Ente accreditato e qualificato che offre formazione - D.M. 177/2000 e Direttiva n. 90 del 01/12/2003.

DATA: giovedì 21 novembre 2024

Preparati alla prova preselettiva Concorso Docenti su TastoEffeUno.it

Su TastoEffeUno.it sono disponibili i quiz ministeriali, in formato interattivo, per una preparazione seria e mirata al superamento della prova preselettiva Concorso Docenti. Poiché il tempo a disposizione per la preparazione è limitato, i quesiti sono stati organizzati per ognuno dei 70 MODULI e per AREE: a differenza dell'allenatore del MIUR, è possibile quindi esercitarsi solo su alcune AREE escludendo quelle in cui si ha una adeguata preparazione. VAI AL SITO

Un aiuto concreto agli alunni con DSA, BES ecc.. da parte degli insegnanti di sostegno e curriculari.

In questi venti anni ed oltre di insegnamento, penso di aver visto un po’ tutto quello che succede negli Istituti di Scuola Superiore italiana. Dal Nord al Sud, dall’Est all’Ovest, anche se gli edifici scolastici cambiano dal più moderno a quello più obsoleto, il materialo umano è sempre lo stesso. Gli alunni in difficoltà vanno motivati o rimotivati, gli insuccessi scolastici vanno portarli a dei buoni risultati, la perdita di autostima ed atteggiamenti rinunciatari nei confronti della Scuola devono essere un punto prioritario di ogni docente, sia esso specializzato sul sostegno, sia esso curriculare. Ognuno deve dare il meglio di se stesso, partendo dalla propria esperienza professionale. Gli alunni ed in special modo, gli studenti con Disturbi Specifici di Apprendimento, gli alunni che necessitano di BES – Bisogni Educativi Speciali o con altre patologie, andranno trattati “con guanti bianchi” perché il loro avvenire è alquanto incerto ed insicuro. Il buon educatore dovrà alleviare il disagio, le difficoltà, i disturbi ed ottimizzare i bisogni che portano ad un rallentamento del programma nel soggetto affetto da patologie. Occorre fare di tutto affinché gli alunni abbiano lo stesso trattamento e la stessa «change» nella vita piena di ostacoli che a volte sono insormontabili. Un ringraziamento va all’associazione Assodolab che ha affrontato questi discorsi attraverso corsi di formazione e aggiornamento on-line e in presenza sia sui DSA che sui BES attraverso momenti di formazione in videoconferenza e a voi che seguite con attenzione questi bambini. Prof. Agostino Del Buono Presidente Nazionale Assodolab

DATA: 10/02/2011 - Autore Prof. Agostino Del Buono - Post 1501

COMMENTI - PAGINA 39

DATA 16/07/2014 14.25.48 - AUTORE Prof. Ugo Avalle

Rispondo aal'insegnate Genovese ed agli altri docenti che si sono espressi in modo simile. I: ho svolto spesso attività di formazione a docenti di alcune scuole che si sono consorziate ed il costo degli interventi a carico della singola scuola è sceso di molto.Dati i tempi,per un docente è fondamentale tenersi aggiornato a 360° II L'intervento " a rete" è fondamentale per il recupero di alunni con varie tipologie di difficoltà

DATA 29/07/2014 9.25.00 - AUTORE annamariah501l

Anni fa volevo diventare insegnante di sostegno e frequentare il corso POLIVALENTE, ma per vicissitudini varie non potei farlo. Tuttavia mi ritrovai a lavorare per 3 anni in una Scuola "SPECIALE" con bambini SPECIALI. Imparai a usare un altro tipo di comunicazione, quella dove parlare non serve, anzi a volte è controproducente. Come arriviamo alla LIM? semplicissimo... con la LIM possiamo usare un canale di comunicazione diverso, fatto di suoni, colori e immagini che inevitabilmente catturano l'attenzione soprattutto nei bambini con BES. Ritengo perciò che l'introduzione della LIM nelle scuole sia una grande opportunità e che l'aggiornamento dei docenti in tal senso non sia procastinabile.

