DATA: domenica 24 novembre 2024
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In questi venti anni ed oltre di insegnamento, penso di aver visto un po’ tutto quello che succede negli Istituti di Scuola Superiore italiana. Dal Nord al Sud, dall’Est all’Ovest, anche se gli edifici scolastici cambiano dal più moderno a quello più obsoleto, il materialo umano è sempre lo stesso. Gli alunni in difficoltà vanno motivati o rimotivati, gli insuccessi scolastici vanno portarli a dei buoni risultati, la perdita di autostima ed atteggiamenti rinunciatari nei confronti della Scuola devono essere un punto prioritario di ogni docente, sia esso specializzato sul sostegno, sia esso curriculare. Ognuno deve dare il meglio di se stesso, partendo dalla propria esperienza professionale. Gli alunni ed in special modo, gli studenti con Disturbi Specifici di Apprendimento, gli alunni che necessitano di BES – Bisogni Educativi Speciali o con altre patologie, andranno trattati “con guanti bianchi” perché il loro avvenire è alquanto incerto ed insicuro. Il buon educatore dovrà alleviare il disagio, le difficoltà, i disturbi ed ottimizzare i bisogni che portano ad un rallentamento del programma nel soggetto affetto da patologie. Occorre fare di tutto affinché gli alunni abbiano lo stesso trattamento e la stessa «change» nella vita piena di ostacoli che a volte sono insormontabili. Un ringraziamento va all’associazione Assodolab che ha affrontato questi discorsi attraverso corsi di formazione e aggiornamento on-line e in presenza sia sui DSA che sui BES attraverso momenti di formazione in videoconferenza e a voi che seguite con attenzione questi bambini. Prof. Agostino Del Buono Presidente Nazionale Assodolab
DATA: 10/02/2011 - Autore Prof. Agostino Del Buono - Post 1501
COMMENTI - PAGINA 20
DATA 30/04/2012 8.08.10 - AUTORE caterinaE806W
Sono una docente di scuola secondaria di primo grado. Ho ricevuto dalla referente del mio Istituto il DVD con il corso online di formazione. Dalle prime videolezioni ascoltate posso affermare che il materiale messo a disposizione potrà essere un valido aiuto e supporto nella mia attività didattica, anche se ritengo che tale formazione dovrebbe essere necessaria per tutti i docenti curriculari, in quanto solo attraverso una corretta conoscenza del problema si possono organizzare interventi individualizzati mirati per far sì che ogni alunno accresca la fiducia nelle proprie capacità, migliorando la propria autostima e di conseguenza il suo successo scolastico. Caterina E806W
DATA 30/04/2012 9.16.59 - AUTORE Maria-C349R
Gentili prof. U.Avalle ed A.Del Buono, dopo aver visionato la prima parte del C.D.,mi corre l'obbligo innanzitutto di complimentarmi per il materiale interessante che ci è stato fornito da Voi studiosi del problema dei D.S.A. .Sono un'insegnante di Ed. Musicale e di Strumento,che opera nella scuola sec.di I Grado da oltre dieci anni, e sono perfettamente convinta che un buon insegnante debba essere innanzitutto un buon educatore, in quanto i "momenti dell'atto educativo",psicologia, pedagogia, didattica e metodologia,sono inseparabili. Alla luce di questa premessa,volevo chiedere al prof. Avalle: partendo dal fatto che con l'acronimo D.S.A. si indicano i disturbi dell'apprendimento che tendono ad inficiare le abilità di scrittura, lettura e calcolo, senza intaccare il funzionamento intellettivo,quali sono i "caratteri primari" di questi disturbi? Mi spiego meglio: è noto che la diagnosi avviene in genere in età scolare(Sc.Prim.), quindi nel periodo definito da Piaget "operatorio concreto", dove esistono già delle modalità di funzionamento intellettivo (organizzazione ed adattamento!). Come mai in questi discenti il resto delle azioni si compie normalmente? Piaget ci ha parlato sin dalla nascita di "invarianti funzionali" e dello sviluppo del bambino come un "insieme di operazioni logiche"stimolate da un "disequilibrio"(assimilazione, accomodamento, stato di bisogno...).Se tutto ciò avviene nella normalità, come è possibile il manifestarsi di questi problemi solo in età scolare? Alla luce delle teorie di Vygotskij che ci ha parlato di sviluppo del bambino in relazione al momento storico ed alla cultura di appartenenza, quanto un insegnante può fare, nei casi di D.S.A.,per migliorare la cosiddetta "zona di sviluppo prossimale" , cioè la soglia tra ciò che un discente può fare da solo e ciò che può compiere con l'aiuto di un esperto? Grazie anticipate, ma i molti dubbi sono dovuti al fatto che la sottoscritta non possiede conoscenze specifiche sulle "diverse abilità"! Maria-C349R.
