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DATA: giovedì 21 novembre 2024

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Un aiuto concreto agli alunni con DSA, BES ecc.. da parte degli insegnanti di sostegno e curriculari.

In questi venti anni ed oltre di insegnamento, penso di aver visto un po’ tutto quello che succede negli Istituti di Scuola Superiore italiana. Dal Nord al Sud, dall’Est all’Ovest, anche se gli edifici scolastici cambiano dal più moderno a quello più obsoleto, il materialo umano è sempre lo stesso. Gli alunni in difficoltà vanno motivati o rimotivati, gli insuccessi scolastici vanno portarli a dei buoni risultati, la perdita di autostima ed atteggiamenti rinunciatari nei confronti della Scuola devono essere un punto prioritario di ogni docente, sia esso specializzato sul sostegno, sia esso curriculare. Ognuno deve dare il meglio di se stesso, partendo dalla propria esperienza professionale. Gli alunni ed in special modo, gli studenti con Disturbi Specifici di Apprendimento, gli alunni che necessitano di BES – Bisogni Educativi Speciali o con altre patologie, andranno trattati “con guanti bianchi” perché il loro avvenire è alquanto incerto ed insicuro. Il buon educatore dovrà alleviare il disagio, le difficoltà, i disturbi ed ottimizzare i bisogni che portano ad un rallentamento del programma nel soggetto affetto da patologie. Occorre fare di tutto affinché gli alunni abbiano lo stesso trattamento e la stessa «change» nella vita piena di ostacoli che a volte sono insormontabili. Un ringraziamento va all’associazione Assodolab che ha affrontato questi discorsi attraverso corsi di formazione e aggiornamento on-line e in presenza sia sui DSA che sui BES attraverso momenti di formazione in videoconferenza e a voi che seguite con attenzione questi bambini. Prof. Agostino Del Buono Presidente Nazionale Assodolab

DATA: 10/02/2011 - Autore Prof. Agostino Del Buono - Post 1501

COMMENTI - PAGINA 66

DATA 12/07/2018 18:58:56 - AUTORE MARCOH271H

Salve a tutti, sono un insegnante di sostegno della scuola dell'infanzia e sono di ruolo da ben 7 anni dopo 6 anni di precariato sempre nel medesimo ordine di scuola e sulla stessa tipologia di posto di sostegno. In tutti questi anni d'insegnamento mi è spesso capitato di avere a che fare con bambini già con certificazione BES e DSA fin dalla più tenera età, perciò ho colto a volo l'occasione di frequentare "online" codesto corso d'aggiornamento. Sono anche padre di una bambina di tre anni d'età avente un ritardo molto marcato del linguaggio perciò sono ancor più motivato ad accrescere sempre di più il mio bagaglio culturale nel campo del sostegno. Purtroppo mi è anche capitato di trovarmi in situazioni particolari ove alunni con evidenti disturbi specifici d'apprendimento non potessero usufruire di tutte le strategie didattiche necessarie per ridurre al minimo le loro difficoltà in quanto spesso ci si doveva scontrare o con un rifiuto/negazione della difficoltà e del problema dell'alunno da parte della famiglia o per mancanza di personale docente specializzato e adeguatamente aggiornato a far fronte a codeste determinate esigenze. Auspico, pertanto, anche grazie a questi corsi di aggiornamento/formazione "online" che tutto ciò possa non verificarsi più e che sia pertanto garantito ad ogni alunno BES/DSA un reale aiuto dalla nuova classe di insegnanti di sostegno.

