DATA: domenica 24 novembre 2024
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In questi venti anni ed oltre di insegnamento, penso di aver visto un po’ tutto quello che succede negli Istituti di Scuola Superiore italiana. Dal Nord al Sud, dall’Est all’Ovest, anche se gli edifici scolastici cambiano dal più moderno a quello più obsoleto, il materialo umano è sempre lo stesso. Gli alunni in difficoltà vanno motivati o rimotivati, gli insuccessi scolastici vanno portarli a dei buoni risultati, la perdita di autostima ed atteggiamenti rinunciatari nei confronti della Scuola devono essere un punto prioritario di ogni docente, sia esso specializzato sul sostegno, sia esso curriculare. Ognuno deve dare il meglio di se stesso, partendo dalla propria esperienza professionale. Gli alunni ed in special modo, gli studenti con Disturbi Specifici di Apprendimento, gli alunni che necessitano di BES – Bisogni Educativi Speciali o con altre patologie, andranno trattati “con guanti bianchi” perché il loro avvenire è alquanto incerto ed insicuro. Il buon educatore dovrà alleviare il disagio, le difficoltà, i disturbi ed ottimizzare i bisogni che portano ad un rallentamento del programma nel soggetto affetto da patologie. Occorre fare di tutto affinché gli alunni abbiano lo stesso trattamento e la stessa «change» nella vita piena di ostacoli che a volte sono insormontabili. Un ringraziamento va all’associazione Assodolab che ha affrontato questi discorsi attraverso corsi di formazione e aggiornamento on-line e in presenza sia sui DSA che sui BES attraverso momenti di formazione in videoconferenza e a voi che seguite con attenzione questi bambini. Prof. Agostino Del Buono Presidente Nazionale Assodolab
DATA: 10/02/2011 - Autore Prof. Agostino Del Buono - Post 1501
COMMENTI - PAGINA 57
DATA 29/11/2016 06:24:36 - AUTORE Rosanna_G273I
Buongiorno a tutte/i, oggi la crisi che sta investendo da diversi anni la nostra società globale viene solitamente intesa da un punto di vista prettamente economico, dimenticando spesso che, accanto a questa, vi è un’area altrettanto colpita e con conseguenze altrettanto negative, ovvero l’area della formazione umana, nel senso pieno del termine. La scuola, sempre più spesso, ha a che fare con soggetti che presentano evidenti situazioni di svantaggio socio-culturale. I soggetti che ne sono portatori mostrano difficoltà a convivere con gli altri e faticano a comprendere le regole della convivenza. Si tratta di soggetti che, sebbene siano dotati di normali potenzialità cognitive e siano privi di handicap fisici o disturbi psicopatologici, presentano difficoltà, a volte anche molto evidenti, di inserimento e di apprendimento scolastico. I fattori che possono determinare situazioni di svantaggio possono essere diversi: famiglie troppo numerose, condizioni di vita inadeguate, disgregazione di nuclei familiari, assenza di una delle figure adulte di riferimento, frequenti problemi di salute di un membro della famiglia, scarsa o sbagliata alimentazione, stato di povertà economica. Le caratteristiche fondamentali dello svantaggio, causate, pertanto, dall’origine sociale del soggetto e dall’impossibilità direttamente conseguente di raggiungere risultati scolastici soddisfacenti, limitano nel futuro le opportunità di successo personale e sociale. Un grave rischio, che dobbiamo cercare di evitare.