DATA 30/04/2012 18.58.41 - AUTORE ANTONIA_H850V
Data 30/04/2012 Antonia_H850V Sono un’insegnante di biennio nella scuola secondaria di secondo grado e ho da poco iniziato a seguire con interesse le video-lezioni del prof. U. Avalle. Ho appreso che, se allievi con DSA in realtà sono sempre esistiti – si potrebbe pensare, per citare un esempio, al mutus puer Pedio, ricordato da Plinio nella sua Naturalis historia – , solo da pochi anni sono stati riconosciuti i disagi di detti alunni e ci si è resi conto a livello normativo della complessità della questione. Dal momento che compito precipuo della scuola è quello di garantire – con pari opportunità – a tutti gli studenti il successo formativo, è fondamentale una stretta e valida collaborazione tra la scuola e i genitori dei discenti. Solo infatti istituti che sappiano offrire strumenti compensativi a chi ne ha bisogno, che dispongano di un team affiatato di insegnanti adeguatamente formati, in grado di individuare precocemente – con uno screening oggettivo – situazioni problematiche degli allievi, anche con il supporto di centri specializzati dotati di personale altamente qualificato, e genitori attenti a riconoscere i disturbi dei loro figli e sensibilizzati ad accettarne la neurodiversità possono aiutare in modo concreto ed efficace gli alunni con DSA, mediante strategie didattiche flessibili organizzate opportunamente. Pertanto mi unisco al coro di quanti ringraziano l’Assodolab per la chiarezza e la precisione – peraltro da me in passato sperimentate – con cui l’Associazione offre ai docenti il corso di formazione online che sto seguendo tramite l’Istituto scolastico in cui lavoro.
DATA 01/05/2012 10.36.38 - AUTORE Rachele_G320O
Buong. a tutti, con piacere ho seguito il corso che si è rivelato utile e facile da capire. Nel mio cammino di educatrice nella scuola Primaria, ho capito che le difficoltà compaiono insieme a problematiche di autoregolazione di bambini: facile all'ira, rifiuto delle direttive o ignorarle del tutto , la sfida, sono solo alcuni esempi di comportamenti che possiamo trovare in tutti, ma non con la frequenza e l'intensità che compaiono nei bambini disturbati. Forse giocano molto gli aspetti individuali e ambientali di vita del bambino, famiglia-scuola non sono in sinergia. Pertanto gli stili educativi si scontrano o si attenuano, rendendo così il bambino ancora più difficile da gestire. Pongo le domande al prof. Ugo Avalle. A che cosa potrebbero essere dovuti questi comportamenti? Come comportarsi in questi casi? Qual è il modo migliore per interagire? Molte grazie.
