Ente accreditato e qualificato che offre formazione - D.M. 177/2000 e Direttiva n. 90 del 01/12/2003.

DATA: martedì 16 luglio 2024

Preparati alla prova preselettiva Concorso Docenti su TastoEffeUno.it

Su TastoEffeUno.it sono disponibili i quiz ministeriali, in formato interattivo, per una preparazione seria e mirata al superamento della prova preselettiva Concorso Docenti. Poiché il tempo a disposizione per la preparazione è limitato, i quesiti sono stati organizzati per ognuno dei 70 MODULI e per AREE: a differenza dell'allenatore del MIUR, è possibile quindi esercitarsi solo su alcune AREE escludendo quelle in cui si ha una adeguata preparazione. VAI AL SITO

Un aiuto concreto agli alunni con DSA, BES ecc.. da parte degli insegnanti di sostegno e curriculari.

In questi venti anni ed oltre di insegnamento, penso di aver visto un po’ tutto quello che succede negli Istituti di Scuola Superiore italiana. Dal Nord al Sud, dall’Est all’Ovest, anche se gli edifici scolastici cambiano dal più moderno a quello più obsoleto, il materialo umano è sempre lo stesso. Gli alunni in difficoltà vanno motivati o rimotivati, gli insuccessi scolastici vanno portarli a dei buoni risultati, la perdita di autostima ed atteggiamenti rinunciatari nei confronti della Scuola devono essere un punto prioritario di ogni docente, sia esso specializzato sul sostegno, sia esso curriculare. Ognuno deve dare il meglio di se stesso, partendo dalla propria esperienza professionale. Gli alunni ed in special modo, gli studenti con Disturbi Specifici di Apprendimento, gli alunni che necessitano di BES – Bisogni Educativi Speciali o con altre patologie, andranno trattati “con guanti bianchi” perché il loro avvenire è alquanto incerto ed insicuro. Il buon educatore dovrà alleviare il disagio, le difficoltà, i disturbi ed ottimizzare i bisogni che portano ad un rallentamento del programma nel soggetto affetto da patologie. Occorre fare di tutto affinché gli alunni abbiano lo stesso trattamento e la stessa «change» nella vita piena di ostacoli che a volte sono insormontabili. Un ringraziamento va all’associazione Assodolab che ha affrontato questi discorsi attraverso corsi di formazione e aggiornamento on-line e in presenza sia sui DSA che sui BES attraverso momenti di formazione in videoconferenza e a voi che seguite con attenzione questi bambini. Prof. Agostino Del Buono Presidente Nazionale Assodolab

DATA: 10/02/2011 - Autore Prof. Agostino Del Buono - Post 1501

COMMENTI - PAGINA 58

DATA 29/11/2016 19:04:45 - AUTORE TeresaG319W

Sono un insegnante di matematica, negli ultimi anni mi è capitato sempre più spesso di trovare in molti documenti ministeriali il termine “inclusivo”, in particolare quelli riferiti ai BES, nei quali si presuppone che i docenti debbano realizzare nelle proprie classi una didattica per tutti, passando da criteri “selettivi” a criteri per l’appunto “inclusivi”. Questo principio è importante per tutte le discipline, ma in particolar modo per la matematica, disciplina che tradizionalmente è considerata da molti una materia “ostica”, accessibile con facilità agli alunni più “dotati” e con notevole impegno. La didattica inclusiva della matematica a mio parere si pone l’obiettivo di riconoscere e valorizzare le differenze di ciascun alunno, per ottenere il migliore apprendimento possibile da tutti i componenti della classe. In questo senso le differenze tra gli alunni diventano una risorsa e una ricchezza che possono essere utilizzate per il progresso di tutti.

DATA 29/11/2016 20:26:08 - AUTORE TeresaG319W

Non è semplice passare da una didattica “tradizionale” ad una didattica “Inclusiva” poiché tale didattica tiene conto delle esigenze di tutto il gruppo classe e non soltanto dei “diversamente abili”. Ciò comporta una trasformazione nella didattica piuttosto profonda, in quanto il Docente deve passare da una metodologia rigida a una metodologia flessibile e molto più creativa. Va quindi potenziata, a mio parere, la cultura dell’inclusione mediante un approfondimento delle relative competenze degli insegnanti curricolari, finalizzata ad una più stretta interazione fra tutte le componenti del Consiglio di Classe. Lo svantaggio scolastico è molto più ampio del disagio esplicitamente evidenziato dalla presenza di deficit. In ogni classe ci sono alunni che presentano una richiesta di attenzione particolare per svariati motivi: svantaggio sociale e culturale, Disturbi Specifici di Apprendimento, difficoltà derivanti dalla non conoscenza della cultura della lingua Italiana perché appartenenti a culture diverse.