DATA 29/11/2016 07:58:25 - AUTORE AngelaE974I
A conclusione di questo interessante corso Bes Basic vorrei esprimere una riflessione. La presenza all’interno della scuola di situazioni difficili di apprendimento cioè di alunni che non sono certificabili né come disabili né come DSA ma che hanno varie difficoltà dovute a situazioni di svantaggio familiare, culturale e socio-economico non deve essere trascurata. L’azione educativa nei confronti di questi alunni deve essere considerata una responsabilità di tutti noi docenti. Pertanto è fondamentale conoscere bene la normativa, le opportune strategie educative e didattiche per fornire, a ciascun alunno secondo le sue esigenze, supporti adeguati affinché sviluppi un’identità consapevole e aperta. Vorrei finire con questa citazione di Don Milani “Se si perde loro (i ragazzi più difficili) la scuola non è più scuola. E' un ospedale che cura i sani e respinge i malati.” Da Lettera a una professoressa
DATA 29/11/2016 10:08:37 - AUTORE antonella
Buongiorno. in merito alle tematiche affrontate ritengo che ognuno deve dare il meglio di se stesso, partendo dalla propria esperienza professionale.Per tutti gli alunni ed in special modo, per quelli con Disturbi Specifici di Apprendimento, gli alunni che necessitano di BES – Bisogni Educativi Speciali,bisogna creare un clima di accoglienza e accettazione, caratterizzato da relazioni interpersonali positive e collaborative incoraggiando ogni alunno a sviluppare sentimenti di autostima, sicurezza e fiducia in sé, in modo che senta di potercela fare, di essere adeguato alle situazioni vanno trattati . La formazione si è conclusa, ritengo sia stata un'occasione per crescere, nonché approfondire le nostre conoscenze pratico-teoriche, fondamentali per consentire al docente di mettersi in discussione, acquisire nuove modalità d'insegnamento, tali da favorire la creazione di atteggiamenti positivi verso la scuola, da parte del discente. Da tempo, ormai, si parla di "Inclusione" termine che quotidianamente noi docenti usiamo. Cosa significa, in realtà? Ed ecco l'importanza della conoscenza, da parte di tutto il consiglio di classe, della normativa vigente ed una serena collaborazione con la famiglia degli allievi cosiddetti BES. L'affrontare il caso significa acquisire informazioni da più parti e, quindi, stilare il PDP, altro adempimento assai arduo, che non è da considerare uno strumento in cui vanno declinate solamente modalità dispensative e compensative, ma un documento in cui con un buon lavoro di squadra si può progettare un'attività didattico-educativa, mirata e calibrata sui livelli attesi.
DATA 29/11/2016 10:08:53 - AUTORE vita
Salve sono una docente di sostegno, che opera nella scuola da 16 anni. La tematica affrontata relativa ai BES è stata approfondita nelle video-lezioni in modo chiaro e ho trovato spunti interessanti per sperimentare strategie didattiche in favore degli alunni con Bisogni Educativi Speciali. La Scuola può avere un ruolo chiave negli interventi di identificazione precoce dei casi sospetti al fine di poter poi mettere in atto successive attività di recupero didattico. La scuola ha un ruolo attivo e primario nel'apprendimento deve, pertanto, monitorare costantemente il percorso d’apprendimento e lodare gli sforzi compiuti, per incrementare l’autostima indispensabile per la crescita armonica dell'alunno. occorre prevedere per i compiti a casa l’utilizzo di testi ridotti non per contenuto, ma per quantità di pagine .
DATA 29/11/2016 10:15:28 - AUTORE antonella
Salve sono una docente di sostegno di scuola primaria.Da un pò anni mi interesso di alunni Bes. Ho partecipato a parecchie attività formative iniziando da quella prevista dall'Indire in collaborazione con Tim sui DSA nel 2012. Sono lieta di poter approfondire ulteriormente la tematica.