DATA 01/05/2012 14.08.33 - AUTORE Enzoexp
Sono un insegnante di scuola Primaria. Ho partecipato a diverse attività di formazione, promosse dai vari istituti dove ho lavorato, e quella sui D.S.A secondo me è una attività di formazione a cui dovrebbero partecipare tutti gli insegnanti. In seguito ad alcune esperienze personali, ritengo opportuno oltre che sensibilizzare ed informare tutti gli insegnanti, bisognerebbe sensibilizzare, informare e formare anche i genitori, aiutarli a comprendere bene cosa sono i D.S.A. attraverso elaborati, brochure e tutto quanto messo a disposizione dalle moderne tecnologie, in quanto ho notato che alcuni genitori rifiutano l'ipotesi che i propri figli possano avere delle difficoltà nell'apprendimento.
DATA 01/05/2012 19.25.09 - AUTORE ANTONIETTA_L845J
Nella dislessia risulta difficile leggere le consonanti, le vocali e le sillabe intere; si tratta quindi di disturbi cheemergono con l' avvio dell' istruzione formale e che generalmente vengono diagnosticate nella seconda classe della scuola primaria. Quando si parla di dislessia bisogna precisare che non si tratta di disabilità, nè di deficit intelletivi o di menomazioni; si tratta invece di disturbi che, con adeguate strategie possono essere compensati e quindi superati. Sono disturbi specifici perchè interessano significativamente un dominio di abilità, ma sono circoscritti, lasciando intatto il funzionamento intelletivo generale. Il criterio principale per stabilire la diagnosi di DSA è infatti quello della discrepanza tra le abilità in un dominio specifico e l' intelligenza in generale. Infine si tratta di disturbi specifici di apprendimento, cioè delle abilità che consentono l' acquisizione di nuove conoscenze e la modifica di conoscenze già esistenti.Riconoscere i bambini affetti da DSA è fondamentale per evitare che si prolunghi il tempo dell' incomprensione edella percezione di una limitata capacità.Perchè ciò sia possibile è necessaria una formazione specifica del personale coinvolto, che offra gli strumenti adeguati per cogliere i primi segnali ed effettuare precocemente gli opprtuni interventi.
DATA 02/05/2012 10.47.25 - AUTORE RosaL070E
prova
DATA 02/05/2012 13.32.46 - AUTORE giovanninaC002P
Sono una docente di sostegno della scuola dell'Infanzia che da circa due anni si occupa di un bambino affetto da una malattia genetica molto rara. Questo contatto diretto con l'allievo in difficoltà mi ha fatto rendere conto come per questi bambini sia fondamentale conoscere precocemente quali sono le capacità su cui l'insegnante deve e può operare. Visionare il vostro DVD sui disturbi specifici dell'apprendimento mi ha dato l'opportunità di conoscere e di approfondire nuove problematiche educative e ritengo che sia per gli insegnanti curriculari che per quelli di sostegno sia molto utie essere formati su queste problematiche per poter dare aiuti concreti agli allievi affetti da D.S.A. Ringrazio l'ASSODOLAB per questa occasione che ha offerto a noi insegnanti.
DATA 02/05/2012 14.08.28 - AUTORE Filomenal747S
Sono una docente della scuola dell'Infanzia che ha deciso di seguire questo corso di aggiornamento sui Disturbi Specifici dell'Apprendimento perchè ritengo che questi problemi che presentano alcuni alunni possono e devono essere individuati già nella scuola dell'Infanzia. Visionando il vostro DVD mi sono resa conto che tanti "campanelli d'allarme"che noi possiamo riscontrare nei bambini già nel nostro grado scolastico e quindi iniziare precocemente a dare loro un aiuto concreto. Tale aiuto può servire ad evitare che tali difficoltà si trasformino in disturbi comportamentali che potrebbero influire negativamente nella socializzazione in generale e negli anni scolastici successivi portando conseguenze negative nello sviluppo dell'autonomia e dell'autostima personale.Ringraziol'ASSOLAB per avermi dato questa opportunità nell'arricchire le mie conoscenze in questo ambito.
DATA 02/05/2012 17.33.43 - AUTORE GUIDOE417Y
Chiedo al prof. Avalle qual è il passaggio successivo previsto nel nostro corso visto che ho inserito i 2 commenti sul Forum dei DSA e che ho studiato le lezioni inserite sul DVD.