DATA 22/09/2014 10.23.44 - AUTORE ericaC621Q

Buongiorno a tutti, sono una giovane docente di italiano per stranieri e attualmente sto svolgendo una ricerca sull'insegnamento dell'italiano L2 a studenti (bambini, adolescenti) con DSA. Su questo argomento specifico ho trovato poco materiale (libri di testo, articoli su riviste specializzate cosi ho deciso di approfondire personalmente questa tematica.

DATA 24/09/2014 22.07.22 - AUTORE ericaC621Q

I Disturbi Specifici dell’Apprendimento (DSA), interessano circa il 15-18% della popolazione in età scolare. Molti casi sono considerati “lievi” e anche se i bambini e i ragazzi afflitti dai disturbi specifici dell’apprendimento non hanno disabilità o difficoltà gravi, il loro percorso scolastico, se non vengono aiutati correttamente può essere difficile e complicato. Per questo motivo è necessaria una diagnosi tempestiva effettuata da specialisti. Infatti se i Disturbi specifici dell’apprendimento non vengono individuati tempestivamente questo può causare aumento di insuccesso scolastico, demotivazione da parte dello studente sino a sfociare nell’abbandono scolastico.

DATA 28/09/2014 2.56.53 - AUTORE ericaC621Q

Tutti gli alunni presenti in una classe devono avere gli stessi diritti e le stesse opportunità di crescere e di imparare. Premesso ciò, e' necessario che gli insegnanti siano consapevoli del fatto che non tutti gli studenti sono uguali e che ognuno di essi ha delle necessità e problematiche diverse. Nello specifico caso dei DSA talvolta e' necessario utilizzare strumenti compensativi (tabelle, calcolatrice, computer, registratore, mappe concettuali, audiovisivi, cassette registrate, ecc...) al fine di permettere loro di raggiungere gli stessi obbiettivi del resto della classe. L' utilizzo degli strumenti compensativi dovrebbe essere inteso come una risorsa non solo per i DSA ma anche per tutta la classe.

DATA 21/10/2014 17.20.49 - AUTORE CRISTINA_D403D

Io e la mia collega abbiamo deciso di organizzare, all'interno del nostro doposcuola, un percorso per ragazzi con problemi di DSA e BES. Ci siamo documetate, abbiamo fatto corsi formativi in materia e questo con assodolab è uno di questi. Ci ha dato delle buone informazioni di base

DATA 21/10/2014 17.28.25 - AUTORE CRISTINA_D403D

Vivo in un Comune relativamente piccolo in provincia di Firenze e devo dire che nel nostro Istituto Comprensivo i temi DSA e BES sono molto sentiti dai docenti, sia della scuola Primaria, sia della Scuola Secondaria di Primo Grado. Purtroppo ci sono procedure lunghe per arrivare alla certificazione dei ragazzi e questo copmporta un notevole ritardo nella predisposizione e attuazione dei PDP. Sarebbe bello se queste procedure trovassero un iter più breve, in modo da cominciare quanto prima a seguire individualmente i ragazzi

DATA 22/10/2014 22.45.38 - AUTORE Prof. Ugo Avalle

Per intervenire nei confronti degli alunni con DSA e con BES non occorre obbligatoriamente una certificazione. Se gli insegnanti di classe ,dopo attente osservazioni ravvisano la presenza in determinati alunni di problemi di comportamento e/o di apprendimento,possono attivare degli interventi metodologico-didattici " ad hoc" .Inoltre non è tassativa la stesura di un PDP: importante è documentare sia al dirigente sia alla famiglia dell'alunno interessato il " perchè" ed il " come" delle strategie metodologico-didattiche adottate

DATA 30/12/2014 16.10.00 - AUTORE Federica81

Buongiorno a tutti, sono una docente di scula primaria che lavora nel mondo della scuola da dieci anni. Da tre anni mi occupo di bambini affetti da disabilità cognitiva e sono la referente dei Dsa e Bes nel mio istituto scolastico. Ho trovato molto interessanti le metodologie attive usate per affrontare le problematiche che ci troviamo di fronte quotidianamente con bambini affetti da ADHD, DOP e DC.