DATA 14/07/2018 15:04:24 - AUTORE filippa131g

Salve a tutti, sono una docente di scuola primaria appassionata a queste tematiche perché mi capita spesso di lavorare con alunni che manifestano difficoltà .Innanzitutto ringrazio Assodolab per il corso particolarmente utile e proficuo, lo trovo pratico e utilissimo. Dopo aver visionato alcune lezioni del corso mi rendo conto che noi docenti abbiamo la responsabilità di attuare strategie d’intervento che possano cogliere l’eterogeneità dei bisogni per individualizzare i diversi percorsi di apprendimento di ogni alunno. Tenendo in considerazione che la diversità è una ricchezza che rappresenta un’occasione importante per educare i bambini ai fondamentali obiettivi di educazione alla cittadinanza e che l’INCLUSIONE è un processo che mira al successo formativo di tutti gli alunni, bisogna agire anche in un’ottica di rete e di sinergia con il territorio in modo particolare per gli alunni con Bisogni Educativi Speciali. Vi è quindi il desiderio di garantire la piena partecipazione alla vita scolastica a tutti i soggetti, oltre che di fornire una cornice entro cui gli alunni possano essere valorizzati e forniti di uguali opportunità a scuola.

DATA 16/07/2018 21:21:24 - AUTORE Giulia1F952K

Sono un'insegnante di scuola primaria da 18 anni, i dsa rappresentano per me una sfida ma anche un'opportunità per conoscere meglio parte dei miei alunni, entrare più facilmente in relazione con loro, comprendere e compensare le loro difficoltà. Purtroppo il non essere specialisti rende il percorso più difficoltoso, ma non deve costituire un ostacolo al miglioramento del proprio metodo di insegnamento-apprendimento. Noi insegnanti, così come i nostri alunni, dobbiamo essere sempre in ricerca a pronti ad apprendere nuove strategie. In particolare, quando l'accesso allo specialista non è immediato o desiderato (per esempio dalla famiglia dell'alunno), allora la formazione dell'insegnante in tale direzione diventa fondamentale, motivo per cui sono entusiasta di seguire questo corso.

DATA 17/07/2018 11:50:16 - AUTORE Achille_B789G

Salve a tutti. Insegno diritto ed economia nella scuola secondaria di secondo grado. La tematica dell’aiuto agli alunni BES, DSA .. mi è molto cara. Nella realtà in cui insegno, infatti, è alta la percentuale di alunni che presentano difficoltà. Ho avuto modo di maturare nel corso degli anni la consapevolezza che il mio lavoro in classe dovesse essere tarato proprio su questi alunni. Nella mia programmazione ho inserito quindi quelle metodologie e quegli strumenti che permettessero agli alunni con difficoltà di avere le medesime chance dei loro compagni. Questo mio modo di operare ha sortito in questi alunni effetti positivi sia sul piano dell’autostima, sia sul piano della motivazione. Anche il clima in classe è risultato migliore rispetto a altre esperienze lavorative proprio perché tutti sono stati messi nelle condizioni di partecipare attivamente alla lezione e fruire delle stesse opportunità. Elemento importante a mio parere, è che tutti sono stati messi nelle condizioni di interagire con i compagni, anche gli alunni DSA, BES proprio perché messi nelle condizioni di accedere a tutti i contenuti secondo modalità a loro più congegnali.

DATA 17/07/2018 19:59:46 - AUTORE LuciaI158U

Troppo spesso la gestione di alunni DSA o BES viene affidata ad insegnanti, loro malgrado, privi di esperienza o di preparazione in questo delicato settore. é quanto accaduto a me e inizialmente mi sono fatta guidare dal buon senso. Così con mappe e schemi, realizzati a supporto delle lezioni, ho avuto buoni riscontri, sia da parte di alunni con certificazione, per i quali era stato predisposto il pdp, sia da parte di alunni con difficoltà non certificate e che ho avuto modo di appurare col trascorrere del tempo. Questa mia prima stagione di lavoro mi ha portato a concludere che gli strumenti adottati per alunni con difficoltà possono essere estesi a tutti, con beneficio di molti.