DATA 02/05/2012 19.45.26 - AUTORE annarella
A conclusione di questo percorso voglio innanzitutto esprimere il mio apprezzamento per come è strutturato il corso, per la sua fruibilità, nonchè per il modo chiaro con cui sono trattati gli argomenti. Il corso fornisce indicazioni e suggerimenti validi, senza perdersi nei meandri ella mera teoria, per cui il corsista ne riceve un immediato supporto nella pratica didattica quotidiana. Ho trovato particolarmente valida ed interessante la sezione riguardante gli interventi da attuare nella prima classe dlla scuola primaria, in quanto ho sempre ritenuto di fondamentale importanza diagnosticare con tempestività questi Disturbi e avviare il prima possibile un programma individualizzato che aiuti il bambino a instaurare un rapporto positivo e sereno con la scuola.
DATA 02/05/2012 22.24.09 - AUTORE RosaL070E
Buona sera!Sono un'insegnante di SCUOLA PRIMARIA e nella mia carriera scolastica non ho mai incontrato alunni affetti da D.S.A. Non avendo nessun titolo per il sostegno ho deciso di frequentare questo corso di formazione on-line perchè conoscere le molteplici problematiche inerenti l'insegnamento a soggetti con tali disturbi, sia una premessa per un lavoro più proficuo.Penso inoltre che ogni docente debba conoscere i propri alunni per capirne le difficoltà,i disturbi,i disagi in modo da formulare interventi e strategie metodologiche adeguate.Ringrazio in modo particolare il prof.Agostino del Buono che mi ha permesso di intraprendere questo percorso formativo di maturazione individuale e,soprattutto,professionale.
DATA 03/05/2012 13.16.36 - AUTORE friscami
Ho cominciato a prendere visione del DVD sui DSA e devo dire che comincio ad avere le idee più chiare su questi disturbi e trovo utili anche i suggerimenti metodologici che vengono dati per le varie discipline. Ancora una volta ho ulteriore conferma che il consiglio di classe, nella sua interezza, è l’organo che, lavorando in team, ha la responsabilità della presa in carico educativa degli alunni affetti da DSA, progettando percorsi didattici personalizzati che definiscano strategie, strumenti dispensativi e compensativi e modalità di valutazione. E’ anche vero che si deve creare una sinergia con la famiglia e con gli enti preposti del territorio. Ma che fare quando si trovano resistenze da parte di docenti privi di competenze specifiche e/o poco flessibili, che non credono nell’integrazione e che così non tutelano il diritto allo studio? O ancora peggio quando parlando con i genitori e prospettando loro che i figli forse hanno qualche problema, questi non ammettono la realtà e non offrono la loro collaborazione ai docenti? Reputo che la formazione on line, offerta dalla scuola di servizio, come nel mio caso, sia una valida sostituta “dell’altra formazione”, perché noi docenti possiamo gestirla come e quando vogliamo, compatibilmente con i nostri impegni, senza spostarci. Grazie. Friscami
DATA 04/05/2012 19.53.50 - AUTORE ANNA_G568V
A conclusione del percorso di aggiornamento on-line sui D.S.A. mi sento di esprimere un giudizio altamente positivo sia per la strutturazione, sia per la comodità delle video-lezioni. Infatti ho potuto seguire il corso con tempi distesi e orari personalizzati e ho potuto ritornare sugli argomenti per me di maggiore interesse, per meglio focalizzare l'attenzione sulle metodologie didattiche, che di volta in volta sperimentavo e continuo a sperimentare in classe. Mi sono sentita guidata in un itinerario di insegnamento-apprendimento sicuramente impegnativo, ma sorretto da un'adeguata conoscenza delle debolezze da compensare e delle risorse su cui fare leva, così come da una fondata fiducia in una positiva relazione educativa tra alunno e insegnante.