DATA 29/11/2016 20:55:29 - AUTORE annamariaH700U

Insegno in un Istituto professionale, dove ho avuto la fortuna di incontrare dei colleghi che come me hanno una particolare sensibilità nei confronti dell'alunno e delle sue necessità e sono pronti a captare ogni segnale di difficoltà. Ogni qualvolta si è manifestata una situazione di disagio e/o di insuccesso scolastico ci si è sempre preoccupati di capire innanzitutto le motivazioni, per cercare di intervenire in maniera efficace, ponendoci sempre accanto all'allievo in difficoltà e mai "di fronte". Personalmente penso che la classe deve essere, per l'alunno in difficoltà, un ambiente inclusivo, in cui non deve sentirsi diverso. Per l’esperienza fatta, posso affermare che lavorare in gruppo aiuta a superare le difficoltà cognitive e a secondo del caso anche quelle relazionali. Il confronto con gli altri, se ben gestito, riesce ad aumentare l’autostima e a sviluppare un atteggiamento positivo di apertura nei confronti dei compagni che li porta ad imparare e costruire un clima collaborativo e di interazione positiva all’interno della classe.

DATA 29/11/2016 21:26:10 - AUTORE Roberta_E974K

Ho trovato questo corso abbastanza interessante. Mi ha colpito soprattutto il chiarimento sull'uso delle misure compensative e dispensative e che sono da preferire quelle compensative piuttosto che quelle dispensative perché consentono all'alunno di giungere al suo obiettivo in maniera diversa piuttosto che dispensare facendo sentire l'alunno diverso perché non fa un certo compito. Ho trovato molto utili le informazioni relative agli allievi che devono affrontare gli esami di stato. Certo l'insegnante non ha un compito facile, deve avere pazienza e deve mettersi spesso in discussione portando avanti una didattica che includa tutti gli alunni e per il quale non può delegare nessuno come invece si fa spesso con gli alunni diversamente abili. Il principale obiettivo deve essere, quindi, quello di trovare percorsi alternativi affinché gli alunni BES non si sentano esclusi e affinché la scuola sia per tutti ma a misura di ciascuno.

DATA 29/11/2016 21:43:55 - AUTORE Angelar_e974g

Ho concluso oggi….appena in tempo ! Per me non è stata la prima esperienza on-line e credo molto nella formazione, in qualsiasi modo venga fatta. L’organizzazione di questo corso mi ha dato impulsi stimolanti per proseguire con altri corsi di formazione; ma sarebbe meglio allungare il tempo di permanenza dei video per non avere la sensazione di non farcela. Penso che la formazione sia importantissima, soprattutto per il personale della scuola. Un docente formato, non solo saprà riconoscere e gestire le situazioni particolari, ma riuscirà a capire meglio gli alunni e i genitori, riuscendo a valutare i bisogni e ad indicare adeguate strategie d’intervento per includere l’alunno, nel miglior modo possibile, nella classe. Vorrei ringraziare il Prof. Ugo Avalle, che con la sua pacatezza mi ha permesso di ampliare le mie conoscenze; ringrazio anche il Presidente, Prof. Agostino Del Buono, per avermi dato l’opportunità di svolgere da casa questo corso Advancend sui BES. Posso ritenermi soddisfatta delle lezioni seguite, le quali sono state svolte con argomentazioni chiare nei contenuti espressi e sempre allacciate alla normativa. Di conseguenza, penso di aver allargato le mie competenze pedagogiche e didattiche sulla problematica BES, sempre più presente nella realtà scolastica.

DATA 29/11/2016 21:57:51 - AUTORE Giovanna Bongiorno F205Y

Vorrei per prima cosa congratularmi con l’associazione ASSODOLAB nella scelta del prof. Avalle perchè con il suo modo lento ma preciso nel dialogare ed esporre gli argomenti mi ha tanto coinvolta da portarmi ad approfondire ulteriormente l’argomento BES, mi ha molto interessato l’argomento dedicato alla Dislessia ed ai disturbi specifici della scrittura, ritengo che questi argomenti debbano essere continuamente aggiornati nella metodologia d’approccio per saper intervenire nella maniera più adeguata ed individuale. Mi auguro che questi corsi da voi effettuati possano avere un proseguo dandoci la possibilità di poter approfondire e migliorare le nostre conoscenze.