DATA 29/11/2016 10:16:17 - AUTORE antonella
Buongiorno. in merito alle tematiche affrontate ritengo che ognuno deve dare il meglio di se stesso, partendo dalla propria esperienza professionale.Per tutti gli alunni ed in special modo, per quelli con Disturbi Specifici di Apprendimento, gli alunni che necessitano di BES – Bisogni Educativi Speciali,bisogna creare un clima di accoglienza e accettazione, caratterizzato da relazioni interpersonali positive e collaborative incoraggiando ogni alunno a sviluppare sentimenti di autostima, sicurezza e fiducia in sé, in modo che senta di potercela fare, di essere adeguato alle situazioni vanno trattati . La formazione si è conclusa, ritengo sia stata un'occasione per crescere, nonché approfondire le nostre conoscenze pratico-teoriche, fondamentali per consentire al docente di mettersi in discussione, acquisire nuove modalità d'insegnamento, tali da favorire la creazione di atteggiamenti positivi verso la scuola, da parte del discente. Da tempo, ormai, si parla di "Inclusione" termine che quotidianamente noi docenti usiamo. Cosa significa, in realtà? Ed ecco l'importanza della conoscenza, da parte di tutto il consiglio di classe, della normativa vigente ed una serena collaborazione con la famiglia degli allievi cosiddetti BES. L'affrontare il caso significa acquisire informazioni da più parti e, quindi, stilare il PDP, altro adempimento assai arduo, che non è da considerare uno strumento in cui vanno declinate solamente modalità dispensative e compensative, ma un documento in cui con un buon lavoro di squadra si può progettare un'attività didattico-educativa, mirata e calibrata sui livelli attesi.
DATA 29/11/2016 10:16:36 - AUTORE vita c286p
Salve sono una docente di sostegno, che opera nella scuola da 16 anni. La tematica affrontata relativa ai BES è stata approfondita nelle video-lezioni in modo chiaro e ho trovato spunti interessanti per sperimentare strategie didattiche in favore degli alunni con Bisogni Educativi Speciali. La Scuola può avere un ruolo chiave negli interventi di identificazione precoce dei casi sospetti al fine di poter poi mettere in atto successive attività di recupero didattico. La scuola ha un ruolo attivo e primario nel'apprendimento deve, pertanto, monitorare costantemente il percorso d’apprendimento e lodare gli sforzi compiuti, per incrementare l’autostima indispensabile per la crescita armonica dell'alunno. occorre prevedere per i compiti a casa l’utilizzo di testi ridotti non per contenuto, ma per quantità di pagine .
DATA 29/11/2016 10:25:08 - AUTORE vita c286p
La scuola in quanto luogo privilegiato all'apprendimento deve adottare tutte le strategie didattiche ed educative appropriate.L'adozione delle misure dispensative è finalizzata ad evitare situazioni di affaticamento e di disagio in compiti direttamente coinvolti dal disturbo, senza peraltro ridurre il livello degli obiettivi di apprendimento previsti nei I DSA provocano negli alunni difficoltà che possono avere conseguenze sia sul piano degli apprendimenti, sia sul piano psicologico (frustrazione, depressione, rabbia, ansia, demotivazione, ecc). I frequenti insuccessi possono diventare i responsabili di un abbassamento del livello di autostima (giudizio circa il proprio valore) e del senso di efficacia (giudizi sulle capacità personali). Tali fallimenti possono condurre all’IMPOTENZA APPRESA, un atteggiamento rinunciatario, poco propenso a modificare il corso degli eventi e caratterizzato dalla marcata tendenza ad attribuire a cause interne, stabili e non controllabili (di solito la mancanza di capacità) i propri fallimenti. Questa convinzione porta a dubitare dell’efficacia del proprio impegno e quindi a non ricercare il modo migliore per affrontare i compiti, anzi, a rinunciare di fronte alle prime difficoltà o ad evitare le situazioni di apprendimento.
DATA 29/11/2016 10:34:02 - AUTORE antonella
Sono una docente di sostegno di scuola primaria.Da un pò anni mi interesso di alunni Bes. Ho partecipato a parecchie attività formative iniziando da quella prevista dall'Indire in collaborazione con Tim sui DSA nel 2012. Sono lieta di poter approfondire ulteriormente la tematica.
