO
In questi venti anni ed oltre di insegnamento, penso di aver visto un po’ tutto quello che succede negli Istituti di Scuola Superiore italiana. Dal Nord al Sud, dall’Est all’Ovest, anche se gli edifici scolastici cambiano dal più moderno a quello più obsoleto, il materialo umano è sempre lo stesso. Gli alunni in difficoltà vanno motivati o rimotivati, gli insuccessi scolastici vanno portarli a dei buoni risultati, la perdita di autostima ed atteggiamenti rinunciatari nei confronti della Scuola devono essere un punto prioritario di ogni docente, sia esso specializzato sul sostegno, sia esso curriculare. Ognuno deve dare il meglio di se stesso, partendo dalla propria esperienza professionale. Gli alunni ed in special modo, gli studenti con Disturbi Specifici di Apprendimento, gli alunni che necessitano di BES – Bisogni Educativi Speciali o con altre patologie, andranno trattati “con guanti bianchi” perché il loro avvenire è alquanto incerto ed insicuro. Il buon educatore dovrà alleviare il disagio, le difficoltà, i disturbi ed ottimizzare i bisogni che portano ad un rallentamento del programma nel soggetto affetto da patologie. Occorre fare di tutto affinché gli alunni abbiano lo stesso trattamento e la stessa «change» nella vita piena di ostacoli che a volte sono insormontabili. Un ringraziamento va all’associazione Assodolab che ha affrontato questi discorsi attraverso corsi di formazione e aggiornamento on-line e in presenza sia sui DSA che sui BES attraverso momenti di formazione in videoconferenza e a voi che seguite con attenzione questi bambini. Prof. Agostino Del Buono Presidente Nazionale Assodolab
DATA: 10/02/2011 - Autore Prof. Agostino Del Buono - Post 1501
COMMENTI - PAGINA 2
DATA 10/03/2011 23.39.30 - AUTORE Concettaf158x
caro collega Domenico ti racconto una mia esperienza, anch'io ho condiviso la tua idea di sedere la mia alunna con un compagnetto più bravo, ma il più delle volte i compagnetti "più bravi" si son rifiutati palesemente di stare con la bambina e ciò come potrai ben capire causò subito effetti di chiusura/sofferenza nell'atteggiamento già introverso della bambina... cosa fare allora.. inizialmente trovai grande riscontro in piccoli gesti quotidiani, come nel far avvicinare la bambina ai compagnetti durante la ricreazione, pian piano lei ha portato giochini da casa e ciò ha fatto si che fossero i compagnetti stessi a cercarla!! ho proseguito poi con unità didattiche di musicoterapia dove si coinvolgeva l'intero gruppo classe e ballando e scherzando si sono instaurati rapporti e atteggiamenti di apertura non solo nel soggetto H ma anche in altri bimbi cosìdetti normodotati.. da allora una volta a settimana facciamo musicoterapia in classe e i bambini sono tutti molto entusiasti..
DATA 10/03/2011 23.51.40 - AUTORE scianrosa
Molto spesso succede che i genitori degli alunni in difficoltà non accettano di avere un sostegno per il proprio figlio, allora dobbiamo fare qualcosa noi insegnanti, che con un numero abbastanza alto di alunni,non riusciamo sempre a dedicare abbastanza tempo a questi bambini
DATA 11/03/2011 15.03.35 - AUTORE domenicoc351w
un ottima strategia che ho usato, per far si che i ragazzi h e quelli con dsa potessero socializzare con il gruppo classe è stata l'utilizzo della danza terapia, soprattutto, attraverso l'ascolto della musica, sono riuscito anche a far si che loro assumessero un atteggiamento piu corretto anche nei confronti dei docenti,,, chissà....
DATA 11/03/2011 16.52.21 - AUTORE marisaL331A
Sono un’insegnante di sostegno, di un Istituto Tecnico Industriale della Provincia di Catania. Non ho mai insegnato ad alunni con DSA, però ritengo che alcune tecniche di insegnamento possano essere applicate anche a ragazzi con altro genere di problemi, e che spesso la condivisione dell’esperienza sia di grande giovamento nella nostra professione. Leggo quindi con piacere tutti i vostri consigli, e spero di poter trarre il massimo profitto da questa esperienza on line. A presto, Marisa.