DATA 05/05/2012 15.06.52 - AUTORE alfonsinaB872A
Consiglio vivamente a tutti i miei colleghi la partecipazione a corsi di formazione relativi ai DSA. Questo corso, infatti, mi ha fornito notevoli spunti circa la mia interazione con alunni che, pur non certificati, presentano caratteristiche dislessiche, per non parlare dei disgrafici con cui ho avuto a che fare. Insegno in un istituto professionale alberghiero dove il numero di ragazzi con difficoltà è più elevato dato che, a tutti è noto, la scelta di questo tipo di scuola si predilige perché è previsto un carico teorico astratto minore nonché viene riservata maggiore attenzione alle attività di tipo pratico. In particolare, quest'anno, ho dovuto interagire con un'alunna che, pur cavandosela nell'esposizione orale (anche se ancor troppo legata alla mnemonicità)evidenziava notevoli difficoltà nella stesura dei compiti scritti. L'errore più frequente era l'uso della h o meno nel verbo avere. Dopo aver seguito questo corso ho provato con la tecnica di correzione proposta dal Prof. Avalle e, anche se il problema non è stato risolto completamente, ho notato un leggero miglioramento nel compito successivo ma , soprattutto, uno sguardo meno mortificato negli occhi della mia alunna che non si è trovata davanti un compito riscritto con la penna rossa!!! Anche alcuni interventi al Forum sono stati per me ottimi spunti di riflessione e, dunque, ringrazio tutti per avermi aiutato ad arricchire il mio bagaglio culturale.
DATA 05/05/2012 16.31.42 - AUTORE graziellaf848x
05/05/12 Graziellaf848x Il disagio giovanile spesso si traduce in una chiusura in se stessi, le cause sono molte volte riconducibili al contesto familiare e culturale in cui si vive. La maggior parte delle volte si esprime in insoddisfazione personale e insuccesso scolastico, altre volte si manifesta con iperattività del ragazzo, disturbo della lezione, bassa concentrazione e difficoltà di integrazione con il resto della classe. Il disagio scolastico è spesso dovuto alla concausa di diversi fattori quali l’ambiente familiare in cui si vive, le amicizie frequentate ed ultimo ma non meno importante, la qualità del personale scolastico con cui ci si relaziona quotidianamente. Per qualità del personale scolastico, si intende principalmente il grado di disponibilità del personale docente a tendere una mano allo studente problematico mostrando il lato umano e non solo quello strettamente didattico. Un’apertura da parte dell’insegnante può evitare l’abbandono degli studi a parte dell’allievo.
DATA 05/05/2012 16.33.45 - AUTORE graziellaf848x
Salve a tutti sono una docente curriculare nelle scuole superiori,sono insegnante dal 2002, ma prima di quest’anno non mi era mai capitato di avere in classe allievi con Disturbi Specifici di apprendimento. Ringrazio l’associazione Assodolab per il supporto che fornisce a noi insegnanti. Quest’anno mi devo confrontare con due alunni con diagnosi di DSA, di cui , uno dislessico mentre l’altro, con una particolare situazione familiare ha perso l’autostima e la fiducia nelle proprie capacità. Sto cercando di aiutare i miei due alunni con metodi differenti, fornisco personalmente gli appunti al ragazzo affetto da dislessia e durante la lezione sta sempre seduto in prima fila in modo da avere sempre un confronto diretto e immediato sulla spiegazione. Il secondo allievo, che si trova in un’altra classe, mi coinvolge più personalmente, perché mi ha parlato del suo disagio, dei suoi pensieri autodistruttivi ed io ho cercato in ogni modo di farlo desistestere da questi pensieri anche raccontando mie vicende personali relative a periodi bui della mia vita. Quello che vi chiedo è: ho fatto male a farmi coinvolgere così tanto?