DATA 29/11/2016 12:14:19 - AUTORE antonellag347b
Sono una docente di sostegno di scuola primaria. Complimenti ad ASSODOLAB per la chiarezza delle video-lezioni.
DATA 29/11/2016 12:15:08 - AUTORE antonellag347b
Buongiorno. in merito alle tematiche affrontate ritengo che ognuno deve dare il meglio di se stesso, partendo dalla propria esperienza professionale.Per tutti gli alunni ed in special modo, per quelli con Disturbi Specifici di Apprendimento, gli alunni che necessitano di BES – Bisogni Educativi Speciali,bisogna creare un clima di accoglienza e accettazione, caratterizzato da relazioni interpersonali positive e collaborative incoraggiando ogni alunno a sviluppare sentimenti di autostima, sicurezza e fiducia in sé, in modo che senta di potercela fare, di essere adeguato alle situazioni vanno trattati . La formazione si è conclusa, ritengo sia stata un'occasione per crescere, nonché approfondire le nostre conoscenze pratico-teoriche, fondamentali per consentire al docente di mettersi in discussione, acquisire nuove modalità d'insegnamento, tali da favorire la creazione di atteggiamenti positivi verso la scuola, da parte del discente. Da tempo, ormai, si parla di "Inclusione" termine che quotidianamente noi docenti usiamo. Cosa significa, in realtà? Ed ecco l'importanza della conoscenza, da parte di tutto il consiglio di classe, della normativa vigente ed una serena collaborazione con la famiglia degli allievi cosiddetti BES. L'affrontare il caso significa acquisire informazioni da più parti e, quindi, stilare il PDP, altro adempimento assai arduo, che non è da considerare uno strumento in cui vanno declinate solamente modalità dispensative e compensative, ma un documento in cui con un buon lavoro di squadra si può progettare un'attività didattico-educativa, mirata e calibrata sui livelli attesi.
DATA 29/11/2016 14:27:46 - AUTORE Marilena
Ho trovato interessante questo corso Basic on-line sui BES e DSA , ritengo che sia importante ed interessante che noi docenti ci teniamo informati e aggiornati. Mi auguro che ci sia un proseguo di questi corsi non solo on-line , ma anche di presenza.
DATA 29/11/2016 14:56:29 - AUTORE siciliabella
Da 15 anni, svolgo insegnamento nella Scuola dell'Infanzia, e per 5 anni ho svolto insegnamento su sostegno senza titolo.Questa esperienza mi ha permesso di ampliare conoscenze piu' specifiche su bambini con Handicap gravi o meno gravi, arricchendo il mio bagaglio culturale, didattico, avendo avuto un rapporto diretto con questi bimbi e le loro patologie.Penso e ne' sono convinta che il problema disagio mette l'insegnante nella posizione di trovare strategie alternative per il conseguimento di obiettivi specifici.
DATA 29/11/2016 15:00:33 - AUTORE siciliabella
Desidero congratularmi con l'ASSODOLAB, per questo corso base-bes, mi sono resa conto che aggiornarsi e' indispensabile, e questa esperienza on-line mi sta dando la possibilita' di farlo da casa e nel tempo e nelle ore a disposizione, con molto interesse.Le conferenze video sono state molto interessanti, sono lieta di avere partecipato e mi auguro di poterlo fare ancora nei corsi piu' avanzati.