DATA 30/12/2014 16.21.24 - AUTORE Federica81

Sono una docente di scuola primaria che quest'anno si trova ad avere un bambino considerato un Bes a tutti gli effetti per gravi disagi familiari e non di tipo cognitivo. Questo suo malessere e rabbia nei confronti del mondo intero non gli consente un apprendimento e uno sviluppo psico fisico normale come i suoi pari, quindi ritengo di fondamentale importanza tutti gli interventi di collaborazione con la famiglia. Sono dell'idea che non vanno aiutati solo gli alunni, ma anche la famiglia stessa di appartenenza perchè il più delle volte non hanno gli strumenti giusti per affrontare i problemi.

DATA 13/02/2015 9.27.03 - AUTORE Barbara_H501V

Negli ultimi anni si è posta finalmente un'attenzione maggiore sui problemi di apprendimento che gli studenti manifestano, purtroppo, in maniera crescente; studi recenti rilevano che circa il 10% della popolazione scolastica presenta attualmente problemi di questo tipo, che esercitano un'influenza notevole sul rendimento disciplinare degli allievi. Il riconoscimento legislativo dei DSA risale al 2010 con la legge n. 170, che assegna all'istituzione scolastica compiti definiti ed indica un percorso di segnalazione alternativo a quello proposto dalla legge n. 104 del 1992, relativo all'handicap. Come insegnante di sostegno nella scuola secondaria di secondo grado e come madre, consapevole delle difficoltà che questi disturbi implicano nell'ambito scolastico e nella vita personale e familiare dei soggetti coinvolti, sono interessata soprattutto alla questione dell'individuazione tempestiva dei casi sospetti di DSA, perché ritengo che un recupero didattico mirato possa risparmiare innumerevoli sofferenze ed ottenere risultati decisamente positivi.

DATA 14/02/2015 17.19.05 - AUTORE eleonora_E063A

Sono una Psicologa clinica e Psicoterapeuta con formazione Analitico-Transazionale. Lavoro da anni nelle scuole del mio territorio, prima come educatrice, poi come insegnante di sostegno ora come assistente alla comunicazione e consulente psicologa. Lavoro in particolare in una scuola superiore dove la presenza di ragazzi con certificazioni e diagnosi di DSA è piuttosto frequente. Nelle classi dell’istituto ci sono almeno 5 e più casi DSA e BES. In questa realtà accompagno ragazzi, con disabilità sensoriale, ritardo mentale e/o disagio psicologico nel percorso di apprendimento e crescita. Nel mio lavoro ritengo che la didattica sia certo parte integrante, ma quello che desidero e mi impegno a fare è partire dall’apprendimento scolastico per poi accompagnare i ragazzi in percorsi che li allontanano dal dato puramente percettivo del libro di testo per aiutarli ad incuriosirsi, pensare, interrogarsi, fantasticare su quel dato, ad aiutarli cioè ad uscire dall’”imparare a memoria”, dall’adattamento, per avvicinarsi all’immaginare, personalizzare e raccontare di sé e dell’altro. Sono convinta che l’apprendimento nasce dalla curiosità ed è promosso, oltre che dall’intelligenza, da emozioni e affetti. In quest’ottica il lavoro di rete tra la famiglia, la scuola, il ragazzo e i servizi rappresentano a mio parere una funzionale modalità di intervento, espressione di un “pensare al ragazzo” integrato e a “tutto tondo”. Nel mio studio privato lavoro anche con bambini, adolescenti e le loro famiglie impegnandomi nella consulenza e nel sostegno dei ragazzi che vivono un disagio e/o con diagnosi di DSA. La collaborazione con le loro scuole e i loro docenti e per me fondamentale.