DATA 05/05/2012 19.40.03 - AUTORE Rosetta_L305M
Ho appena finito di visionare la parte del DVD relativa alla discalculia e ho appreso che ,tra i DSA, è stato l'ultimo ad essere riconosciuto e studiato; a differenza della dislessia di cui si parla da 20 anni,la discalculia è riconosciuta da 4 o 5 anni.Ripensando alla mia quasi trentennale carriera scolastica nella scuola primaria, ho constatato che ho avuto pochissimi alunni con difficoltà nell'ambito matematico, anzi ho man mano lavorato con bambini che si dimostravano maggiormente predisposti verso questa area disciplinare, ritenuta più " pratica", grazie anche ai nuovi metodi di insegnamento e all'uso di materiali e strumenti innovativi.Quando mi sono trovata di fronte a qualche alunno che faceva fatica a memorizzare le tabelline, a risolvere problemi, a incolonnare i numeri, ad eseguire i calcoli, ho pensato a un problema di scarso impegno,di poca " predisposizione".Ora mi rendo conto che poteva essere un problema di discalculia e mi amareggia l'idea di aver potuto produrre nell'alunno danni sul piano dell'autostima e del suo successo scolastico futuro.Sono contenta, perciò, di aver partecipato a questo corso di formazione e ringrazio l'Assodolab e la mia Scuola per avermi dato l'opportunità di aggiornarmi sulle tematiche delle difficoltà di apprendimento.Mi rendo conto però che questo non basta.Spesso noi insegnanti siamo lasciati soli nel nostro lavoro quotidiano, dove non basta la buona volontà, occorrono sostegno di personale specializzato, strumenti e strutture adeguati, collaborazione attiva e non conflittuale con le famiglie.
DATA 05/05/2012 22.28.08 - AUTORE mariad181m
Gent-mo prof Avalle e Del Buono complimenti per il corso di formazione on-line,l'ho trovato molto interessante e chiaro.Come già scritto nel primo intervento,sono un'insegnante di scuola primaria che ritiene necessaria la formazione e l'aggiornamento continuo per poter rendere sempre più qualificato il nostro lavoro.Se questo poi,lo si può fare quando meglio ti senti predisposta,é molto più proficuo e rende la formazione più personale.Dopo una prima sommaria visione,incomincio ad avere le idee molto più chiare sulle problematiche DSA, non avendo personalmente mai avuto esperienze con questi bambini. Mi correva l'obbligo di complimentarmi per il corso ci risentiamo quando avrò concluso.P.S.visto l'interesse sarà molto presto.
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DATA 29/04/2012 17.51.32 - AUTORE frances64
Insegno nella scuola primaria statale da 22 anni,attualmente come docente prevalente,ma ho iniziato la mia carriera come docente di sostegno.Ho frequentato con assiduità e impegno i corsi di sostegno perchè realmente motivata e attenta ai bisogni dei bambini "speciali " in primis e delle loro famiglie.Ho operato in contesti socioculturali difficili ,in scuole fatiscenti, ma ho sempre trovato nelle strutture scolastiche la famosa equipe psicopedagogica che operava sul campo insieme a noi,pronta ad intervenire per qualsiasi nostro dubbio o indecisione,pronta a consigliarci e a istruirci.Oggi lavoro in un contesto scolastico molto diverso ,socialmente e culturalmente elevato ,ma spesso le famiglie non sono sempre pronte e disponibili ad accettare che il proprio figlio possa avere qualche disturbo legato al D.S.A. E' vero che noi docenti non abbiamo le opportune conoscenze mediche per dare una diagnosi di D.S.A. ,ma è pur vero che ,grazie alle nostre competenze e alla nostra sensibilità,siamo in grado di riconoscere alcuni fondamentali campanelli d'allarme riconducibili a tali disturbi.Per tanto ,ritengo opportuno ,al fine di evitare traumi ai bambini, legati ad un insuccesso scolastico, alla incapacità di interagire con gli altri e come gli altri,per non perdere del tempo "prezioso " per la diagnosi e la conseguente terapia, il ripristino nelle scuole dell'equipe psicopedagogica come supporto delle docenti e delle famiglie.