DATA 29/11/2016 22:12:52 - AUTORE MARIA ANNA

Sono fortemente convinta dell'importanza di accrescere l'autostima dei ragazzini con disturbi dell'apprendimento, cercando di rispettare il loro stile di apprendimento affinchè possano rassicurarsi e procedere senza timori nel loro percorso apprenditivo.

DATA 29/11/2016 22:20:17 - AUTORE CATERINAF061O

Sono alla fine di questo percorso online sui BES e devo ammettere che inizialmente ero un pò scettica e pensavo di sapere molto sui BES ma... mi sbagliavo! Il corso è completo e interessante, ho preso molti appunti e sono sicura che utilizzerò tutte le spiegazioni ed i suggerimenti del prof. Avalle durante il mio lavoro di docente. E' stato per me anche importante conoscere i BES in tutti gli ordini di scuola. E' stato un percorso di crescita culturale e professionale. Auspico di riuscire al meglio di fare il mio lavoro con tutti gli alunni.Grazie.

DATA 29/11/2016 23:20:08 - AUTORE Massimo

Ho letto con interesse gli interventi dei colleghi ed ho seguito con interesse il corso, mi ha fornito nuovi spunti di riflessione e nuove idee per seguire i ragazzi con disturbi speciali di apprendimento nel loro processo evolutivo di apprendimento

DATA 29/11/2016 23:24:06 - AUTORE Vale

Sono un insegnante di scuola primaria e sono stata immessa in ruolo l'anno scorso in seguito alla riforma della buona scuola, sono stata utilizzata come insegnante di potenziamento. Ho sviluppato allora un progetto sull'inclusione degli alunni BES avvalendomi pertanto di strumenti compensativi e misure dispensative. Volevo dunque ringraziare i professori che hanno contribuito a rendere questo corso interessante e di grande arricchimento culturale.

DATA 30/11/2016 00:09:00 - AUTORE antoniaf061c

Sono un’insegnante della scuola dell’infanzia,amo il mio lavoro e, ritengo che noi docenti abbiamo oltre che il diritto, il dovere di seguire corsi di formazione e di aggiornamento per migliorare il nostro operare. Tengo a precisare che essendo il mio primo corso online ho trovato delle difficoltà, preferisco i corsi in presenza. Nonostante tutto però ho avuto modo di rivedere,di approfondire alcune problematiche e riflettere sul lavoro svolto finora. GRAZIE!

DATA 30/11/2016 00:13:02 - AUTORE antoniaf061c

A fine corso, riflettendo sulle azioni di miglioramento intraprese nel corso degli anni, penso ci sia ancora molto da fare soprattutto per la scuola dell’infanzia, dove i bambini con bisogni educativi speciali sono in continuo aumento per diverse problematiche. Grazie

DATA 30/11/2016 11:12:38 - AUTORE Liliana_H700H

Gli insegnanti devono cercare strumenti congeniali agli stili di apprendimento degli alunni con BES per cercare di valorizzare i loro punti di forza e minimizzare quelli di debolezza. Gli strumenti compensativi sono essenziali per aiutarli. È necessario intraprendere una strada multisensoriale: si può fare ricorso all’esperienza diretta, ad esempio mediante un esperimento; a rappresentazioni del linguaggio grafico quali fotografie, immagini, disegni, schemi, diagrammi, mappe concettuali…; al gioco; all’ascolto della lezione tramite registrazioni o CD. I rappresentatori grafici sono fondamentali perché sono strumenti per raccogliere velocemente idee e concetti, seguono una logica, creano legami fra i concetti espressi e si basano sulla grafica. È essenziale insegnare l’uso di strumenti informatici con i quali gli studenti potranno costruire i propri rappresentatori grafici, nel caso in cui preferiscano evitare la scrittura a mano. Sarebbe auspicabile l’uso della LIM, in quanto la lezione frontale diventa più coinvolgente e gli studenti partecipano attivamente. È d’obbligo evitare stati inutili di ansia da prestazione o di inadeguatezza, ad esempio suddividendo il programma in più segmenti, scegliendo accuratamente gli esercizi delle verifiche, compilando esercizi strutturati invece di domande aperte, permettendogli di utilizzare il proprio pc, evitando verifiche a sorpresa oppure sovrapponendo più test nella stessa mattinata. Tutte queste sono “piccole” regole che però possono rappresentare ”un’ancora di salvezza” per i nostri studenti.