DATA 11/03/2011 19.04.02 - AUTORE elisabetta
Salve!sono un'insenante di sostegno da 11 anni e mi è capitato negli anni passati di aver avuto degli alunni affetti da DSA. Io penso che uno dei compiti principali di un insegnante, non solo di sostegno, sia quello di ridurre il più possibile lo stato di disagio e di frustazione in cui si viene a trovare un alunno affetto da DSA e di favorire il processo di integrazione all'interno del gruppo classe. Ritengo che gli strumenti compensativi e dispensativi siano un valido supporto all'apprendimento ma non sono sufficienti se alla base non c'è una sinergia e una collaborazione da parte di tutti i componenti del Consiglio di Classe il quale dovrebbe avere come obiettivo comune il successo formativo di "tutti" gli alunni.
DATA 12/03/2011 17.17.14 - AUTORE GiovanniA_L989X
sono docente di sostegno alle superiori da oltre 10 anni. Noi siamo sempre a contatto con alunni in situazione di handicap che sono spesso "dimenticati" da alcuni docenti curricolari. Per i soggetti con la certificazione DSA, sono chiamati in causa proprio i docenti delle discipline e diversi di loro sono impreparati ad affrontare i singoli casi in modo personalizzato. Alcuni chiedono dei chiarimenti ai docenti di sostegno, altri continuano a considerare gli alunni con DSA come svogliati o che non studiano. Ritengo che sia necessario un corso di formazione per tutti i docenti curricolari sulle tematiche dei DSA.
DATA 12/03/2011 18.36.26 - AUTORE giuseppinaI294E
Ritengo necessario che tutti i docenti, e non solo quelli di sostegno, debbano formarsi e aggiornarsi sui DSA, in modo da poter individuare tempestivamente il problema ed eventualmente inviare l'alunno per gli accertamenti necessari. Inoltre, tutti gli insegnanti dovrebbero, come riferisce la Circ. Ministeriale del 05/10/2004, utilizzare strategie efficaci di intervento con strumenti compensativi e dispensativi per gli alunni affetti da DSA.
DATA 13/03/2011 10.24.41 - AUTORE caterina b521a
La figura dell’insegnante curriculare è particolarmente rilevante poiché è la prima persona che riconosce se l'alunno incontra difficoltà nel percorso scolastico, pertanto quando un insegnante sospetta la possibile presenza di DSA ne deve parlare con la famiglia, suggerendo un approfondimento diagnostico. In attesa della diagnosi la scuola deve informarsi, inserendo nel POF attività didattiche o di formazione sui DSA, che coinvolgano tutto il corpo docenti del consiglio di classe. Successivamente per aiutare l'alunno con DSA, l’insegnate di sostegno, in particolare, dovrebbe, prima di tutto creare uno spazio favorevole all’apprendimento; creare un percorso didattico personalizzato in cui siano individuate metodologie didattiche adeguate e flessibili per i bisogni del bambino e, se necessario, utilizzare strumenti compensativi. Tutto ciò dovrà essere attuato in collaborazione con gli specialisti e la famiglia, con i quali attuare un lavoro di rete per concordare insieme i compiti a casa, le modalità di aiuto, gli strumenti compensativi, le dispense, le interrogazioni, la riduzione dei compiti, ecc…
DATA 13/03/2011 12.17.48 - AUTORE antoninaF158B
Insegno da tantissimi anni,da precaria nella scuola primaria,diruolo nella scuola dell'infanzia.Purtroppo,noi docenti quando constatiamo che i bambini presentano dei disturbi specifici di apprendimento,incontriamo pregiudizi e un muro impenetrabile con le famiglie.Credo fermamente che in tutte le scuole sia fondamentale avviare dei corsi di formazione e aggiornamento rivolto ai genitori.