DATA 29/11/2016 15:21:27 - AUTORE Rosalba
Sono una docente di scuola primaria e nel corso degli anni ho frequentato diversi corsi di aggiornamento ma sempre in presenza . E' il primo corso che ho seguito online e devo congratularmi con gli organizzatori per la qualità del suddetto corso . L' approccio non è stato sempre semplice ma mi sono messa in gioco cercando di superare gli ostacoli e seguire le direttive del corso.Interessanti le tematiche affrontate e mi sono servite per entrare nel merito di certe situazioni , chiarire dubbi , avere conferme, chiarimenti e rimuovere sensi di colpa dinanzi all' insuccesso di alcuni bambini
DATA 29/11/2016 15:23:58 - AUTORE AnnaE974G
Certo dalle prime normative che regolavano il trattamento degli alunni con DSA ad oggi in cui si parla di particolare attenzione anche agli alunni con BES se n’è fatta di strada! Vi voglio raccontare un’esperienza che ho vissuto nel 2008 con un bambino ADHD con eccessiva impulsività, spesso abbinata a comportamenti violenti, che faticava ad autocontrollarsi ,che non riusciva ad instaurare rapporti positivi con i coetanei e che andava sempre incontro a punizioni. Chiaramente l’attenzione e la concentrazione erano molto discontinue e il rendimento scolastico era condizionato dal suo comportamento. Avevo partecipato a due corsi su questa problematica e tentavo di mettere in pratica le strategie consigliate cercando di coinvolgere anche le colleghe di classe. Nonostante dicessi che le punizioni erano controproducenti l’alunno continuava a collezionare punizioni (che per lui rientravano nella normalità e quindi inefficaci) specialmente su quelle cose a cui lui teneva di più come ad esempio la festicciola di carnevale o la gita di fine anno! Ogni punizione faceva aumentare la sua rabbia , abbassava il livello di autostima e la motivazione allo studio. Lui si sforzava di osservare le indicazioni del “contratto” e di totalizzare punti per essere premiato ed elogiato se il comportamento inadeguato si verificava di meno durante la settimana … ma bastava un niente o una parola a buttarlo giù e a demotivarlo. Ricordo di aver faticato e lottato con le colleghe per far condividere le strategie da adottare perché secondo loro quel bambino non avrebbe mai raggiunto i livelli standard né educativi, né didattici!Come si poteva premiare un bambino che si sforzava di diminuire il comportamento problematico se ancora questo sussisteva? Certo , se ci fossero state le normative e tutti i corsi di aggiornamento e di formazione di oggi, credo che quelle colleghe avrebbero capito che per gestire un alunno ADHD non bastava solo l’ins. di sostegno ma tutto il personale scolastico e non scolastico che ruotava attorno a lui. E’ necessaria un’educazione inclusiva per avere la capacità di rispondere alle diversità degli alunni ;per togliere gli ostacoli all’apprendimento e alla partecipazione, adottando tutte le iniziative , strategie e metodologie possibili, attivando cioè percorsi didattici individualizzati utili al raggiungimento del successo formativo. Così la scuola diventa inclusiva e ogni alunno si sente pensato e quindi accolto. Sono molto grata all’associazione ASSODOLAB per le iniziative di questi corsi che offrono molti spunti di riflessione e di arricchimento interiore congiuntamente a conoscenze didattiche e metodologiche particolari, correlate alle esigenze educative speciali. Grazie.