DATA 30/11/2016 11:14:38 - AUTORE Valerio_C286B

Dopo aver visionato tutte le lezioni del corso sui BES, mi rendo conto che le problematiche sono davvero vaste. Di fondamentale importanza è intervenire il prima possibile e soprattutto essere in grado di dare un aiuto concreto agli alunni che presentano disturbi di apprendimento. Inoltre è fondamentale incoraggiare l'allievo, gratificarlo per ogni miglioramento, e spronarlo a continuare ad impegnarsi al massimo. L'insegnante deve essere paziente e sostenere l'alunno anche nei momenti più difficili, incoraggiando, allo stesso tempo, anche la famiglia, ad intervenire e a portare avanti un programma in comune affinché l'alunno riesca ad ottenere risultati positivi grazie ad un lavoro continuativo. Ogni insegnante dovrebbe, quindi, avere un'idea ben precisa dei bisogni educativi per poter intervenire tempestivamente in aiuto del ragazzo; inoltre tutti i docenti dovrebbero essere capaci di preparare un programma didattico specifico per l'allievo senza "isolarlo" dal resto della classe ma anzi incoraggiando i compagni ad aiutare l'amico in difficoltà.

DATA 30/11/2016 15:17:10 - AUTORE elide

Oggi termina ufficialmente questo corso basic sui B.E.S. Alla fine di questo percorso desidero tirare le somme. In seguito agli interessanti video del professore Avalle e ai documenti allegati, sono stata particolarmente stimolata ad approfondire la legislazione che disciplina la "materia" B.E.S. Interessanti le direttive ministeriali a riguardo e, soprattutto, ricche di spunti operativi qualora si leggano le indicazioni in tal senso. Ringrazio, dunque, il professore Del Buono che con l'ASSODOLAB permette una formazione in itinere sempre aggiornata e mai superficiale. Arrivederci al prossimo corso.

DATA 30/11/2016 15:52:44 - AUTORE siciliabella

Da 15 anni, svolgo insegnamento nella Scuola dell'Infanzia, e per 5 anni ho svolto insegnamento su sostegno senza titolo. Questa esperienza mi ha permesso di ampliare conoscenze piu' specifiche su bambini con Handicap gravi o meno gravi, arricchendo il mio bagaglio culturale, didattico, avendo avuto un rapporto diretto con questi bimbi e le loro patologie. Penso e ne' sono convinta che il problema disagio mette l'insegnante nella posizione di trovare strategie alternative per il conseguimento di obiettivi specifici. La stesura del PDP, a cura e a discrezione dell’insegnante curriculare per i bambini Bes è una prassi molto delicata e importante e pone il problema del raggiungimento di obiettivi minimi e facilmente raggiungibili estrapolati dalla programmazione di classe. Naturalmente grandi sono i compiti e le responsabilità per la scuola dell’infanzia che deve: individuare il problema attraverso l’osservazione del bambino tramite strumenti di rilevazione e poi attuare attività di recupero rivolte non al singolo bambino ma a tutta la sezione.Per tutti gli alunni con Bes le scuole attuano gli strumenti compensativi e le misure dispensative previste per i DSA dalla Legge 170 del 2010, che risulta essere un valido aiuto per l'attivazione di specifiche attività educative mirate al recupero delle difficoltà.

DATA 30/11/2016 15:53:01 - AUTORE Vale

A mio avviso uno strumento importantissimo ai fini di una corretta didattica inclusiva e finora poco utilizzato dalle scuole è quello dell'orientamento formativo. L'orientamento costituisce parte integrante dei curricoli di studio e, più in generale del processo educativo e formativo sin dalla scuola dell'infanzia. Esso si esplica in un insieme di attività che mirano a formare e a potenziare le capacità degli studenti, di conoscere se stessi,l'ambiente in cui vivono e i mutamenti culturali e socioeconomici, affinché possano essere protagonisti di un personale progetto di vita,e partecipare allo studio e alla vita sociale in modo attivo e responsabile.

DATA 30/11/2016 17:24:29 - AUTORE Prof. Ugo Avalle

Gentili insegnanti, vi invito ad esporre i vostri dubbi, incertezze, a richiedere chiarimenti tramite posta elettronica al mio indirizzo mail di Assodolab. Cordiali saluti

DATA 30/11/2016 17:29:08 - AUTORE caty

Sono un’insegnante curriculare. In tanti anni di attività ho avuto più volte la possibilità e la grande opportunità di gestire gruppi-classe in cui erano presenti alunni con Bisogni Educativi Speciali. Anche attualmente ho alunni Bes. Ritengo che in questi casi, la prima problematica da risolvere sia legata alla dimensione personale e a quella sociale, ovvero all’integrazione dell’alunno nel gruppo classe. Non dobbiamo dimenticare, infatti, che questi alunni sono, in generale, molto fragili, hanno scarsa autostima, scarsa selfefficacy e tendono ad isolarsi. Sul piano didattico, con gli stessi, ma in generale con tutti gli alunni, nel tentativo di ridurre le difficoltà e il disagio, sono rispettosa degli stili cognitivi e ritmi di apprendimento. A tal proposito organizzo il lavoro in classe utilizzando diverse modalità di comunicazione, avvalendomi anche delle tecnologie informatiche. Per rendere più accessibile i contenuti didattici guido gli alunni Bes nella individuazione dei concetti chiave, nella creazione delle mappe concettuali, schemi, ecc.; adotto strategie quali la peer education e il peer tutoring nella consapevolezza che tra pari la comprensione sia più immediata, poiché mediata da un il linguaggio più simile.