DATA 18/07/2018 20:04:36 - AUTORE MARCOH271H

Nel mio Istituto Comprensivo nel corso degli ultimi anni scolastici si è rilevato un forte aumento di alunni individuati con varie tipologie di disturbi specifici di apprendimento e più comunemente classificati col termine DSA. Tra le più rilevanti tipologie di disturbi specifici di apprendimento è emerso che quello più frequente per numero di casi certi e certificati è stato quella della dislessia, ossia il disturbo della lettura. Il disturbo della lettura, infatti a causa della sua natura multiforme e delle diverse abilità che inficia, può essere trattato didatticamente attraverso l’uso di differenti tecnologie. La maggior parte di queste ultime può inoltre essere utilizzata in presenza di altre tipologie BES, ossia di alunni aventi, pertanto, un bisogno educativo speciale. Tra le varie tecnologie e strumenti compensativi che hanno attirato la mia attenzione e che vengono spesso suggeriti per un uso didattico in presenza del disturbo di lettura sono indicati i software per il “Text – to – speech” e gli “Screen – readers”, entrambi questi software sono pur utilizzabili anche in presenza di soggetti ipovedenti o non vedenti. Oggi per fortuna è più facile identificare un disturbo specifico dell’apprendimento perché ci si può aiutare facendo riferimento a vari prerequisiti che devono avere gli alunni individuati come DSA. Trai più comuni prerequisiti da tener presente ad oggi abbiamo: presenza di un quoziente intellettivo (Q.I.) nella norma, non presenti deficit sensoriali che possano da soli spiegare la difficoltà presentata, non presenti lesioni neuronali che possano da soli spiegare la difficoltà presentata, abbia ricevuto adeguate opportunità scolastiche e culturali. Pertanto, in conclusione, occorre sempre adoperare una didattica inclusiva coinvolgendo non solo l’alunno avente un disturbo specifico dell’apprendimento ma anche l’intero gruppo classe, rispettando sempre i tempi d’apprendimento di codesto alunno fornendogli sempre validi ed attuabili piani educativi personalizzati.

DATA 20/07/2018 08:57:16 - AUTORE FrancescaB354H

Vorrei proporre una riflessione sull’osservazione sistematica come elemento strategico nella individuazione dei BES. Attesa la varietà delle condizioni personali e contestuali che possono determinare l’insorgere di un bisogno educativo speciale, ritengo che sia fondamentale soffermarsi sull’importanza dell’osservazione sistematica del contesto classe e, dell’alunno nel contesto classe, per individuare singole situazioni di disagio e predisporre le strategie didattiche più opportune. L’osservazione deve essere intenzionale e organizzata, concettualizzata su precise domande cui dare risposta, predisposta e condivisa dal Consiglio di classe. Deve essere condotta per un tempo ragionevolmente lungo da fornire una esauriente panoramica delle situazioni di disagio, inoltre, deve essere ripetuta periodicamente dopo la stesura e l’attuazione del PDP per valutare i progressi ed introdurre eventuali correttivi. A tal fine rivestono particolare importanza gli incontri periodici con il Consiglio di classe da prevedere, in questi casi, con cadenza almeno infraquadrimestrale.

DATA 20/07/2018 17:35:38 - AUTORE LuisaH163S

Sono un’insegnante di Scienze giuridico-economiche in un Istituto secondario di secondo grado e negli anni ho visto crescere prima il numero degli studenti con DSA e poi di quelli con BES. La normativa in materia ha fatto prendere coscienza di queste problematiche, che in passato venivano etichettate come situazioni in cui lo studente manifestava scarso interesse o poca voglia di studiare e che portavano inevitabilmente all’abbandono scolastico. Oggi non è più possibile ignorare tutto ciò e non solo perché le norme ci danno un quadro molto chiaro della varietà di problematiche che possiamo incontrare nelle nostre classi, ma anche perché l’individualizzazione già prevista nell’art 4 del D.P.R. 275/99 (Regolamento dell’Autonomia) e la personalizzazione della didattica, sono favorite dalla nuova visione per l’attuazione dell’inclusione, non più legata alla documentazione medica, ma allargata alla responsabile osservazione dei docenti. A tale proposito è fondamentale, per noi che operiamo nella Scuola secondaria di secondo grado, non pensare che basti una conoscenza delle metodologie, degli strumenti compensativi e delle misure dispensative per portare al successo scolastico i nostri alunni, ma occorre tenere presente che i nostri studenti entrano nell’età dell’adolescenza e che, quindi, DSA e BES finiscono con l’interagire pesantemente con le problematiche psicologiche legate all’età. Diventano, dunque, indispensabili non solo i corsi come quelli organizzati da Assodolab, ma anche una più stretta collaborazione tra docenti che, attraverso la propria esperienza e le proprie conoscenze, possano condividere e trovare soluzioni alle molteplici sfaccettature problematiche degli alunni con DSA e con BES.