DATA 13/03/2011 12.49.15 - AUTORE PaolaB049Y
Insegno matematica e scienze in una scuola secondaria di I grado e sono arrivata al 26esimo anno di servizio. Sono felice di aver acquisito strumenti per leggere e affrontare il disagio dei miei alunni, sono felice di avere l'opportunità di acquisirne altri attraverso la frequenza di questo corso di formazione. Non posso, però, fare a meno di pensare a tutti i ragazzi che la scuola e la società italiana hanno perso e ancora perdono per inadeguatezza culturale e strumentale nei confronti del disagio giovanile, spesso negato, rimosso, trascurato, emarginato. Troppo spesso il disagio giovanile è vissuto come elemento di disturbo anziché come occasione di crescita per l'intera comunità. E così gli interventi nei confronti del disagio rimangono, a volte, occasionali, scarsamente strutturati, legati alla sensibilità di alcuni dirigenti scolastici e/o insegnanti. Vorrei che lo stato investisse maggiormente nel disagio, vorrei che i dirigenti scolastici, i docenti e tutti gli operatori della scuola si sentissero meno soli nell'affrontarlo. C'è tanto, davvero tanto lavoro da portare avanti e molti pregiudizi da abbattere. In questi ultimi anni qualcosa si sta muovendo... sarebbe opportuno dare un'accelerata.
DATA 13/03/2011 16.37.10 - AUTORE Giusta
I disturbi specifici dell'apprendimento (dsa) sono una realtà di carattere eterogeneo, al cui interno possiamo identificare diverse condizioni di disagio scolastico e non solo: dislessia, discalculia, disagrafia, disortografia...anche se ormai nel linguaggio corrente vengono indicati col termine dislessia tutti i DSA. La dislessia non è un handicap, non riguarda gli insegnanti di sostegno, ma tutti i docenti della classe (compresi gli insegnanti di sostegno quando presenti). Presumibilmente in ogni classe vi è almeno un alunno dislessico. Per un aiuto veramente valido agli alunni dsa ritengo siano necessari: una adeguata conoscenza di base da parte dei docenti del problema; una individuazione precoce dei casi a rischio, mediante screening, indirizzandoli quanto prima alla valutazione diagnostica; la collaborazione con la famiglia e i servizi sanitari locali (in un'ottica di rete); la modifica della didattica, tenendo conto dei dati forniti dai servizi sanitari. In tal senso non occorre adottare faticosamente due didattiche separate: una per la classe e una per i dsa. Si può cambiare didattica per tutta la classe: il vantaggio sarà per tutti gli alunni. Un percorso molto positivo è rappresentato come sappiamo dalla didattica cooperativa insieme all'uso di una serie di strategie didattiche di facilitazione. E' opportuno inoltre che i docenti non sottovalutino i disturbi associati ai dsa: ansia, depressione, scarsa autostima, difficoltà interpersonali, altri disturbi psicopatologici, ed adoperarsi affinchè venga fornito all'alunno un adeguato supporto psicologico, nei modi ritenuti più opportuni. Per concludere vorrei dire che, comunque, alla base di un insegnamento efficace vi è sempre la relazione educativa tra docente ed alunno che riveste un'importanza fondamentale nella costruzione del successo scolastico.
DATA 13/03/2011 18.19.07 - AUTORE silviaz110q
Dopo aver ascoltato con grande interesse il corso online mi sono resa conto di quanta sia ancora l' ignoranza nei confronti di tutti gli alunni con DSA.Si pensa infatti,erroneamente,che questi disturbi riguardino solo alcune materie come lingua e matematica,di conseguenza molti docenti non si informano adeguetamente;ho potuto inoltre constatare di persona che anche le misure compensative e dispensative non sono sempre applicate in modo corretto o non lo sono affatto.Mi sembra gravissimo togliere a questi studenti la possibilità di studiare serenamente,non solo,ma penso che moltissimi di essi si perdano per strada proprio per l' inadeguatezza della scuola;la nostra responsabilità come docenti è davvero enorme e bisogna prepararsi adeguatamente !