DATA 30/11/2016 17:49:38 - AUTORE caty

Considerato che i gruppi classe sono sempre più variegati e composti da alunni con differenti caratteristiche affettive, relazionali, cognitive, motivazionali, fisiche e sociali, il primo obiettivo che mi pongo, per tendere loro la mano soprattutto in presenza di allievi con DSA e BES è costruire un clima di fiducia tra allievi e docente e tra ogni allievo con i propri compagni, sposando l’idea della Luigina Mortari, secondo la quale la fiducia è una vera e propria “pratica”, utile agli attori del processo di insegnamento/apprendimento e funzionale ad una didattica che sia “speciale” per tutti e particolarmente efficace con coloro che si trovano in difficoltà nel proprio percorso formativo. Noi docenti, infatti, in virtù di essa, possiamo creare quel substrato su cui innestare situazioni esperenziali che da un lato consentono ad ognuno di sentirsi riconosciuto nel proprio valore, accettato nel proprio essere, rispettato e dall’altro favoriscono l’emergere dell’idea secondo cui ognuno è diverso dall’altro ed è portatore di caratteristiche personali uniche e irripetibili a prescindere dalla condizione fisica, psichica, ecc. Va da sé, che tutto ciò consenta la creazione di un clima positivo in classe, ma anche un processo di insegnamento/apprendimento funzionale all’incremento dell’autostima, della fiducia in sé stesso, della sicurezza dell’allievo e dell’adozione di stili di attribuzionali positivi. Altra dimensione, oggetto del mio intervento nella gestione della classe è l’organizzazione dello “spazio/aula”. Ritengo che l’aula abbia un ruolo fondamentale nell’inclusione, infatti penso alla stessa come ad un contenitore, una sorta di holding enviroment, per dirla con Winnicott, che accoglie, sostiene, rassicura, incoraggia e fa sentire ognuno nel giusto posto. Lo spazio, difatti, non è mai una realtà neutra, è un insieme di oggetti e persone, è un luogo in cui docenti e studenti trascorrono ore fortemente connotate di significati ed emozioni, è quindi un elemento centrale nel percorso di apprendimento. Pertanto lo trasformo, rompendo solitamente tutti gli schemi; amo, infatti, lavorare con i miei alunni, come un primus inter pares, intorno ad una grande scrivania, che diviene il luogo funzionale all’adozione di metodologie e strategie didattiche inclusive, di cui beneficeranno tutti e a maggior ragione coloro che hanno una qualche necessità “speciale”. Essa è anche il mezzo per una buona conoscenza dei miei allievi e per impostare una positiva relazione con loro; elementi questi propedeutici per la valorizzazione di ogni alunno e contemporaneamente di tutto il gruppo classe. Un ulteriore elemento, che mi consente di comporre scenari utili ad una didattica inclusiva e al tempo stesso rispettosa dei bisogni di ciascuno, è la condivisione del progetto educativo con i miei allievi sin dalla fase della pianificazione, discutendo con loro le tappe e scegliendo tra alternative possibili. Scegliere gli allievi come interlocutori per tracciare il loro percorso di apprendimento è una conseguenza dell’avere fiducia in loro. Infine, anche le metodologie e strategie didattiche che adotto, basate soprattutto sul cooperative learning, sul peer teching e sul peer tutoring, sulla didattica laboratoriale, dove il gruppo diviene risorsa, e sull’utilizzo delle T.I.C., mi consentono di armonizzare l’attività didattica con gli stili cognitivi e di apprendimento dei miei allievi, di stimolare la motivazione intrinseca e costruire quindi scenari atti a promuovere l’inclusione. In sintesi, in presenza di un alunno disabile è necessario per la scrivente, che si apre comunque a tal proposito alla prospettiva del consiglio di classe, porre in essere tutte le attività necessarie sia a promuovere il coinvolgimento e la cooperazione degli alunni (BES e non) nel percorso educativo/formativo che a stabilire un produttivo ambiente di lavoro.

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