DATA 21/07/2018 12:22:36 - AUTORE Silvia

Individuare i BES Per individuare i BES, all’interno di una classe, è interessante soffermarsi sulla normativa e in particolare nella nota n. 2563 del 22/11/2013. Questa ha voluto fornire tutela a tutte quelle situazioni in cui è presente un disturbo clinicamente fondato, diagnosticabile ma non ricadente nelle previsioni della Legge 104/92 né in quelle della Legge 170/2010. Non è compito della scuola, infatti, certificare gli alunni con bisogni educativi speciali, ma individuare quelli per i quali è opportuna e necessaria l´adozione di particolari strategie didattiche La scuola può intervenire nella personalizzazione in tanti modi diversi, informali o strutturati, secondo i bisogni e la convenienza; pertanto la rilevazione di una mera difficoltà di apprendimento non dovrebbe indurre all’attivazione di un percorso specifico con la conseguente compilazione di un Piano Didattico Personalizzato. Nel caso si sospetti di una condizione deficitaria che deriva dalla situazione familiare, la scuola ha l’onere di procedere con una segnalazione ai servizi sociali.

DATA 22/07/2018 10:27:09 - AUTORE Giulia1F952K

Ho partecipato con entusiasmo a questo corso e svolto con interesse la tesina finale, ascoltando le video-lezioni e ricercando anche ulteriore materiale relativo a strumenti compensativi per alunni DSA disponibile on line. Non sempre infatti si ha la possibilità di rivolgersi ad uno specialista per richiedere supporto e interventi mirati, pertanto è di fondamentale importanza che l’insegnante abbia acquisito le competenze adatte ad individuare, prevenire, monitorare e compensare tali esigenze. Anche per alunni non certificati infatti vi sono misure ed interventi adatti a riabilitare alcune competenze, come indicato nel materiale su file disponibile nel corso.

DATA 22/07/2018 11:22:00 - AUTORE bruna_G712S

Sono un'insegnante di scuola primaria da 18 anni. Nel corso di questi anni ho cercato di consolidare la mia formazione relativamente alle problematiche connesse ai bambini DSA. E' impensabile per un docente di qualsiasi ordine di scuola non interrogarsi su quali siano le modalità di intervento più idonee e più proficue per gli alunni che presentano difficoltà di apprendimento. Non si può relegare l'insuccesso scolastico esclusivamente all'alunno svogliato e che non si impegna o alla famiglia che non lo segue abbastanza. Io mi sento molto responsabile dei risultati che i miei alunni conseguiranno alla fine del percorso scolastico della Primaria. Pertanto, tutto ciò che può contribuire a rendere realizzabile questo obiettivo, quindi anche Corsi come questo, è per me un supporto indispensabile.