DATA 15/02/2015 15.12.33 - AUTORE Stefania_D286S

COMMENTO 1 ASSODOLAB Sono una Psicologa e Psicoterapeuta ad orientamento Analitico-Transazionale. Da anni svolgo il ruolo di insegnante di sostegno, all'interno della scuola primaria e secondaria paritaria. La mia esperienza mi ha insegnato ad avere attenzione non solo per le difficoltà scolastiche dei ragazzini/e, ma anche per il loro disagio psicologico sia in presenza di certificazione BES sia DSA. Trovo importante e fondamentale il lavoro di rete tra insegnante di sostegno e insegnanti curricolari, al fine di potenziare l'apprendimento e l'uso adeguato e personalizzato degli strumenti compensativi/dispensativi dei ragazzi/e con diagnosi DSA. Penso sia centrale pensare al ragazzino/a come individuo unico così da adattare il PDP alle sue personali difficoltà e fare in modo che questo strumento resti aperto e flessibile ai progressi e alle evoluzioni del ragazzo/a. Da anni mi occupo, nel mio studio, della riabilitazione e del sostegno psicologico dei ragazzi/e con diagnosi DSA e delle loro famiglie. Spesso ho incontrato ragazzini demotivati di fronte alle loro difficoltà scolastiche, con bassa autostima e scarsa auto-efficacia percepita. Tuttavia, la condivisione delle problematiche e dei dubbi, hanno da sempre rappresentato un buon punto di partenza per l'avvio di un lavoro congiunto tra obiettivi didattici e benessere personale. Un aiuto concreto ai ragazzi, passa, secondo il mio parere, anche per un buona informazione e comunicazione alle famiglie coinvolte che spesso si trovano sole di fronte alla diagnosi. Per poter offrire un servizio poco presente nella zona dove lavoro, insieme ad una collega Psicoterapeuta, stiamo progettando uno spazio di supporto allo studio e agli strumenti compensativi-dispensativi per i ragazzi/e con diagnosi DSA, affiancandolo ad un lavoro di rete scuola-famiglia.

DATA 25/02/2015 21.05.56 - AUTORE Stefania_D286S

Svolgendo l'impiego congiunto di insegnante di sostegno e Psicologa, mi sono trovata spesso ad affrontare situazioni complesse nell'ambito DSA e BES. In particolare, resto colpita dall'alto tasso di cambiamento di Istituto da parte degli alunni con certificazione DSA. Spesso mi è capitato di dover accompagnare nel passaggio da una scuola all'altra alunno e famiglia. Il cambiamento di scuola ha come causa principale, nella mia personale esperienza, la scarsa attenzione ai bisogni del ragazzo con certificazione DSA e anche la formazione poco approfondita da parte del corpo docente. In molti casi, nonostante la presenza di un PDP completo e il suggerimento di strumenti da utilizzare in aula e nello studio a casa, questo non è sufficiente per fare in modo che l'alunno si senta a suo agio e possa apprendere con facilità. Credo, pertanto, che la formazione continua e l'aggiornamento siano parti fondamentali per tutti gli interlocutori dei ragazzi con diagnosi DSA. Allo stesso tempo, ritengo fondamentale lo studio e l'approfondimento delle componenti psicologiche del possibile disagio e calo di autostima dei ragazzi con certificazione DSA. L'ambito didattico e quello psicologico sono, in tale situazione, strettamente connessi e non divisibili. Sottolineo, quindi, l'importanza di formazione e di confronto per gli adulti che gravitano attorno ai ragazzi certificati siano essi educatori-insegnanti o familiari: l'aiuto concreto con risultati visibili in termini di benessere psicologico e didattico dell'alunno, passa attraverso gli adulti che lo aiutano e lo incoraggiano nel sostenere la prova difficile della scuola e dello studio.