DATA 13/03/2011 19.23.24 - AUTORE mariaf073c
Non sono una docente di sostegno, ma i casi di DSA diventano sempre più frequenti nelle scuole e ritengo sia doveroso cercare di alleviare il disagio degli studenti attraverso specifici strumenti. Quest'anno ho in classe un alunno dislessico, molto seguito a casa, ma in parte abbandonato in aula, anche perché lui non vuole in alcun modo che i compagni siano al corrente della sua situazione. Quindi servono strategie e mi auguro di riuscire a conoscerle.
DATA 13/03/2011 19.39.00 - AUTORE rosaliac286q
Sono un insegnante curriculare di scuola dell infanzia e mi congratulo innanzitutto con tale Ente per l’opportunita’ che mi viene offerta.Per poter parlare di D.S.A.occorre tener presente che si tratta di persone e in questo caso di nostri alunni che presentano difficolta’ che si manifestano nell’acquisizione delle abilità scolastiche quali la lettura, la scrittura e il calcolo Pertanto per aiutare questi bambini occorre utilizzare strumenti compensativi attuando una stretta collaborazione con gli specialisti e la famiglia per l’individuazione di metodologie didattiche adeguate e flessibili per i bisogni formativi,creando cosi’ un percorso didattico personalizzato per l’alunno affetto di D.S.A.e infine favorire un ambiente educativo favorevole all’apprendimento. Occorre che l’intervento di tipo preventivo in ambito scolastico sia attuato già nella scuola dell’infanzia, attraverso programmi di potenziamento dei pre-requisiti dell’apprendimento della letto-scrittura; cosi’ facendo si attuera’ una prevenzione che seguira’ la diagnosi precoce, con l’attivazione di interventi tempestivi nelle prime fasi di apprendimento della letto-scrittura. Tale intervento deve essere realizzato considerando le caratteristiche individuali dell’alunno, i punti di forza e debolezza delle risorse nel il rispetto degli stili di apprendimento del bambino stesso. In questo modo al bambino diagnosticato precocemente e sottoposto ad un trattamento tempestivo,si offre l’opportunita’ di migliorare lo sviluppo delle sue competenze, di conoscere strumenti e metodologie che gli consentono di apprendere tramite un percorso alternativo a quello tradizionale.Il ruolo dell’insegnante nel momento in cui riconosce che l'alunno incontra difficoltà nel percorso scolastico o sospetta la possibile presenza di D.S.A. deve essere quello di parlarne tempestivamente con la famiglia, suggerendo un approfondimento diagnostico per favorire un adeguato sviluppo della personalita’.
DATA 14/03/2011 12.15.54 - AUTORE francescaB745J
Sono un'insegnante curricolare e ho già frequentato un corso sui DSA nei mesi scorsi. Ritengo sia stata un'esperienza formativa di grande valore poichè mi consente di intervenire in modo adeguato tenendo conto delle reali difficoltà che incontrano gli alunni affetti da DSA.
DATA 14/03/2011 21.48.00 - AUTORE Prof. Ugo Avalle
Ho letto con molto interesse le considerazioni espresse dai colleghi sia sui DSA sia sul corso ( che ho elaborato grazie alla disponibilità ed alla preziosa collaborazione di ASSODOLAB )Per lungo tempo gli alunni che presentavano difficoltà e/o disturbi dell'apprendimento sono vissuti ai " margini" della classe e giudicati svogliati,poco interessati al lavoro che veniva svolto in aula.L'approvazione della legge sui DSA e le risultanze della Consensus Conference del 1 febbraio 2011 hanno fornito linee -guida importanti sia per individuare e diagnosticare la presenza di DSA negli alunni,sia per l'individuazione delle strategie di intervento più opportune
DATA 15/03/2011 15.58.55 - AUTORE toninal202r
Sono un’insegnante di sostegno, durante i miei otto anni di esperienza di lavoro con i bambini diversamente abili e con DSA ho imparato che per aiutarli non bisogna improvvisare ma affichè il nostro intervento sia efficace è importante formarsi , questo corso Basic on-line sui DSA – Disagio, Difficoltà, Disturbi Specifici di Apprendimento, penso sia molto valido. Penso che per migliorare l’autostima di un dislessico sia importante sapere che la sua mente funziona esattamente come quella dei grandi geni. E’ anche importante per loro rendersi conto che il fatto di avere problemi con la lettura, la scrittura, l’ortografia o la matematica non significa che siano stupidi o ritardati. Penso che sia fondamentale nella didattica l’uso di strumenti compensativi come il computer, la calcolatrice, la tavola pitagorica e tabelle con le formule. Negare a un dislessico di scrivere con il computer sarebbe come chiedere a un miope di leggere alla lavagna senza occhiali. Questi sono strumenti che permettono loro di dimostrare la qualità del proprio studio, i progressi fatti, di esprimere al meglio la propria personalità e apprendere come gli altri, visto che sono intelligenti come gli altri.