DATA 23/07/2018 11:31:06 - AUTORE maurib354l

Ho avuto modo di notare in circa trent’anni di insegnamento nelle scuole secondarie di secondo grado ( sia in realtà rurale che cittadina), la sempre più crescente presenza di variegati casi che possano annoverarsi in quelle aree dello svantaggio scolastico a cui quindi la comunità educante deve dare adeguata e necessaria risposta per offrir loro pari opportunità nel processo di crescita, non solo sul piano delle conoscenze e competenze. Al di là di quei casi in cui siano presenti diagnosi e/o certificazioni che necessariamente conducano all’adozione di P.d.P. da calibrarsi progettualmente alle diverse specifiche situazioni variabili da caso a caso, vi son pure situazioni in cui una risposta individuale e personalizzata da darsi possa attingersi in quelle ben fondate considerazioni psicopedagogiche e didattiche, previste fin dalla Direttiva del 27.12.2012 e dalla C. M. 8/2013. Credo che, per soddisfare di fatto il requisito del “ben fondate” ( ai fini di un ipotetico giudizio sul punto) non si possa prescindere dall’opportunità che, intanto in Istituto, siano destinati annualmente spazi di formazione ed aggiornamento in progress di tutti i docenti affinché qualsivoglia loro eventuale considerazione psicopedagogica e didattica (ai fini della progettazione e adozione individualizzate di un P.d.P.) possa ritenersi quanto più come ben fondata

DATA 23/07/2018 23:52:42 - AUTORE Betta535O

Betta535O- Salve a tutti. Sono un insegnante di laboratorio di un istituto alberghiero. Credo sia necessario per qualsiasi docente capire che anche l'alunno senza difficoltà debba essere accompagnato, a maggior ragione gli alunni con Bisogni Educativi Speciali e coloro che hanno situazioni di svantaggio . Dopo anni di insegnamento ,ho avuto modo di maturare la consapevolezza di calibrare la mia programmazione proprio su questi alunni. Con i ragazzi stranieri che non conoscono la lingua e i ragazzi con disagi famigliari, propongo verifiche scritte con figure e abbinamenti atti a decodificare le cose più difficili. Le prove pratiche si basano esclusivamente su lezioni svolte in mia presenza in laboratorio e ripetute più volte. Ho notato che questi alunni, quasi sempre, hanno un livello di autostima piuttosto basso e queste verifiche cercano di evitare loro di imbattersi in nuovi insuccessi . Applicare una didattica inclusiva favorisce la permanenza a scuola,che spesso viene meno proprio per questi alunni, che spesso nell'istituzione NON trovano un aiuto concreto e non offre loro un chance. Gli Strumenti compensativi, invece offrono la possibilità di inserimento degli alunni con svantaggi e sarebbe auspicabile che tutti i docenti li utilizzassero.

DATA 24/07/2018 09:07:54 - AUTORE filippa131g

L’aggiornamento per noi docenti è molto importante ,bisogna impegnarsi in un percorso evolutivo della nostra professione. Un docente preparato può far vivere l’esperienza scolastica positivamente al bambino con disturbi dell’apprendimento . Sono molto colpita nel constatare come i problemi che riguardano l’apprendimento, ovvero la dislessia , la disgrafia e la discalculia , che implicano funzioni cognitive complesse ,alcune volte non vengono percepiti dai genitori .Trovo efficace l’uso di strumenti compensativi in ambito scolastico perché aiutano i bambini ad esprimere le proprie capacità senza fare fatica inutilmente. Quando il bambino DSA utilizza lo strumento (computer, schede, tabelle, tablet ) impara- giocando senza difficoltà,quindi tali strumenti favoriscono l'apprendimento, in modo particolare ,nella scuola primaria, sono un’ottima scelta aiutano lo studente a diventare autonomo nello studio. Per i DSA l’apprendimento non è impossibile ma avviene in modo speciale, è importante collaborare attivamente con i colleghi del consiglio di interclasse e con i genitori e avviare per loro percorsi didattici personalizzati;. . Se il docente ,sia esso curriculare o di sostegno, non interviene in modo adeguato, aumentano i disturbi associati.