DATA 29/11/2016 16:21:43 - AUTORE khaloss
Alla fine di questo corso mi sono soprattutto soffermato sui concetti di misure dispensative e misure compensativi. dispensare significherebbe esentare l'alunno con BES da una attività di apprendimento che per lo stesso a priori si sa che sarà fallimentare. (per esempio la vignette in cui si chiede al pesciolino rosso di salire sull'albero)studiare a memoria,Dispensa dallo studio di una lingua straniera in forma scritta ( il mio caso poiché insegno francese). Compensare invece significherebbe proporre all'alunno delle attività equivalenti al fine di favorirne il suo successo formativo. Una delle misure che ho cercato di utilizzare è è stato di far lavorare con l'aiuto di mappe mentali. Mi piacerebbe comunque avere delle informazioni più pratiche con delle liste esaustive di misure dispensative/compensative a secondo dei vari disaggi/disabilità che posso presentare alunni nel mio futuro. Grazie
DATA 29/11/2016 17:06:53 - AUTORE MariStella58
Gestire una classe significa mettere in atto tutte quelle azioni atte a promuovere il coinvolgimento dell’alunno nelle attività della classe. A tal proposito, il docente deve adottare un modello di gestione ben definito e strutturato, dove si possano evidenziare facilmente i punti di forza e di debolezza. Il compito principale del docente è, pertanto, quello di “fare classe”. In un modello di gestione della classe individuo i seguenti punti di forza: - creare un clima positivo, non giudicante; - promuovere l’interesse; - motivare il gruppo per favorire l’apprendimento; - favorire il lavoro in team; - conoscere gli elementi che condizionano la vita del gruppo. I punti di debolezza potrebbero essere: - non avere consapevolezza dei fattori scatenanti le azioni di disturbo; - incapacità di gestire e controllare azioni disturbanti. Alla luce del lavoro di gruppo svolto in aula, il modello di gestione della classe su esposto può essere integrato come segue: - facilitare l’apprendimento utilizzando strumenti alternativi per favorire l’apprendimento (LIM, internet, laboratori, audiovisivi, ecc.) - potenziare l’autostima gratificandoli per i risultati raggiunti (token economy); - favorire il lavoro di gruppo con modalità dinamiche; - riprendere e ripetere i concetti in modi diversi.
DATA 29/11/2016 17:18:34 - AUTORE AngelaF061B
Insegno dal 1997 (prima nella Scuola Primaria, ora nella Scuola dell’Infanzia). Anch'io, come altri colleghi hanno detto, ho notato nel tempo un aumento di casi di alunni con bisogni educativi speciali. In particolare quest’anno mi ritrovo ad avere, in una sezione di 21 alunni, oltre ad una bambina con sostegno, almeno 6 o 7 bambini con BES. L’Istituto presso cui presto servizio è in un quartiere deprivato sia dal punto di vista socio-economico sia culturale. Concordo con chi afferma che in questi casi è difficile predisporre un percorso adeguato per questi bambini senza trascurare gli altri.
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DATA 29/11/2016 06:23:46 - AUTORE Rosanna_G273I
Buongiorno a tutte/i, il concetto di BES si basa su una visione globale della persona, in quanto sposta definitivamente l’attenzione dalle procedure di certificazione all’analisi dei bisogni di ciascuno studente ed estende a tutti gli alunni in difficoltà, il diritto alla personalizzazione dell’apprendimento anche e non solo attraverso l’utilizzo di misure dispensative e strumenti compensativi, nella prospettiva di una presa in carico complessiva ed inclusiva di tutti gli alunni. Lo strumento privilegiato è rappresentato dal percorso individualizzato e personalizzato redatto, a seconda dei casi, in un PEI o in un PDP. A seguito della DM. 27/12/2012 e della CM n. 8 del 6/3/2013 l’istituto proporrà l’adozione di percorsi educativi personalizzati e di apprendimento per i soggetti individuati come BES. Tali alunni avranno uno specifico percorso educativo e didattico programmato in base ad un Piano Educativo Individualizzato (PEI), per gli alunni tutelati dalla L. 104/1992, un Piano Didattico Personalizzato (PDP), per gli alunni tutelati dalla L. 170/2010, un Piano Didattico Personalizzato (PDP), per gli alunni tutelati dalla C.M. n.8 del 06/03/2013 (la predisposizione del piano è a discrezione del C.d.C. ed ha carattere di temporaneità). Nel PDP si delineano le strategie, le indicazioni operative, la progettazione educativo-didattica, l’impostazione delle attività di lavoro, i parametri di valutazione degli apprendimenti e criteri minimi attesi per l’alunno. Si tratta quindi di un lavoro che deve necessariamente basarsi su una stretta alleanza e progettazione condivisa, un’elaborazione collegiale e partecipata tra Scuola, la Famiglia e Insegnati che siano delle figure professioniste in grado di poter seguire l’alunno in difficoltà ed insegnare a studiare.