DATA 26/02/2015 10.41.03 - AUTORE eleonora_E063A

A Gennaio ho ricevuto la richiesta d’aiuto da parte di due genitori di un bambino di 6 anni che frequenta la prima classe della scuola elementare. Mi riferiscono notevoli difficoltà nella lettura delle prime parole, tempi lunghi nell’esecuzione dei compiti e un vissuto emotivo di frustrazione sia del bambino, sia degli stessi genitori. Incontro il minore; è molto intelligente e vivace. Le sue prime parole sono state “Io ho un problema. Non so leggere”. Mi colpisce molto questa sua affermazione. Nei nostri incontri il bambino rifiuta di leggere, esprimendo in questo suo comportamento un disagio psicologico importante, un blocco emotivo. Decido di incontrare il corpo docente della scuola frequentata dal piccolo e mi accorgo la mancata consapevolezza di tale situazione. Solo se sollecitati gli insegnati iniziano a rilevare difficoltà del bambino nell’associare il fonema al grafema, nel riconoscimento di suoni, nella consapevolezza della lunghezza delle parole. Abbiamo quindi iniziato un percorso che coinvolge i genitori e interviene nel promuovere un apprendimento fonologico e meta fonologico da parte del bambino attraverso il gioco a casa, e coinvolge gli insegnanti pensando a percorsi di accompagnamento e insegnamento attenti alla situazione. Attraverso questa esperienza voglio sottolineare la delicatezza e importanza di un avvicinamento al mondo della scuola, dopo gli anni della scuola materna, che sia attento e efficacie. La continua formazione dei docenti, un funzionale aggiornamento in merito al normale sviluppo dei bambini, al disagio in età evolutiva e alle difficoltà di apprendimento e la continua collaborazione con le famiglie e i professionisti sono strategie fondamentali per interventi precoci ed efficaci. Attività e laboratori alla scuola materna sono importanti interventi per percorsi di prevenzione e potenziamento cognitivo e psico-affettivo.

DATA 27/02/2015 17.49.00 - AUTORE Barbara_H501V

Giunta alla fine del corso di aggiornamento, ritengo importante evidenziare ciò che più mi è stato utile durante questa esperienza. Come insegnante specializzata nel Sostegno Didattico ho avuto diverse occasioni per formarmi nell'ambito dei Disturbi Specifici di Apprendimento, ma normalmente la preparazione fornitami è stata di livello teorico (le caratteristiche dei singoli disturbi: dislessia, discalculia, disortografia e disgrafia) e legislativo (l'iter che ha condotto alla formulazione della Legge 170 del 2010 ed ai successivi sviluppi applicativi della stessa). Quello che ho apprezzato di più all'interno del percorso proposto dall'Assodolab è stata invece l'attenzione data al tema della valutazione dei segnali, che possono indicare l'eventuale presenza di uno di questi disturbi sin dalla Scuola dell'Infanzia e soprattutto nel primo biennio della Scuola Primaria; ciò mi ha interessato sia professionalmente che privatamente, come madre di una bambina che affronta quest'anno l'ingresso nelle scuole elementari. Ritengo che un altro punto di forza del corso sia stata la descrizione completa e dettagliata delle difficoltà che gli alunni DSA affrontano quotidianamente nelle diverse discipline componenti il curricolo della Scuola Secondaria di II grado. Trovandomi ad insegnare in un Liceo Scientifico, ho infatti particolarmente apprezzato tale analisi, che mi ha stupito in alcuni dettagli che non conoscevo - ad esempio la compromissione della memoria degli allievi DSA, al di là del problema della processazione cognitiva, per quanto concerne le date e le unità di misura e la necessità di "ripartire da zero ogni volta" nei procedimenti logici - e che rilevo essere sconosciuti alla maggior parte dei colleghi curricolari. Ciò rafforza ulteriormente la mia convinzione della necessità di proporre costantemente, anche a livello delle singole istituzioni scolastiche, corsi di aggiornamento su queste tematiche, che possano essere seguiti da tutti i docenti e risparmino agli allievi inutili sofferenze nella quotidianità e in occasione delle valutazioni.