DATA 15/03/2011 17.39.33 - AUTORE lorenzab521f
Complimenti a tale ente per l’aggiornamento che viene offerto a noi docenti.Insegno nella scuola dell’infanzia come insegnante curriculare e nel ruolo che occupo osservo i piccoli che mi vengono affidati e mi e’ capitato di avere alunni affetti da D.S.A..Tale"specificità",viene intesa come un disturbo che interessa uno specifico dominio di abilità (cioè lettura, scrittura, calcolo) in modo significativo ma circoscritto, lasciando intatto il funzionamento intellettivo generale del bambino.Il ruolo dell’insegnante e’ innanzitutto di segnalare alla famiglia le difficolta’ riscontrate nel piccolo fin dalle prime fasi del suo apprendimento, quando cioè inizia ad imparare a leggere, a scrivere o a fare i conti. Tali difficoltà possono persistere in modo più o meno marcato in adolescenza e anche in età adulta. Per aiutare il bambino con DSA,l’insegnante deve: creare un ambiente favorevole all’apprendimento;creare un percorso didattico personalizzato;individuare metodologie didattiche adeguate e flessibili per i bisogni del dislessico;utilizzare strumenti compensativi;tenere una stretta collaborazione con gli specialisti e la famiglia.
DATA 15/03/2011 18.32.47 - AUTORE GiovanniA_L989X
Con l'acronimo D.S.A si indicano i Disturbi Specifici di Apprendimento che raggruppano diverse difficoltà legate alla capacità di lettura, di scrittura, di calcolo, di comprensione. Il MIUR già dagli anni passati aveva emanato varie circolari relative a misure compensative e dispensative sulla valutazione degli alunni con DSA. La Legge 8 ottobre 2010, n. 170 dà un valore definitivo a tutte le norme amministrative precedentemente emanate. Interessanti le norme sulla diagnosi di DSA, documentazione necessaria per il riconoscimento del diritto allo studio degli alunni con disabilità. Senza tale diagnosi gli alunni con DSA non possono avvalersi delle misure compensative e dispensative, nè di apposite prove di valutazione. La chiara formulazione dell'art. 1 inoltre esclude che agli alunni con DSA possa essere assegnato un insegnante per attività di sostegno a meno che tali Disturbi non si accompagnino ad una disabilità certificata ai sensi della Legge n° 104/92.
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DATA 10/03/2011 23.18.13 - AUTORE domenicoc351w
Sono un’insegnate di sostegno; solo da quattro anni insegno a scuola prima mi occupavo di fitness in palestra, adesso che sono nel mondo della scuola, ma soprattutto nel campo della diversabilità, mi accorgo che c’è ancora moltissima strada da fare per cercare di integrare ed includere i ragazzi nel cosiddetto mondo “normale” ancora più difficile appare la situazione di alunni affetti da DSA, perché mi accorgo che è veramente difficile accogliere realmente la “diversità”, studiarla e, comunicare serenamente con il ragazzo che è affetto da dsa e dimostrargli comprensione .Penso invece che ogni insegnante dovrebbe tranquillamente parlare alla classe e non nascondere il problema; Spiegare alla classe il perché del diverso trattamento che viene riservato in varie occasioni ai ragazzi affetti da dsa e sarebbe, secondo me, molto utile poter utilizzare le risorse dei compagni di classe assegnando ad esempio un compagno più bravo al bambino dislessico.