DATA 24/07/2018 17:07:34 - AUTORE LuciaI158U

Al termine del corso auspico che la formazione dei docenti sulle tematiche riguardanti l'inclusività, intesa come principio esteso a tutti gli alunni, possa essere continua e mirata. Non possiamo perdere di vista il significato originario del termine “inclusività” che dovrebbe rappresentare il cardine del nostro modello scolastico, ma che spesso finisce per etichettare gli alunni con problematiche di apprendimento. Queste ultime presentano uno spettro così variegato di possibilità da richiedere una preparazione e uno spirito di osservazione notevole da parte degli insegnanti chiamati a riconoscerle e ad affrontarle. Per questo non è possibile affrontare tali sfide da soli: i docenti devono lavorare in sinergia e non può loro mancare il supporto di cui necessitano. Mi auguro che i PDP e qualunque altra strategia messa in atto per consentire a tutti gli alunni di raggiungere il successo scolastico, non si limitino a pratiche burocratiche da sbrigare, ma che siano davvero cucite addosso a chi ne ha necessità e continuamente soggette a verifiche. Buon lavoro a tutti.

DATA 25/07/2018 22:35:45 - AUTORE bruna_G712S

Nel corso della mia carriera professionale nella scuola primaria, ho avuto modo di rapportarmi, come tutti i docenti di ogni ordine e grado scolastico, con alunni in situazione di difficoltà di apprendimento. Molto spesso tali casi è stato accertato coincidere con condizioni derivanti da disturbi dell'apprendimento, legati specificatamente all'acquisizione della lettura, della scrittura e del calcolo. Trascorsi i primi due/tre anni della scuola primaria, rivolti all'osservazione, al monitoraggio e alla rilevazione di quei segnali che potrebbero nascondere un disturbo dell'apprendimento, può essere redatta la "diagnosi" da parte delle strutture sanitarie a cui le famiglie si rivolgono. Ma, secondo la mia esperienza, non sempre i genitori acquisiscono la consapevolezza di un'eventuale problematica, pur essendo messi al corrente di una situazione di difficoltà del proprio figlio imputabile ad un disturbo dell'apprendimento; attribuendo, invece, lo scarso rendimento scolastico alla svogliatezza, all'immaturità, ad una metodologia didattica inadeguata. Ed è a questo punto che, mettendo sempre al primo posto il bambino e il suo diritto allo studio, si mette in atto tutto ciò che può metterlo nelle condizioni migliori per apprendere, pur in assenza della "certificazione"; consolidando anche la motivazione, l'interesse, la fiducia e l'autostima di cui tanto questi alunni hanno bisogno.

DATA 27/07/2018 17:06:02 - AUTORE LuisaH163S

A conclusione del corso, desidero condividere alcune riflessioni: innanzitutto l’importanza per tutti i Docenti, sia curriculari sia di sostegno, di un continuo aggiornamento che permetta loro di acquisire una preparazione non solo in merito alle innovazioni normative, ma anche per la conoscenza di nuove metodologie didattiche, in particolare quelle che consentono di realizzare una sempre maggiore e migliore inclusione degli studenti e ciò non solo perché è normativamente previsto, ma anche perché i nostri ragazzi hanno la necessità di dotarsi di strumenti che permettano loro di affrontare una società sempre più complessa. La scuola ha la responsabilità di aiutare gli studenti ad affrontare le problematiche sempre più numerose e complesse che li caratterizzano e, allo stesso tempo, di prepararli al loro ingresso nella società. Tutto ciò è di fondamentale importanza perché non dobbiamo mai dimenticare che i nostri studenti rappresentano il nostro futuro e che seppure la famiglia, in quanto prima agenzia educativa, è in crisi, la scuola deve continuare ad essere un punto di riferimento importante per l’educazione e la formazione dei giovani.