DATA 09/03/2015 12.34.48 - AUTORE roberta_A479C

Buongiorno, Sono un'insegnante precaria che sta svolgendo un'incarico annuale in una scuola secondaria di secondo grado, un istituto tecnico professionale per l'informatica. Sto frequentando il corso di formazione e aggiornamento sui BES (bisogni educativi speciali) presso l'associazione Assodolab. In primo luogo vorrei ringraziare la suddetta associazione perchè fornisce ai docenti un utile ausilio per affrontare al meglio gli studenti con disabilità di diverso tipo. Ogni alunno con bisogni educativi speciali ha una storia e un presente unico e come tale deve essere affrontato con professionalità e "umanità" al fine di rendere il lavoro di noi insegnanti produttivo e poter essere utili alla crescita educativa di questi ragazzi. Confido nel fatto che al termine di questa opportunità di crescita professionale avremo acquisito competenze preziose per migliorare il nostro lavoro, stupendo e difficile allo stesso tempo. L'opportunità di avere un forum a disposizione è un elemento prezioso per potersi confrontare con l'associazione ma soprattutto con altri "professionisti" in modo che le esperienze di ognuno diventino un dono per tutti. Infine auguro un buon lavoro a tutti coloro che vivono a contatto con questi ragazzi davvero "speciali" perchè molte volte sono loro che insegnano a noi come affrontare la vita e l'educazione nella loro difficoltà.

DATA 09/03/2015 16.38.17 - AUTORE kuka76

Allo stato attuale e in certune scuole, la valutazione dei BES all'interno dei vari consigli di classe, da parte di alcuni docenti risulta effettivamente "comica". In particolar modo i docenti "datati" purtroppo disconoscono tale tipo di certificazione e la confondono spesso con il sostegno e figuriamoci pertanto l'approccio che essi stessi, dovrebbero intraprendere con le famiglie per spiegare loro il tipo d'intervento, indispensabile per la didattica e l'apprendimento dell'allievo. Bisognerebbe che il Ministero intervenisse in maniera energica con aggiornamenti obbligatori su tale tematica.

DATA 09/03/2015 22.37.22 - AUTORE stefaniag914y

Il problema più grande che si deve affrontare nelle classi dove ci sono allievicon bisogni educativi speciali è mettere d'accordo i docenti del consiglio di classe circa il riconoscimento di questi bisogni. Molti docenti pensano ancora che i problemi dei ragazzi siano dovuti esclusivamente a poco impegno..mancanza di studio....non è facile perciò operare per il raggiungimento di quello che dovrebbe essere il fine ultimo del nostro lavoro..operare tutte quelle strategie che permettano il successo formativo dei nostri allievi...spero che con il passare del tempo sempre più docenti si avvicinino con interesse allo studio di queste tematiche in modo tale che si possa operare collegialmente verso la condivisione di un percorso ottimale per i ragazzi con difficoltà

DATA 10/03/2015 0.54.49 - AUTORE Perotti Giancarla

Purtroppo ancora oggi la maggior parte dei docenti pensa solamente a spiegare con lezioni frontali, servendosi di metodi didattici utilizzati per le generazioni degli anni 60/70. Questo tipo di docenti non hanno la minima preoccupazione né per coloro che hanno qualche disagio né per formarsi adeguatamente cercando di sperimentare nuove strategie didattiche per eliminare l'insuccesso scolastico. La situazione è drammatica perché il coordinatore del Consiglio di Classe, ancora oggi, non sa cosa sia compreso nella sigla BES, quindi la maggior parte delle volte non si tiene conto di alcuni segnali mostrati dagli allievi tanto da valutarli con lo stesso criterio dell'alunno senza disagi quindi negativamente

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