DATA 27/07/2018 22:01:52 - AUTORE bruna_G712S

Insegnando ormai da diversi anni le discipline dell'ambito logico-matematico nella scuola primaria, ho cercato in questo corso di focalizzare la mia attenzione sui disturbi di apprendimento legati alla discalculia. Ho riscontrato nella mia esperienza che tale problematica non si è quasi mai presentata isolatamente, ma, nella maggior parte dei casi, associata ad altri disturbi dell'apprendimento, quali dislessia, disgrafia o disortografia Pertanto, l'intervento didattico, riguardando tutte le discipline, è stato sempre frutto di condivisione all'interno dell'equipe dei docenti. Anche il PDP, nei casi di presenza di certificazione, è stato redatto collegialmente. Le prime avvisaglie di qualche problematica già si cominciano ad avvertire nelle classi prima e seconda, allorquando si evidenzia una certa propensione a contare in senso progressivo e regressivo senza riuscire a staccarsi dalla necessità di avere la quantità a portata di mano (le dita, gli insiemi, gli oggetti). Per questo, rendendoci conto con le colleghe di carenze relative alle abilità percettivo-motorie e di difficoltà attribuibili probabilmente anche ad una insufficienza di esperienze concrete, abbiamo dato sempre grande importanza nel primo e secondo anno di scuola primaria alla manipolazione ed al raggruppamento secondo criteri, per poi mettere in grado i bambini di costruire strutture sempre più complesse. Quando, nonostante questi accorgimenti, il passaggio alla simbolizzazione, alla memorizzazione di regole e procedure abbiamo notato essere ancora faticoso e permeato di errori dovuti a difficoltà visuo-spaziali, abbiamo focalizzato l'attenzione su questi alunni e comunicato ai genitori la possibilità di chiedere un consulto presso le strutture sanitarie preposte. La problematica emerge con più evidenza nel corso della classe terza, quando gli alunni devono utilizzare in modo rapido e corretto i numeri per eseguire calcoli e risolvere problemi. Concludendo, vorrei ribadire che la progettazione ed attuazione di percorsi didattici individualizzati deve avvenire in modo sinergico tra tutti gli insegnanti, basandosi sulla collaborazione e su una metodologia condivisa.

DATA 28/07/2018 18:57:46 - AUTORE FrancescaB354H

A conclusione del corso vorrei proporre una riflessione sul ruolo fondamentale che la famiglia nel favorire l'inclusione degli alunni con bisogni educativi speciali. Curare i rapporti con la famiglia richiede uno scambio continuo di informazioni, trasparenza e collaborazione e coinvolgimento della stessa nell'attuazione delle strategie didattiche. In tutti i casi in cui la relazione scuola- famiglia è improntata ad una effettiva collaborazione si ha una positiva ricaduta di effetti nell'apprendimento e nell'inclusione.

DATA 28/07/2018 19:14:31 - AUTORE maurib354l

Vivendo un’evoluzione della Scuola di tipo inclusivo, spesso mi trovo a riflettere sul come perseguire un’autentica inclusione di quei ragazzi stranieri e dalle diverse culture. In particolare, come salvaguardarne il diritto alla conservazione dell’identità d’origine e al tempo stesso inserirli nel nostro sistema educante quale insieme, senza che un pur ben animato processo inclusivo vada ad inciampare inavvertitamente e inconsapevolmente in una assimilazione. Infatti, se da un lato sia ovvio che l’inclusione sia concetto antitetico a quello di esclusione, evocando azioni centripete piuttosto che centrifughe, se in estrema sintesi volessimo intendere l’includere come un atto e/o azione volta all’inserimento in un contesto ( generalmente dalla maggiore ampiezza) dimodoché una qualsivoglia diversità - assunta come risorsa piuttosto che limite - sia quindi posta nella situazione di partecipare al pari degli altri alle attività del contesto medesimo, tale inserimento credo tuttavia non debba implicare una sorta di abiura silente al proprio modo diverso d’essere, ma anzi il diritto a poter mantenere quella diversità data dall’originare da culture diverse e con diversa cittadinanza. In quest’ottica penso (non avendo fatto studi di psicologia o sociologia) che inclusione di studenti di culture altre sia in primo luogo l’abbattimento di ogni frontiera atavica preconcetta del pensiero, diffidente di chi possa essere visto diverso sol perché di cittadinanza straniera e diversa cultura.

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